lunedì 31 dicembre 2012

Sei arrivato al fondo? Buon per te!


SEI ARRIVATO AL FONDO? BUON PER TE!

Un cristiano biblico ha scritto sulla sua bacheca: "Mi sento perso, vuoto e inutile". Certo sarebbe stato interessante sapere il motivo concreto, che sottostà a tale “mal di vita”, se è un fenomeno particolare o ricorrente, e così via. Tutto ciò mi ha portato a riflettere, e ho dovuto rispolverare alcune mie esperienze personali, in cui mi sono sentito in fondo al pozzo, e casi di cura d'anime. Specialmente per chi crede di dover avere sempre ogni cosa sotto controllo e di prodigarsi per tutti, quando perde la regia delle cose e il “film della vita” sembra andare avanti senza di lui, questi vive la sensazione di chi ha perso la bussola: smarrimento, disorientamento, spersonalizzazione, inutilità, perdita di ruolo e annichilimento di valore. Egli si valutava continuamente in funzione del ruolo, che possedeva, e del ritorno di fiamma, che ne traeva (affetti, riconoscimenti, compito, apprezzamenti, ecc.). Ora, tutto ciò sembra sparito e ci si sente su un “binario morto”; dovendo misurarsi con se stesso soltanto, ci si chiede: “Chi sono io, ora, veramente, nudo e crudo?”.
I casi concreti, in cui qualche credente arriva a scrivere pubblicamente una cosa del genere, possono essere tanti, ad esempio: si è caduti in un grave peccato; si è perso la buona reputazione; si è perso il coniuge o una persona cara; si è stati traditi dagli altri; si è stati abbandonati dal proprio coniuge; si è perso il lavoro, in cui ci si realizzava; i figli sono andati tutti via da casa (sindrome del nido vuoto); si è lontani da ciò che dà socialmente sicurezza (famiglia, comunità cristiana, luogo di servizio, amicizie del cuore); si è smarrito il senso della vita; si vivono cambiamenti biologici particolari (menopausa, andropausa); si è malati o anziani; e così via.
Potrebbe sembrare un cattivo bilancio di fine anno da parte di un credente. Si potrebbe dire che ha toccato il fondo della sua esistenza. Si potrebbe pensare anche che sarebbe un cattivo modo di iniziare un nuovo anno.
Nella mia esperienza di cura pastorale, ci sono alcune premesse per poter aiutare qualcuno, ad esempio le seguenti:
■ 1. Si deve cercare aiuto (non si può aiutare chi non vuole).
■ 2. Si deve essere pronti ad ammettere la propria situazione senza velature e senza maschere (solo allora alcuni sono disposti ad accettare la diagnosi reale sulla propria vita).
■ 3. Si deve essere arrivati al fondo (solo allora alcuni sono disposti ad afferrare il salvagente o a prendere l'amara medicina).

Ecco la buona notizia per chi ha toccato veramente il fondo: essendo arrivati nel punto più basso della propria vita, da ora in poi, il tutto non può che andare in su, verso le cime! Ho dovuto pensare a Giuseppe, figlio di Giacobbe; ogni volta che raggiungeva il fondo (nella cisterna, in prigione), raggiungeva poi un nuovo livello esistenziale positivo.
Nei casi, in cui si è raggiunto il fondo, bisogna evitare auto-commiserazioni e cerotti consolatori da parte degli altri. Ci vogliono atti di coraggio concreti. Bisogna smettere di volere indietro il passato e ciò, che ora ci manca o non c'è più. Bisogna essere disposti a uscire dal labirinto esistenziale. Bisogna dire di sì alle nuove possibilità, che Dio ci vuol dare. Bisogna accettare il nuovo livello esistenziale, che viene, con le sue possibilità e potenzialità. Sebbene la vita non sarà più la stessa di prima, con l'aiuto di Dio si può vivere una nuova fase esistenziale ricca e abbondante.

Per l’approfondimento biblico (Il senso di questa lista di versi è di stimolare la riflessione dei lettori, per aiutarli formulare contributi confacenti al tema):
■ «Sarà un bene per voi, quando egli [Dio] vi scruterà a fondo? Credete di ingannarlo come si inganna un uomo?» (Giobbe 13,9).
■ «Tu mi scruti, quando cammino e quando riposo, e conosci a fondo tutte le mie vie» (Salmo 139,3).
■ «Le battiture, che piagano, guariscono il male; e così le percosse che vanno in fondo al cuore» (Proverbi 20,30).
■ «Io ho gridato al Signore, dal fondo della mia angoscia, ed egli mi ha risposto; dalla profondità dell'abisso ho gridato, e tu hai udito la mia voce» (Giona 2,3).
■ «Io sopporterò l'indignazione dell'Eterno, perché ho peccato contro di lui, finché egli prenda in mano la mia causa, e mi faccia ragione; egli mi trarrà fuori alla luce, e io contemplerò la sua giustizia» (Michea 7,9).
■ «Così parla l'Eterno, il Dio d'Israele, riguardo a te, Baruk: Tu dici: “Guai a me! poiché l'Eterno aggiunge tristezza al mio dolore; io mi affanno a gemere, e non trovo requie”. Digli così: “Così parla l'Eterno: […] E tu cercheresti grandi cose per te? Non le cercare! poiché, ecco, io farò venire del male sopra ogni carne, dice l'Eterno, ma a te darò la vita come bottino, in tutti i luoghi dove tu andrai”» (Geremia 45,1-7).
■ «Ho pazientemente aspettato il Signore, ed egli si è chinato su di me e ha ascoltato il mio grido. Mi ha tratto fuori da una fossa di perdizione, dal pantano fangoso; ha fatto posare i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi» (Salmo 40,1s).
■ «È stata un bene per me l'afflizione subita, perché imparassi i tuoi statuti» (Salmo 119,71). 




sabato 29 dicembre 2012

La resa produttiva


LA RESA PRODUTTIVA

«Ed egli [Dio] mi ha detto: “La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza”. Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. Per questo mi compiaccio in debolezze,... perché, quando sono debole, allora sono forte» (2 Cor 12,9ss).

Tempo fa, siamo stati in un luogo ricco di acque, presso a un fiume, in un paesino pieno di mulini ad acqua. C'erano grandi e antiche ruote di metallo di ogni tipo accanto alle case. Un canale imbrigliava le acque, portandone una parte alla ruota e una parte scorreva dritta, a seconda del bisogno. La maggior parte delle ruote erano ferme; esse erano frenate dall'uomo mediante un fermo o deviando l'acqua, oppure erano frenate dalla ruggine, che aveva oramai saldato ruota, asse e ingranaggi.
Quando poi ho letto questi versi di Paolo, ho capito che cosa intendesse dire. Più la ruota fa resistenza e meno potenza sviluppa per fare ciò, per cui è stata progettata: macinare il grano (allora) o produrre energia (oggi). Quando la ruota con le sue pale si abbandona senza resistenza alla corrente dell'acqua e gira mediante la potenza idrica, allora diventa forte per la produzione.
Auguro a tutti coloro, che mi seguono, mi leggono e contribuiscono positivamente ai temi, che tratto, di esperimentare un nuovo anno di abbandono intelligente alla corrente del Signore per produrre, mediante la “forza della sua potenza” (Ef 6,10) ciò, che con la nostra forza non potremo mai realizzare.
Motti finali: “Un cristiano, che non serve Dio, non serve a niente”. “Non arrugginire nella reazione, diventa propositivo nell'azione per Cristo”.

«Dissodatevi un campo nuovo, e non seminate fra le spine!» (Gr 4,3; cfr. Os 10,12).



mercoledì 26 dicembre 2012

Perché non ricorrono mai gli omosessuali negli Evangeli?


PERCHÉ NON RICORRONO MAI GLI OMOSESSUALI NEGLI EVANGELI?

Testimoniando ad alcuni gay, ho trovato chi mi hanno posto questo quesito: Perché nei Vangeli, libri unici dove Gesù vive e parla in prima persona, nelle situazioni narrate non s’incontra il peccato dell’omosessualità? Non posso nascondere d’essermi trovato in «difficoltà». Sarei grato se vorrete darmi una qualche delucidazione, così che possa confrontare la validità del mio pensiero in merito. Distintamente, Grazie. {A. N.}

L’argomento del silenzio (gli Evangeli non parlano mai di omosessuali) può incantare solo chi non conosce profondamente la cultura giudaica d’allora. Esso è un argomento a doppio taglio per chi lo usa e come un boomerang ritorna indietro, colpendo il mandante.

1. Una questione già affrontata
A tale questione ho già risposto sul sito «Fede controcorrente». Nell’articolo «Omosessualità quale fornicazione?», in cui mi confronto con Gianni Geraci, militante gay cristianizzato, la sua tesi è proprio questa: «Per quel che concerne l’omosessualità ho sempre osservato che Gesù, nel vangelo, non ne parla mai».
A lui risposi quanto segue: — Quanto a Gesù, che non avrebbe mai parlato dell’omosessualità, egli come rabbino non doveva far altro che portare la giusta interpretazione della Torà. E questa era molto esplicita in merito. A quel tempo l’omosessualità non costituiva argomento di dibattito, poiché tale costume rappresentava un tale abominio nel giudaismo che i responsabili di ciò venivano lapidati. Al tempo dei Maccabei già l’esposizione della nudità in pubblico, durante i giochi ginnici imposti da Antioco Epifane, fece traboccare il vaso e innescò la rivolta. Quindi nessun alibi. La pratica omosessuale era considerata fornicazione. Gesù disse in merito: «Dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi, adulteri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni. Queste sono le cose che contaminano l’uomo» (Mt 15,19s); Mc 7,20ss è anche più esplicito. Gesù considerava qualsiasi tipo di fornicazione, quindi anche la pratica omosessuale, una contaminazione della persona. — Fin qui quanto detto da me in tale articolo.
Ribadisco una questione molto semplice. La cultura ebraica era paragonabile nell’etica d’allora a quella vigente oggigiorno, ad esempio, nell’Arabia Saudita o in Iran. Non erano solo gli adulteri a essere messi a morte per lapidazione (cfr. Gv 8,3ss), ma ogni tipo di fornicazione, specialmente quella omosessuale. Per questo gli omosessuali non ricorrono negli Evangeli né essi ebbero a che fare con Gesù. Chiunque si esponeva pubblicamente, firmava la sua condanna a morte.

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 2. Sodoma e Gomorra; 3. Perché quindi negli Evangeli non si parla mai di omosessuali?; 4. Quando l’Evangelo arrivò tra i pagani.
[CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Omosessuali_Evangeli_Avv.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

Per l’approfondimento si veda in Nicola Martella, Disturbi e abusi, Sesso & Affini 3 (Punto°A°Croce, Roma 1998), gli articoli: «L’omosessualità», pp. 157-171; «Omosessualità e Bibbia», pp. 172-184; «L’amicizia fra uomini», pp. 185-193.


martedì 25 dicembre 2012

Toppe cristianizzate non rendono salvati



TOPPE CRISTIANIZZATE NON RENDONO SALVATI

I conduttori, che parlano di grazia e amore di Dio, senza verità e giustizia, sono come coloro, che mettono toppe nuove su un vestito vecchio e dicendo a tutti che si è alla moda e molto eleganti. Tali conduttori sono figli di un «evangelo» psichico e umanista e producono «cristiani all’acqua di rose».
     La «grazia a buon mercato» crea cristiani deboli e illude i «ravveduti» (= coloro, che hanno cambiato opinione su qualcosa), che siano già per questo «rigenerati», sebbene vivano nel peccato. Così illudono se stessi e gli altri!
     La rigenerazione è una trasformazione dell’essere, paragonabile a una nuova creazione: «Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creazione; le cose vecchie son passate: ecco, sono diventate nuove» (2 Cor 5,17). Quando ciò avviene, produce, a sua volta, il desiderio di essere «trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente», per essere capaci di provare quale sia la volontà di Dio (Rm 12,2), per praticarla.
     Non c’è alcun dubbio che, chi dice di essere una «pecora», ma vive da «maiale», è ancora un maiale. Per essere «pecora», deve cambiare natura e poi vivere da «pecora». «Chiunque rimane in lui, non persiste nel peccare; chiunque persiste nel peccare, non l’ha visto, né conosciuto» (1 Gv 3,6).
     Una persona cristianizzata, che parla sempre di amore di Dio e di grazia, ma non si lascia rigenerare e cambiare dal Signore, in conformità con la sua Parola, illude se stesso e vive in modo estremamente pericoloso per l’anima sua, poiché crede di essere a posto, mentre è ancora perduto (cfr. Gv 3,3.5). Sono i frutti, che mostrano l’albero (Mt 7,17ss). E «ogni albero dunque che non fa buon frutto, viene tagliato e gettato nel fuoco» (Mt 3,10). Coloro, che persistono nel peccato, pur appellandosi all’amore e alla grazia di Dio, non erediteranno il regno di Dio (1 Cor 6,9s), a meno che non smettano e non vengano lavati, santificati e giustificati «nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio» (v. 11; cfr. Gal 5,19ss). […]

Sul sito segue il resto dello scritto.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Toppe_cristiane_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


giovedì 20 dicembre 2012

Non scivolare sulla buccia di banana

 NON SCIVOLARE SULLA BUCCIA DI BANANA



«Gradi uomini scivolano a volte su piccole bucce di banana. Attento, quindi, a dove metti i tuoi piedi morali! Non dire, poi, che non avresti mai immaginato di finire così… Alla fine, a certa gente interessa solo vederti a terra!» (Nicola Martella; fonte: Inciampare).

Il saggio re Salomone sapeva della possibilità di cadere irrimediabilmente per poca cosa o per un caso fortuito, e l’aveva sperimentato in vari casi o forse anche sulla sua stessa pelle. Egli affermò: «Mosche morte rendono puzzolente e putrido l’olio del profumiere: un po’ di follia ha più peso della sapienza e della gloria» (Ec 10,1). La gente, spesso ingrata, ricorderà di una persona più quel neo di stoltezza commessa che la saggezza, l’onore e il prestigio, che uno ha posseduto.
     La possibilità di cadere, di squalificarsi e di perdere autorità e ministero è sempre in agguato. Per questo l’apostolo Paolo, usando una similitudine sportiva, disse: «Io quindi corro così; non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l’aria; anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato» (1 Cor 9,26s).
     Per tale motivo, raccomandò spesso ai suoi collaboratori di fare attenzione non solo alla «salutare dottrina», ma anche a se stessi. «Bada a te stesso e all’insegnamento; persevera in queste cose perché, facendo così, salvaguarderai te stesso e quelli, che ti ascoltano» (1 Tm 4,6). Lo stesso vale per i conduttori, a cui l’apostolo raccomandò di stare attenti a se stessi e a tutto il gregge (At 20,28).
     Fa piacere rialzare qualcuno, che è caduto in qualche trasgressione, con un atteggiamento spirituale e mansueto; tuttavia, subito dopo si legge: «E bada bene a te stesso, che anche tu non sia tentato!» (Gal 6,1). […]

Il resto dello scritto si trova sul sito.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Cres/T1-Scivola_bucce_S&A.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


martedì 18 dicembre 2012

Il r(h)ema e la fantasia visionaria



IL R(H)EMA E LA FANTASIA VISIONARIA

Abbiamo trattato la questione del rhema, difesa da chi si nasconde dietro allo pseudonimo «Ofli Filippo», alias «Ofli Filo», alias ***, negli articoli «Il rhema secondo Ofli Filippo» e «Ofli Filippo e l’ideologia del rhema». Una delle ultime etichette di costui recita «Filippo Filippo»; una «filippica» dopo l'altra, quindi. Alcuni lettori sono stati così provocati da tanta fantasia visionaria, che l’hanno messa in satira, ritenendo che questo sia l’unico mezzo per trattare l’assurdità di tali presunti messaggi celestiali.
     Partiamo dal contributo satirico, che nella parodia fa il verso a tali messaggi sovrannaturali. L'autore è Giuseppe Antonio Diliberto, che in rete si presenta con lo pseudonimo di «Zuvie Moeller». Egli si definisce «Testimone a Genova, quando mi citano ai processi»; mi ha personalmente spiegato: «Sono un Carabiniere e, se denuncio qualcuno, vengo citato dal pubblico ministero!». Posso immaginarmi invece, quanti «Testimoni di Genova», leggendo male, lo contattino! Di là da tutto ciò, una sua parodia della dottrina del rhema, dal titolo «Ultimo rhema!», mi è piaciuta. Essa ricalca il linguaggio tipico, escatologico, catastrofista, mitologico e fantasioso di coloro, che scrivono tali presunti «rhema», intesi come messaggi celesti. La riporto qui emendata e aggiornata:
     Presto Gargamella con l’aiuto di Skeletor riuscirà a catturare i Puffi, ma grazie alle quattro paladine della giustizia guidate da Sailor Moon, che invocheranno il potere del cristallo di Luna, essi saranno costretti entrambi a scappare in cielo. Là saranno attaccati dalla «Regina dei cieli», che gli scaglierà contro la sua corona con dodici stelle, facendoli precipitare sulla terra, dove Ellen G. White li farà proteggere dalle sue scimmie. Dalle nuvole, però, il profeta William M. Branham farà vedere la sua immagine, dopodiché scenderà una pioggia acida, che li costringerà a liberare i Puffi! Si consiglia a tutti di acquistare degli occhiali da sole, perché la terra subito dopo, sarà pervasa da una luce rosso-blu! {22-08-2012}
     Qui seguono alcune reazioni satiriche e umoristiche dei lettori. Ho preferito metterle qui, per affrontare le questioni serie altrove. Diversi contributi giocano sull’assonanza fra rhema (uno dei termini greci per «parola, frase, termine, vocabolo») ed «[egli / ella] rema» (voga) o «remi» (voghe).
     Ecco il mio motto in merito: «Dio r(h)ema contro gli inventori di nuove rivelazioni». «Quei profeti profetizzano menzogne nel mio nome; io non li ho mandati, non ho dato loro nessun ordine, e non ho parlato loro; le profezie che vi fanno sono visioni menzognere, divinazione, nullità, imposture del proprio cuore» (Ger 14,14).

Sul sito sono presenti inoltre i contributi di alcuni lettori.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Rhema_fantasia_Mds.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


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venerdì 14 dicembre 2012

La porta non sei tu, ma Cristo




LA PORTA NON SEI TU, MA CRISTO

«Non devo permettermi di essere la porta, attraverso la quale il prossimo passa, non devo permettermi di chiamarlo a me, obbligarlo a fare la mia strada, a rendere suoi i miei accessi, a dipendere dalle mie chiavi. Se la mia porta è Cristo, è importante aiutare ognuno a trovare la via, che porta al Padre» (Helder Camara; tradotto e adatto dal tedesco da Nicola Martella; fonte: «Cristo, non io»).

Siamo circondati da santoni, che affermano di essere «canali trascendentali». Particolari «unti» affermano di aver appaltato le benedizioni celesti. Mistici pretendono di dare messaggi celesti in esclusiva di pressoché ogni tipo di personaggio celeste. C’è chi si è autonominato «l’ultimo profeta» o «l’Elia escatologico». Da tempo esistono figure religiose, che affermano d’essere mediatori, intermediari, pontifex (costruttore di ponti), vicari, portaborse di Cristo e simili.
     Eppure Gesù di Nazareth ha rivendicato di essere Lui, e solo Lui, la porta d’accesso al regno di Dio. «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti quelli che sono venuti prima di me, sono stati ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato, entrerà e uscirà, e troverà pastura» (Giovanni 10,7ss).
     Tali santoni e figure religiose affermano di essere canali, ponti, strade e sentieri per il cielo. Perciò, chiamano la gente a sé, l’assoggettano a sé, la obbligano a passare sulla via dei loro precetti, a praticare i loro esercizi spirituali. Eppure Gesù di Nazareth ha rivendicato di essere Lui, e solo Lui, l’unica via, che porta a Dio. «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Giovanni 14,6).
     Tali santoni e figure religiose fanno dipendere da sé la salvezza, affermando di aver ricevuto da Cristo le chiavi per il cielo in esclusiva. Eppure Gesù di Nazareth ha rivendicato di essere Lui, e solo Lui, colui che ha l’esclusiva delle chiavi per il regno dei cieli. I dodici speciali apostoli, nominati dal Signore, che avevano aperto, ai loro tempi, il regno di Dio ai Giudei mediante la predicazione dell’Evangelo (Mt 16,19; 18,18; cfr. Rm 7,6), non ci sono più. Dio annunciò 700 anni prima di Cristo riguardo al Messia: «Metterò sulla sua spalla la chiave della casa di Davide: egli aprirà, e nessuno chiuderà; egli chiuderà, e nessuno aprirà» (Isaia 22,22). E Gesù, dopo la sua ascesa in gloria, rivendicò quanto segue: «Queste cose dice il santo, il verace, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno chiuderà, e chiude e nessuno aprirà» (Apocalisse 3,7); al tempo, in cui scrisse Giovanni, la maggior parte degli apostoli del Signore era ormai morta da tempo.
     Ogni vero credente dev’essere tutt’al più un buon cartello indicatore, che mostri alle persone nella direzione di Cristo, l’unico Salvatore e Signore. È Lui che deve stare al centro dell’attenzione, poiché è in Cristo, che «sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza» (Colossesi 2,3). Oltre a Lui, «in nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome, che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati» (At 4,14).
     Chi attira l’attenzione su di sé o fa dipendere la salvezza da sé, diventa in fretta un «altro cristo», predica un «altro evangelo» e mostra di essere mosso da un «altro spirito» (Galati 1,6-9; 2 Corinzi 11,4).

Il resto dello scritto si trova sul sito.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Rel/T1-Porta_Cristo_OiG.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


mercoledì 12 dicembre 2012

Dite ai Maya che stavolta salterò la fine del mondo

DITE AI MAYA CHE STAVOLTA SALTERÒ LA FINE DEL MONDO

1. Entriamo in tema
     No, mi dispiace, amico esoterista, il 21 dicembre 2012 non verrò all’happening della fine del mondo in onore ai Maya, poiché il 22 mi devo alzare molto presto e per tutta la settimana avrò molto da fare. Sarà per un’altra volta. Certo, mi perderò gli effetti speciali alla Spielberg, ma pazienza. Tanto, poi, pubblicheranno il solito DVD, vero? Lo so che dal vivo è tutta un’altra cosa, ma devo mettere le mie priorità. Lo so che per te, che si un seguace della New Age, questa particolare «fine del mondo» è molto importante, ma non posso assentarmi nuovamente dal lavoro, rischiando di essere licenziato. E, poi, con tutte le tasse, che ho da pagare quest’anno... mica il fisco ti fa sconti se gli alleghi un ticket apocalittico!

2. predizioni e affari
     Non bastavano i seguaci della Torre di guardia, né i periodici santoni malati di apocalittica catastrofista, ora bisognava scomodare anche i Maya, un antico popolo mesoamericano. Secondo quello, che gli esoteristi hanno voluto trarre dalle presunte predizioni dei Maya, il 21 dicembre 2012 ci sarebbe la fine del mondo. Intanto molti di loro fra seminari, libri, DVD, riviste, gadget e altro si sono fatti un sacco di soldi, sfruttando la paura degli altri. Con la paura si è potuto vendere bene addirittura dei bunker a chi intende salvarsi dalla fantomatica catastrofe!
     Come già espresso, personalmente avrei da fare dopo il 21 dicembre! Chiederò ai Maya di rimandare la loro ciclica fine del mondo, sennò se la dovranno fare tutta da soli tale mega-rappresentazione estemporanea con effetti speciali da ennesimo «tramonto della civiltà».
     In ogni modo, do qualche consiglio pratico. Ricordo a tutti, come recita il proverbio che «chi rompe paga e i cocci sono i suoi». Spero che tali esoteristi, seguaci della New Age, abbiano i necessari permessi per tale happening! Spero pure che siano ben assicurati contro gli eventuali danni! Chissà a quanto avranno messo il biglietto d’ingresso quest’anno per sperimentare da vicino la ciclica fine del mondo in 3D, HD e Dolby Surround!?
     Inoltre, molti quest’anno, con la scusa della fine del mondo si risparmieranno di fare i regali. La Confcommercio e simili organizzazioni quereleranno i Maya e i loro sponsor esoterici per la caduta dei consumi!? Vengono in loro soccorso i seguaci della New Age, che rispondono ai commercianti: «Di che vi lamentate? Abbiamo fatto affari d’oro con questa fine del mondo, e una buna fetta è andata a voi! Il bilancio facciamolo dal 22 in poi… se ci saremo. Altrimenti faremo meglio con la prossima “apocalisse”, a cui stiamo già lavorando con i migliori registi».

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 3. Fatue predizioni e la NASA; 4. Che cosa afferma la Bibbia.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Maya_2012_Esc.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


lunedì 10 dicembre 2012

Essere e dare testimonianza



ESSERE E DARE TESTIMONIANZA

Un lettore mi ha scritto quanto segue: Caro Nicola, vorrei porti una questione: spesso mi capita di non sapere quale sia il modo migliore per dire ai miei amici non credenti che sono cristiano e quale sia il modo migliore per farlo. Ovvero ad alcuni ho detto, senza che mi chiedessero niente: «Sai ho iniziato a leggere la Bibbia… mi ha cambiato la vita, adesso sono cristiano». Con alcuni ho rapporti, con altri no. È bene dirlo prima? O è meglio farlo, quando si pongono delle situazioni lampanti, ad esempio: «Stasera andiamo a bere alcolici e a un night club, vieni pure tu?». Infine, quale è il modo migliore per dirlo e come fare testimonianza al meglio? (V. R.).

Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondo come segue:

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Non esiste un «modo migliore» per dire ai propri amici non credenti di essere cristiano. Bisogna essere sensibili a Dio e usare le occasioni che si presentano per dare magari piccole pillole di verità o, se c’è interesse, l’intera via della salvezza. Al riguardo bisogna evitare di fare due errori.
     1. Seppellire il proprio talento, pur di stare nel «giro» di tali amici, agendo così come se la presentazione dell’Evangelo non ci riguardasse (per non aggiungere il fatto di tacere quando qualcuno bestemmia il nome di Dio); ciò sarebbe una disubbidienza al grande mandato e ci renderebbe colpevoli. ●→ Dio pone ogni seguace di Cristo come una sentinella nel suo ambiente (cfr. Ez 3,17ss; 33,2ss). Stai facendo il tuo dovere?

     2. Mettere le perle dinanzi ai porci (Mt 7,6): In tal modo si dà occasione che l’Evangelo venga deriso; anche ciò ci renderebbe colpevoli, se torniamo a insistere, invece di scrollarsi di dosso la polvere e andare altrove (Mt 10,14). ●→ Sei così insistente e litigioso da dare occasione che il buon nome di Cristo venga bestemmiato? (cfr. Rm 2,24).

2.  ASPETTI DI UNA TESTIMONIANZA EFFICACE: Ecco qui di seguito alcune pillole di riflessione, che possono aiutarci a mettere a fuoco la nostra responsabilità di figli di Dio nel mondo, specialmente in vista di una testimonianza efficace.
     ■ La piena identificazione con Cristo
     ■ Esercitare la coerenza morale
     ■ Avere una vita esemplare e trasparente
     ■ Vivere come segno e presagio dinanzi gli altri
     ■ Praticare una buona condotta
     ■ Non associarsi al male
     ■ Usare le occasioni, così come vengono

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: Approfondimento del secondo punto; 3. Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Essere_dare_testimonia_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


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sabato 8 dicembre 2012

Vita in fumo



VITA IN FUMO

Alcuni fatti
     ■ Ogni anno muoiono in Italia circa 75.000 - 80.000 persone a causa del fumo: circa 39.000 per cancro (al polmone, alla gola o alla cavità orale, ecc.), circa 13.000 per malattie respiratorie croniche e 22.000 per malattie cardiovascolari.
     ■ Per legge, sui pacchetti di sigarette sono chiaramente scritti avvertimenti del genere: «Il fumo rende impotenti», «Il fumo ostruisce le arterie», «Il fumo causa attacchi cardiaci e ictus», «Il fumo provoca il cancro», «Il fumo causa una morte lenta e dolorosa»… eppure il cervello dei fumatori è così fumato e dipendente da non realizzare più neppure ciò, che tali messaggi vogliano dire.

Pensieri sparsi
     ■ Alcuni si sono già fumati il cervello, ma asseriscono di poter smettere di fumare quando vogliono.
     ■ Alcuni, se avessero risparmiato ciò, che hanno fumato nella loro vita, oggi potrebbero condurre una vita agiata.
     ■ Fumare è pagare ogni giorno un’esosa rata sull’assicurazione per una morte lenta e dolorosa.
     ■ In genere i genitori darebbero la vita per i loro figli, eppure sono così incoscienti da avvelenarli col fumo passivo.
     ■ Che contraddizione vedere una donna incinta, disposta a dare la vita, con in mano una sigaretta, con cui sta dando la morte.
     ■ Quanti chilometri di sigarette ti sei fumato finora? Quanto hai contribuito finora ad arricchire le industrie del tabacco? Quanto hai pagato fin qui di tasse sul fumo allo Stato? Di quanto hai derubato finora te stesso, i tuoi figli e la tua famiglia, fumando?

Il resto dello scritto si trova sul sito.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Etic/T1-Vita_in-fumo_UnV.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


~~> Discuti questo tema qui o su «Facebook»: https://www.facebook.com/notes/fede-vivente/vita-in-fumo/500266716671234

mercoledì 5 dicembre 2012

La gloria di Cristo è all’opera in noi?




LA GLORIA DI CRISTO È ALL’OPERA IN NOI?

Una lettrice mi ha scritto quanto segue: Pace, caro fratello. Volevo sottoporle il seguente quesito: mi è capitato di leggere l’affermazione di un credente, che dice che ama la moglie per grazia di Dio e che la gloria di Cristo è all’opera nelle loro vite. Ora, se la prima affermazione mi sembra dottrinalmente corretta, in quanto una moglie o un marito credenti sono un dono e quindi segno di un favore immeritato (sbaglio?), la seconda (la gloria di Cristo) mi lascia un po’ perplessa. Cioè, spetta a noi dire, se la gloria di Cristo è presente nelle nostre vite? Non è un’affermazione un poco presuntuosa? {V. P.; 21-11-2012}

Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondo come segue:

1.  ENTRIAMO IN TEMA: L’asserzione, secondo cui la gloria di Cristo sarebbe all’opera nelle vite di tale coppia, si tratta di un tema un po’ vago. In un tema del genere ci saranno vari punti di vista e sfaccettature, a seconda della base di partenza. Alcuni sono mossi dal sentimento religioso attuale e per «gloria di Cristo» intendono qualcosa di spirituale, probabilmente indefinibile, che condensano in tale termine, sebbene magari la Bibbia chiami la stessa cosa diversamente, ad esempio «presenza del Signore» (At 3,20; 2 Cor 2,17), essere spirituali (2 Cor 2,15 uomo spirituale), essere ferventi di spirito (At 18,25; Rm 12,11; cfr. Ap 3,15s), avere zelo nel servizio (Rm 12,11), cammino nella santificazione (Eb 12,14s; cfr. Rm 6,19.22; 2 Cor 7,1) o simili. È addirittura possibile che intendano la «grazia di Cristo» (Gal 1,6), sebbene la chiamino impropriamente «gloria di Cristo». In chi è affetto dalla teologia dell’esperienza, l’approssimazione dottrinale è spesso di casa.
     Non ci resta altro da fare che mettere alla pubblica discussione tale argomento. Io stesso mi limiterò a un’analisi scritturale, che mi pare coerente con messaggio globale della Scrittura, lasciando ad altri la possibilità di aggiungere aspetti concomitanti, su cui discutere insieme.

2.  LA GLORIA È FUTURA: La gloria di Cristo è all’opera nella vita dei credenti? Non si può dire proprio così; tutt’al più essa si può manifestare nelle vite dei credenti (Is 44,23), ma ciò è un’altra cosa. Infatti, il termine «gloria» e il verbo «operare» (e suoi derivati) non ricorrono mai insieme in tal senso nella Bibbia. Perciò, nella Bibbia manca il concetto stesso per esprimere una cosa del genere.
     L’opera di Dio appare a favore dei suoi servi e la gloria si manifesta sopra i loro figli (Sal 90,16). La gloria di Dio o di Cristo si può vedere, quando Egli agisce (Es 16,7s; 33,18; Is 66,18; Mt 24,30; Gv 11,40; Eb 2,9), si può contemplare (Gv 1,14; 2 Cor 3,18). In genere, la gloria non è mai posta su singoli uomini in un modo tale che si possa vederla splendere lì in modo particolare e affermare che sia lì presente in modo stabile e duraturo. È scritto a proposito di Stefano che «tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissati gli occhi su di lui, videro il suo viso simile a quello di un angelo» (At 6,15), ossia di un messaggero, che stava per parlare da parte di Dio, come poi avvenne; tuttavia, singolarmente, qui non si parla di gloria.
     La gloria «dei figli di Dio» è futura (Rm 8,21). Dio manifesterà la sua gloria, ad esempio, in Israele (Is 49,3). Gesù è stato certo onorato e glorificato in momenti specifici in terra (2 Pt 1,17), ebbe da Dio la gloria di essere sommo Sacerdote in cielo (Eb 5,5), quando fu glorificato (Gv 7,9), tuttavia Cristo stesso si manifesterà in gloria solo alla fine dei tempi (Mt 16,27; 19,28; 24,30; 25,31). […]

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: Continuazione del secondo punto; 3. La grazia è attuale; 4. Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Gloria_opera_OiG.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


martedì 4 dicembre 2012

Gesù è veramente il tuo re?




GESÙ È VERAMENTE IL TUO RE?

«Gran Re, sei il Re dei re e regni per l’eternità. Tu ritornerai e stabilirai il tuo regno sulla terra. Allora tutte le ginocchia si piegheranno dinanzi a te e tutte le labbra dovranno dichiarare che tu sei il Signore. Io ti onoro e ti celebro a causa della tua gloria» (Marie Hüsing; tradotto e adattato da Nicola Martella; fonte: «Re Gesù»).

     È facile dire: «Gesù è il mio re»; poi, però, devi farlo regnare sulla tua vita e nelle tue scelte concrete.
     È facile dire: «Gesù è re per l’eternità»; poi, però, devi farlo dominare sul tuo tempo e nelle tue giornate.
     È facile dire: «Gesù stabilirà il suo regno sulla terra»; poi, però, devi permettergli di stabilire il suo dominio già ora nella tua vita.
     È facile dire: «Ogni ginocchio si piegherà dinanzi a Gesù»; poi, però, devi cominciare col piegare già oggi le tue.
     È facile dire: «Ogni labbro confesserà Gesù»; poi, però, devi cominciare a onorarlo e a celebrarlo già ora come tuo Signore con l’ubbidienza della tua vita.
     È facile dire: «Io appartengo a Gesù»; poi, però, devi far vivere Cristo già ora in te.

Il resto dello scritto si trova sul sito.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Disc/T1-Gesu_tuo-re_OiG.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


sabato 1 dicembre 2012

Rasare o spuntare la chioma? Parliamone



RASARE O SPUNTARE LA CHIOMA? PARLIAMONE

Nell’articolo «Rasare o spuntare la chioma» abbiamo visto che ci sono massimalisti, che affermano che le donne non dovrebbero mai tagliarsi i capelli, neppure spuntarli. Essi, per argomentare, tirano in ballo i nazirei dell’antico patto, sebbene essi col nuovo patto non abbiano nulla a che vedere. Inoltre, dimenticano di dire, per coerenza, che tale norma del nazireato riguardava maschi e femmine. Le famiglie e le chiese di tali massimalisti dovrebbero essere, quindi, piene di capelloni di ambedue i generi.
     Ecco la reazione di una lettrice al mio articolo: «La donna, se taglia i suoi capelli, anche solo spuntarli, secondo la Scrittura non può nemmeno pregare, perché è una cosa disonorevole. La Sposa del Signore Gesù Cristo è Nazirea, poiché Gesù è Nazireo; allora ella non accorcia i suoi capelli. Però, non vi allarmate questo è solo per la sposa, tutte le donne, che non sono sposa del Signore Gesù Cristo, potete continuare a spuntarli e anche tagliarli. Dio ha mandato la sua Parola, solo per i suoi figli, e solo loro la ubbidiscono, per gli altri, che non sono figli, continuate a vivere come volete, ma la Sposa vive di ogni sua Parola». {C. A.; 29-11-2012}
     Le mie dettagliate osservazioni e obiezioni si trovano sul sito.
     Non so a quale denominazione appartenga tale lettrice, fatto sta che la sua bacheca è piena di note del defunto W.M. Branham e dei suoi seguaci. Tale presa di posizione è significativa per tale atteggiamento massimalista, che mischia insieme AT e NT a proprio arbitrio e pone pesanti catene addosso ai loro seguaci.

Sul sito seguono i contributi dei lettori e le mie eventuali osservazioni…
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Rasa_spunta_Sh.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}