mercoledì 25 aprile 2012

Paradiso e dintorni


PARADISO E DINTORNI

Un lettore mi ha scritto: Volevo chiedere se sul vostro sito è stato trattato l’argomento del Paradiso. Ho alcuni dubbi, che vorrei dissipare. Mi è stato detto che, chi moriva prima della morte e resurrezione di Gesù, andava nel soggiorno dei morti (giusto?). Gesù risorto, scende nel soggiorno dei morti e libera le anime dei morti in Cristo, che salirono alla presenza di Dio (giusto?). Da questo momento in poi, i morti in Cristo, salgono direttamente alla presenza di Dio (Paradiso o terzo cielo), non esistendo più il soggiorno dei morti (giusto?). Mi chiedevo chi sono quelli, che si risveglieranno dalle tombe per salire in cielo, al momento del ritorno di nostro Signore? Spero di essermi spiegato in modo decente. Perdonate la mia confusione sull’argomento. Fraternamente… {S.M.; 19 aprile 2012}

Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondo come segue: Capisco le perplessità di questo lettore. In giro ci sono varie concezioni contraddittorie sull’aldilà. In parte esse nascono dal fatto che si parte da un approccio dottrinario (si va alla Bibbia per cercare conferma delle proprie dottrine) e non da un approccio esegetico contestuale (si analizza la Bibbia per vedere che cosa afferma sul singolo tema.
     Il «luogo dei morti», diviso in Ades (destinazione temporanea degli increduli) e Paradiso (destinazione temporanea dei credenti), c’era già prima della risurrezione di Cristo; ciò è mostrato dalla rivelazione del Cristo riguardo al ricco e a Lazzaro (Lc 16,19ss). Al momento della morte gli spiriti dei credenti non vanno in cielo, dove c’è il trono di Dio, ma in Paradiso (Lc 23,43; «seno d’Abramo» Lc 16,22s; o «terzo cielo» 2 Cor 12,2s), dove coscienti ma storicamente inattivi, attendono la risurrezione…
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Paradiso_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


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martedì 24 aprile 2012

No all’angoscia dottrinale: Sono amato al 100% dal Signore



NO ALL’ANGOSCIA DOTTRINALE
Sono amato al 100% dal Signore

1. L’angoscia dottrinale
     L’approccio dottrinario alla sacra Scrittura mette, per certi versi, ansia e angoscia. Gli uni vogliono convincermi che debba credere a una doppia predestinazione, a salvezza per gli uni e a perdizione per gli altri. Altri vogliono inculcarmi che la salvezza si perda. Altri ancora pretendono che senza certi carismi particolari sarei un cristiano a metà. Poi, ci sono coloro che esigono che io mi rivolga a Dio e a Gesù Cristo con i loro nomi ebraici originali o italianizzati, per avere sicurezza di essere ascoltato. Non mancano neppure coloro, che reclamano una certa mia giudaizzazione più o meno spinta (dal sabatismo all’ebraismo), ossia che io osservi, anche nel nuovo patto, i precetti della legge mosaica, per essere un vero seguace del Messia. Lo stesso vale per coloro, che vogliono impormi le loro tradizioni religiose e il loro massimalismo, che essi hanno rivestito di elementi apparentemente biblici. Inoltre, per certuni dovrei farmi imporre le mani da santoni particolari, attenendomi poi alle loro direttive, e ricevere nuove rivelazioni divine. Infine, c’è chi reclama che solo l’appartenenza a una certa denominazione mi garantisce la salvezza e una particolare benedizione. Ci sarebbe ancora da parlare di coloro, che mi suggeriscono di fare un particolare «cammino spirituale» e di avere un approccio sacramentale alla fede.
     Che angoscia mettono tali approcci ideologici alla Scrittura; sono stampelle che non possono mai sorreggere la mia fede e che non possono mai garantirmi alcunché oggi e qua, ossia la presenza del Signore, la comunione con Dio, la crescita spirituale, il frutto dello Spirito, il soccorso divino e quant’altro.

     Seguono i seguenti punti: 2. La cura scritturale; 3. L’approfondimento biblico.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Prob/A1-Angoscia_amato_Mds.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


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lunedì 23 aprile 2012

Sviluppi nel movimento di Willow Creek


SVILUPPI NEL MOVIMENTO DI WILLOW CREEK

Riporto dapprima un importante articolo di Jan Markell sugli ultimi sviluppi nella chiesa «Willow Creek Community» di Bill Hybels, un movimento presente in 45 nazioni e con più di 11 mila chiese associate. Qui mi limito a riportare alcune spiegazioni nelle note a piè di pagina. Tutto ciò mi ha stimolato a fare una ricerca in rete tra i siti italiani su tale interessante fenomeno. «Willow Creek» significa letteralmente «torrente (o cala) dei salici» e come movimento prende il nome dal luogo, in cui è nato. Visti gli sviluppi negli anni scorsi, è il caso di chiedere: quo vadis… Willow Creek?

1. EVANGELICI E APOSTATI ALLO STESSO TAVOLO (Jan Markell): Pochi contraddirebbero il fatto che la chiesa Willow Creek Community (comunità di Bill Hybels) sia stata, nel corso degli ultimi trenta anni, la comunità più influente negli Stati Uniti. La comunità e il suo pastore hanno influenzato quasi ogni comunità in questo paese. Un anno fa, il pastore Bill Hybels ha ammesso che il metodo della «ricerca amichevole», alla cui diffusione aveva contribuito dappertutto nel paese, in Willow Creek non era molto efficace. Molti ascoltarono con soddisfazione il fatto che Hybels l’abbia dovuto ammettere. In un’intervista, disse che la sua comunità voleva raggiungere, d’ora in poi, tutti i membri, a seconda della loro maturità nella fede. Ma il vero problema era il seguente: quale nuovo metodo voleva applicare Hybels? Una cosa divenne subito chiara: le sue conferenze per leader non erano cambiate per nulla.
     Ho osservato più da vicino le sue riunioni annuali per leader. Gli oratori, da lui invitati, erano sempre problematici — come per esempio Jimmy Carter, e anche quest’anno non c’è al riguardo nessuna eccezione. Una «Conferenza per leader» non dovrebbe servire a equipaggiare i leader cristiani nelle vie della fede o ad addestrare i partecipanti alla conferenza a come rafforzare altri nella fede? Evidentemente non è così…
     Segue inoltre il seguente punto: 2. Approfondimenti su Willow Creek.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Willow_Creek_sviluppi_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}



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venerdì 20 aprile 2012

Fare esperienze nel campo minato


FARE ESPERIENZE NEL CAMPO MINATO

Alcuni specialisti sono addetti a sminare i campi minati, poiché le mine anticarro e antiuomo possono fare danno e vittime anche moltissimi anni dopo che una guerra è finita. Sebbene abbiano molta esperienza e facciano molta accortezza, ogni tanto succede l’imprevedibile. In questo mondo ci sono, però, altre persone, magari annoiate e già sazie di tutto, che il rischio lo cercano.
     Alcuni ritengono che debbano fare personalmente e possibilmente tutte le esperienze possibili, per sapere come stanno veramente le cose. Inutili sono gli avvertimenti degli altri e i segnali di pericolo. Essi si credono la grande eccezione, i dritti, coloro che godono di un’immunità particolare e che hanno uno speciale asso nella manica.
     Un proverbio recita: «I consigli, che non si accettano, si pagano». Gli ospedali sono pieni di gente, che ha voluto provarci, che ha voluto sentire il brivido particolare. Lo stesso vale degli obitori e dei cimiteri. Ci sono strade, che sono costellate di numerose lapidi alla memoria; alcuni dei malcapitati erano vittime dell’arbitrio altrui, altri erano i maldestri o i responsabili.
     Alcuni si associano in gruppi, in clan o in bande. Pensano, secondo i casi, che potranno essere i nuovi Robbin Hood, i nuovi Che Guevara, i nuovi «giustizieri» o i nuovi padroni del mondo. Per un po’ sembra andar bene, poi uno ci lascia le penne.
     L’avviso era chiaro: «Chi tocca i fili, muore»; ma sembrava scritto soltanto per gli altri. Lo stesso valeva per l’avvertimento: «Attenzione, campo minato!». Chi voleva scoprire, se fosse stato vero, ha avuto una sola possibilità. Non c’erano i tasti «escape» (esci) o «cancella», né si poteva ricominciare il videogioco: nella vita reale non esiste il «game over».
     Per l’approfondimento biblico si veda il primo contributo sul sito.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Etic/T1-Campo_minato_EnB.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?{Nicola Martella}


giovedì 19 aprile 2012

Fu giustificato nello spirito (1 Tm 3,16)

FU GIUSTIFICATO NELLO SPIRITO (1 Tm 3,16)

Un lettore mi ha scritto: Caro Nicola, volevo chiederti una cosa riguardo a 1 Timoteo 3,16. Gesù ebbe bisogno di essere «giustificato»? In quanto vero uomo? Reso giusto «nello spirito»? {Ivano Acunto; 17-04-2012}

Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondo come segue: Facciamo dapprima una traduzioni il più letterale possibile del testo:
«E notoriamente grande è il mistero della devozione:
Colui che fu manifestato in carne,
fu giustificato in spirito,
apparve ad angeli,
fu predicato a nazioni,
fu creduto nel mondo,
fu elevato in gloria».

1. Aspetti testuali
     In corrispondenza a vari manoscritti greci alcune traduzioni (p.es. la vecchia Elberfelder, Lutero) hanno all’inizio Theós «Dio». Questa è la quintessenza della fede cristiana: tò tōs eusebeias mystōrion «il mistero della devozione».
     Per prima cosa si tratta di un inno, quindi esprime la verità in modo poetico. Si noti il contrasto fra i termini «carne» e «spirito». Inoltre si comincia con la «carne» e si termina con la «gloria». Infine, alla dimensione dello «spirito» e degli «angeli» viene contrapposto quello delle «nazioni» e del «mondo».
     Il participio «giustificato» ha le accezioni di «reso giusto» o di «dichiarato giusto». Gesù non aveva bisogno di essere «reso giusto», essendo senza peccato. L’attestazione della sua giustizia era un aspetto sociale e storico importante, dopo che era stato presentato, accusato e condannato pubblicamente come un malfattore; si trattava del ripristino pubblico del suo onore. Il passivo (edikaiōthē) mostra che fu Dio a dichiararlo giusto. Ciò avvenne mediante la risurrezione dai morti.
     Un altro aspetto del problema è la locuzione greca [edikaiōthē] en pneumati «in spirito». Ci sono almeno due possibilità…
     Seguono inoltre i seguenti punti: 2. Il ripristino dell’onore nell’antichità; 3. La giustificazione del Messia.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Giustific_in_spirito_OiG.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?  {Nicola Martella}



ATTENZIONE! Per favore, non intervenire se, dopo aver letto l’intero articolo, ti rendi conto che ti manca la necessaria competenza in merito!

sabato 14 aprile 2012

Un fiuto eccezionale


UN FIUTO ECCEZIONALE

1. Il fiuto nella vita
     Il fiuto è certamente dapprima il senso dell’odorato. C’è anche chi fiuta tabacco. Ma non è di questo che vogliamo parlare; qui ci interessa soprattutto l’uso figurato. Allora «fiuto» diventa la capacità di avere intuito, giudizio e competenza (aver fiuto per qualcosa, p.es. affari, inganni, imbrogli), prontezza di accorgersi subito di qualcosa (al primo fiuto, ossia subito, immediatamente).
     Chi ha «fiuto» è, quindi, una persona che ha intuizione, istinto, perspicacia, acume, capacità di presagire e subodorare le cose (sente che qualcosa gli puzza) o, come si dice, che ha «naso» per le cose. Quindi «fiutare» significa in senso figurato seguire una pista o scoprire i fatti dietro alle apparenze; sospettare qualcosa, prevedere, captare o percepire ciò, che ci sta dietro.

2. Il fiuto morale e spirituale
     Anche nella sacra Scrittura si parla dell’addestramento dell’uso dei sensi, contrapponendo gli sprovveduti alle persone spiritualmente mature. «Chiunque usa il latte, non ha esperienza della parola della giustizia, poiché è bambino; ma il cibo sodo è per uomini fatti, per quelli, cioè, che per via dell’uso, hanno i sensi esercitati a discernere il bene e il male» (Ebrei 5,13s)…
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Cres/A1-Fiuto_eccez_EnB.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}



venerdì 13 aprile 2012

Aspetti della conduzione nel NT e oggi? Parliamone

ASPETTI DELLA CONDUZIONE NEL NT E OGGI? PARLIAMONE

Alcuni pensano che la migliore conduzione nelle chiese sia quella monocratica (conduttore unico); altri, al contrario, affermano che la conduzione collegiale ecclesiale sia la forma migliore. Sebbene nel NT ci siano indizi per l’una o l’altra forma di conduzione, bisogna tener presente che l’insegnamento apostolico metteva al centro le qualità dei conduttori, non tanto le forme di conduzione. Abbiamo approfondito questi aspetti nell’articolo «Aspetti della conduzione nel NT e oggi», che qui di seguito approfondiamo e discutiamo.
     Io, personalmente, propendo maggiormente per una conduzione plurale, ma solo se tale collegio è formato da conduttori di nome e di fatto, ossia che siano al di sopra di ogni riprensione, quindi con le qualità prescritte dalla Scrittura (cfr. 1 Tm 3; Tt 1). Meglio non mettere in sella un conduttore senza qualifiche, poiché farà molto danno alla chiesa (e agli altri conduttori) e sarà sempre tragico e doloroso per tutti farlo scendere dal cavallo.

1. Conduzione nella chiesa di Gerusalemme
     Una questione, che mi sono posto, è la seguente: «Come era guidata la chiesa di Gerusalemme, ossia la prima assemblea del nuovo patto?». Nell’articolo di riferimento abbiamo visto che i Giudei amavano, per motivi storici, culturali e religiosi, una conduzione plurale (cfr. sinagoghe, Sinedrio). Tutto ciò fu rispecchiato anche nella conduzione ecclesiale? Ecco qui di seguito alcune riflessioni in merito: Fase iniziale; Fase di transizione; Fase finale… (leggi sul sito).
     Seguono inoltre i seguenti punti: 2. Conduzione nelle chiese a maggioranza gentile; I contributi dei lettori.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Conduz_NT_oggi_Avv.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

 

martedì 10 aprile 2012

Aspetti della conduzione nel NT e oggi


ASPETTI DELLA CONDUZIONE NEL NT E OGGI
di Edoardo Piacentini - Nicola Martella

1. IL COMPITO DEI CONDUTTORI DI CHIESA (Edoardo Piacentini)

1.1. DALLA SOLITUDINE ALLA COMUNIONE: La chiesa del Signore non ha bisogno di «santoni», ma di conduttori secondo il cuore di Dio. Al giorno d’oggi, infatti, l’uomo corre il rischio di divenire soltanto un numero nel contesto della collettività, nella quale aumenta sempre di più il numero dei «solitari» che mal sopportano la propria solitudine. In tale contesto, sono pochi quelli, che dalla potenza del’Evangelo sono condotti all’interno di una «comunità», dove possono trovare ministri di Dio capaci di comprenderli, di amarli e di aiutarli in quei problemi, che si nascondono nell’animo e che rappresentano il travaglio della loro esistenza.

1.2. IL COMPITO DEI CONDUTTORI: I conduttori, come imitatori di Gesù, devono imparare a praticare i seguenti aspetti del ministero: leggere nel cuore dell’uomo, afferrare e comprendere quei bisogni inespressi e forse inesprimibili, saper valutare le situazioni concrete, che ogni singolo fedele si trova a vivere, per portare a tutti una parola di consolazione. E non solo questo, ma devono portare l’annuncio dell’Evangelo, che non è solo per la salvezza spirituale dell’uomo, ma anche per una più coordinata strutturazione della sua interiorità psicologica. Le difficoltà, che un ministro dell’Evangelo deve affrontare sono principalmente quelle situazioni intime e psicologiche, oltre che spirituali, dei singoli credenti; e risolverle, significa condurre la comunità verso quella santificazione, che Dio esige dal singolo, come dalla stessa comunità.

1.3. APPROFONDIMENTI DI 1 PIETRO 5,2-3: In questo brano è scritto: «Pascete il gregge di Dio che è tra voi, sorvegliandolo, non per obbligo, ma volenterosamente secondo Dio; non per vile guadagno ma di buon animo; non come dominatori di quelli che vi sono affidati, ma come esempi del gregge» (1 Pietro 5,2-3)…
     Seguono inoltre i seguenti punti: 2. ALCUNI ASPETTI DELLA CONDUZIONE (Nicola Martella): 2.1. Aspetti storici della conduzione; 2.2. Due modelli di conduzione a confronto; 2.3. Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Conduz_NT_oggi_UnV.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}



sabato 7 aprile 2012

Dobbiamo suscitare negli altri la fame per l’Evangelo?



DOBBIAMO SUSCITARE NEGLI ALTRI LA FAME PER L’EVANGELO?

A tale domanda si può rispondere in modi diversi (sì, no, sì e no, ecc.), a seconda di ciò che intendiamo dire e da quale punto di vista. Qui di seguito mi limito a una questione specifica, a cui invito alla discussione.

1. La questione
     Un amico cristiano ha riportato la seguente citazione, presa da uno dei libri di Watchman Nee: «Amici miei, non possiamo produrre negli altri la sensazione di Dio, non possiamo trasmettere il senso della presenza di Dio, se ogni cosa non è stata rotta, anche ciò che è più prezioso, ai piedi del Signore Gesù. Il Signore non ci vuole qui tanto per predicare o per fare qualche altro lavoro per Lui, ma per creare negli altri la fame. Nessuna opera autentica potrà iniziare senza un sentimento di bisogno. Non possiamo iniettarlo nella gente, non possiamo condurre la gente ad avere fame di Dio. Una fame del genere può essere creata solo da quelli, che trasmettono un’impressione vitale di Lui» (grassetto nostro).

2. Sputi per la discussione
     È certamente un discorso interessante, ma un po’ contorto e contraddittorio, specialmente perché ci manca il contesto, l’obiettivo e le cose che Watchman (= Guardiano) Nee intendeva allora contrastare…
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Suscita_fame_Evang_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
{Nicola Martella}


venerdì 6 aprile 2012

Indizi per individuare i santoni dottrinali? Parliamone


INDIZI PER INDIVIDUARE I SANTONI DOTTRINALI? PARLIAMONE


Metto a capo di questa trattazione, la seguente mia massima sulla coerenza morale: «Chi pensa di dover difendere la verità, non può mettere in ibernazione il «frutto dello Spirito». Non fidarti delle parole dottrinali di chi vive o si comporta in modo incoerente rispetto all’insegnamento morale della Bibbia!».
     Nell’articolo «Indizi per individuare i santoni dottrinali» abbiamo visto che ci sono diversi tipi di «santoni», ad esempio, i «falsi maestri» di tipo mistico e quelli di tipo dottrinali, quelli affaristi e quelli filantropi. Inoltre ci sono i santoni monotematici: qualunque sia il tema di discussione, essi vanno sempre a finire che parlano del loro «chiodo fisso», ad esempio, secondo appartenenza e aspirazione: il nome di Dio; il sabato; l’ubbidienza alla legge mosaica; il misticismo carismaticista (segni, sogni, visioni, predizioni), specialmente la glossolalia e il battesimo dello Spirito; supremazia della chiesa romana o, al contrario, ossessione contro di essa; speculazioni escatologiche con annessi calcoli, l’individuazione di chi sia il 666 e allarmismi sul «marchio della bestia» e sulla fine del mondo; la maledizione generazionale, da cui doversi liberare a caro prezzo mediante loro; l’unzione da ricevere mediante le loro mani; riti esorcistici particolari; la doppia predestinazione…); tutt’al più i loro temi preferiti sono solo un paio e combinati tra loro.
     Abbiamo visto che altri santoni cercano di accreditarsi come particolari «maestri» semplicemente facendo i «Ghostbusters del Web»: avendo essi un piccolo ego, e per di più complessato, si appagano cercando piccoli particolari fuori rima negli scritti altrui e denigrando tali autori per siffatte «pulci», che essi artificiosamente gonfiano a «elefanti», per avere occasione per denigrarli pubblicamente.
     Seguono i seguenti punti: Senza chiesa né ministero in essa; fuori comunione; nullafacenti; gente contro; intransigenza violenta; osservare tutta la vita del santone per valutarla….
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Santoni_dottrinali_OiG.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


martedì 3 aprile 2012

Indizi per individuare i santoni dottrinali


INDIZI PER INDIVIDUARE I SANTONI DOTTRINALI

Ci sono diversi tipi di «santoni» o «falsi maestri», ad esempio quelli mistici e quelli dottrinali; i primi si presentano come particolari «canali» trascendentali, i secondi ci tengono a essere considerati come particolari «dottori della legge». Poi, riguardo alle loro intenzioni, ci sono i santoni affaristi e quelli filantropi; i primi usano la loro «arte» solo per far soldi, i secondi vogliono solo influenzare molta gente con le loro dottrine particolari.
     Qui di seguito parlo specialmente dei «santoni dottrinali». Menziono alcune delle caratteristiche più ricorrenti, che accomunano tali «maestri di dottrine» particolari, che si aggirano all’interno o, spesso, ai margini del cristianesimo. Così facendo, evidenzio immancabilmente alcune tattiche di questi autonominati «dottori» massimalisti.
     Autoreferenzialità elitaria: Uno di tali indizi è la loro esclusività. Alcune persone si sentono speciali «eletti» del Cielo e particolari «vicari» (o incaricati) di Cristo in terra, «profeti degli ultimi tempi», infallibili quando parlano di dottrina e al di sopra di ogni giudizio. La storia della chiesa ne conosce parecchi di tali uomini e ci riporta i danni, che hanno prodotto, e la fine, che hanno fatto. Non sarà certo il «santone di turno» a essere né il primo né l’ultimo.
     Super-io della collettività: Un altro sintomo dei santoni è quello di dettare agli altri precetti dottrinali e morali, di fare i poliziotti inflessibili e i giudici implacabili per gli altri, e di sentirsi, di pari tempo, al di sopra del bene e del male.
     Seguono i seguenti punti: Gendarmi implacabili; Costruttori di falsi scandali; Caleidoscopi; Tribuni universali; Apolidi ecclesiastici; Pulpito telematico; Sogno ecclesiale.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Santoni_dottrinali_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

 
«Non permettete di derubarvi il premio a nessuno, il quale fa la sua propria volontà in umiltà e culto degli angeli, affidandosi alle proprie visioni, gonfio di nullità nella mente della sua carne» (Colossesi 2,18).

domenica 1 aprile 2012

Maschilismo oppressivo e virilità protettiva


MASCHILISMO OPPRESSIVO E VIRILITÀ PROTETTIVA

1. Alcune ideologie maschiliste
     Definirei il machismo (dallo spagnolo; leggi «macismo»] come manifestazione eccessiva di alcune caratteristiche maschili o come aggressiva prepotenza mascolina; è un’ideologia contrapposta alla femminilità. Chiamerei l’androcrazia come il governo dei maschi mediante il paternalismo e l’autoritarismo; è un’ideologia contrapposta alla ginocrazia. Il patriarcato è letteralmente il dominio del padre, che si sente padrone di quanti compongono la sua casa; è un’ideologia contrapposta al matriarcato. Il maschilismo indica quell’atteggiamento socio-culturale basato sull’idea di una sedicente superiorità fisica e intellettuale del maschio sulla donna; è un’ideologia contrapposta al femminismo. Il paternalismo indica, in generale, l’atteggiamento bonario e benefico di una persona in autorità; nel caso migliore, si spera che quest’ultima sia in buona fede e interessata al bene comune.
     Sebbene questi aspetti siano importanti per capire il fenomeno socio-culturale di cui vogliamo parlare, qui di seguito ci limitiamo necessariamente alla violenza domestica di alcuni uomini sulle donne, specialmente di alcuni mariti sulle loro consorti. Quello, che diremo, non significa che non ci siano (cor)responsabilità e colpe femminili nei rapporti degli uomini, né vogliamo dare alito che si intenta il mondo femminile tutto come sano e puro. Tuttavia, vogliamo qui evidenziare e denunciare l’abuso di forza di alcuni maschi sulle loro donne.
     Seguono i seguenti punti: 2. Pessimi argomenti di uomini deboli; 3. Per l’approfondimento biblico.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Maschil_viril_GeR.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}