martedì 30 ottobre 2012

Negromanzia onirica



NEGROMANZIA ONIRICA

1.  LA QUESTIONE DEL LETTORE: Caro Nicola, che Dio ti benedica sempre per il tuo immenso lavoro e ti ringrazio per il continuo sostegno.
            Vorrei esporti un fatto che mi sta molto a cuore, perché si tratta di mia madre, come già ti ho detto è fortemente cattolica, quindi crede che i santi possano intervenire nella nostra vita, intercedendo per noi e, quindi, che i defunti siano partecipi alle nostre vicende e ci mettano in guardia da possibili pericoli, essendone a conoscenza.
            Ho cercato di parlarle e di farle conoscere, attraverso la Bibbia, quale sia la verità su questi temi, ma è abbastanza ferma sulle sue convinzioni. Ti spiego brevemente le sue «esperienze», attraverso i sogni sostiene che delle persone care le comunicano delle cose, che succederanno; in effetti, da quanto mi ha raccontato, poi quelle cose sono realmente accadute:
            ■ Ad esempio una volta sognò sua nonna materna (già deceduta da un paio d’anni), che si trovava in una casa della sua infanzia e che le disse che stava preparando da mangiare per i suoi figli (gli zii di mia madre), perché presto sarebbero dovuti andare a trovarla. Mia madre le disse che era impossibile, poiché lei non era più in questo «mondo», ma lei fermamente le risposte: «Verranno presto a trovarmi...». Dopo un paio di mesi, morirono due miei zii (i suoi figli).
            ■ In un altro sogno vide, sua nonna, che stava preparando una grande festa, e mia madre le disse: «Nonna, voglio venire a questa tua festa...», ma lei le rispose che non poteva, poiché aveva dei figli, a cui badare, e al posto suo disse che avrebbe invitato sua sorella; dopo una settimana proprio la sorella del sogno morì.
            ■ Un terzo evento, molto singolare, è stata l’apparizione di Natuzza Evolo (la mistica calabrese), che apparve a mia madre con una bara bianca; e qualche settimana dopo il parto, morì mia sorella.

Questi casi, hanno portato mia madre a credere fortemente a queste tipiche credenze di santi e defunti, che sanno tutto, o a mistici dotati di poteri soprannaturali o «messaggi» divini, come le stigmate, che trasudano scritte in aramaico. Riguardo a tutto questo, con Bibbia alla mano, ho cercato di far vedere a mia madre che la Parola di Cristo è un’altra; quindi se accettiamo la sua Parola (senza la quale nemmeno il cattolicesimo avrebbe modo d’aver seguito), tutte queste cose hanno una natura sopranaturale, ma non sicuramente divina. I suoi dubbi rimangono questi: è possibile che esista la preveggenza o sono solo casualità? Ci sono stati anche altri sogni, in cui lo stesso soggetto ovvero la nonna di mia madre, che le parlava, e tutti stranamente si sono verificati. Se di sogni «profetici» si può parlare, che natura hanno? Mia madre non riesce ha capire come sua nonna, che le parla in maniera molto familiare anche in posti molto belli o della sua infanzia, possa essere una figura ingannatrice o maligna, poiché crede che i morti possano comunicare attraverso i sogni con noi.
            Ascoltando i racconti di mia madre, mi sono venuti in mente questi versetti: «E, dopo questo, avverrà che io spanderò il mio spirito sopra ogni carne, e i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi avranno dei sogni, i vostri giovani avranno delle visioni» [Gioele 2,28, N.d.R.]. Non so se c’è una correlazione in tutto questo. Mi affido alla tua saggezza per farle cambiare rotta e per portarla sulla retta via. {I. P., ps}

2.  LA RISPOSTA

2.1.  LA «NEGROMANZIA»: Tale termine proviene da greco nekromantheia e significa «divinazione (gr. mantheia) per mezzo dei morti (gr. nekroi)»; «onirico» indica che ciò avviene durante il sonno.
     La prima cosa, che mi è saltata all’occhio, è che tale facoltà precognitiva di tua madre ha sempre un carattere non solo negativo, ma funereo; ossia si tratta di precognizioni di morte. Questi fenomeni di preveggenza avvengono in genere come segue, come li ho descritti nei libri «La lieve danza delle tenebre» ed «Entrare nella breccia».
     La fonte rivelatrice è specialmente la «nonna». È probabile che tua nonna abbia praticato una qualche forma di magia bianca, come togliere il malocchio, oppure è stata portata da un mago da bambina o c’è andata da sola da grande. Tali attività mettono in contatto con uno spirito guida, che permette loro di praticare premonizioni, divinazioni o di togliere il malocchio. […]

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: Continuazione di 2.1. La «negromanzia»; 2.2. I morti; 2.3. Sogni e visioni; 3. Esplicazioni.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Negromanzia_onirica_Oc.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


~~> Discuti questo tema qui o su "Facebook": https://www.facebook.com/notes/puntoacroce/negromanzia-onirica/10151312887062990

lunedì 29 ottobre 2012

Vita che prorompe



VITA CHE PROROMPE

Ho letto, tempo fa la seguente asserzione anonima: «Le donne ricevono un dono incredibile, quello di poter sentire crescere dentro di sé un’altra vita. Ed è, in assoluto, l’emozione più grande, che si possa mai provare». Essa era accompagnata da una simile immagine.
     Sono d’accordo con tale asserzione. Sull’immagine, che conosco da anni, che viene sempre riproposta di nuovo e di cui qui riporto una mia elaborazione, ho qualche perplessità. Meno male che è un fotomontaggio, altrimenti ci sarebbe da preoccuparci per una tale mamma, dalla cui pancia traspare un tale piedino. La paura, che ogni volta mi prende, è che ella sta per essere sfondata da un figlio, che dovremmo poi chiamare «snaturato». kiki
     L’autore ha voluto mettere certamente enfasi sul valore della maternità e su quello della vita, che si sta formando. Come si fa a volersi disfare prematuramente di una vita mediante l’aborto, visto che tale essere sta simbolicamente bussando alla porta del mondo, nell’immagine, e che in realtà vuole nascere ed è fatto per vedere la luce?
     Ho dovuto pensare alle parole di Davide, che lodava Dio, descrivendo la formazione dell’embrione e il suo sviluppo: «Sei tu che hai formato le mie reni, che mi hai intessuto nel seno di mia madre… sono stato fatto in modo meraviglioso, stupendo… Le mie ossa non ti erano nascoste, quando io fui formato in segreto e intessuto nelle parti più basse della terra. I tuoi occhi videro il mio embrione, e in un libro erano tutte scritte [le mie ossa]; durante molti giorni furono formate, allorquando nessuna d’esse c’era ancora» (Sal 139,13-16). […]

Il resto dello scritto si trova sul sito.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Etic/T1-Vita_prorompe_S&A.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


venerdì 26 ottobre 2012

Halloween alla luce della Bibbia



HALLOWEEN ALLA LUCE DELLA BIBBIA

1.  LE ORIGINI: Molti pensano che Halloween abbia avuto origine con la festa di Ognissanti, ma ciò non è vero. Ognissanti, che ha avuto origine nella chiesa cattolica, veniva inizialmente celebrata a maggio. Nell’anno 834, venne spostata a ottobre, al fine di sovrapporla a un’altra festa, di origine celtica, che aveva luogo l’ultimo giorno di quel mese.
     Per gli antichi Celti l’anno solare iniziava con l’inverno, il 1° novembre, e la fine dell’estate era considerata un evento infausto (principalmente perché si viveva di agricoltura). Quindi il 31 ottobre, ultimo giorno d’estate, era dedicato a una divinità terribile, Samhain, il dio dei morti. Il fatto che questi fosse il dio dei morti non è casuale. Infatti, gli antichi Celti credevano che il regno dei defunti fosse separato da quello dei viventi, e si trovasse in una condizione di spazio e tempo differente. La notte di passaggio tra 31 ottobre e 1° novembre costituiva un momento di transizione non appartenente né all’anno appena terminato, né a quello entrante, ed era dunque il momento ideale per una momentanea congiunzione tra il mondo dei vivi e quello dei morti. In quella notte, dunque, gli spiriti potevano tornare sulla terra, per creare scompiglio e tormentare i viventi. Onde evitare tale problema, i viventi mettevano in atto una serie di rituali di tipo apotropaico, ossia che avevano il fine magico di tenere lontano l’influsso degli spiriti e ogni influenza maligna. Tra questi, c’era l’usanza di offrire cibi, dolci e regali di vario tipo, che venivano portati in offerta e bruciati nelle piazze come sacrificio per placare gli spiriti e impedire loro di nuocere ai viventi. Spesso si sacrificavano anche animali.
     C’è da notare che, oggigiorno, a Halloween i bambini si travestono da mostri e fantasmi, personificando gli spiriti dei defunti, e vanno a chiedere il «dolcetto o scherzetto», come rievocazione della pratica antica di propiziazione degli spiriti.
     Inoltre è attestato che, la notte di Samhain, i Celti d’Irlanda avessero l’abitudine di travestirsi, indossando pelli e ossa di animali. […]

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: Continuazione del primo punto; 2. I simboli; 3. L’occulto; 4. Ciò che dice la Bibbia.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A2-Halloween_Bibbia_Esc.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}




giovedì 25 ottobre 2012

Festa della Riforma o Halloween?



FESTA DELLA RIFORMA O HALLOWEEN?

In vari Paesi del mondo il 31 ottobre d’ogni anno il protestantesimo celebra la «Festa della Riforma» per ricordare il ritorno dei cristiani biblici di quel tempo ai fondamenti della fede cristiana.
     Diversi anni or sono, però, il nostro Paese e quelli europei sono stati travolti da un’ondata pagana e consumistica dal nome di «Halloween», simile per certi aspetti alla nostrana «festa della Befana» e a Carnevale. Il tutto è all’insegna di mostri, streghe, maghi, coboldi, folletti, elfi, gnomi, spiritelli, diavoletti, e così via. Diventa un giorno di consumismo e di trasgressioni varie. Tutto ciò è in netto contrasto con i principi della Riforma, che intendeva evidenziare il trionfo della grazia di Dio proprio sulle potenze del male e del peccato. In tale giorno, in nome del commercio e dell’ideologia pagana, alcuni vorrebbero dare vigore proprio a quelle potenze, che Cristo ha sconfitto: «Egli, avendo spogliato i principati e le potestà ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce» (Colossesi 2,15). [Prosegue nel primo contributo sul sito]

Sul sito seguono contributi dei lettori e le mie eventuali risposte.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Riforma_Halloween_MeG.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


mercoledì 24 ottobre 2012

Questioni intorno alla tribù di Dan




QUESTIONI INTORNO ALLA TRIBÙ DI DAN

L’unica tribù a non essere menzionata in Apocalisse 7,5-8, è quella di Dan; infatti, Efraim, pur mancando nominalmente, porta la nomenclatura di Giuseppe, con cui già al tempo dell’AT fu identificato (cfr. Sal 78,67s; Ez 37,16.19; cfr. anche «Giacobbe» per «Giuda»). Per questo si presume che Dan sia scomparso, non essendoci apparentemente altra spiegazione.

Informazioni storiche
     Si trattava della tribù più piccola per territorio ed era formata da relativamente poche persone (in Gdc 18,11 si parlò di 600 guerrieri mandati in avanscoperta). In seguito, al tempo di Davide, si parlò di 28.600 guerrieri daniti (1 Cr 12,35), che era un numero incredibilmente alto per una tribù così piccola; ciò significava probabilmente che questo era il loro mestiere prevalente, ossia quello di mettersi al soldo di altri.
     Al tempo della conquista, essi abbandonarono l’eredità assegnata dal Signore, non conquistandola neppure, e si trasferirono in una zona all’estremo nord (da Dan a Beer-Sceba; Gdc 20,1; 1 Sm 3,20). Essi diventarono idolatri da subito (Gdc 18,1ss.30s); poi Dan divennero sede di un santuario pagano al tempo di Geroboamo (1 Re 19,29; 2 Re 10,29). Sansone era un Danita (Gdc 13,2ss) e non brillò tanto per moralità.
     Come ci dicono le fonti storiche, i Daniti divennero mercenari dei popoli pagani, per poi mischiarsi (cfr. 2 Cr 2,14), paganizzarsi completamente, e sparire. È probabile che una parte dei Daniti si sia anche confusa irreversibilmente con altre tribù d’Israele, ma di ciò non abbiamo prove. Ricordiamo che i Daniti avevano conquistato una parte di territorio, che probabilmente apparteneva a Efraim o era contiguo con esso. Il legame fra Dan ed Efraim è ribadito nell’AT, con cui venne menzionato (Ger 4,15; + Manasse: Gs 21,5; 1 Cr 6,61; cfr. Gdc 18,2). È, quindi, probabile che i Daniti rimasti, ossia non emigrati come mercenari al soldo di eserciti stranieri, si fossero mischiati completamente con gli Efraimiti o, per l’esiguità, fossero stati contati in Efraim (= Giuseppe), in cui si erano dispersi, senza poter dimostrare la loro reale provenienza con prove genealogiche.

2. Questioni escatologiche
     Probabilmente è per questo che i Daniti non sono più menzionati in Apocalisse 7,5-8. La questione, che sorge, è la seguente: Al loro posto troviamo qui i Leviti? Questi nell’antico Israele non avevano un territorio tribale (Gs 14,4), ma solo alcune città sparse sull’intero territorio d’Israele. Se i Leviti prenderanno il loro posto, ricevendo anch’esse un proprio territorio, le dodici tribù rimarrebbero tali anche senza Dan. Alcune questioni rimangono aperte. […]

Sul sito segue il resto dell’articolo.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Dan_R34.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


lunedì 22 ottobre 2012

Dio è buono




DIO È BUONO

Dio è buono, ma non buonista. È una bontà basata sulla giustizia e sulla verità. Dio viene lodato perché gli uomini «proclameranno il ricordo della tua gran bontà, e canteranno con giubilo la tua giustizia» (Sal 145,7); tale bontà fu vista nella misericordia, nelle compassioni, nella lentezza all’ira e gran benignità verso tutti gli uomini e verso tutte le sue opere (vv. 8s). Anche la bontà e la fedeltà di Dio vanno insieme (Sal 98,3).
     La bontà di Dio viene ricordata in tutta la Bibbia. Il Creatore conserva il mondo e se ne cura. Gesù insegnò: «Egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti»(Mt 5,45). Paolo ricordò agli Ateniesi che «Egli dà a tutti la vita, il fiato e ogni cosa» (At 17,25); e aggiunse che Dio ha «determinato le epoche loro assegnate, e i confini della loro abitazione, affinché cerchino Dio, se mai giungano a trovarlo, come a tastoni, benché Egli non sia lontano da ciascun di noi» (v. 26s).
     Gesù, rivolgendosi ai suoi discepoli, li esortò a non essere patologicamente ansiosi riguardo ai bisogni della vita e al futuro, poiché il Padre celeste, che nutre uccelli del cielo, si prenderà cura dei suoi figli (Mt 6,26s); Egli, che ha creato i gigli dei campi, vestirà molto più i suoi figli (Mt 6,28ss).
     Ricordiamo infine che, per capire Dio nei suoi atti storici in salvezza e in giudizio, non bisogna contrapporre le sue qualità, che ci appaiono antitetiche. Amore e verità, misericordia e giustizia formano per Dio un tutt’uno. La sua bontà si mostra oggigiorno nell’offerta della grazia a chiunque crede nel suo Figlio Gesù Cristo, che Egli nel suo amore per il mondo ha dato in sacrificio per i peccati d’ognuno (Gv 3,16); chi però rifiuta tale dono salvifico, offende Dio, rimane ancora sotto la sua ira e lo incontrerà presto come suo giudice (Gv 3,36).
     Alla bontà di Dio si deve l’appello dei profeti al ravvedimento e alla conversione: «Stracciatevi il cuore, e non le vesti, e tornate all’Eterno, al vostro Dio, poiché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira e pieno di bontà, e si pente del male che manda» (Gioele 2,13).

Il resto dello scritto si trova sul sito.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Dio_buono_Ori.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}



domenica 21 ottobre 2012

Le sedicenti tribù disperse d’Israele? Parliamone



LE SEDICENTI TRIBÙ DISPERSE D’ISRAELE? PARLIAMONE

L’opinione, secondo cui le cosiddette «dieci tribù disperse» d’Israele siano il popolo degli Sciti e, quindi, gli Scandinavi, gli Anglosassoni e tutte le nazioni da essi derivate, non è una questione marginale per alcuni gruppi particolari, ma è, anzi, abbastanza diffusa in certi settori del cristianesimo, sia gentile sia giudaico. Esemplarmente cito dal sito di un gruppo, che si chiama «Christian Assemblies International», il quale pensa che l’eredità culturale degli Inglesi (e del loro impero britannico) sia il retaggio della loro provenienza genetica dal popolo d’Israele.
     «L’Associazione del Popolo Patto [The Association of the Covenant People] nutre la convinzione che i popoli anglo-sassoni, celtici, scandinavi e affini sono gli Israeliti della Bibbia. A causa della loro derivazione israelitica, essi sono gli eredi sia delle benedizioni sia degli obblighi, che Dio ha dato ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe».
     Nel 1919 fu addirittura fondata una «British Israel World Federation (BIWF)» (Federazione mondiale dell’Israele britannico), con l’obiettivo di diffondere il cristianesimo tra il cosiddetto «popolo dell’alleanza», ossia tra gli Anglosassoni, che sono considerati un «Israele nazionale» e che hanno colonizzato intere aree del mondo (USA, Canada, Australia, Nuova Zelanda, ecc.). Di tale organizzazione esistono quindi anche rami nazionali, come ad esempio quello canadese.
     Come si vede, non è una questione marginale. Nel 19° secolo tali idee trovarono una certa diffusione in vari settori del cristianesimo. Tali idee si sono mantenute fino ad oggi negli scritti di vari fondatori di movimenti e nelle opere di escatologia speculativa di vari autori.
     Va da sé che tale concezione abbia anche tratti razziali, poiché identifica «l’Israele nazionale» con i popoli nord-europei, quindi con i bianchi, e con l’impero britannico. Non meraviglia che in tale strumentalizzazione d’Israele e della benedizione di Dio ad Abramo venga vista una giustificazione per la colonizzazione degli Inglesi di vaste aree del mondo mediante l’impero britannico. Non meraviglia neppure che tale concezione possa dare man forte a gruppi razzisti simili al «Ku Klux Klan», che fa della differenza razziale e della superiorità della razza bianca il suo punto di forza (il KKK strumentalizza Gn 9,24-27 e ne abusa); tengo a precisare che l’ideologia dell’«Israele nazionale» e quella del KKK non sono coincidenti.
     Qui di seguito discutiamo l’articolo «Le sedicenti tribù disperse d’Israele.

Sul sito seguono i contributi dei lettori e le mie eventuali osservazioni…
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/T1-Tribu_disperse_Israele_MT_AT.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


venerdì 19 ottobre 2012

Infiltrati con pseudonimi religiosi



INFILTRATI CON PSEUDONIMI RELIGIOSI

ATTENZIONE! Certi personaggi, che si nasconde dietro l’etichetta religiosa, chiedono l’amicizia, per poi fare nell’anonimato la loro malsana opera di dissuasione dalla verità e di indottrinamento con false dottrine.
     Ad esempio, un certo personaggio, che si nasconde dietro l’etichetta religiosa di «Gesù Ti Ama», negli ultimi giorni ha cercato ripetutamente d’iscriversi ai gruppi cristiani e specialmente evangelici, così anche ai gruppi che gestisco io. Gli ho scritto personalmente, ma non mi ha risposto. Metto in guardia da costui, essendo seguace di un defunto santone, Lorber, e ora di una santona di nome Bertha Dudde della stessa specie, che e per lui una mediatrice, un canale trascendentale. Ecco che cosa scrive: «Uno di questi servi e serve del nostro tempo è Bertha Dudde, attraverso la quale Dio Stesso «Riversa il Suo Spirito», cioè attraverso la quale noi veniamo a conoscere la Sua Parola nella forma più pura, per riconoscere il senso e lo scopo della vita terrena e il Suo Piano di Salvezza». Ciò significa che i seguaci di Lorber e di Bertha Dudde leggono la Bibbia alla luce delle «nuove» rivelazioni di costoro. Sono quindi una setta gnostica. Meglio non farsi ingannare dal loro linguaggio, che usa la Bibbia per portare avanti le loro dottrine particolari.

ATTENZIONE! Controlla le tue amicizie, verifica tutti coloro, che hanno un’etichetta religiosa, ed elimina tutti coloro, che non conosci personalmente. I veri cristiani biblici, a meno che non siano in Paesi, dove sono perseguitati veramente e dove la loro vita è in serio pericolo, devono comportarsi secondo Filippesi 2,15: «Siate irreprensibili e schietti, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale voi risplendete come luminari nel mondo, tenendo alta la Parola della vita».
     Un vero cristiano biblico non si presenta sotto mentite spoglie agli altri credenti: «Avete imparato, per quanto concerne la vostra condotta di prima, a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; ad essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente, e a rivestire l'uomo nuovo che è creato all'immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità. Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo, perché siamo membra gli uni degli altri» (Ef 4,22-25).
            Elimina tutti gli account, che hanno nomi biblici come Gesù, Dio, Spirito, Bibbia e simili nell’etichetta, non perché si celi dietro sempre qualche personaggio pericoloso, ma perché ciò contravviene alle regole di Facebook e perché ci si abitua a false etichette…

Il resto dell’articolo si trova sul sito.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Etic/A1-Infiltra_pseudo_relig_Esc.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


giovedì 18 ottobre 2012

Le sedicenti tribù disperse d’Israele



LE SEDICENTI TRIBÙ DISPERSE D’ISRAELE

1.  ENTRIAMO IN TEMA

1.1.  I LUOGHI COMUNI: Uno dei luoghi comuni, che si sentono e leggono in giro, è proprio quello della sedicente perdita delle dieci tribù del regno del nord (Efraim o Israele), che furono deportate nella cattività assira intorno al 722 a.C. Si afferma che, dopo la deportazione dei Giudei in Babilonia (586 a.C.), solo questi ultimi sarebbero tornati in Patria. Si sono creati vari «misteri» intorno alla presunta perdita delle tribù del regno del nord. Tale subdola convenzione ha alimentato la fantasia di romanzi escatologici e fantascientifici. Leggendo in giro, gli uni identificano tali Ebrei persi e dispersi con i Mudjahidin dell'Afganistan, altri con specifiche tribù dai particolari usi e costumi, come gli Sciti. Alcuni vogliono identificarli con le popolazioni del nord Europa, particolarmente con gli Scandinavi e con gli Anglosassoni, specificatamente con gli Inglesi e gli Irlandesi e, perciò, con le popolazioni europee immigrate negli Stati Uniti, nel Canada, nell’Australia e nella Nuova Zelanda. Non manca neppure chi identifica tali Ebrei dispersi addirittura con gli Italiani, eredi degli antichi Romani. E chi più ne ha, più ne metta.

1.2.  LA QUESTIONE: La storia delle 10 tribù d’Israele, disperse in Assiria, ritorna di frequente negli scritti dei gruppi giudaico-messinici, e questa è una cosa che vorrei capire meglio, perché nel sito «imninalu» è uno dei punti fondamentali, su cui l’autore ritorna ben volentieri a sottolineare la «purezza dottrinale» della Casa di Giuda rispetto alla Casa d’Israele, che comunque deve essere ancora tratta dalle nazioni. La Casa di Giuda, invece, grazie all’assurdo assunto di una sua «continua» fedeltà alla Legge, sussisterebbe tutt’oggi e sarebbe pronta a riunirsi alla Casa consorella. In questo intreccio di termini tra Casa, Popolo e Tribù, che noi mischiamo spesso, tale autore invece ne sottolinea le distinzioni, su cui poi costruisce la relativa credenza. {B. C.; 22 gennaio 2009}

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 2. Le risposte; 2.1. Giuda più fedele di Efraim?; 2.2. Le tribù d’Israele erano veramente perse?; 2.3. La situazione al tempo del NT; 3. Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/A1-Tribu_disperse_Israele_R56.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


domenica 14 ottobre 2012

Approfondimento storico-biblico sul rhema



APPROFONDIMENTO STORICO-BIBLICO SUL RHEMA
di Nicola Martella - Edoardo Piacentini

1 ENTRIAMO IN TEMA (Nicola Martella): Abbiamo lungamente scritto sul tema del rhẽma, un termine greco non particolarmente significante, del tutto sinonimo del più conosciuto e ricorrente lógos. Eppure la recente ideologia del rhema, inventata da Kenneth Haghin, ha posto tale termine al centro della propria dottrina. Fa parte della demagogia, anche quella religiosa, di rendere grande ciò, che è piccolo, e di sminuire ciò, che è grande. Fino ad alcuni decenni or sono, nessun credente normale conosceva tale parola; ora è diventata una parola alla moda, uno slogan, un termine tecnico di tale ideologia, con cui si vogliono giustificare come «parola di Dio per l’oggi» presunti messaggi trascendentali.
     A Corinto Paolo ingiunse la seguente regola: «Parlino due o tre proclamatori [gr. profetai], e gli altri giudichino» (1 Cor 14,29). I seguaci del rhema, invece, pretendono che non si debbano mettere in forse né sotto verifica i loro messaggi celestiali, essendo «parola di Dio». Con un tale trucco, si aggiungono dottrine alla Bibbia mediante altre presunte rivelazioni e altre dottrine vengono sminuite mediante tale «filtro» rivelatore (cfr. Ap 22,18s). Con tale arbitrio si finisce a dare spazio a un altro spirito e si predica un altro cristo e un altro evangelo (Gal 1,6ss; 2 Cor 11,3s).
     Come abbiamo visto già altrove, in modo arbitrario si designano i comandi dell’Eterno a Noè come rhema e lo stesso accade per la rivelazione rivolta a Giovanni nell’Apocalisse. Ciò non è serio. È sbagliato proiettare cose inesistenti nella Bibbia, ed è sbagliato designare una rivelazione come rhema, visto che non è un termine tecnico specifico. Rhẽma è un termine greco, mentre la Genesi è stata scritta in ebraico; quindi Noè non poteva ricevere un rhẽma, essendo questa una parola a lui ignota. È scritto semplicemente che Dio parlò a Noè (Gn 6,13; 7,1; 8,15; 9,8.17), gli comandò (Gn 6,22), lo benedisse (Gn 9,1). Altro non c’è scritto, né venne usato un qualche termine specifico.
     La visione di Giovanni non venne mai chiamata rhẽma nell’Apocalisse, per il semplice motivo che in tutto il libro tale termine non ricorre mai! Al contrario, venne usato il termine greco apokalypsis «rivelazione» (Ap 1,1).
     Nella Bibbia si parla, quindi, di «rivelazione» (2 Sam 7,27 nella Settanta c’è qui il verbo apokalyptō) e che «l’Eterno si rivelava» (1 Sm 3,21). Dio parlò in visione (Gn 15,1; Nu 12,6; 24,4), in sogno (Gn 20,3; 31,24; 1 Re 3,5), in manifestazioni naturali (Gn 15,17; Es 19,18; 20,18s; Sal 18,7ss; cfr. 1 Re 19,11ss); in ebraico è scritto letteralmente: «La parola accadde a qualcuno» (Gn 15,4; 1 Sm 15,10; 2 Sm 24,11). Nell’AT e nel NT rhẽma non è mai un termine tecnico, usato dagli scrittori per descrivere, in modo onnicomprensivo, la manifestazione o la rivelazione di Dio. Come vedremo, quando compare, non è dissimile da logos, che è molto più ricorrente.

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 2 Gesù, lógos e rhema; 3. Rhema nel Nt; 4. Rhema nella Settanta.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Rhema_storic-BB_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


giovedì 11 ottobre 2012

È lecito fare il deejay e il predicatore? Parliamone



È LECITO FARE IL DEEJAY E IL PREDICATORE? PARLIAMONE

Solo chi si studia di essere irreprensibile (= al di sopra di ogni riprensione; cfr. 1 Tm 3,2.10; 5,7; 6,14; Tt 1,6s; Tt 2,8), potrà tagliare rettamente la «Parola della verità», senza essere confuso e avendo l’approvazione di Dio (2 Tm 2,15). E solo allora si potrà risplendere «come luminari nel mondo, tenendo alta la Parola della vita» (Fil 2,15).
     In caso contrario, si vivrà continuamente con la coscienza sporca e non avrà autorità biblica nel suo insegnamento e nella pratica della cura pastorale. Nel caso peggiore, però, dove non ci si ravvede, si tenderà a scusare, consciamente o inconsciamente, il peccato negli altri, per giustificare se stesso; similmente si «leggerà» la Parola di Dio col «l’occhio viziato» dal proprio peccato. «Se dunque l’occhio tuo è sano, tutto il tuo corpo sarà illuminato; ma se l’occhio tuo è viziato, tutto il tuo corpo sarà nelle tenebre» (Mt 6,22s).
     Allora, volenti o nolenti, sarà grande la tendenza a storcerne il significato, o almeno ad addomesticarlo, e a predicare un messaggio a propria immagine e somiglianza. Un indizio al riguardo è sentire continuamente, nelle preghiere e dal pulpito, preghiere e discorsi generalizzati, incentrati sul fatto che siamo «tutti» peccatori, che «tutti» necessitiamo di perdono e che Dio ci ami «tutti così come siamo». Grande è la tendenza anche a «spiritualizzare» il proprio stato di peccato e a presentare il tutto come un piano divino, in cui Dio ha una qualche meta misteriosa o ci vuole insegnare qualcosa. Ricordo quel credente e quella credente, che praticavano insieme fornicazione e si scusavano dicendo che leggevano la Bibbia insieme, che pregavano insieme, che Dio è amore e che, quando si ama, si è da Dio. E magari ti dicono pure che stanno parlando del Signore a qualcuno.
     Ricordo quel conduttore di chiesa che alla mia domanda intorno al suo sostegno finanziario, mi rispose candidamente che stava prendendo il sussidio di disoccupazione e s’arrangiava anche con un lavoro in nero. Che cosa poteva egli dire mai a coloro che nella sua comunità affermavano di «arrangiarsi» per vivere e chiedevano un suo consiglio biblico? Come è successo al conduttore della chiesa di Laodicea, avendo egli fatto il callo morale, ci si sente arrivato, soddisfatto e a posto in ogni cosa, mentre la diagnosi del Signore è questa: «…e non sai che tu sei infelice fra tutti, e miserabile e povero e cieco e nudo» (Ap 3,17).
     Qui di seguito discutiamo l’articolo «È lecito fare il deejay e il predicatore?».

Sul sito seguono i contributi dei lettori e le mie eventuali osservazioni…
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Deejay_predica_UnV.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


lunedì 8 ottobre 2012

È lecito fare il deejay e il predicatore?



È LECITO FARE IL DEEJAY E IL PREDICATORE?

1.  LE QUESTIONI: Ho ricevuto un paio di lettere da un credente, che descrivono una particolare situazione e da cui ho ricostruito il seguente quadro di una situazione particolare.
     Caro Nicola, ti presento la seguente questione. Un credente, che chiamiamo qui Rocco, ricopre dei ministeri nella chiesa locale. Ad esempio, suona uno strumento insieme ad altri componenti del gruppo musicale della comunità e guida nel canto. Pian piano ha iniziato ad avere dei ruoli nell’annuncio della Parola, predicando nelle piazze e nella chiesa, e ora è inserito stabilmente nel piano della predicazione della comunità. Rocco viene invitato anche da altre comunità sia per il suo talento musicale, sia per la predicazione.
     Alcuni anni or sono, Rocco era rimasto senza lavoro. Era venuto in contatto con altri due amici, che suonavano in un locale notturno di un altro paese e aveva iniziato anche lui a suonare lì con loro, formando un trio stabile. Durante tale lavoro notturno, Rocco fa anche una specie di deejay, cioè guida le serate allietandole anche con l’incitamento.

Queste sono le mie domande.
     A un fratello, che ricopre dei ministeri nella chiesa locale, è lecito che trascorra la sera e la notte del sabato in un locale notturno, suonando con uno strumento musicale e facendo il deejay? A mio modo di pensare questo non è lecito; ma sono pronto a rivedere il mio pensiero con il vostro aiuto.
     ■ Credo che, quando Rocco prepara lo studio o una evangelizzazione in piazza, preghi di essere guidato dallo Spirito Santo.
     ■ Credo però che, quando fa il deejay, sia guidato dallo spirito del mondo, che c’è particolarmente nelle sale da ballo, promuovendo nella gente tutto ciò, che viene dalla carnalità e dalla concupiscenza del mondo. Secondo Isaia 5,12, lo spirito del mondo offusca la ragione per non far pensare alle cose del Signore.
     A chi gli ha chiesto la ragione, Rocco ha risposto che è l’unico lavoro, che gli permette di portare del pane a casa. Basta rispondere con l’alibi, che bisogna sostenere la famiglia per risolvere tale questione? Perché allora non si trova un altro tipo di lavoro secolare, che potrebbe lo stesso mantenere la famiglia?
     ■ Personalmente non credo che il pane quotidiano, con cui il Signore vorrebbe sostenerci, possa venire da un lavoro, che stimola la carnalità della gente e che non l’aiuta certamente a conoscere il Signore. In Romani 12,2 è evidente l’esortazione, rivolta ai credenti, di stare lontano da quei luoghi, dove viene esaltata la carnalità. E ciò significa che sia ancor meno indicato suonare uno strumento in un locale notturno e fare lì il deejay. {Gino Clacia, ps.; 11-09-2012}

2.  ENTRIAMO NEL TEMA: Non possiamo parlare qui direttamente di tale problema specifico, dovendo conoscere la situazione personalmente, verificando le cose sul posto e chiedendo il punto di vista di altri, ad esempio di Rocco, della moglie, di altri credenti e specialmente dei conduttori di chiesa. Perciò, parliamo qui in generale di qualunque coinvolgimento diretto in un’attività, che è strettamente legata a un ambiente di lavoro, in cui la carnalità, la concupiscenza, lo «sballo» e cose simili stanno in primo piano. Allo stesso modo ci si potrebbe chiedere se un rigenerato possa lavorare in altri ambienti trasgressivi o equivoci per la fede, ad esempio: in un sexy shop come venditore, in un bordello come bodyguard, in un bar per gay o travestiti, in un negozio per droga in Olanda, in una fabbrica di idoli e così via. Un musicista cristiano dovrebbe andare a suonare in un luogo di lussuria? Oppure potrebbe accompagnare con una banda musicale una processione per un cosiddetto santo patrono? […]

Qui abbiamo riportato solo alcuni brani dell’articolo, il resto segue sul sito: Continuazione del secondo punto; 3. Alcuni approfondimenti; 4. Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Deejay_predica_S&A.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


venerdì 5 ottobre 2012

Apparizioni di Maria? Parliamone




APPARIZIONI DI MARIA? PARLIAMONE

     Mariàm di Nazareth: Ella era una semplice donna con un grande coraggio: quello di essersi sottomessa al consiglio di Dio e di aver accettato la volontà divina a ogni costo. Infatti, poteva costarle la reputazione e la vita stessa, mettere al mondo un figlio, che non aveva padre umano. Coraggioso è stato anche Giuseppe di Nazareth, che non la ripudiò, ma la protesse, pur sapendo che il nascituro non era suo figlio, biologicamente parlando. Anch’egli volle sottomettersi alla suprema volontà del Dio sovrano. Dopo i fatti intorno alla natività, Giuseppe di scena, sebbene il suo nome fosse occasionalmente menzionato dai Giudei.
     Mariàm (questo era il suo nome, con cui fu ricordata perlopiù nei manoscritti) comparve occasionalmente, all’inizio del ministero di Gesù (Cana) e specialmente alla fine (passione e morte di Cristo). L’ultima volta fu menzionata prima di Pentecoste, quando gli apostoli e un certo numero di credenti si radunavano, aspettando la realizzazione della promessa (At 1,14). Da Atti 1,15 a Apocalisse 22,21 il nome di Mariàm di Nazareth scompare completamente dalla scena.

     Centro e periferia nel NT: Al centro della dottrina della chiesa (e del NT) c’era assolutamente il Signore Gesù Cristo e nessun altro con Lui o accanto a Lui. Maria è statisticamente e dottrinalmente irrilevante nelle epistole del NT. In tal modo si realizzavano le seguenti parole di Paolo: «Da ora in poi, noi non conosciamo più alcuno secondo la carne; e se anche abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora però non lo conosciamo più così» (2 Cor 5,16). Quindi, dall’ascensione di Gesù al cielo e dalla manifestazione dello Spirito Santo sugli apostoli cominciò l’epoca, in cui le cose precedenti divennero soltanto un ricordo storico, comprese le persone e compreso ciò, che e contemporanei avevano conosciuto di Gesù, quando Egli era in vita. Anche i legami biologici passarono in secondo ordine. Perciò, Paolo, parlando della provenienza di Gesù, ricordò genericamente che è «nato da donna» (Gal 4,4) e che è provenuto, secondo la carne dagli Israeliti o dai padri (Rm 9,3ss). Il legame più forte è stabilito con Davide, quanto alla provenienza carnale (At 13,22s; Rm 1,4), e specialmente con Abramo, di cui è la vera progenie secondo la promessa (Gal 3,16).

     Maria di Roma: Le apparizioni di quella, che possiamo chiamare «Maria di Roma», sono dichiarate molteplici durante il corso della storia. Mistici, visionari, veggenti affermano di averla vista e/o di aver udito le sue parole. Se si confrontano le descrizioni, che ne hanno fatto tali «canali trascendentali», uno indipendentemente dall’altro, ci si rende conto che si trattava di molteplici «Marie» così differenti nell’apparenza, nell’abbigliamento, nella personalità, nelle cose annunciate e così via, che verrebbe spontaneamente da pensare che erano personaggi del tutto diversi. Basta anche guadare le differenti statue e immagini, che sono state prodotte, partendo dalle descrizioni fatte dai visionari, per rendersi conto, che erano personalità del tutto diverse. Addirittura ogni «Maria» aveva una sua «specializzazione» e si occupava di un aspetto diverso. Basta fare un elenco delle varie Marie con ciò che segue: «Maria di / della *** (attributo, specializzazione, luogo, ecc.)».
     Non di rado, si «rivelava» nel luogo (fonte, grotta, costruzione), in cui si manifestava prima una dèa e recepiva le funzioni particolari di tale divinità; così, sulle rovine di un tempio di una divinità femminile nasceva una chiesa mariana (p.es. «Maria sopra Minerva»). I riti, perpetuati precedentemente per tale dèa, venivano semplicemente «marianizzati»; ad esempio, i serpenti, che venivano incantati e portati in processione sulla statua della dèa orientale, ora fanno la stessa cosa su una statua mariana.

Da tutto ciò consegue che «Mariàm di Nazareth» e le varie «Marie di Roma» sono persone e personalità del tutto differenti. Quanto è stato detto qui, si aggiunge all’articolo «Apparizioni di Maria?», che discutiamo qui di seguito. Motto: Non farti ingannare dagli spiriti, che si riciclano secondo le attese dei religiosi!


Sul sito seguono i contributi dei lettori e le mie eventuali osservazioni…
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Maria_apparizioni_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}