mercoledì 31 agosto 2011

Sacrificio della messa e transustanziazione



SACRIFICIO DELLA MESSA E TRANSUSTANZIAZIONE

Entriamo in tema
     In origine «eucarestia» intendeva (dal greco) «ringraziamento». Sotto la spinta delle «religioni dei misteri» (gr. mysterion = lat. sacramentum), si aggiunse col tempo l’idea sacramentale, che portò alla concezione della «transustanziazione» da pane e vino a carne e sangue. Per altro, nessuno strumento d’analisi scientifica mostra un tale «mutamento di sostanza».
     Quando il Signore trasforma le cose, non le lascia mai a metà, modificando la sostanza e lasciando la forma alla fantasia umana. A Cana di Galilea, quando Gesù trasformò l’acqua in vino, il maestro di tavola, dopo aver analizzato il prodotto, ecco che cosa successe «E quando il maestro di tavola ebbe assaggiata l’acqua, che era diventata vino (ora egli non sapeva da dove venisse, ma ben lo sapevano i servitori che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: “Ognuno serve prima il vino buono; e quando si è bevuto largamente, il meno buono. Tu, invece, hai serbato il vino buono fino ad ora”» (Gv 2,9s).
     Seguono i punti: Domande e risposte; Aspetti conclusivi… [CONTINUA LA LETTURA: http://www.diakrisis.altervista.org/_Rel/A1-Transustanziazione_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

~~> Discuti questo tema qui o su "Fede vivente": https://www.facebook.com/notes/puntoacroce/sacrificio-della-messa-e-transustanziazione/10150352792877990

lunedì 29 agosto 2011

I «senza chiesa»


I «SENZA CHIESA»

«Un “senza chiesa”, un credente che non frequenta un’assemblea locale, è come un tizzone lontano dal fuoco: si raffredda pian piano e neppure se ne accorge» (Nicola Martella).

Perché un credente viva senza frequentare un’assemblea locale, ha motivi differenti. Tuttavia, ciò non è la normalità. In genere, si tratta di una patologia spirituale. Certamente ci sono delle cause plausibili, ma non delle scusanti vere dinanzi a Dio, che ha inventato la «corporazione locale», ossia l’assemblea dei santi, che si raduna in un luogo.

1. Riscattati per appartenere
     Al momento della conversione (atto umano) e della rigenerazione (atto divino), Dio ci ha inseriti in un «corpo», il cui capo è Cristo. «Noi tutti siamo stati immersi mediante un unico Spirito dentro un unico corpo, e Giudei e Greci, e schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un unico Spirito» (1 Corinzi 12,13). Nessun membro del corpo può dire all’altro di non aver bisogno di lui, né può dichiararsi fuori del corpo (vv. 14ss). Neppure un membro può dichiararsi corpo a sé e, perciò, autosufficiente; sarebbe solo una mostruosità, oltre che un handicappato (vv. 17.19).
     Poiché ci son molte membra, ma c’è un unico corpo, di fatto, qualunque credente, rigenerato da Dio, è collocato da Lui nel corpo quale membro, così come Egli ha voluto (vv. 18.20).
     Nessuno può escludere gli altri membri e dichiarasi autosufficiente (v. 21). Al contrario, essere una «corporazione» serve proprio al mutuo sostegno e al fatto che le membra forti siano di sostegno a quelle più deboli (vv. 22ss).
     Un corpo locale, ossia una comunità, per poter esistere ed essere sano, non può essere diviso in se stesso. Al contrario, in esso le membra possono esercitare la medesima cura le une per le altre (v. 25), possono condividere le sofferenze e le gioie (vv. 26), poiché ognuno si può sentire partecipe alla stessa «corporazione» (v. 27), ossia alla famiglia locale di Dio.

Segue il punto: 2. I «senza chiesa» in Internet… [CONTINUA LA LETTURA: http://www.diakrisis.altervista.org/_Dot/A1-Senza_chiesa_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

~~> Discuti questo tema qui o su "Fede vivente": https://www.facebook.com/notes/fede-vivente/i-senza-chiesa/255917521106156

venerdì 26 agosto 2011

A Pentecoste lo Spirito discese solo sui dodici apostoli? Parliamone 2


A PENTECOSTE LO SPIRITO DISCESE SOLO SUI DODICI APOSTOLI? PARLIAMONE 2

L’articolo «A Pentecoste lo Spirito discese solo sui dodici apostoli» è stato molto discusso, e sono arrivati molti contributi. Oltre alla discussione già avviata, ho dovuto aprire questa nuova pagina, per permettere una ulteriore discussione. Per intervenire senza ripetere quanto già detto, bisogna aver letto tutto l’articolo e l’intera discussione.
     Ricordo ancora una volta in sintesi che in Atti 1-2 ci sono quattro scene differenti:
     Prima scena (At 1,1-11): Gli undici apostoli erano soli con Risorto preso il monte degli Ulivi, ricevettero da lui le istruzioni finali circa la discesa dello Spirito Santo e assistettero all'ascensione del Signore. Essi furono chiamati dai due esseri celesti: «Uomini galilei» (v. 11).
     Seconda scena (At 1,12ss): Qui fu menzionato l'elenco degli undici apostoli ritornati a Gerusalemme e fu menzionato il fatto che nella sala di sopra essi erano radunati con le donne e con la madre e i fratelli carnali di Gesù.
     Terza scena (At 1,12-26): Essa avvenne in un momento indistinto nei dieci giorni che separavano l'ascensione di Gesù da Pentecoste. Si trattava di un concilio, a cui erano presenti circa 120 credenti maschi, il cui scopo era l'elezione del dodicesimo apostolo. La sorte cadde su Mattia.
     Quarta scena (At 2,1ss): Il giorno della Pentecoste, si trattava di una riunione speciale dei soli apostoli (At 1,26 determina 2,1); allora avvenne sugli apostoli ciò, che Gesù promise nella prima scena solo a loro. Coloro, che parlarono in altri linguaggi e furono capiti dai Giudei della diaspora, furono chiamati tutti «Galilei» (2,7; come nella prima scena), quali erano appunto tutti e dodici apostoli. Infatti, in tutto il capitolo furono menzionati solo Pietro e gli undici altri apostoli (v. 14), ma nessun altro credente. Poi, si ravvidero 3.000 Giudei.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Pentecost_Spirit_12-2_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

mercoledì 24 agosto 2011

A Pentecoste lo Spirito discese solo sui dodici apostoli? Parliamone


A PENTECOSTE LO SPIRITO DISCESE SOLO SUI DODICI APOSTOLI? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «A Pentecoste lo Spirito discese solo sui dodici apostoli».
     Voglio dapprima dire qualcosa sulla difficoltà di dialogare nel merito di un tema specifico. Quando mi sono arrivati contributi dei lettori, ammetto di aver avuto una profonda delusione. Molti lettori hanno cercato trasformato il mio articolo, di taglio storico, nell'occasione di fare il solito sondaggio pro e contro la cosiddetta «seconda esperienza» e la glossolalia, temi molto cari all'ambiente pentecostal-carismatico. È stato così come se per la maggior parte di coloro, che sono intervenuti, io non avessi mai scritto tale articolo; è stato come se essi non l’avessero mai letto, visto che hanno discusso di tutt’altro.
     Ancora una volta, ho dovuto constatare che non tutti sono capaci di capire un articolo e di discutere nel merito solo quello, seguendo un determinato cammino indicato. Al contrario, alcuni usano l’occasione per dire tutto ciò, che passa loro per la mente sulla glossolalia, creando nuovamente un sondaggio pro e contro le lingue e guarigioni. Per questo mi sono proposto di mettere qui di seguito specialmente quei contributi o parti di essi, che si concentrano sulla verità storica trattata nell'articolo.
     Tanti altri lettori hanno riproposto nuovamente dottrine confessionali ed esperienze mistiche odierne, come il cosiddetto «battesimo nello Spirito» e la glossolalia, e hanno cercato di convincere della loro validità; poiché questo non è il luogo per tale confronto dottrinale e confessionale, ho perlopiù omesso tali loro contributi. Un tema aperto è tanto più valido e prezioso, se il confronto si concentra soltanto sul soggetto presentato nell'articolo di riferimento, e solo su quello.
     Rimando al primo contributo per quella, che doveva essere qui l’introduzione vera e propria. Chiedo, quindi, di intervenire solo sulla verità storica di Atti 1-2, così come è presentata nell’articolo di riferimento e nell’introduzione presentata nel primo contributo di questo tema, chiaramente solo dopo aver letto tutti i contributi, per non porre questioni già affrontate.
            Il primo contributo inizia come segue. 1. Un’esperienza per i soli dodici apostoli: Qui ci interessa soltanto una verità storica. La domanda è questa: Furono i 120 delegati maschi (At 1,15s), che elessero Mattia, a essere rivestiti dall’Alto di Spirito Santo, oppure soltanto i dodici apostoli del Signore?
            Gli eventi di Pentecoste rappresentavano, oltre alla manifestazione storica dello Spirito Santo come persona (e non più come teofania spirituale), l’investitura ufficiale dei dodici apostoli del Signore come prosecutori dell’opera del Messia e suoi rappresentanti ufficiali… [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Pentecost_Spirit_12_UnV.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

domenica 21 agosto 2011

A Pentecoste lo Spirito discese solo sui dodici apostoli



A PENTECOSTE LO SPIRITO DISCESE SOLO SUI DODICI APOSTOLI

L’espressione «battesimo nello (o dello) Spirito», che è un termine tecnico nella dottrina pentecostal-carismatica, non ricorre mai nel NT, neppure in 1 Corinzi 12,13 nel testo greco, che recita letteralmente così: «Infatti, noi tutti siamo stati immersi mediante un unico Spirito dentro un unico corpo, e Giudei e Greci, e schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un unico Spirito».
     Nel NT l’espressione verbale «immergere nello Spirito» si trova in appena pochi versi ed è riferita unicamente all’esperienza, che solo i dodici apostoli di Gesù Cristo vissero a Pentecoste.
     Questo può sembrare sorprendente, ma un’analisi attenta dei testi biblici mostrerà che le cose stanno veramente così. Chiaramente bisognerà avere la pazienza di seguire l’intero ragionamento e di arrivare fino alla fine dell’articolo. Probabilmente alcuni non saranno d’accordo, tuttavia questo è quanto mi ha convinto un’analisi attenta del testo biblico, che ho sondato con onestà e dirittura di cuore. Chi ne ha altrettante, faccia lo stesso cammino e mostri le sue capacità esegetiche e le sue fondate conclusioni.
     Seguono i seguenti punti: 1. Gli antecedenti; 2. Pentecoste e i Dodici; 3. Approfondimenti; 4. Aspetti conclusivi… [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Pentecost_Spirit_12_Avv.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

mercoledì 17 agosto 2011

I cherubini sull’arca del patto? Parliamone


I CHERUBINI SULL’ARCA DEL PATTO? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «I cherubini sull’arca del patto». Mi ha sorpreso leggere la grande confusione che c’è tra i lettori riguardo ai componenti degli «esseri celesti». Per questo motivo è bene affermare qualcosa di chiaro al riguardo, visto che nei contributi, che seguono, la confusione fra «cherubini» e «angeli» è ricorrente.
     Serafini e cherubini sono angeli? Questo è quanto leggo continuamente ed erroneamente in rete. I serafini hanno 6 ali e una sola faccia (Is 6; Ap 4). I cherubini hanno 4 ali e 4 facce (Ez 1,5ss «quattro esseri viventi»; 10,1ss cherubini). Gli «angeli» o «inviati» (ebr. male’akim) sono una terza categoria degli «esseri celesti». Essi non hanno ali e hanno una sola faccia, talché quando appaiono negli episodi biblici, sono spesso confusi con gli uomini o i profeti (cfr. Gdc 13). Ad essi si aggiungono i «ventiquattro anziani», che ricorrono solo nel libro dell’Apocalisse, unitamente ai serafini o indipendentemente da loro, esprimendo l’autorità regale (Ap 4,4; 11,16).
     Affermare che cherubini e serafini sono «angeli», sarebbe come dire, ad esempio, che pipistrelli, farfalle e calabroni sono tutti «uccelli», mentre invece sono «esseri alati»!
     Dopo tale esplicazione doverosa, ricordo che l’oggetto del tema non è tanto la «pneumatologia creaturale», ossia gli esseri celesti creati, ma i cherubini presenti sull’arca del patto. Alcuni partono da ciò per tentare di accreditare l’iconografia cosiddetta sacra e la venerazione delle immagini religiose. Abbiamo visto, però, che i cherubini erano soltanto fregi e ornamenti sull’arca del patto, che era costruita come una cassapanca a forma di trono, di sui i cherubini formavano le due parti laterali col loro corpo, i braccioli con la loro testa quadricefala e lo schienale con le loro ali congiunte insieme. Abbiamo visto che troni del genere erano ricorrenti nel Medio Oriente antico.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Cherub_arca_Avv.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

martedì 16 agosto 2011

Devozione ed etica vanno sempre insieme? Parliamone


DEVOZIONE ED ETICA VANNO SEMPRE INSIEME? PARLIAMONE

     Devozione ed etica non si possono separare per i cristiani biblici. È una questione di natura. Chi ama vivere nella pozzanghera, si chiama maiale. Una pecora scivola, sebbene raramente, nello stagno, ma non ci rimane. Chi afferma d’essere una pecora del Signore, ma ama sguazzare nel fango, sebbene poi faccia belle preghiere e pie riflessioni, ha una scissione mentale maialesca, che fa trasparire la sua vera natura. Desiderare d’essere rigenerato non crea già di per sé un redento.
     Sono i frutti che mostrano l’albero. Prima bisogna che la vita di Cristo sia veramente innestata in chi crede, poi la nuova natura si manifesta in un radicale e costante cambiamento di mente, di comportamenti e di stile di vita.
     Ho trovato in rete la seguente citazione, che mi è piaciuta sull’argomento: «Io sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno...» (A. Bergonzoni).
     Chi vuol vivere da maiale e vuol credersi pecora, inganna se stesso. Non saranno la sua filantropia, i suoi ideali, la sua devozione, i suoi slanci mistici, eccetera a fargli cambiare natura.
     Aggiungerei questa esortazione cocente dell’apostolo Paolo: «Esaminate voi stessi per vedere se siete nella fede; provate voi stessi. Non riconoscete voi medesimi che Gesù Cristo è in voi? A meno che proprio siate riprovati» (2 Cor 13,5).
     [CONTINUA LA LETTURA: http://www.diakrisis.altervista.org/_Etic/T1-Devoz_etica_Mds.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

~~> Discuti questo tema qui o su "Fede vivente": https://www.facebook.com/notes/fede-vivente/devozione-ed-etica-vanno-sempre-insieme-parliamone/249409011757007

domenica 14 agosto 2011

Missione cristiana e acculturazione occidentale


MISSIONE CRISTIANA E ACCULTURAZIONE OCCIDENTALE

Una lettrice ci ha presentato le seguenti questioni. Durante il mio corso di studi, mi sono posta tante domande in merito a un esame, per il quale ho studiato, che è «Antropologia culturale». Un esame affascinante ma intrinseco di caratteristiche, che riguardano il genere umano e il modo, in cui esso si è adattato in tutti gli angoli della Terra. Insomma, si tratta della capacità dell’uomo di sviluppare tecniche di sopravvivenza e tecniche socialmente utili.
     Tuttavia, in tutto questo studio, che ha a che fare anche con un percorso storico, scientifico e religioso, mi son chiesta (alla luce della conoscenza biblica) come è possibile che esistano oggi popolazioni di esseri umani, che vivono allo stato tribale e con sistemi di parentela a noi inconcepibili (come l’incesto e l’avunculato)?
     Poi, ancora, la mia osservazione nasce dal momento, in cui ho studiato che gli Occidentali hanno avuto la pretesa di «civilizzare» gli Indiani, ovvero gli indigeni della terra, che oggi chiamiamo Americani.
     Insomma, fratello Nicola, non voglio risposte assolute, poiché comprendo che nel cuore dell’uomo c’è stato sempre il desiderio di dominare e sete di potere. Ciò che mi chiedo è questo: è così importante intervenire nei sistemi culturali degli indigeni di queste terre, per far si che diventino come noi? ovvero «civilizzati»? Premetto che per un antropologo non è possibile stabilire chi è civilizzato e chi no, poiché ogni società usa il suo sistema culturale per relazionarsi e vivere insieme. Tuttavia, alla luce della volontà del Signore, come bisognerebbe interagire con loro per portare la Parola? Molti missionari oggi fanno questo, oggi come ieri, portano la Parola in molti popoli non occidentali e so che è molto difficile per loro. Tuttavia, in qualche modo so che devono adattarsi alle regole del posto, per interagire e fare la volontà del Padre.
            Caro fratello, nella speranza di essere stata chiara, ripeto che non cerco risposte assolute, ma solo di avere spiegazioni tali da essere preparata un giorno che sosterrò tale esame, poiché vorrei dare la mia impressione anche in merito al concetto creazionista. Grazie per i meravigliosi studi, i quali possiamo leggere sul tuo sito. Che Dio ti benedica sempre, ti abbraccio nell’amore del Signore!

Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondiamo qui di seguito.

1. ENTRIAMO IN TEMA: Per capirsi, bisogna distinguere due processi culturali differenti.
     L’acculturazione è nell’etnologia quel processo di adattamento, spesso forzoso, di un popolo o di un gruppo sociale a una cultura dominante. Similmente si può parlare anche di quel processo mediante il quale vengono a modificarsi costumi, usanze e cultura di un gruppo sociale o di un popolo, quando è esposto a rapporti e contatti prolungati con altri gruppi o popoli.
     Nella sociologia è visto come quel processo di interazione e integrazione culturale tra strutture culturali differenti e tra gruppi sociali diversi (fonti: qui e qui).
     L’inculturazione è nella sociologia quel processo, per mezzo del quale l’individuo assimila la cultura del proprio gruppo, durante il processo di socializzazione (fonti: qui e qui).

L’antropologia culturale è una branca molto affascinante del sapere. Tuttavia, spesso dipende da chi l’insegna, ossia se è uno studioso neutrale (che abbia una convinzione religiosa personale o meno), un ateo o agnostico, un occultista (esoterista, spiritista, medium), un militante del paganesimo e cultore dei riti religiosi tribali, una persona ostile al cristianesimo e così via. Non tutti gli antropologi culturali sono neutrali, ma a volte usano questa branca di studio per scopi ideologici. Si percuote il sacco per colpire il gatto, che c’è dentro.
     Seguono i seguenti punti: 2. Una problematica reale; 3. Evangelo e non acculturamento; 4. Aspetti conclusivi. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Missione_acculturaz_Avv.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

mercoledì 10 agosto 2011

Canalizzazione e visualizzazione? Parliamone



CANALIZZAZIONE E VISUALIZZAZIONE? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Canalizzazione e visualizzazione».
     Temi come questo si trasformano facilmente in un referendum pro e contro la glossolalia, ma questo non è lo scopo dell’articolo di riferimento e di questa discussione, visto che così andrebbe «fuori asse». Ricordo che il tema verte più sulla traduzione delle lingue (specialmente quelle «psichiche») e sul fatto che alcuni «traduttori» sono, in realtà, canali sciamanici. Allora le domande sono le seguenti.
     ■ Nella vostra comunità parlate in altre lingue tutti insieme o solo uno alla volta e solo quando c’è chi «traduce»? Il numero di coloro, che parlano in altra lingua, è al massimo tre, come prescritto da Paolo? (1 Cor 14,27). Se non c’è chi traduca, fate tacere nella chiesa chi parla in altra lingua, come prescritto da Paolo? (v. 28).
     ■ Conoscete persone che ripetono continuamente una specie di «mantra», ossia alcuni fonemi ricorrenti? Considerate ciò una «lingua psichica» o un carisma dello Spirito? Che cosa fate se chi «traduce», fa «romanzi celestiali», basandosi su tali pochi fonemi?
     ■ Avete esperienza di «traduttori», che sono, in verità, canali sciamanici, che pretendono però di trasmettere messaggi divini? Che cosa fate in questi casi?
     ■ Conoscete persone che in sala fanno mirabili preghiere, anche in altre lingue, ma nella vita vivono in modo immorale? Ritenete che lo Spirito Santo si manifesti nei figli della disubbidienza? Può la loro devozione pubblica di tipo mistico compensare la loro iniquità privata? Che cosa fate in questi casi?

Sul questo tema rimando anche al seguente articolo: «Carismaticisti esoterici o esoteristi carismatici».
     Non sono stati presi in considerazione quei contributi che facevano deviare esplicitamente sulla glossolalia, creando un dibattito sulla sua natura e sulla sua esistenza oggigiorno; tale tema è stato discusso altrove e non è il soggetto primario di questo dibattito.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Canalizza_visualizza_MeG.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

martedì 9 agosto 2011

Scrivi meglio e fatti capire


SCRIVI MEGLIO E FATTI CAPIRE

A volte i miei contatti mi chiedono consigli riguardo a come possano scrivere più efficacemente in internet. Altre volte, mi trovo dinanzi a post scritti tutti in MAIUSCOLO e noto che il mio cervello si rifiuta di leggerli, facendo difficoltà. Lo stesso vale per post lunghi e non strutturati bene oppure contenenti una lista lunga e impenetrabile di versetti biblici, senza alcuna organizzazione apparente e senza alcun titolo intermedio, che ne spieghi il senso e il percorso, che s’intende fare.
     Ecco alcuni semplici consigli, per scrivere meglio in Internet.

     ■ Ti consiglio di scrivere i tuoi post, come faccio io, su un documento Word (togliendo la sillabazione, per non avere parole con lineette intermedie sul post). Così puoi vedere subito gli errori, usare il correttore automatico, ecc. Inoltre eviti che cliccando «invio», chiudi l’attuale post e ne apri un altro (in un post si va a capo premendo «maiuscolo» + «invio»).
     ■ Usa il maiuscolo secondo le norme della netiquette d’internet: per i titoli e per evidenziare alcune parole particolari. Frasi scritte in solo maiuscolo, sono intese come gridare in Internet. La verità non ha bisogno di gridare, poiché «la sapienza dall’alto, è dapprima dignitosa, poi pacifica, moderata, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, integerrima, senza simulazione» (Gcm 3,17).
     ■ Struttura bene i tuoi post, così, chi li legge, può capire più in fretta ciò, che intendi esprimere. Lo si fa numerando i paragrafi o mettendo dei segni all’inizio, come faccio io qui (puoi metterci anche due lineette). Le parti principali si possono anche dividere con uno spazio in più. Uno scritto ordinato viene letto più volentieri.
     ■ Raggruppa insieme i versetti biblici dello stesso brano, mettici le virgolette all’inizio e alla fine e metti il riferimento del brano solo alla fine. Tieni presente che, secondo la mia esperienza, lunghe liste di versi o brani troppo lunghi in genere non vengono letti, ma solo sorvolati o addirittura saltati.
     ■ Fai frasi brevi e di senso compiuto. Periodi strutturati come scatole cinesi, fanno perdere il significato e affaticano il cervello.
     ■ E così via...

Come vedi, ho appena strutturato una semplice nota; se fosse stato un post, al posto del grassetto avrei potuto marcare alcune parole col MAIUSCOLO. Lo scopo è che impariamo a comunicare meglio e ciò che affermiamo, diventi subito chiaro e più apprezzato per chi legge.
     Quindi, ciò che per altri può apparire pedanteria, per me è dovere di trasmettere alcuni pochi principi per aiutare a chi ci legge di capire veramente. È vero che è importante la sostanza, ma anche la forma ha una notevole importanza. Nessuno di noi preferisce buttare tutto il pranzo in un mixer e mangiare ciò, che ne esce fuori, visto che l’importante è la sostanza. Il Signore è un Dio di ordine e il suo dono è la sapienza, appunto la capacità di riconoscere l’ordine e di corrispondervi. Per questo vogliamo che facciamo ogni cosa con decoro e ordine (1 Cor 14,40).
     Spero che queste poche regole aiuteranno anche te a comunicare meglio la verità.

Una mia trattazione più ampia si trova qui: Regole utili per i naviganti nei social network.

lunedì 8 agosto 2011

Canalizzazione e visualizzazione


CANALIZZAZIONE E VISUALIZZAZIONE

1. ENTRIAMO IN TEMA: Ecco un breve scritto che mi ha raggiunto: «Caro fratello Nicola, approfitto per chiederti delle nozione e chiarimenti sullo “channeling nello sciamanesimo”. Ne hai mai sentito parlare? Se hai notizie, puoi darci un accenno? Ti ringrazio vivamente. Shalom». {Enzo D’Avanzo, Mad; 02-08-2011}
     Queste poche righe sono state precedute da una lunga telefonata, in cui Enzo D’Avanzo mi ha presentato il caso specifico e mi ha posto delle domande. Alla fine del colloquio, egli mi ha espressamente pregato di mettere per iscritto quanto gli avevo detto a voce. Ero un po’ riluttante, dicendogli che alcuni fraintenderanno e strumentalizzeranno quanto gli ho detto a voce, tirando fuori dal discorso solo ciò, che essi vorranno usare come pretesto per attaccarmi. Sotto le sue insistenze, presento quindi il seguente scritto con la speranza che esso aiuterà a capire questi fenomeni particolari, per i quali ci vuole competenza tecnica, conoscitiva e pastorale.
     Qui di seguito distinguiamo gli ambienti carismaticisti da quelli pentecostali classici. Di molti aspetti, di cui parlo qui di seguito, ho scritto in vari miei libri (La lieve danza delle tenebre; Entrare nella breccia; Carismosofia), che qui riassumo. Per non essere frainteso, faccio notare che qui di seguito non voglio affrontare tutti i fenomeni legati alla glossolalia e alla sua interpretazione, ma solo le «lingue psichiche» e la loro interpretazione da parte di chi è un «canale» sciamanico o esoterico di spiriti religiosi.

2. LE ORIGINI OCCULTE: Abbiamo preferito titolare questo articolo con i nomi in italiano. Il termine inglese «channeling» intende all’interno dell’esoterismo la capacità di farsi penetrare da un’entità, per diventarne canale di rivelazione. Per «canalizzazione» in campo esoterico si intende l’azione e il risultato del canalizzare energie, impressioni, sensazioni, visualizzazioni e messaggi per comunicarli ad altri soggetti. Tale fenomeno ricorre ad esempio nello sciamanesimo, nello spiritismo, nel medianismo, nell’esoterismo e in altre arti occulte. Nell’opera La lieve danza delle tenebre (p. 17; p. 18 n. 14), all’interno dello spiritismo, definisco channeling come «visualizzazione creativa». A p. 168 nota 16 scrivo che in questa tecnica magia e psicoterapia junghiana formano quasi un unicum; Carl Gustav Jung era un esoterista, che ha psicologizzato molte idee e tecniche dell’esoterismo. Nell’opera Entrare nella breccia (p. 169 nota 18) parlo dello lo channeling di Jung, una tecnica simile allo sciamanismo e allo spiritismo.
     Il soggetto, a seconda della penetrazione dell’entità di riferimento, può essere in stato lucido, semi-lucido (o semi-trance) e di trance completa. Ciò che farfuglia, proferisce in modo enigmatico, esprime per immagini (visualizzazione) o annuncia in modo diretto, viene preso e interpretato come segno, indicazione o volontà della divinità o dello spirito di riferimento. Spesso le entità parlano in prima persona e il medium è solo il canale.
     Seguono i seguenti punti: 3. Il fuoco estraneo importato nel carismaticismo; 4. Il caso specifico
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Canalizza_visualizza_Oc.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

sabato 6 agosto 2011

I cherubini sull’arca del patto


I CHERUBINI SULL’ARCA DEL PATTO

Qui di seguito rispondo a due questioni simili. Inoltre, sembra questa una questione molto attuale, visto che un credente mi ha telefonato dalla Sicilia, chiedendomi le stesse cose. Egli ha confermato che quello della presenza dei cherubini nel luogo santissimo è uno degli argomenti maestri di chi vuole accreditare il culto delle immagini, e mi ha incoraggiato a pubblicare una risposta in merito.
     1. Prima questione: Ciao Nicola, ho bisogno di un aiuto. Sulla pagina «Bibbia e dottrine cattoliche a confronto» mi hanno chiesto perché Dio ha voluto i due cherubini sull’arca, se poi proibisce le immagini e le sculture. Ho cercato tra le tue note e ho trovato una discussione a riguardo. Ora mi è chiaro, anche se, devo dire, non mi sono mai chiesta nulla a riguardo di questi due cherubini. Il problema è che io non saprei proprio come rispondergli, e se non rispondo, non penso di fare bene. Come posso fare?
     2. Seconda questione: Caro Nicola, ho appena terminato un’aspra e animata discussione con alcuni evangelici. E ho bisogno del tuo consiglio. Il tema della discussione era riguardo ai cherubini posti sull’arca. Ora questi evangelici sostengono che tali cherubini posti sull’arca erano fatti a forma di cherubino. All’udire quelle affermazioni, ho domandato loro se avevano mai visto un angelo? O semmai avessero visto un cherubino? A tale domanda tutti hanno taciuto. Ho spiegato loro, che i cherubini posti sull’arca, altro non erano che due sfingi con le ali. Da qui in poi, si e scatenato un pandemonio, e non ti nego la vergogna che provo nel dirti che erano per lo più pastori.
     Ora, io non ho altro a cui potermi affidare, per avere la giusta interpretazione; per cui chiedo a te, Nicola. Questo è quanto io ho detto loro: Tali esseri posti sull’arca erano a forma di veri cherubini, oppure erano a forma di sfinge? Poiché essi ben conoscevano questo tipo di cherubino, dato che, trascorsero più di 400 anni in mezzo a queste cose. Infatti, Mosè che scriveva, usava i geroglifici, segni, insomma la scrittura egizia. Infatti, i 40 anni nel deserto, servirono a Dio per togliere di mezzo al popolo tutta quella tradizione egizia. Per cui erano sfingi! Questo è quanto io ho detto loro. E loro mi hanno gentilmente detto che devo chiedere perdono a Dio, per averlo bestemmiato, paragonando gli angeli, che stanno sotto al suo trono, a degli idoli pagani.
     Ora mi puoi dire tu, se questi fratelli sono andati fuori melone, oppure io sono veramente un cretino? Aspetto con ansia la tua risposta, al fine di togliermi, questo peso che mi aggrava... Dio ti benedica, Nicola. Pace.

     Seguono i seguenti punti della risposta:
     1. I cherubini sull’arca del patto erano due idoli?
     2. L’originale e la rappresentazione
     3. Aspetti conclusivi: Abbiamo visto che l’arca del patto era, in effetti, stilizzato come un trono orientale, di cui le gambe e braccioli erano formati rispettivamente dalle zampe e dalla testa dei cherubini e lo schienale era formato dalle loro ali, che si toccavano l’una con l’altra…
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Cherub_arca_MT_AT.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

venerdì 5 agosto 2011

Devozione ed etica: vanno sempre insieme


 DEVOZIONE ED ETICA: VANNO SEMPRE INSIEME

Camminare in Cristo e con Cristo, alcuni vorrebbero attuarlo nell’amore che sentono per il prossimo (filantropia), altri negli slanci mistici, che sperimentano (devozionalismo). Questi possono essere aspetti contingenti, ma non la sostanza vera della fede biblica. Si può amare il prossimo, senza essere nella verità e senza piacere a Cristo nel proprio comportamento. Si possono avere grandi slanci spiritualistici durante i culti, ma poi vivere nel peccato nella vita quotidiana.
     Camminare in Cristo e con Cristo si mostra essenzialmente nella conformità della propria vita ai comandamenti di Cristo («legge di Cristo»; Rm 8,2; 1 Cor 9,21; Gal 6,2). E ciò vale anche nella solitudine, quando tutti ti abbandonano, oppure in tempi difficili, quando si è abbattuti nello spirito. Paolo stesso scrisse: «Io ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservata la fede… Nella mia prima difesa nessuno s’è trovato al mio fianco, ma tutti mi hanno abbandonato… Ma il Signore è stato con me e m’ha fortificato» (2 Tm 4,7.16s; cfr. 1,15; cfr. Rm 8,35ss).
     Ad esempio, un idolatra o un fornicatore difficilmente potrà camminare in Cristo e con Cristo, continuando a praticare una tale trasgressione, senza ravvedersi e convertirsi. Infatti, praticare idolatria o fornicazione, senza ravvedimento e conversione, esclude dal regno di Dio (1 Cor 6,9; Ef 5,5) ed è la carta di viaggio migliore per l’inferno (Ap 21,8)…
     [CONTINUA LA LETTURA: http://www.diakrisis.altervista.org/_Etic/A1-Devoz_etica_EnB.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

~~> Discuti questo tema qui o su "Fede vivente": https://www.facebook.com/notes/fede-vivente/devozione-ed-etica-vanno-sempre-insieme/244121975619044

mercoledì 3 agosto 2011

Il clero alla luce del Nuovo Testamento? Parliamone

IL CLERO ALLA LUCE DEL NUOVO TESTAMENTO? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Il clero alla luce del Nuovo Testamento», in cui Nicola Martella si confronta su questo soggetto con Salvatore Gallo, un cattolico militante. Rispondendo a lui, abbiamo mostrato che i ministeri nel NT non costituivano una specie di casta religiosa o di clero nelle chiese, essendo intesi semplicemente come servizi allinterno del corpo di Cristo. I ministeri di guida nelle chiese (1 Tm 3; Tt 1), le funzioni ministeriali da loro esplicate (Ef 4) e i carismi necessari al riguardo non stabiliscono, quindi, alcuna casta speciale, che come clero abbia funzioni sacerdotali particolari rispetto agli altri credenti.  Nei loro scritti gli apostoli insistettero proprio sul servizio di tutti verso tutti e sul fatto che, a differenza con lantico patto, nel nuovo patto cè un sacerdozio diffuso, ossia tutti i rigenerati sono sacerdoti del Signore. Tale sacerdozio universale di tutti i redenti esclude, quindi, di per sé una speciale nomenclatura religiosa distinta da sedicenti «laici».
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Clericalismo_NT_OiG.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

lunedì 1 agosto 2011

Il clero alla luce del Nuovo Testamento

IL CLERO ALLA LUCE DEL NUOVO TESTAMENTO

Il seguente confronto con Salvatore Gallo, cattolico militante, è partita da una sua reazione alla mia seguente massima e ai testi susseguenti.
     ■ Cure clericali: «I chierici d’ogni religione e confessione prima assoggettano i fedeli ai loro precetti, poi li “mungono” a dovere per fare loro da mediatori sacramentali e, infine, prescrivono loro purghe religiose in questa vita, in vista d’improbabili purgatori nell’altro mondo!» (Nicola Martella).
     Ogni religione ha i suoi clericalismi, anche le varie denominazioni cristiane. Chi si orienta a un cristianesimo biblico ne può fare a meno.

     ■ Gesù insegnò quanto segue ai suoi discepoli riguardo al clericalismo farisaico-rabbinico: «Ma voi non vi fate chiamare “rabbi”, perché uno solo è il vostro maestro, e voi siete tutti fratelli. E non chiamate alcuno sulla terra vostro “padre”, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non vi fate chiamare “insegnanti”, perché uno solo è il vostro insegnante, il Cristo. ma il maggiore fra voi sia vostro servitore» (Matteo 23,8-11; ebr. rabbi = lett. «mio grande», stava per «mio signore»; cfr. monsignore).

A ciò Salvatore Gallo, riferendosi a Matteo 23,8-11, ha risposto come segue. La Scrittura dice:
     ■ «Il carceriere, chiesto un lume, balzò dentro e tutto tremante, si gettò ai piedi di Paolo e di Sila; poi li condusse fuori e disse: “Signori, che debbo fare per essere salvato?”. Ed essi risposero: “Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia”» (Atti 16,29-31).
     ■ «Paolo, stando in piedi sulla gradinata, fece cenno con la mano al popolo e, fattosi un gran silenzio, parlò loro in ebraico, dicendo: “Fratelli e padri, ascoltate ciò che ora vi dico a mia difesa”» (Atti 21,29-22,1).
     ■ «Vi scrivo queste cose non per farvi vergognare, ma per ammonirvi come miei cari figli. Poiché anche se aveste diecimila precettori in Cristo, Non avete però molti padri; perché sono io che vi ho generati in Cristo Gesù, mediante il vangelo. Vi esorto dunque: Siate miei imitatori» (1 Corinzi 4,14-16).
     ■ «Appunto per questo vi ho mandato Timoteo, che è mio caro e fedele figlio nel Signore; egli vi ricorderà come io mi comporto in Cristo Gesù, e come insegno dappertutto, in ogni chiesa» (1 Corinzi 4,17).
     ■ «…a Timoteo, mio legittimo figlio nella fede» (1 Timoteo 1,2).
     ■ «Ti affido questo incarico, Timoteo, figlio mio» (1 Timoteo 1,18).
     ■ «…a Timoteo, mio caro figlio» (2 Timoteo 1,2).
     ■ «Dunque, figlio mio, fortìficati nella grazia, che è in Cristo Gesù, e le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci d’insegnarle anche ad altri» (2 Timoteo 2,1-2).
     ■ «A Tito, mio figlio legittimo secondo la fede, che ci è comune» (Tito 1,4).
     ■ «...ti prego per mio figlio che ho generato, mentre ero in catene, per Onesimo» (Filemone 1,10). {30-07-2011}

Mi sono chiesto: Come fa una tale versettologia assortita di Salvatore Gallo a voler essere una risposta specifica alle specifiche ingiunzioni di Gesù in Matteo 23,8-11? Ciò rimane un mistero. Tutto ciò non ha nulla a che vedere con una presunta distinzione fra «religiosi» e «laici» all’interno della chiesa, cosa che nel NT non esiste in alcun modo, visto che gli apostoli stessi insegnavano il sacerdozio universale di tutti i credenti (1 Pt 2,9).

Seguono i seguenti punti: Le tesi di Salvatore Gallo in tre riprese e le relative Osservazioni e obiezioni di Nicola Martella, oltre agli Aspetti conclusivi. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Clericalismo_NT_Avv.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}