martedì 29 gennaio 2013

Per Branham l’inferno non è eterno

PER BRANHAM L’INFERNO NON È ETERNO

W.M. Branham non credeva che l’inferno sarà eterno. Ecco quanto riporta un certo «Angelo Liberato», etichetta di fantasia dietro cui si nasconde Mariano Guagliardo, pastore d’una chiesa branhamita di Bolognetta (PA). Chi lo conosce, afferma che è in rete anche con altri pseudonimi, anche femminili, di cui omettiamo qui l’elenco. Alle sue asserzioni, contenute in un suo testo comparso in rete a nome di «Angelo Liberato», seguono le mie osservazioni e obiezioni, e cioè punto per punto.

1.  CHE COS’È L’ETERNITÀ?
     La tesi (Angelo Liberato): Di «eterno» c’è solo uno: Dio. La parola «eterno» significa: «senza inizio e senza fine». E solo Dio è senza inizio e senza fine. Tutte le altre cose hanno avuto un inizio e, quindi, non possono essere eterne. E quando Dio è in noi, allora noi diveniamo eterni, a motivo che in noi c’è la vita eterna.

     Osservazione e obiezione (Nicola Martella): Tutto ciò si basa su un sofisma ideologico preconcetto di chi non è capace di fare un’analisi esegetica e linguistica della Bibbia. È sbagliato asserire che il termine «eterno» intenda «senza inizio e senza fine», ma significa «ciò che perdura nel tempo senza interruzione né termine», quindi ciò, che è perpetuo, perenne, continuo, intendendo dal suo inizio in poi per le cose create.
     A ciò si aggiunga che nella Bibbia esiste già concettualmente una diversità di eternità. C’è una «eternità assoluta», che solo Dio possiede; ed esiste una «eternità relativa», che possiedono le creature create dal punto, in cui sono sorte. Inoltre, nessuna creatura diventa eterna, ma vive in eterno. La «eternità assoluta» è espressa nella Bibbia con la locuzione «ab eterno in eterno» (o dall’eternità all’eternità), è riservata solo a Dio e nessuna creatura potrà mai dirlo di se stessa. Poi, esiste una «eternità relativa», che nella Bibbia è espressa con la locuzione «da ora in eterno» o anche «in eterno», ossia da quando è sorta in poi; questa è la condizione di tutti gli esseri celesti, del diavolo e dei suoi angeli, di tutti gli uomini e dei luoghi trascendentali (Cielo, Paradiso, Ades, Stagno di fuoco).

2.  LE COSE PREPARATE NON SONO ETERNE?
     La tesi (Angelo Liberato): Branham prende la Scrittura di Matteo 25,41, dove Gesù dice che l’inferno fu «preparato». Ora, una cosa è «preparata», perché prima non esisteva. Questo, dunque, esclude che l’inferno sia eterno.

     Osservazione e obiezione (Nicola Martella): Questo falso sillogismo si basa su false premesse riguardo al concetto di «eterno» nella Scrittura. Abbiamo parlato sopra di «eternità assoluta», riservata solo a Dio, e di «eternità relativa», che è inerente agli esseri celesti e ai luoghi trascendentali. Nella Bibbia anche le cose «preparate» (gr. hetoimázō) da Dio durano per sempre, partendo dal punto in poi che vengono all’esistenza. Nello stesso contesto, anche «il regno… è stato preparato fin dalla fondazione del mondo» (Mt 25,34), eppure non finirà mai (Lc 1,33; 2 Pt 1,11). Ciò vale anche per la salvezza (Lc 2,30s), per le cose invisibili e inaudite, che «Dio ha preparate per coloro, che l’amano» (1 Cor 2,9), per la città celeste per i credenti (Eb 11,16; cfr. Gv 14,3). Ciò vale anche per «i vasi di misericordia, che [Dio] aveva già innanzi preparati per la gloria» (Rm 9,23). Perciò, ciò vale anche per il «fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli» (Mt 25,41) e per i «vasi d’ira preparati per la perdizione» (Rm 9,22). Quindi, anche le cose preparate sono considerate nella Bibbia senza fine, dal punto in poi, in cui sono sorte. Quindi, anche il fuoco dell’inferno è considerato da Gesù eterno.

SUL SITO SONO PRESENTI INOLTRE I SEGUENTI PUNTI: 3. Eterno e nei secoli dei secoli; 4. Gesù e l’inferno; 5. Autoestinzione infernale; 6. Profeta e maestro di falsità; 7. Non andare all’inferno.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Branham_inferno_Esc.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
  

lunedì 28 gennaio 2013

L’agricoltura e sue similitudini per la sequela

L’AGRICOLTURA E SUE SIMILITUDINI PER LA SEQUELA

1. Dio e gli agricoltori
     Sembrerà strano, ma Dio si occupa di agricoltura. È Scritto: «L’agricoltore ara egli sempre per seminare? Rompe ed erpica egli sempre la sua terra? Quando ne ha appianata la superficie, non vi semina egli l’aneto, non vi sparge il comino, non vi mette il frumento a solchi, l’orzo nel luogo designato, e il farro entro i limiti ad esso assegnati? Il suo Dio gl’insegna la regola da seguire e l’ammaestra» (Isaia 28,24ss). Poi seguono altre istruzioni pratiche, per poi terminare così: «Anche questo procede dall’Eterno degli eserciti; meravigliosi sono i suoi disegni, grande è la sua sapienza» (vv. 27ss).
     Si parla anche della disperazione degli agricoltori, quando il raccolto, che avrebbe assicurato la vita loro e delle loro famiglie, è andato a male (Gioele 1,11s). In tali contesti si parla del giudizio di Dio verso un popolo malvagio, insensibile ai suoi richiami e impenitente, a cui Dio sottrae le risorse, per portarlo al ravvedimento.

2. Applicazioni spirituali
     Non meraviglia che l’agricoltura sia stata presa come similitudine per la vita spirituale e morale. Esse riguardano i cuori paragonati a terreni differenti e la pazienza nell’attesa del Signore. […]

3. Lezioni particolari
     Due specifiche istruzioni hanno un particolare insegnamento spirituale e morale. Il primo caso riguarda l’appello a dissodarsi un campo nuovo; il secondo caso è riferito alla necessità di fare solchi dritti rispetto alla sequela del Signore. […]

Questa è una sintesi, l’intero scritto si trova sul sito.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Disc/T1-Agricoltura_sequela_R56.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


domenica 27 gennaio 2013

Tutto l’anno per la memoria



TUTTO L’ANNO PER LA MEMORIA

al ricordo delle vittime nei lager
No al ritorno dei nuovi fascismi


sabato 26 gennaio 2013

Dal politeismo al polisantismo

DAL POLITEISMO AL POLISANTISMO

1. Origini e dinamica del polisantismo
     Il «polisantismo» è il pantheon costituito da quelli che la chiesa romana ha fatto «santi». Lo stesso vale per altre denominazioni, che ne hanno imitato il modello (ortodossi, copti, ecc.). Il politeismo pagano aveva un «dio» protettore per ogni giorno (cfr. Lunedì, Martedì, ecc.), per ogni mese (p.es. Gennaio da Giano [Ianuarius]; Marzo da Marte; ecc.) e per ogni occorrenza (amore, salute, lavoro, sterilità, ecc.). Gli dèi formavano il «pantheon», quale loro somma e quale luogo, in cui venivano venerati e adorati insieme.
     Il polisantismo è la versione della chiesa romana del politeismo e segue pressoché la stessa logica e struttura. In feste importanti del calendario civile la curia vi ha messo una festa mariana (p.es. capodanno, ferragosto, ecc.). Per ogni giorno c’è almeno un santo protettore. Per ogni aspetto o occorrenza della vita vi è una specializzazione di almeno un santo protettore. Non c’è cosa della vita, mestiere, malattia e quant’altro che non abbia un titolare, a cui rivolgersi. Sì, esiste anche la santa patrona delle prostitute pentite, che è santa Maria Egiziaca. L’eremita san Fiacrio (o Fiace) ha varie specializzazioni, essendo patrono di ortolani, giardinieri, tassisti e malati di sifilide; se uno è un tassista malato di sifilide col pollice verde, non si può assolutamente sbagliare con lui! Per le inondazioni ha la competenza san Giovanni Nepomuceno. San Sebastiano è il patrono dei macellai, ma anche dei vigili; chissà che cosa accomuna questi due mestieri! Un vigile, che fa come secondo lavoro il macellaio, è ben protetto!
     Tutti possono scegliersi un protettore: la Scuola militare «Nunziatella» ha scelto san Crispino come patrono. Il patrono di Pieve di Soligo è santa Maria Maddalena. Il patrono del Corpo forestale è san Giovanni Gualberto. San Giorgio se lo contendono vari mestieri… […]

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: Continuazione del primo punto; 2. Per l’approfondimento biblico.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Polisantismo_Oc.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

giovedì 24 gennaio 2013

L’amore che recupera

L’AMORE CHE RECUPERA

Riflettendo sull’amore quale ricerca del bene altrui o quale fede operante, ho dovuto paragonarlo a un’impalcatura. Essa si rende disponibile a puntellare e sostenere, ciò che crollerebbe; oppure costituisce la base di ciò, che dev’essere ancora costruito. Essa dà sicurezza e permette di arrivare in alto. In essa tutti gli elementi sono strettamente uniti e connessi, affinché tutto sia stabile e possa permettere l’ampliamento in altezza, in larghezza e in profondità, secondo il bisogno. […]
     Riflettendo sull’amore ho dovuto altresì pensare a chi è stato recuperato da altri, che si sono prestati a sorreggere e a portare pesi, e che comprende poi l’importanza di recuperare altri. Chi è passato personalmente nel problema, capisce che deve essere lui a scendere in fondo al pozzo, dove si trova l’altro. Da tale posizione può convincere l’altro della necessità di risalire dalla sua ristrettezza esistenziale e, mettendosi al ritmo dell’altro, può aiutarlo ad arrampicarsi, passo dopo passo, e a uscire al largo. […]
     In tutto ciò l’amore di Dio è il carburante necessario, perché possiamo dar prova di una fede operante in tutte le situazioni, possiamo sorreggere altri e possiamo recuperare altri all’amore di Dio e alla verità, che rende liberi.
     Nella vita cristiana non ci sono due distinte categorie di recuperatori e recuperati, ma esiste una dinamica di supporto reciproco. I recuperati diventano, in genere, i migliori recuperatori. […]

Questa è una sintesi, l’intero scritto si trova sul sito.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Amor_recup_OiG.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


martedì 22 gennaio 2013

Vecchia natura e battesimo

VECCHIA NATURA E BATTESIMO

Alcuni credono che battezzandosi, non peccheranno più, perché pensano in tal modo di affogare il «vecchio uomo». Dimenticano però che la «vecchia natura», come ogni maiale, sa ben nuotare! La vecchia natura galleggia!
     Una volta un conduttore chiese al battezzando già in acqua: «Perché vuoi essere battezzato?». «Per non peccare più!», rispose l’altro candidamente. Al che il conduttore rispose: «Allora devo tenerti a lungo nell’acqua!».
     La sacra Scrittura insegna ai rigenerati a «svestire» il «vecchio uomo» o mortificare la carne, ossia a mettere fuori uso la vecchia natura nella pratica, e a «vestire» o vivificare il «nuovo uomo», ossia a metterlo in uso nella pratica. Paolo constatava: «Avete svestito l’uomo vecchio coi suoi atti e rivestito il nuovo, che si va rinnovando in conoscenza ad immagine di Colui, che l’ha creato» (Col 3,10; cfr. Ef 4,22ss «avete imparato a…»).
     La via sacramentalista, più o meno velata, secondo cui il battesimo comunicherebbe già di per sé la nuova natura e la rigenerazione, non è contemplata nella sacra Scrittura. Il battesimo è un’ubbidienza e una conferma della fede del rigenerato, non una via per ottenere il perdono o la vita eterna.
            Finché non si sarà pecore del gregge di Cristo, hai voglia a battezzare il «vecchio uomo»: esso galleggerà sempre!
     Se una pecora scivola accidentalmente nell’acqua, cerca di uscirne immediatamente fuori. Se un maiale viene lavato, strigliato e profumato, appena vedrà uno stagno, ci andrà immediatamente: è nella sua natura!

     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Rel/T1-Vecchia_natura_batt_MeG.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


~~> Discuti questo tema qui o su "Facebook": https://www.facebook.com/notes/puntoacroce/vecchia-natura-e-battesimo/10151448799247990

domenica 20 gennaio 2013

Uomo nuovo e linguaggio vecchio?

UOMO NUOVO E LINGUAGGIO VECCHIO?

«Vedo anche fra i credenti che, quando vogliono esprimere il loro disappunto o la loro irritazione su qualcosa, cominciano a “pepare” le loro espressioni in senso urogenitale. Il cambiamento comincia con una mente rinnovata e coinvolge subito un linguaggio rinnovato. La circoncisione del cuore si palesa in quella delle labbra. In ciò alcuni hanno ancora molto da lavorare, poiché mettono il vin nuovo in otri vecchi» (Nicola Martella; fonte: Linguaggio nuovo).

1. Entriamo in tema
     Mi è saltato all’occhio (e alle orecchie) come alcuni credenti, che parlano con me o con altri oppure che scrivono in rete, quando esprimono qualcosa con molta enfasi o irritazione, condiscono le loro parole con la coprolalia (copro- dal gr. «feci»), ossia il parlare turpe, fecale, osceno e dintorni. Ciò avviene anche nella narrazione, che fanno di cose dette a terzi. Rimango sempre meravigliato di quei credenti, che portano l’Evangelo agli altri e belle meditazioni ai credenti, quando poi usano il turpiloquio e un linguaggio scurrile e sgangherato, quando essi stessi escono dai gangheri e perdono le staffe.
     Eppure la Scrittura afferma: «Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l’ascolta» (Ef 4,29). Di Diotrefe, che aveva arroccato a sé la conduzione monocratica della chiesa locale, rifiutando di ricevere l’apostolo Giovanni e quelli con lui, fu scritto: «Se vengo, io ricorderò le opere che fa, blaterando contro di noi con cattive parole; e non contento di questo, non solo non riceve egli stesso i fratelli, ma a quelli che vorrebbero riceverli impedisce di farlo, e li caccia fuori della chiesa» (3 Gv 1,9s). Come dev’essere incattivito nel peccato un tale cuore!
     Infatti, il linguaggio palesa ciò, che c’è veramente nel cuore. Secondo Gesù, i frutti (anche delle labbra) mostrano l’albero (Mt 7,17s). È dall’abbondanza del cuore che la bocca parla (Mt 12,34). L’uomo dabbene e l’uomo malvagio sono così classificati da ciò, che tirano fuori (v. 35). Infatti, le parole sono quelle, che giustificano o condannano una persona (v. 37) dinanzi agli altri.

Sul sito seguono i seguenti punti: 2. Approfondimento; 3. Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Cres/T1-Linguaggio_vecchio_Mt.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


~~> Discuti questo tema qui o su «Facebook»: https://www.facebook.com/notes/fede-vivente/uomo-nuovo-e-linguaggio-vecchio/519868328044406

venerdì 18 gennaio 2013

Il dilemma di votare o non votare? Parliamone

IL DILEMMA DI VOTARE O NON VOTARE? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Il dilemma di votare o non votare». I modi di reagire a esso sono sintomatici e prevedibili.
     ■ Per alcuni non bisognerebbe neppure parlare di tali cose. Politica ed elezioni non sarebbero temi per credenti.
     ■ Altri hanno usato l’occasione per dire tutto il male possibile dei propri politici, facendo di tutta l’erba un fascio, e usando tutto ciò come paravento per non andare a votare.
     ■ Altri ancora mostrano gli atteggiamenti e i pensieri tipici dei fautori dell’antipolitica, dell’anarchia e degli sfascisti, non mostrando nessun sentimento di gratitudine di poter vivere in una paese libero e democratico, a differenza di altri popoli, che volentieri cambierebbero con noi.
     ■ Ci sono coloro, che hanno apprezzato l’articolo e sono grati dei principi, che ho indicato.
     ■ Ci sono quelli, che hanno esternato le loro perplessità e la loro confusione riguardo a chi votare. Alcuni di loro hanno evidenziato che i criteri da me delineati restringono alquanto il campo di scelta, rendendola abbastanza difficile.
     ■ Infine, ci sono coloro, che non si sono mai posti questioni del genere, oppure non sono mai andati a votare.
     ■ Dalle risposte date, ho trovato conferma delle tre categorie reattive alla questione elezioni e voto: ▪ 1. Gli ingenui (analisi semplicistiche, spesso associate alla non conoscenza reale dei fatti o a grandi approssimazioni); ▪ 2. I massimalisti (bianco e nero; mondo e politica dal diavolo); ▪ 3. I fatalisti escatologici (tutto è già deciso; l’anticristo sta tramando, usando i politici).

Sul sito seguono i contributi dei lettori e le mie eventuali osservazioni, secondo le seguenti categorie: 1. Equilibrio ricercato; 2. Confusi e sfiduciati; 3. Quelli del non-voto; 4. L’antipolitica; 5. I catastrofisti; 6. Delegare a Cristo?; 7. Voterò, ma...; 8. I delatori.

     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Votare_non_Avv.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


mercoledì 16 gennaio 2013

Il dilemma di votare o non votare


IL DILEMMA DI VOTARE O NON VOTARE
  
1.  ENTRIAMO IN TEMA: Quando s’appressano le prossime elezioni, alcuni mettono in rete il solito testo a favore del «non-voto verbalizzato». Ci sono forze oscure, che vogliono convincere gli altri a non votare, per creare un blocco delle istituzioni e il caos della politica, per poi accreditarsi come «uomini della provvidenza». Così è accaduto agli albori del fascismo, del nazismo e di altri totalitarismi, che hanno portato lo sfacelo nella società.
     Purtroppo, ci sono anche credenti che, nella loro ingenuità, si prestano a tale gioco dell’antipolitica e che rimettono in rete ciò, che altri hanno ideologicamente concepito, facendosi così strumentalizzare.
     Poi, ci sono anche cristiani massimalisti che, col loro integralismo e una fede malata, vogliono dettare legge alle coscienze, affermando che chi vota, farebbe compromessi col mondo, farebbe posto al diavolo e cose del genere. Essi portano un grande danno alla fede e alla testimonianza, poiché danno del cristianesimo una falsa immagine di un gruppo di estremisti fuori della realtà.
     Infine, ci sono gli apocalittici fatalisti, che leggono in ogni cosa, che avviene il marchio della bestia, il numero 666, l’inizio della gran tribolazione e delle piaghe e cose del genere; perciò vorrebbero che i credenti si tenessero fuori da ogni impegno civile, considerando la società una specie di incarnazione di Babilonia. Anche costoro arrecano molto danno all’Evangelo, poiché passano per esaltati misticheggianti.
     I credenti biblici devono rifuggire dall’ingenuità, dal massimalismo e dal fatalismo apocalittico. Essi devono concorrere praticamente al bene della società, in cui vivono. A Martin Lutero viene attribuita la seguente frase: «Quand’anche sapessi che domani il mondo verrà distrutto, pianterei ancora oggi un albero di mele»; sebbene tale aforisma non è letterariamente documentato, rende l’idea. Anche il voto è parte dell’impegno civile del credente biblico. La nostra tesi è la seguente: «Chi non vota, è responsabile dell'eventuale male, che potrà venire al Paese e a se stessi».

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 2. Un testo sotto la lente; 3. Punti da ponderare; 4. A cosa devono mirare i cristiani biblici?; 5. Criteri per votare bene.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Votare_non_UnV.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


lunedì 14 gennaio 2013

Il tuo vicino è «solo» uno straniero?

IL TUO VICINO È «SOLO» UNO STRANIERO?

1. Quanto c’è di «esotico» nella tua vita?
     Il nazismo pretendeva che i tedeschi mangiassero solo prodotti autoctoni. Perciò, circolava il detto sarcastico: «I tedeschi mangiano soltanto banane tedesche!».
     Anche gli xenofobi odierni probabilmente non sono al corrente che gran parte di ciò, che riguarda il cibo, il vestiario, le abitazioni, i mezzi di trasporto e quant’altro sono prodotti fuori dell’Italia. Il mondo è diventato così interdipendente, che si può parlare a ragione del «villaggio globale».
     Prima che ti esprimi su forestieri, stranieri, immigrati ed extracomunitari, chiediti quanto di «esotico» ci sia nella tua vita! (vedi l’immagine). 


2. Terra di missione dietro casa tua?
     Un cristiano biblico non può essere xenofobo, tanto meno razzista. In Cristo le differenze razziali sono eliminate, e nella chiesa locale possono incontrarsi gente d’ogni nazione. Infatti «non v’è distinzione fra Giudeo e Greco; perché lo stesso Signore è Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano» (Rm 10,12; cfr. 1 Cor 12,13). Riguardo alla salvezza vale il seguente principio: «Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; poiché voi tutti siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3,28; Col 3,11).
     Ancora oggigiorno i missionari portano l’Evangelo a ogni popolo e tribù della terra. Ora, il mondo stesso bussa alle nostre porte. I cristiani biblici dovrebbero usare l’occasione per evangelizzare gli stranieri nella nostra stessa terra. In tal modo realizzerebbero una certa caparra di ciò, che un giorno si realizzerà pienamente in cielo e nel regno del Messia. L’assemblea celeste canterà a Cristo come segue: «Tu sei degno di prendere il libro e d’aprirne i suggelli, perché sei stato immolato e hai comprato a Dio, col tuo sangue, gente d’ogni tribù e lingua e popolo e nazione, e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra» (Ap 5,9s).

Sul sito, nel primo contributo, seguono i seguenti punti: 1. Domande di lavoro; 2. Per l’approfondimento biblico.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Etic/T1-Vicino_straniero_Ori.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

~~> Discuti questo tema qui o su «Facebook»: https://www.facebook.com/notes/fede-vivente/il-tuo-vicino-%C3%A8-solo-uno-straniero/517029998328239

venerdì 11 gennaio 2013

Benny Hinn fra censo e incenso

BENNY HINN FRA CENSO E INCENSO

Che per Benny Hinn censo e incenso siano contigui, è risaputo. È anche noto che, dovunque arrivi, prima promette di «ungere» e poi, con tecniche di manipolazione psichica e semi-ipnotiche, si dà da fare per «mungere» gli incauti credenti. Qui di seguito riporto due aneddoti e testimonianze, che mi sono giunti e che riguardano tale predica-affarista.

     Dissanguare gli anemici: Buon dì e pace a te. Anche se in ritardo, desidero aggiungere una informazione utile a tutti i credenti, che si guardano bene dal credere a ogni spirito. Mi riferisco al seguente articolo: «Un ex carismaticista a Corrado Maggia», in particolare alla difesa dell’operato di Benny Hinn. Una cara sorella in fede va spesso in India per servire Gesù in frangenti di povertà e malattia. Ella mi ha raccontato in una lettera che ha incontrato lì sedicenti cristiani evangelici, seguaci di Hinn, che vendevano bottigliette, a 22 dollari, di «olio benedetto» da Benny Hinn, per eseguire unzioni miracolose... Mi è sembrato doveroso dirlo. {Francesco Vigilante; 05-12-2012}

     Prosciugare le cisterne: Una credente delle assemblee di Dio, mi ha chiamato oggi, per chiedermi un consiglio. Nell’ultima recentissima «crociata» del guru carismatico Benny Hinn, durante la riunione, era stato chiesto agli astanti, che non fossero in possesso di una certa somma, da lui richiesta come minimo possibile, di prenderla in prestito a qualcuno vicino a loro. Poi, essi dovevano donarla allo staff del dinoccolato e capelluto leader, molto lupo e poco pecora. Ringraziando il Signore, altre due credenti pentecostali di Latina sono rimaste scioccate. {Pietro Calenzo, 03-01-2013}

Questi due aneddoti e testimonianze confermano quanto andiamo a denunciare da anni. […]

Sul sito segue il resto dell’articolo.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-BHinn_in-censo_Ori.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


giovedì 10 gennaio 2013

Forgiati nella fucina del Signore

FORGIATI NELLA FUCINA DEL SIGNORE

1. Entriamo in tema
     Tempo fa, avevo scritto la seguente massima: «Quando siamo forgiati nella fucina del Signore, ciò ci può costare al momento; ma è l’unico modo per essere trasformati in qualcosa di utile e prezioso per Lui, e per essere un sostegno e uno strumento di benedizione anche per gli altri» (fonte: Forgiati dal Signore).

Dopo alcune ore ritrovai una lettera, datata molti mesi prima, che la mia secondogenita aveva mandata ai conduttori della sua chiesa, dopo essere uscita da tanti mesi di grande travaglio e di malessere psicofisico, dopo aver fatto tante analisi, aver consultato tanti medici ed essere alquanto dimagrita. La pubblico qui di seguito col suo consenso, confidando, che potrà essere di conforto e di incoraggiamento anche per altri credenti.

2. La lettera alla chiesa
     In settimana riflettevo sul fatto che mi dispiace veramente molto che mi abbiate conosciuta in questa fase un po’ fragile della mia vita; e mi rendo conto che, mettendo al centro il mio malessere, ho trascurato di dare gloria a Dio.
     Mi preme invece di condividere con voi, quanto il Signore mi è stato accanto in questo periodo difficile e di come ho imparato a conoscerlo meglio.
     Il Salmo 30,6-7 recita così: «Quanto a me, nella mia prosperità, dicevo: “Non sarò mai smosso”. O Signore per la tua benevolenza avevi reso forte il mio monte; tu nascondesti il tuo volto e io rimasi smarrito» È proprio così che inizialmente mi sono sentita: smarrita, nonostante mi sentissi vicina al Signore, e continuavo a chiedermi perché il Signore permettesse che soffrissi così. Continuavo a pregare e a leggere la Parola di Dio e ne traevo un grande conforto, come non mai nella mia vita prima. Ero, a un tratto, pronta ad accettare il male dalle mani di Dio, come avevo sempre accettato il bene, per dirla con le parole di Giobbe. E in tutto ciò le parole di Ebrei 4,15-16 erano come un balsamo per il mio cuore sofferente: «Infatti, non abbiamo un sommo sacerdote, che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno».
     Mentre prima mi chiedevo, quando finalmente Dio mi avrebbe liberato dalla sofferenza fisica e psichica, che mi teneva legata, ho cominciato a capire che mi stava insegnando qualcosa di grande e di importante…

Il resto dello scritto si trova sul sito.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Forgiati_fucina_Esc.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

 

lunedì 7 gennaio 2013

Appartamento in un palazzo con segni massonici

APPARTAMENTO IN UN PALAZZO CON SEGNI MASSONICI

Una lettrice mi ha scritto quanto segue: Carissimo Nicola, è un anno che cercavo casa e stavamo pregando per questo. In tal modo, volevo tanto stare vicino a mamma, a papà, a mia sorella e al lavoro. Ora, qualche settimana fa, ho fatto una proposta per comprare un appartamento, che è un’occasione. È stata accettata e presto dovrò fare l’atto di compravendita. In altri casi il Signore ha messo degli impedimenti. In questo caso, invece, la controparte ha accettato la proposta, ed è stato un miracolo, perché oggettivamente non era possibile.
     Ieri, andando sul posto con un nostro amico, mi ha fatto notare che nelle parti comuni del palazzo ci sono simboli della massoneria. Sono presenti anche su ogni porta degli appartamenti. Io li avevo visti, ma non sapevo cosa fossero e non ho ritenuto dare loro importanza. I simboli sono solo nelle parti comuni e sono tre: un uccello con le ali aperte e la scritta «libertà» sopra, un’ape e degli strumenti da muratore. Ho dato un’occhiata a internet e ho scoperto che, in effetti, a Torino alcuni palazzi d’epoca riportano tali simboli.
     Io non do importanza a queste cose e so che la domanda è molto banale. Ma, ora, non sono convintissima. Pensavo che, se mi viene a trovare qualcuno, può scandalizzarsi. Tu cosa ne pensi? Se ritieni che possa essere utile ad altri tale argomento, poni pure la questione in rete. {L. M.; 06-01-2013}

Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondo come segue:
1. ALCUNI ASPETTI DELLA MASSONERIA: Farsi scrupoli spirituali, non è mai sbagliato. A Torino (ma anche altrove) alcuni costruttori sono associati alla massoneria e lasciano la loro «firma» simbolica e segreta a tutto ciò, a cui mettono mano. Inoltre, ci sono vari tipi di massoneria: da quella solo affaristica, passando per quella idealistica, a quella occultistica. Trattandosi di un palazzo d’epoca, può darsi che l’architetto o il costruttore fosse mosso dallo spirito libertario, che soffiava nel Piemonte. Ad esempio, sebbene Giuseppe Mazzini stesso non appartenesse ai «liberi muratori» (freemasons), a lui si associarono anche massoni, che lottarono per la riunificazione d’Italia; il suo mausoleo presenta anche alcuni simboli massonici, ma ciò avvenne perché la massoneria tentò di appropriarsi della sua figura. I massoni erano mossi da ideali universalistici, rivoluzionari, deistici e anticlericali (cfr. le «Costituzioni dei liberi muratori» del 1723), ma non erano per forza tutti occultisti.
     Il valore principale perseguito dalla massoneria è quello della «libertà»; per questo è scritto unitamente ai suoi simboli, di cui l’uccello con le ali aperte ne è esempio. «Squadra e compasso» sono un altro simbolo massonico; essi usarono il linguaggio del libero muratore e i diversi gradi (A.A. = Apprendista Accettato o Ammesso; C.d.M. = Compagno di Mestiere; M.M. = Maestro Muratore o Massone) per designare il perfezionamento massonico. Alcuni altri simboli sono, ad esempio, i seguenti: il serpente, che pare si morda la coda (monismo e concezione ciclica dell'esistenza che nella massoneria esoterica intende anche la reincarnazione); l'occhio in un triangolo parla dell'idea deistica dell'architetto celeste; le due mani, che si salutano, alludono alla confraternita massonica.
     Chiaramente, di là dagli ideali e dagli affari, l’esoterismo fa parte da sempre della cultura massonica; perciò, tra i massoni ci sono molti occultisti, sebbene non tutti lo siano. Nei rituali massonici sono da sempre presenti elementi esoterici appartenenti all’ermetismo, all’alchimia, alla cabala, alla magia, all’astrologia e così via.
     Per l’approfondimento della massoneria rimando nella mia opera «La lieve danza delle tenebre» ai seguenti articoli: «Misteri, gnosi e massoneria», pp. 203-214; «Misteri, gnosi, immortalità e Bibbia», pp. 373-388. Per alcune sostanziali differenze fra massoneria (auto-redenzione) e cristianesimo biblico (solo per grazia mediante la fede in Cristo), si veda nel mio libro «Dizionario delle medicine alternative, Malattia e guarigione 2», l’articolo «Massoneria», p. 295; si vedano qui anche i rimandi ad altri articoli connessi.

Qui abbiamo riportato solo alcuni brani dell’articolo, il resto segue sul sito: 2. Il palazzo e i simboli massonici; 3. Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Palazzo_segni-mass_MeG.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


~~> Discuti questo tema qui o su "Facebook": https://www.facebook.com/notes/puntoacroce/appartamento-in-un-palazzo-con-segni-massonici/10151422908922990