martedì 29 settembre 2009

Come (non) uccido la mia chiesa locale 30-09-09

COME (NON) UCCIDO LA MIA CHIESA LOCALE

Come «assaggio di lettura» del mio libro umoristico «Motti di spirito» avevo messo il seguente testo «Come uccido la mia chiesa locale» [http://www.puntoacroce.altervista.org/Lese/Let_Mds.htm]. Chiaramente si trattava di ironia, un genere letterario che afferma una cosa intendendo il contrario. Un giorno ho ricevuto il seguente testo…

COME FAR CRESCERE LA CHIESA DI DIO

     1. Và a tutte le riunioni!
     2. Aspettati sempre qualcosa di eccezionale!
     3. Evidenzia sempre e solo i pregi dei membri di chiesa e dei predicatori!
     4. Evita di sparlare dei membri di chiesa («parla poco e ascolta assai e giammai tu fallirai»).
     5. Prega sempre per i membri della comunità e per i suoi conduttori!
     6. Ricorda che gli incontri infrasettimanali sono quelli più importanti (è lì che si prega e si studia la Parola).
     7. Parla spesso con la gente che incontri di Gesù e invitali a venire in Chiesa a vedere i nuovi nati come si comportano tra loro.
     8. Porta i tuoi amici agli incontri e spiega loro in cosa consiste essere Chiesa!
     9. Assumi tutte le responsabilità che ti vengono date! Cercane se non te ne danno!
    10. Versa un contributo secondo le necessità della chiesa, lascia che sia il cassiere a disporne. [Continua la lettura: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Come_uccido_chiesa_no_Mds.htm] Dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
 
Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:
■ Giogo in 2 Corinzi 6,14 e società con increduli: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Giogo_2Cor6-14_societa_UnV.htm

domenica 27 settembre 2009

Giogo in 2 Corinzi 6,14 e società con increduli 28-09-09

GIOGO IN 2 CORINZI 6,14 E SOCIETÀ CON INCREDULI

Un lettore ci ha presentato le seguenti questioni: Qualche anno fa, in una rivista cristiana lessi un articolo, in cui l’autore sosteneva che in 2 Corinzi 6,14 il «giogo» si riferisce anche a fratelli in affari e in società con non credenti. Personalmente condivido anch’io questo pensiero. Infatti, se legati da interessi con increduli, si potrebbe facilmente cadere in cose poco trasparenti; magari ci si mette in società con qualcuno che potrebbe essere una persona malvista dagli altri, e i cattivi pensieri su di lui potrebbero estendesi anche nei confronti del credente.
     Un conto è essere dipendente di qualcuno e avere come colleghi di lavoro anche persone, che non sono degli stinchi di santo e di cui magari non tanto si parla bene. Un’altra cosa è invece è entrare in società con non credenti.
     Ora mi sento un po’ confuso per una situazione simile che coinvolge un credente della nostra comunità. Egli, pur avendo una qualifica professionale, per mancanza di lavoro nel suo settore era costretto a fare ben altro in un altro settore; per la crisi purtroppo perse anche tale lavoro. Per questo aveva chiesto alla comunità di pregare per un nuovo lavoro. Cercò diverse possibilità di lavoro, ma inutilmente. Dopo qualche tempo, ci comunicò che, non trovando altro, era entrato in società con altri suoi colleghi dello stesso mestiere. Ora, sono sicuramente iscritti alla Camera del commercio come ditta, hanno sicuramente la partita IVA e ottemperano agli altri adempimenti richiesti dello Stato. Sono quindi una società a tutti gli effetti, avendo anche alcuni operai.
     Nicola, fammi capire per favore come avere le idee chiare intorno a questa vicenda. Grazie del tuo impegno. [Continua la lettura: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Giogo_2Cor6-14_societa_UnV.htm] Dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
 
Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:
Caduta e pentita, ma non accettata dalla chiesa: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Caduta_pentita_chiesa_EnB.htm

giovedì 24 settembre 2009

Le sette chiese dell’Apocalisse 25-09-09


LE SETTE CHIESE DELL’APOCALISSE
Modelli di chiese o periodi storici?


Da sempre le sette lettere, fatte scrivere da Gesù all’apostolo Giovanni e indirizzate ai conduttori di sette chiese nell’allora provincia romana Asia, hanno affascinato i lettori, li hanno ammoniti, esortati, incoraggiati e consolati. Nel corso dei secoli, tali lettere sono diventate però anche fonte di speculazioni storiche ed escatologiche. A un certo punto, a qualcuno è venuta l’idea che tali lettere potevano essere predizioni per il futuro e tali chiese potessero essere sette periodi successivi della storia della chiesa. Da almeno il 16° secolo, chi segue questa interpretazione identifica il periodo di Laodicea con la chiesa del suo periodo e sembra che esso a tutt’oggi non sia terminato… La seguente lettera ci dà occasione per riflettere sopra questa singolare e diffusa concezione.
    Carissimo fratello Martella, […] su un punto solo vorrei capire meglio la tua posizione, cioè relativamente alla comprensione delle «lettere alle sette chiese» d’Apocalisse. [...Poi segue una lista delle chiese interpretare come epoche...] Mi sembra, invece che sorvoli su questi temi e mi piacerebbe che ci dicessi la tua posizione e, se diversa, come mai! [Continua la lettura: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Sette_chiese_Ap_Esc.htm] Dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:
Caduta e pentita, ma non accettata dalla chiesa: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Caduta_pentita_chiesa_EnB.htm
■ La questione del velo (1 Corinzi 11,2-16): http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Velo_esegesi_oggi_GeR.htm

mercoledì 23 settembre 2009

Confronto fra pentecostali, ex e non 23-09-09

CONFRONTO FRA PENTECOSTALI, EX E NON

Il tema «Pentecostali e carismaticisti: è necessario distinguerli?» [http://puntoacroce.altervista.org/Temi/1-Pentec_carismatici_parla_Mds.htm] ha immancabilmente portato la discussione su un altro piano: il confronto fra attuali «pentecostali classici» ed «ex pentecostali». Chiaramente mancava solo che intervenisse anche un «non-pentecostale».
    Il pentecostale Gianni Siena inizia così il suo lungo contributo: Al fratello Gaetano Nunnari vanno la mia simpatia e solidarietà per la serenità che dimostra nelle precisazioni conclusive: non tutti gli ex pentecostali v’arrivano. Ha ragione i carismaticisti affermano che solo loro credono nell’azione di Dio oggi.
     Questo insegnamento nacque quando, davanti alle guarigioni avvenute nelle chiese pentecostali, i credenti scettici reagivano dicendo che «Dio oggi non guarisce più». I pentecostali estremizzavano replicando: «Dio ci guarisce perché lasciamo agire lo Spirito Santo. Voi non ci credete, non avete lo Spirito e non ricevete le guarigioni». La prima parte della risposta è vera, ma che gli «altri non avessero lo Spirito», è una affermazione che nessuno di noi fa più da molto.
     Nelle chiese anche pentecostali, dove non avvengono guarigioni e manifestazioni soprannaturali, non c’è spirito di preghiera e la fede risente della mancanza di comunione con Dio. Dio ha fatto e mantiene le sue promesse, dove trova cuori pronti a riceverle.
     Talvolta Dio non guarisce, anche se v’è fede, se questa è la sua volontà. Dove mi convertii, si pregava per una bimba menomata; alcuni erano ferventi nel chiedere, ma non vi fu esaudimento. Oggi ha più di 35 anni ed è rimasta tale, Dio fa «resistenza» a qualche richiesta. Nel caso di Gaetano Nunnari, però, sono sorpreso dalla «maturità spirituale», di chi gli disse che un uomo «poteva» allungargli la gamba. Simili faciloni li ho conosciuti e non so come possano dire certe cose, senza una vera fede e sapendo che dovranno rendere conto a Dio per aver scandalizzato un bambino di dieci anni. Gaetano dice delle cose vere ma, purtroppo, il suo vissuto pesa nella sua critica; ecco qualche esempio. [Continua la lettura: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Pentecost_ex-non_cfr_MeG.htm] Dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
 
Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:
Caduta e pentita, ma non accettata dalla chiesa: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Caduta_pentita_chiesa_EnB.htm
■ La questione del velo (1 Corinzi 11,2-16): http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Velo_esegesi_oggi_GeR.htm

domenica 20 settembre 2009

Caduta e pentita, ma non accettata dalla chiesa 21-09-09

CADUTA E PENTITA, MA NON ACCETTATA DALLA CHIESA


Una lettrice mi ha scritto quanto segue: Carissimo Nicola avrei un paio di domande da farti. Sono una figlia di Dio che, però, ha sposato un non-credente ed è ora sono per di più separata da lui. Io ho riconosciuto la mia debolezza carnale, ho chiesto perdono a Dio e alla chiesa mia d’appartenenza. Essa, però, non mi permette neanche d’andare ad ascoltare la Parola di Dio nella sala, per non essere di scandalo agli altri. Mia figlia non può frequentare la scuola domenicale, perché ritenuta figlia del peccato. Ora frequento un’altra chiesa evangelica e mi trovo bene in essa.
     Adesso arrivo alle mie due domande: 1. Posso avvicinarmi ai simboli secondo la tua conoscenza scritturale? 2. Spesso parlo del Signore a chi mi sta vicino nel lavoro, nel luogo di vacanze e fra le amicizie mondane, e m’accorgo che, non per merito mio ma per la grazia di Dio, loro sentono il profumo di Dio nelle mie parole; facendo ciò, però, una nube di dubbio passa sul mio cuore: mi è lecito parlare di Dio ad altri? Vista la mia scelta sbagliata, però, qualcosa dentro mi spinge a confortare con la Parola di Dio chi è nel bisogno. Aiutami ad avere più chiarezza in questo. [Continua la lettura: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Caduta_pentita_chiesa_EnB.htm] Dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
 

Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:
■ La questione del velo (1 Corinzi 11,2-16): http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Velo_esegesi_oggi_GeR.htm

sabato 19 settembre 2009

La questione del velo (1 Corinzi 11,2-16) 19-09-09

LA QUESTIONE DEL VELO (1 CORINZI 11,2-16)


Paolo Brancè nella sua breve riflessione esegetica sul velo e la sua attualità nella chiesa d’oggi, inizia come segue: Il capitolo 11 è centrato sul tema del culto pubblico, tema che è anche affrontato nei capitoli 12-14. Probabilmente Paolo risponde ad alcune domande poste da alcuni della chiesa. Per comprendere correttamente il testo, è necessario inserirlo nel suo contesto. Paolo sta scrivendo alla chiesa di Corinto, città greca, economicamente florida, culturalmente ricca, moralmente riprovevole (la città era nota per la sua licenziosità sessuale). La chiesa era formata da pochi Giudei e un buon numero di pagani (cfr. Atti 18). Questi ultimi, sebbene convertiti, portavano ancora con sé la propria cultura ellenistica (significa filosofia ed eloquenza, una religiosità politeista, modo di vivere libertino). Noi notiamo che Paolo, scrivendo la sua seconda lettera (che è la nostra 1a lettera canonica ai Corinzi), ha cercato autorevolmente di riportare ordine e decoro in quella comunità estremamente caotica. (Nella comunità persisteva una vita partigiana, incesto, controversie dibattute nei tribunali civili, divieto del matrimonio, irriverenza verso colui che era più debole nella fede con la partecipazione ai banchetti con carne immolata agli idoli, disordine liturgico, negazione della risurrezione dei corpi).  Il testo di 1 Corinzi 11,2-16, che stiamo esaminando riguarda la vita liturgica dei Corinzi estremamente caotica. Paolo era stato informato che le donne corinzie non indossavano il velo. Tutta la questione di questo testo è centrata essenzialmente sull’indumento femminile del velo nell’atto liturgico, che dalla cultura ebraica era entrato a far parte della tradizione cristiana, un segno o simbolo di sottomissione al marito. Infatti, il giudaismo contemporaneo prescriveva alle donne sposate di portare, fuori di casa, un velo sul capo quale segno d’appartenenza e di sottomissione al marito. La società greca era emancipata... [Continua la lettura: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Velo_esegesi_oggi_GeR.htm] A lui risponde Nicola Martella. Dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste alle questioni in esso contenute?


Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:
■ Pentecostali e carismaticisti: è necessario distinguerli?: http://puntoacroce.altervista.org/Temi/1-Pentec_carismatici_parla_Mds.htm

giovedì 17 settembre 2009

Suo figlio ha un tumore al cervello! Parliamone 17-09-09


SUO FIGLIO HA UN TUMORE AL CERVELLO! PARLIAMONE
Prima di convertirsi a Cristo, Stefano Frascaro aveva perso sua moglie era morta per un tumore al colon. A nulla servirono le numerose cure cliniche, sperimentali e alternative, e neppure i suoi metodi magico-esoterici (reiki, fluidi, imposizione di mani, ecc.) impedirono la morte della consorte. Rimase con due piccoli figli.
    Poi conobbe e accetto Gesù come Messia promesso, ossia come Salvatore e Signore della propria vita. Si risposò con un'altra cristiana biblica, Carmela. Tutto sembrava andare bene. In Davide, il figlio minore, cominciarono singolari fenomeni di assenza della coscienza che andarono sempre più a intensificarsi. Nell'articolo «Suo figlio ha un tumore al cervello» Stefano Frascaro mostra il cammino umano e di fede d’un padre, al cui figlio diagnosticarono un tumore al cervello. Qui di seguito riportiamo alcune reazioni dei lettori. [Continua la lettura: http://puntoacroce.altervista.org/Temi/1-Tumore_cervello_figlio_EnB.htm]

martedì 15 settembre 2009

Suo figlio ha un tumore al cervello 15-09-09


SUO FIGLIO HA UN TUMORE AL CERVELLO
Era passato già relativamente molto tempo da quando mia moglie era morta per un tumore al colon. Nel frattempo era successa una cosa importantissima nella mia vita, forse la più importante che possa accadere a una persona: era l’estate del 1999 e a un campo a Isola del Gran Sasso, prima i miei due figli e poi io, riconoscemmo Gesù Cristo come personale Salvatore. Poi mi risposai con Carmela, anche lei credente. Un giorno mi disse: «Sai, Stefano, oggi Davide ha fatto una cosa strana…». Quante volte mi sono tornate in mente queste poche parole. La trasformazione della propria vita passa a volte per delle frasi apparentemente innocenti, semplici. Da lì sembrò che cominciasse un mio secondo calvario…
     Il Signore, attraverso il profeta Isaia ha detto: «Ecco, io ti ho voluto affinare… ti ho provato nel crogiuolo dell’afflizione» (Isaia 48,10); e posso dire d’aver provato sulla mia pelle il significato di questo verso.
     Racconterò questo capitolo della mia vita dal punto di vista d’un padre, al cui figlio diagnosticarono un tumore al cervello, ma che in questo ha potuto veramente vedere come il Signore fa realizzare quanto detto da Paolo in Romani 8,28: «Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno». [Continua la lettura: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Tumore_cervello_figlio_MeG.htm] Dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:
■ Pentecostali e carismaticisti: è necessario distinguerli?: http://puntoacroce.altervista.org/Temi/1-Pentec_carismatici_parla_Mds.htm
■ Discrepanze emergenti nella «Emerging Church»: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Emerging_Church_discrepanz_Esc.htm

venerdì 11 settembre 2009

Anania e Saffira puniti per avarizia? 12-09-09

ANANIA E SAFFIRA PUNITI PER AVARIZIA?
Un amico mi ha mandato preoccupato l’articolo del biblista cattolico Gianfranco Ravasi «Anania e Saffira, puniti per avarizia» (2005), che è presentato come «Approfondimento della Bibbia». Tale articolo non si trova più sotto il link, in cui l'avevo letto (novena.it), ma la San Paolo lo riporta qui nella rubrica «La Bibbia per la famiglia». A quel tempo, Ravasi era solo monsignore e docente di Esegesi Biblica, mentre oggi è arcivescovo.
     L’autore mostra un collegamento fra Is 58,7-10 e la pratica consona della chiesa primitiva (At 4,32.34-35), per poi evidenziare il contrasto fra quest’ultima e Atti 5, in cui si parla della condanna e del giudizio divino su tale coppia, che praticò la menzogna per motivi di avarizia e di prestigio.
     L’autore presenta i fatti relativi ad Anania e Saffira, compresa l’etimologia dei loro nomi (!), affermando giustamente che tale coppia «tiene per sé una parte dell’importo ricavato, mentre il resto lo consegna agli apostoli per la destinazione comune». Poi cita la reazione veemente di Pietro verso Anania e il successivo giudizio divino sul modello veterotestamentario (vv. 3.5); poi tale procedura e il conseguente «miracolo di morte» riguardarono, tre ore dopo, la moglie ignara del destino del marito (vv. 7-10).
     Quello che meraviglia è costituito da alcuni commenti concomitanti. Il biblista Ravasi si toglie i panni dell’esegeta e si mette quelli di critico storico, relativizzando così il testo biblico con un po’ di dialettica liberale. [Continua la lettura: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Anania_Saffira_avarizia_Avv.htm] Dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
 
Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:
■ Pentecostali e carismaticisti: è necessario distinguerli?: http://puntoacroce.altervista.org/Temi/1-Pentec_carismatici_parla_Mds.htm
■ Discrepanze emergenti nella «Emerging Church»: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Emerging_Church_discrepanz_Esc.htm

mercoledì 9 settembre 2009

Carismaticisti? Parliamone 09-09-09

CARISMATICISTI? PARLIAMONE
o--> Pentecostali e carismaticisti: è necessario distinguerli?: Alcuni credenti pentecostali, specialmente quando non hanno altri argomenti, mi scrivono le cose più strane riguardo alle cose che io nutrirei sui medesimi, sia che lo pensino essi stessi, sia che l’abbiano ascoltato da altri. Il fatto è che essi stessi non sanno, in genere, distinguere fra «pentecostali» e «carismaticisti». Sull’altro fronte ci sono ex-carismaticisti che, a causa delle loro esperienze traumatiche, fatte in passato, mi esortano spesso a troncare ogni rapporto anche con i credenti pentecostali, avendo anch’essi difficoltà a distinguerli dai carismaticisti. Chi si è bruciato, vede tutto come fuoco! Navigare a vista fra questi scogli insidiosi, a volte non è facile. E bisogna spiegare e rispiegare le cose. [Continua la lettura: http://puntoacroce.altervista.org/Temi/1-Pentec_carismatici_parla_Mds.htm] Dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
 
o--> Paranoia carismaticista? Parliamone 2: Pensavamo che esorcizzare un indirizzo e-mail fosse oramai il massimo della paranoia carismaticista. [ Paranoia carismaticista? Parliamone 1] Ci siamo sbagliati. Non basta un alone di luce su una fotografia che viene scambiato per la presenza di Dio (carismatici evangelici) o per la Madonna oppure per Padre Pio (carismatici cattolici). [ Soprannaturale e fotografia] Alla fantasia entusiastica ed estatica non manca immaginazione, inventiva, creatività né limite. Nel primo contributo viene esorcizzato addirittura un serbatoio vuoto. Se non fosse che la lettrice, che ci ha raccontato tale storia, l’ha vissuta in prima persona, penseremmo che sia solo una barzelletta… purtroppo è reale paranoia carismaticista. [Continua la lettura: http://puntoacroce.altervista.org/Temi/1-Paranoia_carism_parla2_Mds.htm] Dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:
■ Discrepanze emergenti nella «Emerging Church»: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Emerging_Church_discrepanz_Esc.htm

lunedì 7 settembre 2009

Discrepanze emergenti nella "Emerging Church" 07-09


DISCREPANZE EMERGENTI NELLA «EMERGING CHURCH»
Brian McLaren è uno dei rappresentanti più noti e più influenti della «Emerging Church» (Chiesa Emergente). Egli ha annunciato sul suo sito Web che quest’anno lui e alcuni amici cristiani vogliono osservare il ramadan, il mese di digiuno musulmano (nel 2009, inizio il 21 agosto). In tal modo intendono «mostrare la loro vicinanza al vicino musulmano e partecipare a quest’importante evento nella sua vita». McLaren assicura sul suo sito web che non vuole aderire all’Islam, ma che «vuole imparare dalle sue sorelle e dai suoi fratelli musulmani». Egli descrive la sua motivazione a partecipare al ramadan con le seguenti parole: «Noi, come cristiani, osserviamo il ramadan insieme ai musulmani come espressione della pace, della comunione e d’un buon rapporto di vicinato alla gloria di Dio.... Il principale obiettivo della nostra partecipazione al ramadan deve servire alla nostra crescita spirituale, alla nostra salute e alla nostra maturazione, ma ci auguriamo anche che la nostra esperienza possa ispirare altri a pregare e lavorare con tutte le persone d’altre fedi per la pace e il bene comune». [Continua la lettura: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Emerging_Church_discrepanz_Esc.htm] Dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:

venerdì 4 settembre 2009

Mio fratello fa l'ateo razionalista 05-09-09

MIO FRATELLO FA L’ATEO RAZIONALISTA
Un lettore ci ha presentato le seguenti questioni. Caro Nicola, la pace sia con te. Ti ringrazio per le risposte. M’accorgo che alcuni temi sono molto complessi da trattare. ■ 1. Purtroppo, pur avendo smontato a mio fratello la teoria di Darwin, che è molto «rozza» a confronto delle moderne scoperte scientifiche, il discorso si complica quando egli mi tira fuori teorie come la «speciazione» o il neo-darwinismo. ■ 2. Mio fratello è un frequentatore del forum UAAR, quindi questo basta a dire tutto per il tipo di «indottrinamento». ■ 3. È pienamente convinto che l’uomo sia pari agli animali derivando da essi, infatti crede che i maltrattamenti a questi siano dovuti dalle varie religioni (in particolar modo il cristianesimo, ti pareva!). Infatti afferma: «La negazione della nostra “animalità” (in sensu strictu) porta a discriminazioni molto visibili. Il maltrattamento animale è un sottoprodotto della religione ed è visibile anche nel linguaggio comune, quando s’usa l’avverbio “umanamente” oppure “in modo umano”, dando l’idea che trattare qualcuno in modo umano sia sinonimo di trattarlo in modo decente rispettando i diritti fondamentali dell’uomo (concepiti dalla mente di filosofi umanisti e non teologi)». ■ 4. L’altra domanda a cui non ho saputo rispondere è la seguente: «L’unica motivo a cui s’adduce come motivazione al credere nel cristianesimo è perché viene minacciata una sanzione: “Andrai in Paradiso o all’Inferno…”. Io sono per una morale laica, non credo ad alcun «dio», però mi comporto bene. Perché dovrei credere? Che vantaggio avrei?». Fraterni saluti in Gesù Messia… [Continua la lettura: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Ateo_razional_fratello_Ori.htm] Dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
 
Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:
Come si moltiplicarono i figli d'Adamo e d'Eva?: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Moltiplic_figli_Evadamo_Ori.htm

mercoledì 2 settembre 2009

Dolori di crescita fra carne e Spirito 03-09-09

DOLORI DI CRESCITA FRA CARNE E SPIRITO

Una lettrice ci ha presentato le seguenti questioni: Ciao Nicola, ti scrivo riguardo ai «dolori di crescita» di un altro lettore. [http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Problemi_crescita_novello_EnB.htm] È scritto: «Il bene che voglio non lo faccio e il male che non voglio lo faccio». Nel mio caso il male che faccio, è stato di allontanarmi dalla lettura e dalla preghiera personale con Dio, con la conseguente perdita del sorriso che mi caratterizza quasi sempre, e l’arrivo di malumori e insoddisfazioni. E queste leggi contrastanti tra polvere e luce sono davvero forti, mi lasciano delusa, perché credevo d’essere a buon punto del mio cammino (nonostante sia una neonata).
S’aggiungono pertanto sensi di colpa. E, come se non bastasse, tutti i problemi quotidiani d’una famiglia normale improvvisamente sembrano giganteschi e assumono forma di punizione o di non esaudimento di preghiere fatte col cuore per il bene dei miei cari. E qui s’instaura un circolo vizioso nel quale mi sento imbrigliata, con il risultato d’una costante insoddisfazione e d’una pessima testimonianza in famiglia.
I miei cari fratelli m’incoraggiano continuamente alla comunione. Ma, guarda caso, il periodo estivo mi costringe a lavorare di domenica e, come se non fossi io a decidere, quando ho il pomeriggio libero, perché finisco il lavoro verso le 14.30, mi sento sfinita, e qualcosa in me mi dice che mi merito un po’ di riposo all’ombra del mio giardino in fiore, col canto degli uccellini e il vento fresco, tanto silenzio e mio marito, che vedo poco, che mi fa le coccole... È una situazione tentatrice e tanto allettante, ma quasi sempre cedo... È questa la mia colpa? Cosa devo fare? È pigrizia o bisogno di riposo? È un riposo fisico ma non spirituale, come faccio a scegliere? Sono davvero scoraggiata e sto facendo il contrario di quello che mi dice la Parola: «Siate allegri nella speranza, pazienti nell’afflizione, perseveranti nella preghiera», «rallegratevi nel Signore, vi ripeto rallegratevi nel Signore».
Anche se vedo i miei fratelli costantemente e studiamo insieme, ho tanto desiderio di sentire nel mio cuore quella gioia di qualche tempo fa. Sono molto confusa. Alcuni mi dicono che è stress, altri che mi faccio peso dei problemi lavorativi di mio marito, altri ancora del malcontento adolescenziale di mio figlio. Se puoi rispondimi. [Continua la lettura: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Dolor_cresce_carne_SS_EdF.htm] Dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:
Come si moltiplicarono i figli d'Adamo e d'Eva?: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Moltiplic_figli_Evadamo_Ori.htm