martedì 18 ottobre 2011

In Atti 2 si trattava di una quotidiana «Cena del Signore»?


IN ATTI 2 SI TRATTAVA DI UNA QUOTIDIANA «CENA DEL SIGNORE»?

1. La questione
     Non vorrei essere strumentalizzato per altri fini. Ciò che affermo qui di seguito, riguarda solo gli aspetti storici e non a prassi variegata delle chiese odierne.
     In un gruppo di Internet un cattolico militante citava il seguente brano per accreditare la quotidiana celebrazione dell’eucarestia. «Tutti quelli che credevano stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le proprietà e i beni, e li distribuivano a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore» (At 2,44-46).
     Quindi, in ambiente cattolico (ma non solo) si fa riferimento a questo brano per giustificare un uso quotidiano del memoriale del nuovo patto. Per questo essi celebrano la messa e l’eucarestia anche diverse volte al giorno.

2. Osservazioni e obiezioni
     Faccio notare che l’espressione «rompere il pane» nella Scrittura corrispondeva alla nostra espressione «prendere un boccone».
     Quindi è sbagliato proiettarci dentro l’improbabile consuetudine di celebrare allora quotidianamente insieme la «Cena del Signore». Tanto più che tale attività avveniva nelle case, in genere piccole in Oriente, e che quindi coinvolgeva poche persone.
     È difficile pensare che una «cena pasquale» annuale (qual era l’ultima cena) diventasse improvvisamente un’attività quotidiana, senza che ne troviamo una norma esplicita, che la giustifichi…
     Altri punti dell’articolo: 3. Alcuni approfondimenti; 4. Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-At2_Cena-del-Sign_Sh.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

venerdì 14 ottobre 2011

L’uomo e i suoi componenti basilari

L’UOMO E I SUOI COMPONENTI BASILARI

1. ENTRIAMO IN TEMA: Questo articolo è un approfondimento del tema «Dubbi su brani di escatologia e antropologia? Parliamone», in cui abbiamo discusso un articolo, in cui parlavo specialmente dell’anima quale persona nei brani strutturali.
     La questione è data dal fatto che chi segue una concezione tripartita (o tricotomica) dell’uomo, faccia riferimento specialmente a brani come 1 Tessalonicesi 5,23 ed Ebrei 4,12. Partendo da tali versi, si crede di essere legittimati a credere che l’uomo sia composto di tre «sostanze» o parti differenti. Al riguardo si creano singolari associazioni di idee di natura illustrativa: si fa riferimento al tre come cosiddetto numero perfetto e si fanno anche paralleli con la Deità in tre persone. Si afferma che l’uomo per essere immagine di Dio, debba necessariamente essere trino; questo è però un falso sillogismo, senza alcun fondamento biblico. Mosè, autore della Genesi, e tutti i credenti dell’AT conoscevano l’Eterno come un Dio unico; inoltre, l’uomo costituisce una unità ed è a somiglianza di Dio anche con due sole sostanze.
     Altri punti dell’articolo: 2. Dicotomia e tricotomia; 3. Brani strutturali e funzionali; 4. Attenzione ai brani non strutturali [1 Ts 5,23; Eb 4,12].
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Uomo_componenti_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


È un tema per esperti. Non intervenire, se non hai letto l’intero articolo sul sito o se non comprendi del tutto l’argomento...

martedì 11 ottobre 2011

Dubbi su brani di escatologia e antropologia? Parliamone


DUBBI SU BRANI DI ESCATOLOGIA E ANTROPOLOGIA? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Dubbi su brani di escatologia e antropologia», in cui abbiamo parlato dell’anima quale persona nei brani strutturali della Bibbia. Infatti, se non si distinguono i brani strutturali e funzionali, non si capirà bene la questione. Nella sacra Scrittura i brani strutturali sono solo quelli, in cui viene creato o disgregato l’essere. I brani funzionali sono quelli, in cui sono descritti gli stati d’animo dell’uomo.
     Ecco una similitudine, che può aiutare a rendere l’idea. L’energia, che attraversa una lampadina integra, produce attività (luce, calore). Così, fintantoché lo spirito personale è presente in un corpo integro personale, la loro interazione si manifesta come un «essere vivente» attivo e reattivo.
     Vengono discussi i seguenti brani: Genesi 41,8; Salmo 42,6; Giovanni 12,27; 13,21; Luca 1,46-47.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Dubbi_escatolog_EnB.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

sabato 8 ottobre 2011

Senza traduttore parli a sé e a Dio


SENZA TRADUTTORE PARLI A SÉ E A DIO

Questo articolo è un ulteriore approfondimento di un articolo precedente, dal titolo: «Senza traduttore si tacciano nell’assemblea». Si legga prima quest’ultimo per capire meglio il seguente scritto.

1. LA TRADUZIONE: In 1 Corinzi 12, Paolo aveva messo la proclamazione ispirata (profēteía) tra i doni maggiori, mentre il parlare in lingua (glōssa, glossolalia) faceva da fanalino di coda; al riguardo evidenziò pure che, come non tutti erano in grado di «profetare», non tutti erano altresì capaci di parlare in lingue (1 Cor 12,29-31; cfr. Ef 4,11ss dove la glossolalia non compare per nulla).
     In 1 Corinzi 14 Paolo mostrò lungamente la superiorità della proclamazione sul parlare in lingua, per il carattere edificatorio della prima rispetto alla seconda (v. 5). Poi, passò a regolamentare l’uso delle lingue nella pubblica assemblea, ingiungendo quanto segue: «Se c’è chi parla in lingua, [lo facciano] in due o al massimo in tre e uno dopo l’altro; e uno traduca [gr. diermēneuō]. E se non c’è il traduttore [diermēneutēs], si taccia nell’assemblea, a sé poi parli e a Dio» (1 Cor 14,27s).
     La parte, che qui ci interessa, è quella finale del verso 28, che in greco recita: «ἑαυτῷ δὲ λαλείτω καὶ τῷ θεῷ» (heautō dè laleítō kaì tō Theō), e che letteralmente recita: «a sé poi parli e a Dio». Le varie traduzioni recitano più o meno anche così. […]

2. L’INTERPRETAZIONE: Qui riportiamo solo le citazioni di commentari esegetici, tralasciando quelli popolari e quelli confessionali. Ho tradotto in italiano le citazioni, che in origine sono in lingua straniera; ho indicato in grassetto la parte, in cui gli autori interpretano tale verso in esame.

2.1. ORDINAMENTO IN ASSENZA DI UNA TRADUTTORE: Gli esegeti si occupano dell’ordinamento apostolico relativo al numero dei glossolali e all’evenienza, in cui non ci fosse un traduttore….
     Altri punti dell’articolo: 2.2. Solo nella devozione privata; 3. Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-No-tradutt_parli-a-se_Car.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


È un tema per esperti. Non intervenire, se non hai letto l’intero articolo sul sito o se non comprendi del tutto l’argomento...

martedì 4 ottobre 2011


 DUBBI SU BRANI DI ESCATOLOGIA PERSONALE
L’anima quale persona nei brani strutturali

1. LE QUESTIONI: Ciao, fratello Nicola, non so se ricordi, ti ho già scritto tempo fa per il dubbio sull’eutanasia e il rapporto con la Parola. Questa volta i miei dubbi riguardano principalmente questo versetto: «Poi vidi dei troni. A quelli che vi si misero seduti fu dato di giudicare. E vidi le anime di quelli che erano stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio...» (Apocalisse 20,4). Ce n’è anche un altro: «…tu non lascerai l’anima mia nell’Ades, e non permetterai che il tuo santo subisca la decomposizione» (Atti 2,27).
     Io, leggendo dalla Bibbia e facendo un mio studio sulla questione «spirito, anima e corpo», ho notato che «corpo» + «spirito» sia uguale ad «anima vivente» (appunto come in Genesi 2,7). Ho trovato anche dalla versione ebraica e greca che spirito è ruach nel VT e pneuma nel NT, mentre anima è nephesh e psyché, rispettivamente nel VT e nel NT. Ricercando, quindi, ho trovato molti versi a favore della tesi che vuole che lo spirito tornerà a Dio, mentre il corpo tornerà alla polvere; mentre deduco che l’anima si spegnerà. Diciamo che potrebbe starci bene un esempio: la lampadina è il corpo, lo spirito è l’elettricità e l’anima è la luce. Senza elettricità la lampadina non fa luce.
     Però, in questi due versetti sopracitati compare «psyché» nelle sue varie declinazioni, mentre mi sarei aspettato comparisse «pneuma». Come spiegare, quindi, la presenza delle anime nell’Ades? Non dovrebbe esserci lo spirito? Tu come la vedi? Grazie per il tempo che mi concederai, Dio ti benedica.

2. LE RISPOSTE

2.1. L’ANTROPOLOGIA BIBLICA: Per l’antropologia biblica si vedano in Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), i seguenti articoli: «Antropologia 1: specie e genere», pp. 86s; «Antropologia 2: globalità dell’essere», pp. 87s; «Antropologia 3: componenti principali», pp. 89s; «Antropologia 4: funzioni principali», pp. 90ss.
     Nei «brani strutturali» «anima» è, giustamente, la persona; nei «brani funzionali» è un aspetto dell’«animo» umano, specialmente legato alle emozioni. Alla morte la persona si disgrega nei suoi componenti principali (il corpo e lo spirito), che hanno due destini differenti. Nel «Manuale Teologico dell’Antico Testamento» consiglio l’approfondimento dell’articolo: «Anima [nëfëš]», p. 85…
     Altri punti dell’articolo: 2.2. Atti 2,27; 2.3. Apocalisse 20,4; 2.4.  Apocalisse 6,9ss; 2.5. Excursus: Il rapimento.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Dubbi_escatolog_Esc.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

sabato 1 ottobre 2011

Non le chiese, ma la chiesa?


NON LE CHIESE, MA LA CHIESA?

1. Le questioni
     Ogni tanto incrocio i contributi della pagina «La Chiesa come Corpo di Cristo. “Non le Chiese ma la Chiesa”».
     Ammetto che ogni volta mi sento irritato da asserzioni del genere, che sono addirittura diventate titolo. Perché mai dovrebbe esserci una contraddizione fra l’assemblea e le assemblee del Messia? La «chiesa di Dio» (At 20,28; 1 Cor 1,2; 10,32…) non è essa formata dalle «chiese di Dio» (1 Cor 11,16; 1 Ts 2,14; 2 Ts 1,4)? Non sono le singole «chiese di Cristo» (Rm 16,16; cfr. 2 Cor 8,23) a formare la «chiesa di Cristo»? (per altro proprio questa locuzione non compare mai nel NT!). La chiesa quale corpo di Cristo (Ef 5,23; Col 1,18.24) non è essa formata da varie e molte membra (Rm 12,4; 1 Cor 12,12.14.20)? Quindi, tale distinzione programmatica è solo un’errata ideologia dottrinaria, che non trova riscontro nel NT.

2. Un po’ di ricerca
     Per quanto ho capito, l’autore è «Cosimo Lo Nardo» di Fano (Pesaro), visto che è lui a farne pubblicità nel Web e ad averla sulla sua pagina personale. Egli si definisce «cristiano»; per quello che capisco, è di orientamento pentecostale, sebbene le immagini lo collocherebbero più fra i carismaticisti con legami col mondo latino-americano e con simpatie con alcune forme giudaiche.

3. Idolatria addomesticata?
     Mi ha meravigliato l’uso delle tante immagini di Gesù. E altresì mi ha lasciato di stucco la risposta di un suo compagno di via a chi contestava l’uso di immagini di Cristo: «…noi cristiani stiamo un po’ più avanti nella rivelazione biblica»! (qui). Come «più avanti»? Hanno rivelazioni speciali, che fanno mettere la sacra Scrittura in soffitta e la fanno considerare come oramai superata? Vuoi vedere che è arrivata la «perfezione» (1 Cor 13,10) e non ce ne siamo accorti?...
     Altro punto dell’articolo: 4. La chiesa sì, ma le chiese no?
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Non_le_chiese_UnV.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}