venerdì 29 luglio 2011

Ismaeliti, Madianiti e inerranza della Bibbia



ISMAELITI, MADIANITI E INERRANZA DELLA BIBBIA

1. LE QUESTIONI: In un gruppo comune di Facebook («Le dottrine della Bibbia»), Salvatore Gallo, un cattolico militante, rispondendo ad Edoardo Piacentini, un conduttore evangelico, e volendo avvalorare gli apocrifi greci, contenuti nella Bibbia cattolico-romana, ha scritto quanto segue.

Premetto che qui di seguito non intendo affatto screditare la Bibbia! E questo sia chiaro anche per «qualcun altro». La Bibbia è la Parola di Dio E credo anche nella inerranza biblica per ciò che concerne il suo scopo: Quel che intendo mostrare è l’inconsistenza di uno dei criteri da te utilizzato per scartare i deuterocanonici come falsi. Chi ha venduto Giuseppe all’egiziano Potifar? Gli Ismaeliti oppure i Madianiti?
     ■ 1. Genesi 37,36: «Intanto quei Madianiti vendettero Giuseppe in Egitto a Potifar, ufficiale del faraone, capitano delle guardie».
     ■ 2. Genesi 39,1: «Giuseppe fu portato in Egitto; e Potifar, ufficiale del faraone, capitano delle guardie, un Egiziano, da quegli Ismaeliti che ce l’avevano condotto».
     Ed allora, come la mettiamo adesso? Getteresti a mare anche il libro della Genesi per questa inesattezza storica (non dottrinale!)? {28-07-2011}

2. OSSERVAZIONI E OBIEZIONI

Entriamo in tema
     Questa è un «inesattezza storica» solo per gli ignoranti, che non conoscono le Scritture nel loro contesto storico, culturale e letterario e cercano ogni modo per screditarla. È interessante che Salvatore Gallo canta la stessa musica degli agnostici anticristiani militanti, usando i loro stessi argomenti! Anche i mussulmani usano gli stessi argomenti per portare discredito sulla Bibbia quale sacra Scrittura. È singolare che un cattolico militante attinga i suoi argomenti dai teologi liberali, dagli agnostici, dai mussulmani e da tutti gli avversari della Bibbia?
     Quelli che si trovano a 4.000 anni di distanza circa da quegli eventi, vogliono sindacare sull’esattezza o meno del testo biblico e degli eventi di allora nella connessione etnica, politica e storica di quel tempo. Che presunzione! Mi sembra che qui si faccia l’avvocato del diavolo…
     E l’unico scopo di Salvatore Gallo, che porta una presunta contraddizione della Bibbia dopo l’altra, è questo: relativizzare il canone delle scritture ebraiche (AT) per accreditare gli apocrifi greci, aggiunti dal concilio di Trento sulla scia della controriforma. E poi ha anche il coraggio di dire che crede all’inerranza della Bibbia! Si vede che lui crede all’inerranza della Bibbia così come io credo all’esistenza del Limbo e del Purgatorio, visto che lui l’attacca continuamente, usando «pulci» gonfiate a «elefantasie».
     Seguono i seguenti punti: I figli di Abramo; Ismaele; Madian; Confronti fra Ismaele e Madian; I fatti al tempo di Giuseppe; Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Ismael_Madian_R12.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

mercoledì 27 luglio 2011

Falsi account su Facebook? Parliamone

FALSI ACCOUNT SU FACEBOOK? PARLIAMONE

Ho scritto quanto segue a vari miei contatti di Facebook, il cui account personale è fuori norma: Caro amico, tu sei fra i miei contatti. Constato che il tuo account è fuori norma per Facebook. Visto che certamente sei interessato alla correttezza, ho sentito come mia premura avvisarti con il seguente articolo: «Falsi account su Facebook». Il motto è il seguente: «Chi pensa di conoscere la verità, inizi dalla propria moralità!».
     Tra questi miei contatti c’erano coloro che non hanno solo nome e cognome, come prescritto espressamente da Facebook, ma un richiamo a Dio, a Cristo, a un’associazione, a un corso biblico, a un account congiunto lui e lei, a un titolo religioso (apostolo, profeta, ecc.), e così via.
     Le reazioni sono state diverse: C’è stato chi ha espresso meraviglia per la regola; chi ha cercato di minimizzare il «peccato veniale»; chi ha chiesto consiglio per come risolvere la questione; chi è stato aggressivo e violento, dicendomene di tutti i colori; chi si è schermato, affermando che i problemi dei cristiani sono ben altri; chi non ha risposto per nulla, ignorando il problema; chi ha timore che con i dati veri possa essere meno libero o addirittura minacciato; chi non ha capito neppure di che cosa parlassi e, pensando che mettessi in dubbio la loro moralità, mi hanno fatto una predichetta sulla loro integrità oppure addirittura hanno dato sfogo a tutta la loro carnalità; e così via.
     Tutto ciò è diventato un interessante test di moralità dei cristiani! Specialmente la discussione con Salvatore Tarantino ci ha permesso di mettere proprio a fuoco tale aspetto della morale del cristiano biblico. Abbiamo convenuto che un discepolo di Cristo non può predicare bene di verità e legalità e poi razzolare male là, dove gli conviene. Aprendo un account personale, alcuni sottoscrivono regole e le infrangono proprio facendo ciò, poiché disattendono al contratto di servizio, che sottoscrivono. Certo, alcuni non se ne rendono conto, altri pensano che tali regole siano solo formali, altri ancora sono abituati alla doppia morale, distinguendo arbitrariamente le cose della fede (o religiose) da quelle secolari (o del mondo).
     Oltre alle norme di Facebook, menzionate nell’articolo, ricordo pure questa: «Aziende, marchi e altre organizzazioni devono creare Pagine Facebook, non profili personali» («Quali sono i nomi consentiti?»). È chiaro che ciò vale anche per chiese, missioni, associazioni religiose e così via.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://www.diakrisis.altervista.org/_Etic/T1-Facebook_falsi_account_EnB.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

~~> Discuti questo tema qui o su "Fede vivente": https://www.facebook.com/notes/fede-vivente/falsi-account-su-facebook-parliamone/239782029386372

lunedì 25 luglio 2011

La natura della festa dei Purim? Parliamone



LA NATURA DELLA FESTA DEI PURIM? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «La natura della festa dei Purim». Abbiamo constatato che oggigiorno la festa dei Purim è una specie di carnevale giudaico, non diverso da quello festeggiato dai non-ebrei all'inizio dell'anno occidentale. Ebrei praticanti e non si travestono e fanno le cose più singolari. Com’era, però, tale festa in origine? Possibile che una festa, sedicentemente religiosa in origine, si sia trasformata in una specie di carnevale giudaico? In effetti, la festa dei Purim è stata da sempre solo una ricorrenza commemorativa, senza i veri tratti di una festa religiosa, come sono tipici per le feste religiose nazionali, centralizzate e solenni in onore dell'Eterno.
     Abbiamo visto che nell’istituzione di questa festa, sebbene fosse nazionale, mancavano pressoché tutti gli elementi costitutivi per le feste nazionali in onore dell’Eterno, così come sono comandati nella Legge mosaica nei tre periodi specifici: non avveniva presso il tempio, non richiedeva sacrifici e non contemplava nessuna speciale santa convocazione collettiva dei maschi presso il santuario centralizzato (assemblea dell'Eterno). Questi tre fattori devono esserci tutti e tre nelle feste nazionali religiose in onore dell'Eterno; e sono essi che le distinguono da altre ricorrenze, come i sabati settimanali, le festività all'inizio d'ogni mese (novilunio o luna nuova) e festività commemorative di atti storici come i Purim.
     In modo atipico per le feste in onore dell’Eterno, comandate nella Torà, nella festa dei Purim furono comandati regali volontari e doni reciproci, oltre a conviti e banchetti. Di là dal fatto se Ester 9,31 s’intendesse un riferimento al digiuno nel periodo precedente all’editto e al contraccambio dato dai Giudei ai loro nemici, come suggeriscono alcune traduzioni (CEI, Riveduta, Nuova Riveduta, Nuova Diodati), il digiuno non era costitutivo per le feste solenni in onore dell’Eterno, descritte nella Torà. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/T1-Purim_natura_MT_AT.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


Non è un tema per inesperti, logorroici, nevrotici e perditempo...

domenica 24 luglio 2011

Falsi account su Facebook


FALSI ACCOUNT SU FACEBOOK

«Chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, perché le sue opere non siano riprovate; ma chi mette in pratica la verità viene alla luce, affinché le opere sue siano manifestate, perché son fatte in Dio» (Giovanni 3,20s).

Facebook proibisce gli account personali con nome e cognome falsi, nomi con titoli religiosi (pastore, apostolo, profeta, ecc.) e professionali e account, che non contengono solo nome e cognome. Di per sé è proibito, quindi, anche ogni account con nomi di chiesa e organizzazioni. Altra cosa è aprire pagine supplementari e gruppi, poiché essi si basano su un account personale del gestore già aperto.
     Sulle regole di Facebook leggo quanto segue: «Quali sono i nomi consentiti?» [https://www.facebook.com/help/search/?q=falsi%20account]: «Facebook richiede agli utenti di fornire nome e cognome reali. Gli account devono rispettare tutti i seguenti standard di autenticità:
     Sono vietati i nomi falsi.
     È vietato l’uso di titoli professionali e religiosi.
     È vietato fare le veci di qualcuno o qualcosa.
     ■ ...».

Faccio presente che questo vale per tutti, indipendentemente dal sesso, razza, religione, stato sociale, titolo, ecc. Chi accetta un servizio di Facebook, accetta le regole imposte. Quando si sottoscrive un nuovo account, Facebook lo chiede espressamente. Chi, aprendo un account, non corrisponde a tale norma (e alle altre, che seguono), fa una dichiarazione mendace, quando afferma di accettarle.
     Perciò, sono proibiti, ad esempio, account del genere:
     Sono vietati i nomi falsi: Gesù Cristo; Maria di Nazareth; Arcangelo Gabriele; San Paolo apostolo; Dio è amore; Anna ama Gesù; Chiesa X, Parrocchia K, Associazione Y, Missione Z; Gruppo Giovani… Qui rientrano anche gli account di bestemmia contro Dio o un personaggio biblico e quelli di ingiuria verso chicchessia.

     È vietato l’uso di titoli professionali e religiosi: Don Mario Rossi; Pastore Abele Depulpitis; Reverendo Gianni Giuseppia; Profeta Enzo del Giglio; Apostolo Gianni Manzoni; Evangelista Franco Minaccetti; Fratello Alvaro; Ingegnere Marco Struttura; Dottor Claudio Villani…

     È vietato fare le veci di qualcuno o qualcosa: Qui si tratta specialmente di aprire account a nome di persone viventi (star, persone di spettacolo, predicatori di fama, ecc.), di persone defunte (scrittori, filosofi, teologi, ecc., ad esempio: Watchman Nee; David Wilkerson; Francesco d’Assisi; Alessandro Manzoni; Friedrich Nietzsche) o personaggi biblici (Gesù Cristo, patriarchi, profeti, apostoli, eccetera).
     [CONTINUA LA LETTURA: http://www.diakrisis.altervista.org/_Etic/A1-Facebook_falsi_account_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
 
~~> Discuti questo tema qui o su "Fede vivente": https://www.facebook.com/notes/fede-vivente/falsi-account-su-facebook/238330342864874

venerdì 22 luglio 2011

La natura della festa dei Purim


LA NATURA DELLA FESTA DEI PURI

1. ENTRIAMO IN TEMA: Con Salvatore Gallo, un cattolico militante, m’ero confrontato su sua richiesta riguardo a Giudici 11,39s nell’articolo «Decantare la figlia di Iefte» [http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Decanta_figlia_Iefte_R34.htm]. Il suo obiettivo era di accreditare le feste odierne della devozione religiosa riguardo a beati, santi e patroni, facendo leva su questa glossa culturale e folkloristica dell’antico Israele riguardo a una ricorrenza praticata dalle donne al tempo dei Giudici, quando, come recita il ritornello, ognuno faceva come gli pareva meglio.
     Egli, intervenendo riguardo a un contributo di un altro lettore, gli chiedeva: «Davide, mi citi un solo esempio nella Bibbia, dove si possa evincere che in Israele vi sia una separazione tra feste civili e feste religiose?».
     L’altro lettore rispose: «Salvatore, non ce bisogno di andare a scavare; quella, che è stata menzionata, non fa parte dei precetti della Torah, ma erano solo le vergini, che ricordavano, una volta l’anno, facendo quattro giorni di lamento. E non c’erano bancarelle, né santini, né pupazzi di terracotta o cartapesta e né fuochi d’artificio; non era una ricorrenza per sollazzarsi e neanche per tutto il popolo, ma solo per le vergini, pronte per il loro matrimonio»
     Salvatore Gallo replicò: «Davide, dal momento che uno dei punti forti dell’argomentazione del Martella è la supposta (ma indimostrabile!) separazione tra feste religiose e feste civili — parliamo di feste nazionali, ovviamente e non della scampagnata dopo la vendemmia — rimango in attesa di chiari riferimenti biblici
     Accettando la sfida, feci presente che veda la festa dei Purim era soprattutto una festa civile, senza che fosse menzionato nessun elemento religioso particolare di quelli tipici delle feste nazionali d’Israele in onore dell’Eterno. Si veda Ester 9.
     Seguono i seguenti punti: 2. Il confronto sulla festa dei Purim; 3. Gli approfondimenti riassuntivi… [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Purim_natura_Lv.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

giovedì 21 luglio 2011

Intelligenza frutto della fede? Parliamone


INTELLIGENZA FRUTTO DELLA FEDE? PARLIAMONE

Riporto alcune parti minime di questo tema. Faccio notare che nella stragrande maggioranza dei casi, in cui nelle nostre Bibbie ci sono i termini «intelligente, intelligenza», negli originali ebraici e greci ci sono dei termini che intendono «discernere, discernimento»; altre volte i termini originali intendono «accorgimento, accortezza, perspicacia» e simili. Non si tratta, quindi, di termini, che descrivono facoltà intellettive innate (come l’intelligenza, l’intelletto), ma l’uso di capacità acquisite (discernimento, sapienza) mediante l’apprendimento e l’esperienza.
     Per fare un esempio più tecnico, si parla di intelligenza artificiale. L’intelligenza umana è paragonabile al tipo di processore, che un computer possiede dalla fabbrica in poi. La conoscenza è data dal tipo e dalla quantità di informazioni, che si copiano sul disco fisso. Il discernimento permette di reperire e scegliere quali informazioni copiare sul disco fisso, usando il filtro del timor di Dio. La sapienza è l’ordine con cui vengono organizzate tali informazioni utili sul disco fisso, al fine poi di ritrovarle, quando servono. [CONTINUA LA LETTURA: http://www.diakrisis.altervista.org/_Sci/T1-Intellig_fede_Mds.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

~~> Discuti questo tema qui o su "Fede vivente": https://www.facebook.com/notes/fede-vivente/intelligenza-frutto-della-fede-parliamone/236963533001555

sabato 16 luglio 2011

Decantare la figlia di Iefte

DECANTARE LA FIGLIA DI IEFTE

1. LE QUESTIONI: Un lettore mi aveva scritto quanto segue: Nicola Martella, vista la sua competenza in materia di studi biblici, potrebbe gentilmente commentare il verso seguente? Grazie.
     «Di qui venne in Israele l’usanza che le figlie d’Israele vadano tutti gli anni a celebrare la figlia d’Iefte, il Galaadita, per quattro giorni» (Giudici 11,39-40).
     Provo a chiarire.
     ■ 1. Mi ha colpito il fatto che la Scrittura riporti semplicemente e quasi ingenuamente questa notazione.
     ■ 2. Mi ha colpito il fatto che si celebri una donna morta, così almeno traduce la Nuova Riveduta.
     ■ 3. Mi ha colpito il fatto che la motivazione di tale celebrazione sia religioso; infatti grazie al voto, seppure avventato, fatto da Iefte, Dio ha salvato Israele.
     ■ 4. Mi colpisce il fatto che si tratti di una festa annuale, guarda caso come per le feste in onore a Jahwè, la Pasqua, la festa delle Capanne, ecc., e per ben 4 giorni di seguito.
     ■ 5. Mi colpisce il fatto che non si dica: «Ciò era male agli occhi del Signore», come invece altrove fa la Scrittura e in particolare il libro dei Giudici (2,11; 3,7; 3,12; 4,1; 6,1; 10,6; ecc.). Non sono usate qui neppure locuzioni simili indicanti una «presa di distanza» dal fatto narrato come, per esempio, nell’episodio della statua di Mica, della moglie del Levita (In quel tempo, non vi era re in Israele; Giudici 8,1; 9,1) oppure nel caso del rapimento delle mogli per i Beniaminiti. «In quel tempo, non c’era re in Israele; ognuno faceva quello che gli pareva meglio» (Giudici 21,25).
     Beh, credo di aver detto abbastanza. Attendo risposta. A proposito, sono cattolico o se preferisci «cattolico romano». Spero che per te questo non sia un problema.
     Seguono i seguenti punti: 2. LE RISPOSTE (Entriamo in tema; Feste e usanze; Il valore delle glosse riferite alle usanze; Paralleli significativi; Non strumentalizzare).
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Decanta_figlia_Iefte_R34.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


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mercoledì 13 luglio 2011

Ánghelos o inviato


ÁNGHELOS O INVIATO

Il limite delle trasposizioni linguistiche
            Ci sono termini, come «angelo», «apostolo» e «profeta», che creano continuamente fraintendimenti. Questo è dovuto al fatto che essi non furono tradotti in latino, ma semplicemente latinizzati, creando così molti equivoci. Sulla base della tradizione furono poi riportati nelle lingue correnti, ossia nel nostro caso italianizzati. Così succede che, quando sentiamo i termini «angelo», «apostolo» e «profeta», pensiamo oggigiorno subito rispettivamente a un essere celeste, a uno dei dodici apostoli di Gesù e a qualcuno che predice il futuro. Ciò è limitativo e fuorviante riguardo alla comprensione dell’intero NT.
            Se andassimo però ai tempi del NT, ci renderemmo conto che tali termini avevano un o spettro di accezioni molto più vasto, erano usati molto più frequentemente nel linguaggio usuale con altri e più comuni significati e significavano semplicemente quanto segue: ánghelos «inviato, messaggero», apóstolos «mandato, incaricato» e profētēs «proclamatore».
            Seguono i seguenti punti: «Angeli» molto umani; Angeli umani, sì apostoli.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Anghelos_inviato_MT_AT.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella} 
 
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martedì 12 luglio 2011

Mitologie angeliche nel cristianesimo? Parliamone

MITOLOGIE ANGELICHE NEL CRISTIANESIMO? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Mitologie angeliche nel cristianesimo». Nelle tesi abbiamo visto la falsa attribuzione delle proprie idee religiose alla Bibbia; in effetti si tratta di una mitologia angelica attinta dal paganesimo e poi cristianizzata. A chi mi indicava brani biblici (o addirittura dei libri apocrifi!), in cui compaiono angeli, ho fatto loro notare che qui è fuori discussione il fatto che Dio mandi i suoi inviati celesti, per adempiere il suo proprio consiglio e per intervenire nella storia e specialmente nella vita di coloro, che temono il Signore. La questione è un’altra: esiste un cosiddetto «angelo custode» personale per ogni essere vivente sulla terra, che gli sta continuamente intorno come una guardia del corpo? Quindi, ho chiesto loro: «Sapete indicarmi un solo brano della sacra Scrittura, in cui Dio ha comandato di rivolgersi in preghiera al proprio presunto “angelo custode” o a qualunque altro angelo?». Questa domanda è rimasta senza risposta.
     Inoltre, abbiamo constatato che agli angeli in genere e al sedicente «angelo custode» vengano attribuite qualità e mansioni, che nel NT appartengono solo allo Spirito Santo. Si tratta, quindi, di un’offesa per lo Spirito di Dio stesso e di una falsa dottrina, che innalza le creature, mettendo così all’ombra lo Spirito Santo. È un’incredibile responsabilità dinanzi al Creatore!
     [CONTINUA LA LETTURA: http://www.diakrisis.altervista.org/_Rel/T1-Mitolog_angel_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

lunedì 11 luglio 2011

Locuste, angelo dell’abisso e quattro angeli sciolti (Ap 9)


LOCUSTE, ANGELO DELL'ABISSO E QUATTRO ANGELI SCIOLTI (Ap 9)

Un lettore ci ha presentato le seguenti questioni: Caro Nicola, sto leggendo il primo volume di «Escatologia biblica essenziale. Escatologia 1». Ora, leggendo il tuo libro, che mi sembra molto chiarificante, mi sono soffermato su un punto; quando parli di Harmaghedon, tu spieghi che la cavalleria descritta in Apocalisse 9,16-18 sarebbe l’esercito proveniente dall’Oriente per lottare contro lo pseudo messia; tu affermi che una terza parte degli uomini sarà uccisa, ma precisamente da chi, dai quattro angeli che sono legati presso il fiume Eufrate o da questo esercito proveniente dal Sol Levante?
     Leggendo il Apocalisse 9,13-21, sembra che l’esercito, qui descritto, sia mandato proprio da questi angeli; quindi, tu credi che questi angeli si serviranno dei re dell’Oriente per compiere questa piaga?
     E mi ha colpito Apocalisse 9,11, che dice che queste locuste hanno un re, «l’angelo dell’abisso», il cui nome è Abaddon o in greco Apollion! Ho fatto una ricerca su internet e ho trovato opinioni contrastanti in merito, in quanto alcuni suppongono che questo angelo sia Gesù, rifacendosi a Apocalisse 1,18, altri Satana, mantenendosi alla traduzione letterale di questi due termini! Tu invece chi pensi che sia? E le locuste che rappresentano?
            Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondiamo qui di seguito:
     ■ Le locuste (Ap 9,2-11): Viene attribuito loro un corpo fisico e il loro potere sarà quello di danneggiare gli uomini con le loro code per cinque mesi (Ap 9,10). Si tratta di esseri fisici e non di spiriti. Essi sono creature ancora nascoste nell’abisso (come varie creature sconosciute o credute scomparse); oppure sono il prodotto di laboratori di ingegneria genetica nascosti in profondità. Giovanni non chiarisce l’origine (naturale o artificiale), ma solo il loro aspetto, la loro provenienza e la loro funzione. Già molte malattie si sono abbattute sull’umanità, questa sarà terribile.
            Seguono i seguenti punti: L’angelo dell’abisso (Ap 9,11); Le piaghe della sesta tromba (Ap 9,13-21).
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Locuste_abisso_Esc.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

~~> Discuti questo tema qui o su «Punto°A°Croce»: https://www.facebook.com/notes/puntoacroce/locuste-angelo-dellabisso-e-quattro-angeli-sciolti-ap-9/10150306217372990

sabato 9 luglio 2011

Mitologie angeliche nel cristianesimo


MITOLOGIE ANGELICHE NEL CRISTIANESIMO

Ho letto in rete in un miscuglio fra elementi biblici, mezze verità, proiezioni spiritualistiche e fantasie religiose riguardo agli angeli e al presunto «angelo custode».

1.  LE TESI: «Ci sono numerosissimi testi biblici sugli Angeli. Essi sono presentati come spiriti totalmente al servizio di Dio e così intimamente coinvolti nella nostra salvezza personale che ogni persona è custodita da un angelo. San Paolo dice, “sono spiriti incaricati di ministero, inviati per servire coloro che devono ereditare la salvezza” (Eb 1,14). Viviamo alla loro presenza giorno e notte. L’angelo è il messaggero di buone ispirazioni, ci protegge da turbamenti interni ed esterni. Ci rimprovera, quando ci allontaniamo dalla buona strada. Ci assiste e ci aiuta nel prioritario e importantissimo compito di pregare. Implora per noi forza, coraggio, generosità e fiducia per abbandonarci interamente a Dio e alla sua volontà.
     Questi amici angelici devono essere una parte vitale della nostra vita e non un ricordo dalla nostra fanciullezza che spolveriamo ogni anno per la festa. No! Sono i nostri compagni di viaggio. Camminano con noi, pregano con noi, lodano e adorano Dio con noi. L’angelo è un dono grandissimo che il Signore ci ha dato come segno dell’amore e della cura, che ha per ognuno di noi. Purtroppo oggi, la vita è spesso ansiosa, piena d’oscurità e tensioni d’ogni tipo. Invece di cadere nella disperazione, possiamo attingere alla “terapia” spirituale del ricorso a loro. È vero che Gesù è il mediatore per eccellenza, ma può essere utile anche il ricorso all’Angelo Custode. Sant’Anastasio afferma che “gli Angeli agiscono dolcemente e pacificamente, suscitando gioia ed esultanza”. (Eremo S. Biagio). {Testimoniamo la presenza dell’angelo custode}

2.  OSSERVAZIONI E OBIEZIONI: Appare romantica, ma è falsa questa «mitologia angelica». Queste proiezioni angeliche sono un’insalata russa favolistica, destinata a chi la sacra Scrittura non la conosce. Infatti, di tale «quadretto» spiritualista non v’è traccia nella Bibbia. Raramente in essa si parla di angeli e, dove ciò accade, è sempre limitato a un’ambasciata particolare. Normalmente uomini e angeli nella Bibbia non hanno comunione. Nelle rare circostanze narrate nella Bibbia, tali messaggeri celesti svolgono un singolo compito… [CONTINUA LA LETTURA: http://www.diakrisis.altervista.org/_Rel/A1-Mitolog_angel_Oc.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

giovedì 7 luglio 2011

Il ministero musicale nella chiesa neotestamentaria? Parliamone


IL MINISTERO MUSICALE NELLA CHIESA NEOTESTAMENTARIA? PARLIAMONE


Qui di seguito discutiamo l’articolo «Il ministero musicale nella chiesa neotestamentaria» di Leigh Pennington. Nell’introduzione ho mostrato che alcuni evidenziano in proposito la continuità fra AT e NT, altri mettono l’enfasi sulla discontinuità fra antico e nuovo patto. La tesi di base di Leigh Pennington è la seguente: ciò che è stato già adombrato nella liturgia templare dell’antico patto, trova la sua piena luce nel nuovo patto.
     Certamente esistono tante domande, a cui si vorrebbe dare una risposta, ad esempio le seguenti: Perché tra le «funzioni ministeriali» non sono elencati i carismi lirici e musicali? Perché nel NT non si parla mai di «cantori» e di un «capo dei musici», come nell'AT? (in 56 versi). Avremmo voluto leggere anche nel NT che «i cantori, con i loro strumenti musicali, dirigevano i canti di lode» (2 Cr 23,13; cfr. 1 Cr 15,16.22.27), ma mai si accenna a ciò nelle chiese e nelle direttive, che gli apostoli hanno date loro. Nel NT sembra che ci sia una «democratizzazione» della lode innologica: «Quando vi radunate, avendo ciascun di voi un salmo...» (1 Cor 14,26; cfr. v. 15). «Siate ripieni dello Spirito, parlandovi con salmi e inni e canzoni spirituali, cantando e salmeggiando con il cuore vostro al Signore» (Ef 5,18s). «La parola di Cristo dimori tra voi riccamente; con ogni sapienza ammaestratevi e ammonitevi gli uni gli altri; con salmi, inni e cantici spirituali cantate a Dio nei vostri cuori in grazia» (Col 3,16). Chiaramente, cantare in mezzo all'assemblea era possibile già al tempo dell'AT (Eb 2,12; Sal 22,22). Ogni credente con l’animo lieto può salmeggiare (Gcm 5,13).
            Eppure certi interrogativi restano. Visto che «salmeggiare» significa cantare accompagnandosi con uno strumento (a corda), chi suonava nelle chiese (perlopiù in casa) al tempo del NT? Chi componeva gli inni, a cui Paolo accenna nelle sue epistole? Possibile che si sia passato dalla sinagoga alla chiesa, senza portarsi dietro alcunché di cultura musicale? Nelle epistole del NT gli scrittori affrontarono i problemi dottrinali e morali presenti nelle chiese e non tanto l'organizzazione della vita devozionale del singolo e di gruppo. Eppure, come abbiamo visto sopra, le occasioni non mancarono; essi però si limitarono a enunciare che cosa fare, invece di descrivere anche come farlo.
            Che sia lecito avere un gruppo di servizio dedito alla musica nella chiesa locale, per me è fuori discussione (cfr. Fil 4,8), sebbene rimanga la questione se tale gruppo è al servizio della comunità, per edificarla, o se la domina e la rende solo spettatrice di uno spettacolo di professionisti (1 Cor 6,12; 10,23). Infatti, in certe comunità, nessuno può citare inni, figuriamoci poi a salmeggiare nell'assemblea, contravvenendo alle direttive apostoliche.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Ministero_musica_NT_Sh.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

~~> Discuti questo tema qui o su «Punto°A°Croce»: https://www.facebook.com/notes/puntoacroce/il-ministero-musicale-nella-chiesa-neotestamentaria-parliamone/10150302524202990

mercoledì 6 luglio 2011

Credenti alla dottor Jekyll e mister Hyde


CREDENTI ALLA DOTTOR JEKYLL E MISTER HYDE

Il romanzo
     Robert Louis Stevenson pubblicò nel 1886 il romanzo fantastico «Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde». Il medico Henry Jekyll arriva a concludere, dopo numerosi studi, che l’uomo porta in sé due personalità contemporanee. Mediane una miscela, fatta da sé, riesce a destrutturare la sua personalità e a dare una propria sembianza e personalità all’alter ego, alla sua seconda natura, quella malvagia di mister Edward Hyde. Quando prevale l’identità del dottor Jekyll, egli è alto, educato, moralmente sano e solidale con il suo prossimo. Quando prevale l’identità di mister Edward Hyde, egli appare più basso, più giovanile e gobbo, ha le braccia corte e le mani pelose e tozze, è inclinato al male e a soddisfare i propri istinti ed egoismi e mostra una natura sfrenata, violenta e asociale. Mi fermo qui; per i dettagli rimando alle recensioni del romanzo.

Credenti in casa e fuori casa
     Alcuni credenti, pur volendo piacere al Signore, sperimentano un fenomeno simile nella loro vita. Senza aver bisogno di pozioni, si trasformano, probabilmente senza volerlo, nella loro personalità e presumibilmente non ne sono neppure del tutto coscienti. Ho conosciuto alcuni credenti, che fuori di casa sono un pezzo di pane, desiderosi di piacere al Signore, disposti ad aiutare tutti, che si danno da fare per l’opera di Dio e appaiono pieni del frutto dello Spirito.
     Eppure, appena varcano la soglia ed entrano in casa, si trasformano e sono incapaci di vivere così come fanno fuori… [CONTINUA LA LETTURA: http://www.diakrisis.altervista.org/_Prob/A1-Credenti_Jekyll_Hyde_EnB.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

lunedì 4 luglio 2011

Il ministero musicale nella chiesa neotestamentaria

IL MINISTERO MUSICALE NELLA CHIESA NEOTESTAMENTARIA
 
Riguardo alla musica e al suo ministero nel nuovo patto alcuni mettono l’enfasi sulla continuità fra AT e NT; le prime chiese, essendo giudaiche, non si differenziavano dalle sinagoghe, tanto che il termine synagōghē «sinagoga» deriva dal verbo synághein «riunirsi» ed era anche usato dai cristiani giudaici per caratterizzare le loro riunioni (Gcm 2,2). Sarebbe qui interessante fare uno studio sull’uso della musica nella sinagoga.
     Altri mettono l’enfasi sulla discontinuità fra l’AT e il NT; essi fanno notare che le prime chiese cristiane (perlopiù chiese in casa) non erano il tempio né lo sostituivano. Essi affermano che nel NT riguardo alla chiesa si parla sì di inni, canti o salmi, ma mai di strumenti di accompagnamento o di un vero e proprio ministero musicale come nell’AT. Nel NT si parla sì di strumenti o della loro similitudine (Mt 6,2; 9,23; 11,17; 1 Cor 13,1; 14,7s; Eb 12,19; cfr. Ap 1,10; 4,1; 14,2.8; 18,22), ma gli unici strumenti attivamente suonati da Atti 2 ad Apocalisse 22 si trovano nella trascendenza, e cioè per l’uso militare (Mt 24,31; 1 Cor 15,52; 1 Ts 4,16; Ap 8,2.6-13; 9,1.13s; 10,7; 11,15) o per la liturgia (Ap 5,8; 15,2). Si potrebbe obiettare che il verbo «salmeggiare» intendeva cantare accompagnandosi con uno strumento a corde (vedi sotto).
     L’autore dell’articolo, Leigh Pennington, si reca spesso in Italia per fare seminari sulla musica. Egli mi ha messo a disposizione il seguente articolo, che appare molto interessante. Egli affronta alcune di queste questioni. La sua tesi di base è la seguente: ciò che è stato già adombrato nella liturgia templare dell’antico patto, trova la sua piena luce nel nuovo patto. Lo rimetto all’analisi dei cristiani biblici, confidando in una sobria e feconda discussione.
     Seguono i seguenti punti: 1. Entriamo in tema; 2. Tracce veterotestamentarie e realtà neotestamentarie; 3. Esempi neotestamentari nel ministero della musica ecclesiale; 4. Realtà musicali cristiane da 1945 fino a oggi; 5. Alcuni imperativi espressi dall’apostolo Paolo; 6. Alcuni requisiti musicali basilari per la chiesa locale; 7. Responsabilità di conduttori e musicisti; 8. Una conclusione personale…
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A2-Ministero_musica_NT_Avv.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

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