sabato 29 giugno 2013

Da Dio può venire solo benedizione?

DA DIO PUÒ VENIRE SOLO BENEDIZIONE?

Un lettore ha reagito al tema «Sofferenza e fede», introducendo un nuovo soggetto. Lo presentiamo qui di seguito, per darvi più completa risposta. Di là da ciò che afferma il mio interlocutore, usiamo l’occasione per approfondire la questione, visto che vanno in giro molti luoghi comuni su questo soggetto.

1. LE TESI: Molte volte ho sofferto nel sentire fratelli e sorelle dire: il Signore mi ha mandato questa prova! Come vedi, non solo le persone accusano Dio, ma accade pure «per ignoranza» nella fratellanza. Non hanno capito che dal Padre può venire solo la benedizione, e che tutto il male viene dal basso! In questa scrittura, che segue, c’è la chiave e la risposta a tutto quello, che ci accade. Bada bene, Paolo inizia col dire «Nessuna tentazione vi ha “colti”». «Nessuna tentazione vi ha colti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscirne, affinché la possiate sopportare» (1 Corinzi 10,13). {Davide Forte; 28-06-2013}



2. OSSERVAZIONI E OBIEZIONI: Ci sono due estremi, da cui guardarsi: ▪ 1. Quelli che attribuiscono ogni male a Dio e rendono Satana solo uno strumento; ▪ 2. Quelli che attribuiscono ogni bene a Dio e ogni male al diavolo. Questa seconda tesi cerca di «giustificare» Dio (teodicea), piegando la verità biblica.
     Al termine «male» ci sono due differenti accezioni: ▪ 1. Azione cattiva intesa a danneggiare con malvagità il prossimo; ▪ 2. Ciò, che produce il male (dolore, pena, malattia, malanno, ecc.) in qualcuno, al fine di sanzionarlo e punirlo. Alla prima categoria appartengono uomini empi e demoni. Un giudice, invece, che infligge una giusta pena a chi è colpevole, non è per questo malvagio. Inoltre, bisogna distinguere fra tentazione (Mt 6,13) e prove (Gcm 1,2s; 1 Pt 1,6s).
     Dio non ha piacere a danneggiare l’uomo nel senso di un’azione arbitraria e crudele. Tuttavia, essendo, il Giudice di tutti, egli giudica, sanziona, infligge pene, punizioni e condanne (cfr. Dt 28,15ss; Gr 11,17; 25,7ss). Ciò può essere nella fattispecie di un danno (Gs 23,15; Gdc 2,15), di una malattia (Dt 29,22; 2 Cr 21,18) e anche della morte (Gn 38,7; 1 Cr 10,14; cfr. 1 Cor 11,30). Quindi, la tesi secondo cui «dal Padre può venire solo la benedizione» è romantica, ma non realista, biblicamente parlando. […]

     Il resto dello scritto segue sul sito
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Dio_solo_bened_MT_AT.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

~~> Discuti questo tema qui o su "Facebook": https://www.facebook.com/notes/puntoacroce/da-dio-pu%C3%B2-venire-solo-benedizione/10151779975552990

mercoledì 26 giugno 2013

Satana è già legato o lo sarà in futuro? Parliamone

SATANA È GIÀ LEGATO O LO SARÀ IN FUTURO? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Satana è già legato o lo sarà in futuro?». Alcuni affermano che Satana, dalla croce in poi, sarebbe già legato nell’abisso e che dà lì darebbe ordini ai demoni, che — stranamente — sarebbero ancora liberi di fare sulla terra ciò, che vogliono.
     Come abbiamo visto, tutto ciò è in contraddizione con l’analisi biblica, con la logica e con l’esperienza. Satana non può trovarsi nell’abisso, visto che attualmente accusa gli eletti dinanzi a Dio giorno e notte (Ap 12,10) e che un giorno verrà gettato definitivamente dal cielo in terra (v. 9). Inoltre, solo chi è libero, può essere afferrato, legato e gettato nell’abisso (Ap 20,2s); quindi Satana è attualmente ancora libero e verrà legato soltanto all’inizio del regno messianico. Per il resto rimandiamo all’articolo. 


Come si potrà notare, alcuni lettori si sono concentrati su alcuni particolari dell’articolo, tralasciando il vero tema. Ciò è immancabile, quando si dialoga con uno strumento come Internet, quando le sensibilità e gli interessi sono diversi, quando si segue una tesi predominante o quando si approfitta dell'occasione per chiarire una questione contingente, che da tempo necessita un chiarimento.
     SI CHIEDE QUINDI DI ATTENERSI STRETTAMENTE AL TEMA DELL’ARTICOLO e non a quanto hanno scritto i lettori su questioni contingenti.

     Sul sito seguono i contributi dei lettori e le mie eventuali osservazioni…
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Satana_legato_Oc.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

~~> Discuti questo tema qui o su "Facebook": https://www.facebook.com/notes/puntoacroce/satana-%C3%A8-gi%C3%A0-legato-o-lo-sar%C3%A0-in-futuro-parliamone/10151773118337990

lunedì 24 giugno 2013

Sofferenza e fede

SOFFERENZA E FEDE

«Non sempre Dio ci aiuta ad aggirare la sofferenza, ma ci aiuta ad attraversarla» (attribuito a Johann Albrecht Bengel, 1687-1752; tradotto e adattato dal tedesco da Nicola Martella).

Chi ha un’immagine lacunosa di Dio e aderisce a un «evangelo a poco prezzo«, crede che Dio sia lo «zio buono», tutto sentimenti e caramelle. Quando, poi, arrivano le sofferenze si trovano sconcertati, come se accadesse qualcosa di innaturale e anormale in questa vita.
     Le reazioni alla sofferenza sono le più diverse. Allora, alcuni si mettono a dubitare dell’amore di Dio. Oppure cominciano a dubitare di se stessi, come se la loro fede non fosse realmente vera. Altri dediti al misticismo troveranno la facile via di vedere in ciò una specie di demonizzazione e cercheranno il prossimo santone unto, per farsi togliere la presunta maledizione. Altri ancora si allontanano da Dio o cadono in un buco nero di depressione e auto-commiserazione.
     Le sofferenze fanno assolutamente parte della vita, anche di quelle dei credenti, nessuno escluso. I motivi perché soffriamo sono vari. A volte ciò dipende dalle nostre scelte sbagliate. Altre volte dagli altri, che ci trattano con malvagità. Altre volte ancora le sofferenze vengono dal fatto che viviamo in un mondo affetto da corruzione e peccato. Poi, ci sono i casi in cui Dio ci manda sofferenze per metterci alla prova (cfr. Giobbe), per motivi di disciplina, per purificarci e così via. Ci sono altri casi, in cui Dio vuole che ci facciamo bastare la sua grazia. Ci sono, inoltre circostanze, in cui Satana chiede a Dio di poterci vagliare.
     Mi fermo qui per dare ai lettori occasione di completare il quadro esistenziale e biblico e di dare anche la loro personale testimonianza in merito.
 


Per l’approfondimento biblico (Il senso di questa lista di versi è di stimolare la riflessione dei lettori, per aiutarli formulare contributi confacenti al tema): 2 Corinzi 12,8s; Geremia 30,15; Giobbe 1,9ss; 2,4s; Luca 22,31s; Romani 8,18.22s; 2 Corinzi 1,6; 2 Timoteo 2,3; Ebrei 2,10; 1 Pietro 4,12ss; 5,8s. I brani si trovano scritti per esteso sul sito.

     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Soffer_fede_Avv.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

sabato 22 giugno 2013

Evangelo del successo e dintorni

EVANGELO DEL SUCCESSO E DINTORNI

Di Antonino e Nunzio Lo Nardo - Nicola Martella

1. ENTRIAMO IN TEMA: In un gruppo in Internet, a cui sono iscritto, ho letto alcuni scritti, a cui ho fatto qualche osservazione. Già qualche volta mi era saltata all’occhio l’insistenza di Nunzio Lo Nardo sull’amore di Dio, ponendo le questioni in modo unilaterale, ossia tralasciando completamente la questione della verità e della giustizia. [Tagliare dritto fra amore e verità] Non credevo che sotto tali asserzioni piene di «pensiero positivo» si nascondesse un’intera concezione ideologica della «dottrina del successo», a cui s’affianca il cosiddetto «evangelo della prosperità». Ciò è corroborato, ora, dalle asserzioni di Antonino Lonardo, secondo cui l’Onnipotente viene relegato alla funzione di una specie di distributore automatico di benedizioni. Parto dai loro scritti per fare alcune osservazioni e obiezioni.
     Ricordo che la «dottrina del successo» e «l’evangelo della prosperità» non sono altro che l’adattamento carismaticista del «pensiero positivo» di matrice gnostico-esoterica. Ma chi propone tale ideologia esoterica cristianizzata, spesso non ne conosce la genesi e la crede (e la propone) come presunta dottrina cristiana. Non a caso tutto ciò si connette a un cosiddetto «evangelo a poco prezzo», che parla dell’amore di Dio e dei suoi benefici, rendendo l’Eterno una specie di «zio buono». E così facendo, si tralascia la verità e la giustizia e, quindi, il giudizio di Dio e la necessità di ravvedersi e convertirsi, di pendere un serio e santo impegno verso l’Onnipotente, per poi servirlo con impegno come Signore della propria vita.



2. DIO AL SERVIZIO DELL’UOMO?

2.1. LE TESI: Dio vuole che la nostra vita sia piena di benedizioni in ogni campo. Niente è lasciato fuori. Dio non dice: «Potrei benedire la tua vita». Ma dice: «Voglio benedire ogni campo della tua vita. E lo farò». Gran parte della Bibbia ci parla del desiderio di Dio di riempire la nostra vita di benedizioni e di vittorie. {Antonino Lonardo; 21-06-2013}

2.2. OSSERVAZIONI E OBIEZIONI: Antonino Lonardo, potresti indicare con precisione dove si trova il seguente verso: «Voglio benedire ogni campo della tua vita. E lo farò», riferito ai credenti del nuovo patto?
     Io posso citare invece un altro verso, che veramente c’è nella Bibbia e recita: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza» (2 Cor 12,9). Per la risposta di Paolo basta leggere i vv. 9b-10.
     Il piano di Dio prevede la sua presenza oggi nella vita del credente e la sua cura paterna, ma il grosso delle benedizioni sono celesti (Ef 1,3s), quindi riservate per il futuro, quando Cristo ritornerà e adempirà ogni cosa. Questo è primariamente il tempo della santificazione e del servizio, cose che richiedono ambedue impegno e sacrificio, in vista del compimento della salvezza e delle benedizioni di Dio.
     Leggendo la Scrittura, Dio dice in vari luoghi: «Voglio essere servito da te in ogni campo della tua vita. Fallo» (cfr. Dt 11,13). Oppure detto con le parole bibliche: «Ed ora, Israele, che chiede da te l’Eterno, il tuo Dio, se non che tu tema l’Eterno, il tuo Dio, che tu cammini in tutte le sue vie, che tu l’ami e serva all’Eterno, che è il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua, che tu osservi per il tuo bene i comandamenti dell’Eterno e le sue leggi che oggi ti do?» (Dt 10,12s). Gran parte della Bibbia ci parla del desiderio di Dio di essere servito come Signore. Oggigiorno, però, Dio viene reso lo «zio buono», che serve l’uomo.
     Come vediamo la sacra Scrittura mette Dio al centro e il servizio per Lui; questo richiede un impegno serio e costante. L’umanesimo cristianizzato mette l’uomo al centro e i benefici, che può trarre dalla fede. Questo è un «evangelo a poco prezzo».

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 3. Un evangelo facile, facile?; 4. L’obiettivo della fede è il successo?
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Evang_succ_Car.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

martedì 18 giugno 2013

Tagliare dritto fra amore e verità

TAGLIARE DRITTO FRA AMORE E VERITÀ

Una forbice ha due parti, ambedue necessarie per tagliare. Così è per tagliare rettamente la «Parola della verità»! Necessitiamo dell’amore nella verità e della verità nell’amore. La lettura di un breve scritto di un credente in rete mi ha spinto a rispondergli come segue.

1. LE ASSERZIONI (Nunzio Lo Nardo): Pietro ci dice di «mostrare un amore speciale per il popolo di Dio».
     Paolo gli fa eco con le parole: «Quando abbiamo l’opportunità di aiutare qualcuno, dovremmo farlo. Ma dovremmo dare una speciale attenzione a coloro, che sono nella famiglia dei credenti».
     Perché Dio sottolinea che dobbiamo avere speciale amore e attenzione verso gli altri credenti? Perché hanno la priorità nell’Amore. Perché Dio vuole che la Sua famiglia sia nota per il suo Amore più che per qualsiasi altra cosa. Gesù ha detto che il nostro amore degli uni per gli altri — non le nostre credenze dottrinali — è la nostra maggiore testimonianza per il mondo. Egli disse: «Il vostro forte amore degli uni per gli altri dimostrerà al mondo che voi siete miei discepoli».
     Non importa ciò che dico, ciò che credo e ciò che faccio: senza amore sono un fallito (1 Corinzi 13,3). {15-06-2013}

2. OSSERVAZIONI E OBIEZIONI (Nicola Martella): Le intenzioni sono buone e ci sono in tale scritto diversi spunti positivi. Ad alcuni aspetti di tali tesi rispondo come segue.
     In quale brano Pietro, Paolo e Gesù affermano ciò, che si attribuisce loro? Mettiamo i riferimenti, così diamo opportunità agli altri di vedere il contesto! […]
     Si formula la seguente tesi: «Non importa ciò che dico, ciò che credo e ciò che faccio: senza amore sono un fallito». Essa è formulata in modo infelice. È vero che senza l’amore, le cose hanno meno valore nel loro effetto riguardo alle persone, che dicono, credono e fanno, ma non in se stesse. Le cose vere rimangono tali comunque! La Bibbia non dice mai che non sia importante le cose che diciamo, crediamo e facciamo! […]
     Credere: «Se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore, e avrai creduto col cuore che Dio l’ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti col cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati» (Rm 10,9s). Qui credere e dire (= confessare pubblicamente) vanno insieme.
[…]
     Validità assoluta: La verità, la giustizia e la sana dottrina sono valori veraci in sé e che non vengono sminuiti dai nostri sentimenti. Essi valgono anche in tempi, in cui li pratichiamo per dovere, senza avere al momento la giusta motivazione. «Se lo faccio volenterosamente, ne ho ricompensa; ma se non lo faccio volenterosamente è pur sempre un’amministrazione, che m’è affidata» (1 Cor 9,17; cfr. v. 16).
[…]
Siamo chiamati a tagliare «rettamente la Parola della verità» (1 Tm 2,15). Tagliando una lunga stoffa, quasi dritto all’inizio può essere del tutto storto alla fine. Buon discernimento!

     Questa è una sintesi, l’intero scritto si trova sul sito. [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Disc/A1-Taglia_dritto_ama-ver_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


domenica 16 giugno 2013

Satana è già legato o lo sarà in futuro?

 SATANA È GIÀ LEGATO O LO SARÀ IN FUTURO?

Una lettrice mi ha scritto quanto segue: Nicola, mi potresti aiutare su un argomento, che mi sta a cuore? Parliamo di Satana. Questi, dopo la morte di Gesù, ha ricevuto una ferita mortale, cioè è stato vinto! Alcuni vanno oltre e asseriscono che non è più libero, ma sarebbe rinchiuso; nell’aria ci sarebbero solo i suoi seguaci, gli spiriti maligni.
     La mia domanda è la seguente: Satana è attualmente libero sulla terra? Praticamente, tali persone credono che, subito dopo la morte di Gesù, Satana sia stato rinchiuso e che ora opererebbe sui figli della disubbidienza dal luogo sottoterra, dove si troverebbe, e da lì comanderebbe ai suoi seguaci di fare del male. Tuttavia, come e possibile, se queste cose devono ancora avvenire?
     Nicola, dammi chiarimenti in merito per favore con versi biblici, anche se mi è chiaro che non è così, come mi è stato detto! {R.R., ps.}

     Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondo come segue:

1. ENTRIAMO IN TEMA: Che Satana sia attualmente rinchiuso nell’abisso, come alcuni affermano, nasce da alcuni equivoci, basati sulla versettologia indebita, ossia sulla commistione di versi biblici, che non c’entrano nulla gli uni con gli altri. Tutto ciò è, quindi, il frutto della mancanza di conoscenza biblica. A ciò si aggiunga il falso sillogismo, ossia si arriva a conclusioni sbagliate, partendo da dati incerti, fasulli o mal’interpretati.
     L’apostolo Pietro parlò del fatto che «Dio non risparmiò gli angeli, che avevano peccato, ma li inabissò, confinandoli in antri tenebrosi per esservi custoditi per il giudizio» (2 Pt 2,4); subito dopo parlò di Noè e del diluvio universale. Anche Giuda, ricalcando Pietro e forse le predicazioni del tempo, affermò: «Egli ha pure custodito nelle tenebre e in catene eterne, per il gran giorno del giudizio, gli angeli, che non conservarono la loro dignità e abbandonarono la loro dimora» (Gd 1,6).
     Tali «angeli» sono quelli, che in Genesi 6,2 vengono chiamati «figli di Dio», termine che nell’AT indica sempre una certa categoria di esseri celesti, di cui Dio si serve come messaggeri (cfr. Gb 1-2). Quand’è che Dio ha rinchiuso tali angeli nell’abisso in attesa del giudizio? Pietro e Giuda non lasciano dubbi: subito dopo il misfatto di essersi accoppiati con le donne (o «figlie degli uomini»). Per approfondimento si vedano i seguenti temi di discussione: I «figli di Dio» in Genesi 6: uomini o esseri celesti?I «figli di Dio» in Genesi 6: la tesi occultistica.
     Dopo tale evento, però, troviamo quanto segue in uno dei libri più antichi della Bibbia, ossia Giobbe, che è da collocare fra il diluvio e Abramo: «Ora, accadde un giorno, che i figli di Dio vennero a presentarsi davanti all’Eterno, e Satana venne anch’egli in mezzo a loro» (Gb 1,6; 2,1). Quindi, Satana (= ebr. «avversario») non era nel numero di tali «angeli», che furono imprigionati nell’abisso.
     Si noti che Pietro stesso affermò che attualmente «angeli, principati e potenze» sono sottoposti a Gesù Cristo in cielo, dove Egli è seduto alla destra di Dio (1 Pt 3,22). Quindi, tali categorie hanno accesso ancora ora al cielo.

     Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 2. È Satana un «angelo»?; 3. Dalla croce in poi; 4. La fine dei tempi; 5. Alcune applicazioni.
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Satana_legato_Esc.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}






lunedì 10 giugno 2013

Carboni accesi sul capo

CARBONI ACCESI SUL CAPO

1. LE QUESTIONI: Un lettore del mio sito mi ha posto le seguenti problematiche, su cui ha desiderato avere un mio parere.
     Caro Nicola, tu hai parlato di alcune immagini presenti nella Scrittura, ad esempio «accendere carboni sul capo di qualcuno». [In tutte le cose o in tutte le maniere?: Tra traduzione letterale e dinamica] Proprio a proposito di quest’ultima immagine desidero un tuo parere su quanto ti riporto sotto. Grazie per il riscontro.
     «Se il tuo nemico ha fame, dagli del pane da mangiare; se ha sete, dagli dell’acqua da bere; perché, così, radunerai dei carboni accesi sul suo capo, e il Signore ti ricompenserà» (Pr 25,21s).
     Il concetto «radunerai dei carboni accesi sul suo capo» è solitamente interpretato come capacità persuasiva, per ammorbidire il cuore del nostro nemico, risultato delle «nostre opere di bene» (dare da mangiare, dare da bere), che possiamo rendergli.
     Senza voler sminuire gli effetti (di persuasione, di buona testimonianza) delle nostre «buone opere», capaci di trasformare anche il cuore del nostro nemici, il nostro approccio con la Parola deve sempre essere legato al contesto esegetico del brano. Infatti, questo versetto verrà poi ripreso dall’apostolo Paolo nell’epistola ai Romani 12,20: «Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all’ira di Dio; poiché sta scritto: “A me la vendetta; io darò la retribuzione”, dice il Signore. Anzi, “se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo”. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene» (Rm 12,19ss). L’invito, che l’apostolo fa, è diretto all’astenersi dalle nostre vendette e, quindi, soprattutto cedere il posto all’ira di Dio, perché Lui darà la retribuzione. Quindi possiamo ben affermare che il nostro agire (dare da mangiare, dare da bere) sia un modo, attraverso cui noi non ci sostituiremo al Signore (vedere anche Giacomo 1,20 «L’ira dell’uomo non promuove la giustizia di Dio»), ma stiamo lasciando spazio al suo intervento.
     Il significato dei carboni accesi è, infatti, sempre riferito al giudizio di Dio. Ecco alcuni esempi: «Allora la terra fu scossa e tremò, le fondamenta dei cieli furono smosse e scrollate, perché egli era acceso d’ira. Un fumo saliva dalle sue narici e un fuoco divorante gli usciva dalla bocca; da lui sprizzavano carboni accesi» (2 Sm 22,8s). «Fa’ che la testa di quanti mi circondano sia coperta dalla perversità delle loro stesse labbra. Cadano loro addosso carboni accesi; siano essi gettati nel fuoco, in fosse profonde, da cui non possano più risorgere» (Sal 140,9s). In questi passi ben possiamo evidenziare come l’ira del Signore venga descritta come con l’espressione «carboni accesi». {P. I.; 07-06-2013}
[…] 


3.  RIPOSTE ALLE TESI: La locuzione «radunare carboni accesi sul capo di qualcuno» non ha a che fare primariamente con una presunta «capacità persuasiva», facendo del bene al nostro nemico.
     C’è da notare che Paolo in Romani 12,19ss non fa l’esegesi di Proverbi 25,21s, ma se ne serve solo come pezza d’appoggio per il suo discorso, il cui succo è il seguente: non fare le tue vendette, ma vinci il male col bene, lasciando il resto all’arbitrio di Dio. Affermare che, facendo del bene al nostro nemico, stiamo lasciando spazio all’intervento divino, può essere vero in parte; quando desistiamo dal fare da noi, permettiamo a Dio di agire a modo suo e nei suoi tempi. Tuttavia, in Proverbi 25,21s non è scritto che sarà Dio a radunare «carboni accesi sul suo capo», ma lo fa il credente. A ciò si aggiunga che Paolo affermò che, rinunciando noi alle nostre vendette, diamo spazio alla vendetta e alla retribuzione di Dio verso gli empi. Quindi, egli esortò all’azione benefica nella prospettiva che Dio agirà presto da giudice, se non ci sarà un sincero ravvedimento.
     È vero che si parla di carboni accesi in riferimento al giudizio di Dio, ma tali esempi (2 Sm 22,8s; Sal 140,9s) sono fuori luogo, non spiegando Proverbi 25,21s, dove è il credente ad accumularli sul capo dell’empio, non Dio! In tali brani, citati dal lettore, l’effetto non deriva dal fare noi il bene ai nemici, vincendo il male col bene, ma si tratta di un giudizio distruttivo e senza appello.
[…]
     Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 2. Come nascono le immagini retoriche e i modi di dire?; 4. La via per una soluzione; 5. Aspetti conclusivi.
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Carboni_accesi_R12.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

sabato 8 giugno 2013

Felicità, intraprendenza e responsabilità

FELICITÀ, INTRAPRENDENZA E RESPONSABILITÀ

«Quando la felicità arriverà a casa tua e suonerà, abbi almeno la bontà di alzarti e di aprirle la porta, prima che se ne vada e per sempre» (Nicola Martella; fonte: http://puntoacroce.altervista.org/+Umor/Umor_F_Mds.htm, al lemma «Felicità per pigri»).
 


1. Apatia esistenziale
     C’è una fascia sociale nostrana composta di ragazzi e giovani adulti, i quali hanno avuto tutto dai genitori e che sono più fortunati di milioni di altri ragazzi, che in tutto il mondo non hanno ciò, che possiedono loro. Eppure tali giovani hanno rinunciato da noi a ogni prospettiva, non cercandone una e vivendo ogni giorno così come viene.
     Vorrebbero una soluzione dall’alto, ma che non li impegnino molto. Essi pensano che tutto è dovuto loro; e, non avendo ciò, che desiderano, rinunciano a cercare. Come recita un proverbio, vorrebbero «il letto fatto e la gelosia d’amore»; oppure «la botte piena e la moglie ubriaca». In tal modo, abituati all’apatia, all’edonismo e al «dolce far niente», diventano un costo sociale per la collettività del presente e del futuro.

2. Alcuni rischi
     Uno dei rischi è che tali giovani, abituati a far nulla e a non cercare prospettive, non saranno in grado di venire a capo della loro vita. Invece di prendersi le responsabilità, cercheranno le vie più facili, se non addirittura la cultura dello sballo continuo. In tal modo, essi rischiano di cadere nella totale indigenza e di diventare un serio problema per le loro famiglie e per la società.
     Un altro dei rischi è che seguano quel demagogo di turno, che prometterà di dare loro ciò, che desiderano. Essi abbracceranno ideologie forti, pensando di diventare qualcuno. Tale ideologo sfrutterà i loro aneliti e i loro bisogni, per accreditarsi, per costruire il suo potere e per aggiogare prima loro e poi gli altri. È così che nascono le dittature, le dipendenze, le nuove schiavitù e la militanza in gruppi politici e religiosi dalle ideologie estreme e sanguinarie.
     Infine, c’è anche il rischio di cercare vie facili, per avere ciò che si vuole, ossia quelle della delinquenza, del crimine e del sopruso a spese degli altri.

Sul sito seguono i seguenti punti: 3. Cercare la propria via; 4. Alcuni insegnamenti biblici.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Prob/A1-Felic_respons_Sh.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

mercoledì 5 giugno 2013

Verità emancipante



VERITÀ EMANCIPANTE

«Chi comprende la dottrina di Cristo, ha la stessa sensazione come un uccello, che fin lì non sapeva di avere delle ali e che ora, improvvisamente, si rende conto che può volare, essere libero e non aver più bisogno di temere» (Leo Tolstoj).

Abbiamo letto tante storie di animali, che sono cresciuti con altri di specie diversa e che, perciò, si credevano di essere uguale a tali altri animali. Ci ricordiamo del «brutto anatroccolo» che, diventato cigno, si rese conto della sua identità solo quando vide altri cigni, con cui finalmente poté identificarsi. 



Qui abbiamo a che fare con un uccello, che non è cosciente di avere delle ali, magari perché gli animali con cui vive, non ne hanno. Poi, un giorno, viene a contatto con altri uccelli della stessa specie e nota che essi hanno le ali e che con esse possono volare. Improvvisamente diventa cosciente che anche lui ha le stesse ali e sente inconsciamente l’impeto di usarle, per seguire i suoi simili, che si alzano in volo. Dopo i primi goffi tentativi, si libra in volo e diventa naturale staccarsi da terra e avere un’altra prospettiva della realtà: dall’alto.
     Similmente accade a quella persona, che finalmente scopre l’insegnamento di Cristo, ossia che la salvezza è per grazia mediante la fede in Cristo, il Figlio di Dio. Nel momento che accetta Gesù come proprio Salvatore e Signore, si rende conto che è salvato per il sangue di Cristo, giustificato da Dio, rigenerato dallo Spirito Santo. Non deve far più nulla per guadagnarsi la salvezza, né deve più temere la santa ira di Dio o il giusto giudizio del Signore.
     Come per l’uccellino, che diventa uccello, il credente ottiene ali forti, che lo possono sorreggere. […]

     Il resto dello scritto si trova sul sito.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Disc/T1-Verita_emanci_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

martedì 4 giugno 2013

Musica e canto nella devozione cristiana

MUSICA E CANTO NELLA DEVOZIONE CRISTIANA

di Nicola Martella - Antonio Capasso

1. ENTRIAMO IN TEMA {Nicola Martella}: Il titolo originario parlava dell’adorazione cristiana. In fase di revisione abbiamo preferito allargare il campo all’intera devozione cristiana, essendo che musica e canto servono (nel culto e fuori di esso) anche per pregare, supplicare, meditare, ringraziare, edificare, esprimere la comunione fraterna e, non per ultimo, anche per insegnare dottrine bibliche fondamentali.
     I credenti di tutti i tempi hanno cantato la fede nel loro Dio, per glorificarlo. E in tutti i tempi c’è stata la tendenza di adeguare i propri gusti al «mondo»; alcuni, poi, hanno attinto dal «fuoco estraneo». In ogni tempo gli uomini di Dio hanno cercato di tenere distinto il «sacro» dal «profano»; altri, ne hanno fatto una commistione, sia nella musica che nei testi.
     Oggigiorno, all’interno della cosiddetta «musica cristiana» si propone testi scarni di dottrina biblica, slogan ripetitivi e quasi banali, sentimentalismi assortiti, eccitazioni psichiche, il tutto accompagnato da volumi alti, ritmi frenetici e quant’altro, che inducono a moine, a danze tribali, a tremolii e così via. Dal teocentrismo e cristocentrismo si è passati a un umanesimo tinteggiato di cristianesimo e all’antropocentrismo. Dal voler sapere e predicare solo Cristo e Lui crocifisso (1 Cor 1,23; 2,2), si è passati al sensualismo estatico, che dice: dammi, fammi sentire, toccami, abbracciami, eccetera. Invece della santificazione, che porta a una vita santa, pura e irreprensibile, si cercano emozioni psico-religiose, euforia mistica, bei sentimenti, eccitazioni esaltanti, divertimento collettivo e spettacolare.
     A ciò si aggiungano voglia di intrattenimento, narcisistica esibizione, recitazione, teatralità e divismo. Mentre i contenuti da cantare diventano sempre più poveri e il messaggio cristiano è ridotto a slogan, che accontentano tutti, la tecnica sofisticata, i generi musicali in voga e gli effetti speciali la fanno da padrone. La comunione fraterna e la predicazione della Parola vengono sostituite da una terapia di gruppo, chiamata «concerto cristiano» o simile. Invece di tornare a casa edificati nello spirito dall’esortazione e dall’istruzione della sacra Scrittura, che compunge e convince, si esce da una tale manifestazione sonora «sfogati» nella psiche, dopo tali sensazioni, brividi ed eccitamenti. Le uniche parole sentite sono quelle, con cui moderni menestrelli — in veste di «profeti di pace (o dell’armonia psico-mistica)» e di «maestri di misteri» di una fede, che è ridotta al minimo quanto a contenuti di verità e che, perciò, accontenta tutti, credano quel che credano — lisciano l’animo sensibile degli spettatori, accarezzano il loro narcisismo, tranquillizzano gli astanti e dicono loro che tutto va bene, che possono continuare a fare ciò, che vogliono, visto che Dio come uno «zio buono» li ama comunque, a Lui gli vanno bene così come sono e chiede loro solo di mostrargli buoni sentimenti.


2. ADORAZIONE E MUSICA {Antonio Capasso} […]

2.2. ADORARE ATTRAVERSO LA MUSICA CRISTIANA: «I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, poiché il Padre cerca tali adoratori» (Gv 4,23).
     Il primo articolo del «Catechismo di Westminster» (1648) afferma: «Qual è lo scopo principale della vita umana? Lo scopo principale della vita umana è dare gloria a Dio e godere per sempre della sua presenza». Quindi, dare gloria a Dio è lo scopo primario della vita umana. Se l’uomo è stato creato per glorificare Dio, quanto più è chiamato l’uomo rinato in Cristo ad adorare Dio. Tutto del nostro essere deve adorare e glorificare Dio: «Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun’altra cosa, fate tutte le cose alla gloria di Dio» (1 Cor 10,31). In questa sede però, vorrei parlare del culto, che offriamo a Dio attraverso la musica cristiana.
     Credo che sia sotto gli occhi di tutti (in particolare di coloro, che sono convertiti da molti anni), che nelle chiese in questi ultimi tempi si sta affermando sempre di più un modo nuovo di fare musica cristiana. Sempre di più si assiste all’introduzione nel culto di generi musicali come rock, metal, metalcore, hardcore, amocore, punk-rock, crossover, funk, regge, hip-hop, tecno-dance, ecc. E tutto questo avviene allo scopo di soddisfare i gusti e le tendenze delle nuove generazioni. Ecco perché nelle chiesa, si vedono sempre di più impianti sonori all’avanguardia, persone specializzate nel canto, musicisti professionisti, tecnici del suono e cosi via.

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: Continuazione del 2° punto; 3. Musica sacra o profana? {Antonio Capasso}
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A2-Music_canto_devoz_Esc.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

ATTENZIONE! Questo articolo ha un carattere specialistico e non è per tutti. Per favore, non intervenire se, dopo aver letto l’intero articolo sul sito, ti rendi conto che ti manca la necessaria competenza in merito!