mercoledì 28 agosto 2013

Israele secondo la carne e Israele di Dio



ISRAELE SECONDO LA CARNE E ISRAELE DI DIO
Giudei, giudaismi, giudaizzanti fra sionismo e antisemitismo

In questo articolo mi confronto con un lettore su tale tema particolare. Tralascio qui le sue tesi, a cui do risposta. Mi limito a ricordare che bisogna distinguere, per capire. Perciò, fra altre cose, elenco seguenti distinzioni necessarie riguardo a ciò, che s’intende per «Israele».
     L’Israele storico (Stato e teocrazia): Esso finì con la deportazione babilonese, non fu mai più costituito e sarà compito del Messia ricostruirlo alla fine dei tempi.
     ■ Il «residuo santo», che portò avanti le promesse di Dio, la testimonianza e l’ubbidienza a Lui all’interno a una massa infedele e spesso apostata (cfr. Esd 9,15; Is 10,22; 1 Re 19,18).
     ■ Al tempo del NT la decisione a favore o contro Gesù quale Messia spaccò di fatto il giudaismo in due parti: il giudaismo storico (o rabbinico), che rifiutò Gesù quale Messia, e «l’Israele di Dio» (Gal 6,16), ossia il «resto fedele» che riconobbe in Gesù il Messia-Re promesso.
     ■ Attualmente esiste l’Israele ideale, oggetto di promesse escatologiche (Rm 11,26-29), e l’Israele reale, oggi lontano dalla salvezza e dall’Evangelo (v. 28). Il giudaismo attuale è pieno di tutto e del contrario di tutto (ultra-ortodossi, liberali, monoteisti, atei, agnostici, affaristi, massoni, pacifisti, sionisti, antisionisti, onesti e disonesti, rabbini omosessuali, artisti blasfemi, eccetera).
     ■ Bisogna anche distinguere lo Stato d’Israele dai suoi governi.
     ■ Bisogna distinguere tra ciò, che farà un giorno il Messia con Israele (predizioni escatologiche), da ciò, che esso è attualmente.
     ■ «L’Israele di Dio» è attualmente riconoscibile nel «cristianesimo giudaico» (impropriamente detto «giudaismo messianico»). Bisogna distinguere qui diverse posizioni, per non fare confusione: 1. I cristiani giudaici moderati; 2. I sionisti confondono l’Israele ideale ed escatologico con l’attuale Israele e addirittura con l’attuale Stato d’Israele; 3. I «giudei cristiani» giudaizzanti pretendono la restaurazione degli usi e costumi giudaici in tutto il cristianesimo (cfr. già At 15,1.5); 4. I «giudei cristiani» anti-talmudici e anti-sionisti, che si pongono quindi in modo critico verso il Talmud e verso il sionismo.
     ■ Infine esistono vari gruppi di «amici per Israele». Essi ricalcano le varie posizioni esposte nel punto precedente.

Oltre a combattere la giudaizzazione del cristianesimo e il sionismo politico, bisogna prendere le distanze anche dalle seguenti tendenze: 1. la cosiddetta «teologia della sostituzione», secondo cui la chiesa avrebbe sostituito in tutto Israele; 2. l’antisemitismo in tutte le sue forme, essendo un razzismo pericoloso e pernicioso.
     Questo è un breve sunto di alcune questioni rilevanti dell’articolo.

     Qui abbiamo riportato solo alcuni brani dello scritto, il resto segue sul sito
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Israele_carne_di-Dio_R34.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati ad esso.


~~> Discuti questo tema qui o su "Facebook": https://www.facebook.com/notes/puntoacroce/israele-secondo-la-carne-e-israele-di-dio/10151913163167990

domenica 25 agosto 2013

Pigrizia e vie bibliche per uscirne



PIGRIZIA E VIE BIBLICHE PER USCIRNE

Il pigro è l’indolente, colui che si gira sul suo letto come la porta sui suoi cardini, che non va per strada per paura d’un ipotetico pericolo, che lascia andare tutto alla malora per l’incuria, e così via. Il cristianesimo biblico rende attivi a causa della grazia, non indolenti, ma militanti per mezzo dell’amore (Fonte: al lemma «Pigrizia»).

Domande di approfondimento:
     ■ Che cosa dice la Bibbia sulla pigrizia?
     ■ Perché un cristiano biblico non può essere pigro?
     ■ Perché la pigrizia spirituale è un segno del cristiano nominale? Come si manifesta? Quali sono gli effetti?
     ■ È biblicamente ipotizzabile che un vero seguace di Cristo non sia militante?

Brani biblici da ponderare:
     ■ «Per la pigrizia sprofonda il soffitto; per la rilassatezza delle mani piove in casa» (Ecclesiaste 10,18).
     ■ «Va’, pigro, alla formica; considera il suo fare, e diventa sapiente! Essa non ha né capo, né sorvegliante, né padrone; prepara il suo cibo nell’estate, e raduna il suo mangiare durante la raccolta. Fino a quando, o pigro, giacerai? Quando ti desterai dal tuo sonno? Dormire un po’, sonnecchiare un po’, incrociare un po’ le mani per riposare... e la tua povertà verrà come un ladro, e la tua indigenza, come un uomo armato» (Proverbi 6,6-11).

Sul sito seguono contributi dei lettori e le mie eventuali risposte.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Pigrizia_uscirne_Mds.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati ad esso.


sabato 24 agosto 2013

Quanto è libera la creazione? Parliamone



QUANTO È LIBERA LA CREAZIONE? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo il confronto «Quanto è libera la creazione?» avuto con Mauro Presutti. Ciò si è reso necessario perché questo amico ha portato, a più riprese, altri argomenti nella discussione.
     Come definire l’atteggiamento ideologico di Mauro Presutti? Penso che voglia coniugare insieme umanesimo e cristianesimo, creazione e croce, naturalismo e spiritualismo, filosofia umanista e dottrina biblica, Aristotele e Cristo, come già hanno fatto altri (p.es. Tommaso d’Aquino). Non so se Mauro Presutti si identificherebbe con la definizione di «umanista cristianizzato» o simile. Forse potrebbe dircelo lui, come intenda se stesso.
     È fuor di dubbio che si tratta di una discussione avvincente. Tuttavia, una cosa è fare esegesi contestuale; altra cosa è servirsi della Bibbia per sostenere una tesi. Questioni distanti vengono messe insieme, col tenue collante di una analogia soggettiva e fragile e del falso sillogismo, che fa apparire le cose congruenti. A noi qui non deve tanto interessare che cosa pensi la logica dell’umanesimo (o del naturalismo) cristianizzato, che finisce col mettere in bocca alla Bibbia cose, che essa non afferma; ma a noi deve interessare se e come sono poste tali questioni nella sacra Scrittura, operando una chiara esegesi contestuale.

     Sul sito seguono i contributi dei lettori e le mie eventuali osservazioni…
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Creazione_libera_Esc.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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giovedì 22 agosto 2013

Quanto è libera la creazione?



QUANTO È LIBERA LA CREAZIONE?

1.  LE TESI: Un amico, che conosco di persona, ha messo il seguente scritto in rete in un gruppo, che gestisco.
     Scrive Paolo nella Lettera ai Romani: «La creazione è stata sottomessa alla caducità». Una frase illuminante, immensa nel suo significato più profondo.
     La natura, di cui l’Uomo fa parte, è sottoposta alla caducità. La caducità della creazione spezza la relazione diretta tra Dio e la natura. La creazione geme e soffre.
     Così come l’uomo subisce la necessità di una natura libera, così Dio subisce la necessità della morte del Figlio. La morte del Figlio spiega la frattura tra Dio e la natura. Una natura libera, che può anche sbagliare. Tra Dio e la natura si è intromessa la libertà. La natura non è cieca o cinica o cattiva o buona: è libera.
     Dio l’ha creata libera, deliberatamente sottratta al suo controllo. Tutto ciò mi pare una buona traccia per comprendere tante malvagità umane, tanti disastri, incidenti, sciagure. {Mauro Presutti; 21-08-2013; grassetto redazionale}


2.  OSSERVAZIONI E OBIEZIONI: Ci sono spunti interessanti in tale scritto. Altri sono discutibili. Evidenzio soltanto alcuni aspetti, lasciando ad altri lettori di intervenire sul resto.

     1. Faccio notare che tale brano non parla di «natura» (gr. fýsis), ma di «creazione» (gr. ktísis). (Per fýsis «natura» cfr. Rm 1,26; 2,14.27; 11,24; Paolo non usò in Romani mai tale termine per la «creazione». Per ktísis «creazione» cfr. Rm 1,20; 8,19-22; cfr. pure Col 1,23; Eb 9,11; 2 Pt 3,4; Ap 3,14).

     2. Quanto alla «natura», che Dio avrebbe «creata libera, deliberatamente sottratta al suo controllo», ciò non risulta da tale testo di Romani 8,19-22. Anzi viene detto proprio il contrario: «la creazione è stata sottoposta alla nullità», e cioè da Dio (v. 20), e alla «servitù della corruzione» (v. 21). Quindi, la creazione non è libera, ma brama la liberazione (vv. 19.21). Se fosse libera, perché anelerebbe a essere liberata?
     Biblicamente parlando, l’unica cosa, che si è intromessa fra Creatore e creatura, è la ribellione della creatura e i conseguenti cattivi frutti del peccato (trasgressione, iniquità, malvagità, prevaricazione, abuso, perversione, ecc.). «Siccome per mezzo d’un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato v’è entrata la morte, e in questo modo la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato» (Rm 5,12). Il risultato è che Dio ha abbandonato a se stessi, non la natura, ma gli uomini ribelli, e cioè: «alle voglie dei loro cuori in impurità» (Rm 1,24), «a passioni infami» (v. 26), «a una mente perversa» (v. 28; cfr. anche Ef 2,1s; 4,19; Gd 1,7s).

     3. Romani 8,20 recita letteralmente: «La creazione è stata sottoposta alla nullità». Ossia essa non può raggiungere mai una meta, ma è soggetta al ciclo delle cose (p.es. stagioni, rotazione e rivoluzione della terra). Oltre a ciò è soggetta alla «servitù della corruzione» (v. 21); la creazione invecchia (entropia). Infine, «la creazione geme insieme ed è in travaglio» (v. 22), ossia il peccato dell’uomo ha compromesso anche la creazione.

     4. La buona notizia è la seguente: «La creazione con brama intensa aspetta la manifestazione dei figli di Dio» (v. 19). Perché? […]

Il resto dello scritto segue sul sito
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Creazione_libera_Ori.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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domenica 18 agosto 2013

Gesù è lo stesso Cristo



GESÙ È LO STESSO CRISTO

Ebrei 13,8 viene citato continuamente per avvalorare le tesi che stanno più a cuore. Lo si toglie dal suo contesto e lo si riempie del significato, che si vuole. Esistono anche gruppi, che rimandano a tale verso nel titolo e che hanno come intento quello di presentare un miracolo dopo l’altro. Tale verso, decontestualizzato, viene usato come una prova per tutto ciò e per altro. Certamente, noi crediamo nel Dio dei miracoli, ma l’autore scrisse tale verso per avvalorare una «teologia dei miracoli»? Ci sono anche «taumaturghi cristianizzati» che fanno proprio appello a tale verso, per convincere che ciò, che fanno loro, sia legittimo e provenga dal Signore; facciamo bene sempre a «provare gli spiriti» (1 Gv 4,1).
     Che cosa voleva esprimere veramente l’autore nel contesto della sua epistola? Molti degli Ebrei, a cui egli scrisse, erano stati illuminati, avevano appetita la grazia (il dono celeste, la Parola di Dio, le potenze del mondo a venire), erano stati, in qualche modo, toccati dallo Spirito Santo (Eb 6,4) e si erano identificati in qualche modo con i membri del nuovo patto (Eb 10,32ss). Alcuni di loro si erano decisi al cento percento per Gesù quale Unto-Re; molti dei loro nomi sono ricordati nel libro degli Atti. Eppure tanti di quegli Ebrei erano rimasti sempre sulla soglia, indecisi e traballanti tra la cultura giudaica (dove avevano anche i loro interessi primari) e il desiderio di appartenere al popolo del nuovo patto. C’erano motivi socio-religiosi (i discepoli di Gesù erano espulsi dalle sinagoghe; cfr. Gv 9,22; 12,42) e, perciò, economici (i seguaci di Gesù erano boicottati dagli altri Giudei) e di prestigio (non erano eletti dagli altri Giudei nell’amministrazione civile). A ciò si devono tutti gli appelli dell’autore a non gettare via la loro libertà (Eb 10,35), a fare la volontà di Dio (ossia a credere al 100% che Gesù era il Messia promesso, v. 36) e a non tirarsi indietro dal cammino di fede intrapreso (v. 39). Tutti gli esempi di fede dell’AT (Eb 11) servivano a indurli a imitare tali testimoni della fede, facendo sul serio con Gesù quale Messia.
     Faccio presente che Ebrei 13,8 bisogna tradurlo efficacemente così: «Gesù è lo stesso Cristo: ieri, oggi e nei secoli». L’autore era tutto intento a dimostrare ai suoi interlocutori ebraici che Gesù di Nazareth era proprio «l’Unto a Re», il Messia promesso. […]
     Gesù non è venuto meno nel suo compito di «Unto a Re» né al suo diritto di regnare personalmente e fisicamente su questo mondo; perciò è lo «stesso Messia» fin dall’inizio del suo ministero (ieri), lo è al presente e lo sarà, al suo ritorno, per i secoli dei secoli. […]

Il resto dello scritto si trova sul sito.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Stesso_Cristo_OiG.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati ad esso.


venerdì 16 agosto 2013

Tradita dal padre fedifrago? Parliamone



TRADITA DAL PADRE FEDIFRAGO? PARLIAMONE

L’ultimo punto dell’articolo «Tradita dal padre fedifrago» l’avevo titolato «Alcune valutazioni provvisorie»; bisognerebbe ripartire da esso.
     Martina vide il padre andarsene di casa la prima volta, quando aveva sei anni. Allora non capiva perché, ossia che c’era un’altra donna di mezzo. Poi, i genitori si riconciliarono per un po’. Ma, come dice il proverbio, «il lupo cambia il pelo, ma non il vizio». Per farla breve, l’ultima volta che il padre abbandonò definitivamente il tetto comune, lei aveva 15 anni. Lei si sentì profondamente tradita e ferita.
     Il problema nel rapporto col padre non è che lei non lo abbia perdonato, come qualcuno ha mal compreso, ma che ella non gli voglia concedere spazio nella propria vita, ritenendolo invadente, non volendo far sindacare da lui le proprie scelte di fede e di morale e non volendo avere nulla a che fare col «nucleo di convivenza», in cui egli si trova. Per lui lei è una «mosca bianca», visto che ella crede ancora al matrimonio e alla sua sacralità, mentre molte coppie oramai convivono, si sfasciano e si ricompongono. Lei, a circa 30 anni, dopo essere vissuta per metà della vita senza padre, ritiene di essere grande abbastanza per gestire la sua vita in autonomia, senza le invadenze e le determinazioni di un padre, che è stato lungamente assente e che per lei non è un esempio morale.
     Diversi dei contributi, che seguono, derivano da lettori, che non hanno letto l’articolo interamente o che si sono concentrati solo su certi aspetti, seppur importanti (p.es. perdono), tralasciando altri (p.es. la gestione concreta dei rapporti attuali con un padre ritenuto troppo invadente). Chiaramente, ogni punto di vista maturo è importante. Ciò vale specialmente per le testimonianze di coloro, che sono passati per gli stessi o simili paraggi come Martina.
     Uno spunto interessante, presentato da una lettrice, è il seguente: ▪ 1. la differenza fra perdonare e riconciliarsi; ▪ 2. la differenza fra perdonare nel cuore e davanti a Dio. Approfondiamo ambedue queste differenze riguardo alla loro conformità con la Scrittura nel secondo contributo.

     Sul sito seguono i contributi dei lettori e le mie eventuali osservazioni…
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Padre_fedifrago_GeR.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati ad esso.
 


martedì 13 agosto 2013

Tradita dal padre fedifrago



TRADITA DAL PADRE FEDIFRAGO

1. ENTRIAMO IN TEMA: Ho avuto occasione di conoscere una giovane donna, che chiamiamo qui Martina, e di ascoltare il suo dramma esistenziale, che l’ha alquanto segnata personalmente. Da anni sta combattendo anche contro una grave malattia, che l’ha resa combattiva e tenace; ma non è di questo, di cui voglio parlare qui di seguito. Quando lei aveva 15 anni, da un giorno a un altro, suo padre spezzò l’idillio di famiglia felice, di cui ella era figlia unica. In pratica il padre abbandonò sua madre e lei e seguì un’altra donna. Martina si sentì così tradita da suo padre che, da allora in poi, non vuole mai più avere contatti con lui. Egli, intanto, si è formato una nuova famiglia con la sua attuale compagna.
     Poi, a distanza di vari lustri, suo padre cercò di riprendere i contatti con lei, usando questo «ritornello»: «Io sono, nonostante tutto, tuo padre. Perciò, devo essere al corrente della tua vita. Ho il dovere di interessarmi a te. E così via». Martina ritiene che lui è arrivato a voler fare il «padre» troppo tardi, quando lei è oramai una donna; ma lui non c’era stato allora, quando nella pubertà aveva bisogno di lui. Perciò, non sente il bisogno di comunicare con lui, di metterlo al corrente della sue cose e di ascoltare i suoi consigli. Anche nel periodo acuto della sua pesante malattia, lui non è stato presente; né lei lo vuole più presente nella sua vita come avrebbe dovuto né nel suo travaglio con un male, che deve essere continuamente controllato.
     Da non molto tempo, Martina ha conosciuto il Signore e lo ha accettato come Salvatore e Signore della propria vita. Ella vuole fare la volontà di Dio in ogni cosa. Tuttavia, ritiene che un uomo, che ha rovinato la vita sua e di sua madre, sia da condannare biblicamente parlando e non debba avere spazio nella sua vita, per sindacarla e magari portare altro dolore in essa.
     Ho chiesto a Martina di scrivermi una lettera, in cui ella stessa presenta alcuni aspetti della sua vicenda. Abbiamo concordato di mettere tutto ciò sul sito in discussione, perché altri credenti possano intervenire per dare il proprio parere, fondando le loro risposte su un’analisi biblica e sula competenza. Le ho dato uno pseudonimo, per proteggere la sua privatezza e affinché non diventi una questione personale.




2. IL SUO PUNTO DI VISTA DIRETTO: Caro Nicola, ti ho già accennato alla questione con mio padre. Dopo un anno dall’ultimo contatto con lui, ho ricevuto da lui un SMS; un po’ mi ha turbata, perché non me l’aspettavo proprio. Un anno fa, in seguito a una discussione, che ho avuto con lui prima e con sua madre il giorno successivo, non l’ho più sentito, perché non mi ha più cercata, come gli avevo chiesto io. Lui vuole avere mie notizie, vorrebbe che io avessi una relazione con lui, ma io per il momento non me la sento. Ha la sua vita.
     Quando avevo 15 anni, egli ha fatto le sue scelte, che purtroppo hanno provocato delle conseguenze. Io inizialmente provavo molta rabbia e non volevo perdonarlo, anche perché vedevo mia madre soffrire e il sogno di una famiglia unita infranta; poi il tempo ha attenuato le ferite. Dentro di me l’ho perdonato, ma non voglio avere rapporti con lui e la sua nuova famiglia. Egli deve accettare che, non perché è mio padre, ha diritti sulla mia vita. Spesso mi ripeteva «Sono tuo padre, devo sapere questo e quello». Oppure: «Sei mia figlia e non mi puoi escludere dalla tua vita». Io non l’ho escluso; è lui, che facendo la scelta di andare a vivere con un’altra donna, ha preso una strada alternativa alla famiglia, che aveva messo su. Ora, sono trascorsi diversi anni, ma io ho continuato per la mia strada e, anche quando mi sono ammalata e c’è stato un riavvicinamento, lui ha continuato con il suo atteggiamento un po’ invadente. Io l’ho allontanato, perché non riuscivo a vivere serenamente la mia vita. E un anno fa, c’è stata la discussione, alla quale ha preso parte anche il mio fidanzato, per difendermi, visto che da pochi giorni ero uscita dall’ospedale, dopo l’intervento chirurgico.
     Durante l’ultimo anno, l’ho rivisto con la compagna e la prole di lei in macchina due o tre volte, ma non si è mai fermato. Ora, il contenuto del messaggio che mi ha mandato è questo: «Ciao Martina, mi auguro che questo SMS ti trovi in buona salute. Ormai è passato un anno dall’ultima volta che ci siamo sentiti; ancora (malgrado ci abbia pensato molto) non ho capito il motivo che ti fece arrabbiare. D’altronde troppe cose non capisco, ma c’è una cosa che più d’ogni altra non capisco e vorrei capire. Che razza di padre bastardo, che sono stato, per farti prendere la decisione di non volermi più vedere e sentire? Addirittura vengo a sapere che non posso avere tue notizie, le devo elemosinare. Se avessi coraggio andrei subito via da Tivoli, perché quelle poche volte che ti ho incontrato in macchina, mi sono vergognato di salutarti. Ti chiedo una cosa: vediamoci senza far passare altro tempo. Ti voglio un gran bene, tuo papà. P.S.: Non giudicarmi e apri il tuo cuore, tutto sarà più facile».
     Nicola, io vorrei essere ubbidiente al Signore e mi vorrei comportare come tale. Ti dico la verità, non ho risposto al messaggio e non avrei voglio di vedere mio padre, ribadirei quello già detto, anche perché ora mi sento bene.
     Ora, non so se questo è l’atteggiamento corretto davanti gli occhi del Signore; questo puoi sicuramente dirmelo tu, che conosci in modo approfondito la sua Parola. {03-08-2013}

     Sul sito è presente inoltre il seguente punto: 3. Alcune valutazioni provvisorie.
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Padre_fedifrago_S&A.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati ad esso.


ATTENZIONE! Questo articolo ha un carattere specialistico e non è per tutti. Per favore, non intervenire se, dopo aver letto l’intero articolo sul sito, ti rendi conto che ti manca la necessaria competenza in merito!

domenica 11 agosto 2013

Umanizzazione religiosa degli animali



UMANIZZAZIONE RELIGIOSA DEGLI ANIMALI

1. False spiritualizzazioni
     In un gruppo, di cui sono membro ho trovato tale immagine discutibile, che è abbastanza diffusa in Internet; l’ho formattata a modo mio, per mettere in guardia da tali false spiritualizzazioni, consce o inconsce che siano. In quel che segue, lascio anonimi i protagonisti, poiché ci interessa l’atteggiamento, non le singole persone. L’immagine era accompagnata da una preghiera di un altro membro di lingua portoghese, che riporto con l’adattamento in italiano: «Grazie mio Dio, per questo giorno. Grazie per avermi protetto e per avermi dato la forza di andare avanti, e che domani tu mi vorrai benedire, come fai sempre. Padre eterno, grazie». {LRD; 27-07-2013}
     Fin qui non c’è nulla di singolare. Mi aveva, però, meravigliato il contributo di un altro lettore: «Molte volte gli animali dimostrano più amore e umanità di chi si considera un essere superiore! Bellissima immagine! Questo cane è l’amore, che gli trasmette il suo piccolo padrone!» {LFC; 27-07-2013}
     Ero rimasto proprio senza parole! Come non accorgersi che si tratta di un’immagine costruita ad arte!? È tutta una montatura romantico-religiosa, e questo scatto è riuscito dopo molte prove. I cani si lasciano addomesticare; per un bocconcino farebbero questo e altro. Solo gli esseri umani hanno la consapevolezza di Dio e sentono il bisogno di comunicare con lui spiritualmente.

2. Gli animali non sono esseri spirituali e morali
     Per «spirituale» si intende la capacità di cercare Dio e di avere una comunione personale con Lui mediante la preghiera e il culto a Lui. Per «morale» si intende la capacità di avere una coscienza, di sentire il rimorso per il male fatto, di ravvedersi e di mutare vita. Agli animali mancano ambedue queste attitudini.
     Certo gli animali sono esseri senzienti e posseggono anche, in vari modi e misure, di intelligenza, per rimanere vivi, per imparare, per svolgere al meglio la loro esistenza e così via, certo nei limiti della loro singola specie. Essi sono anche capaci di mostrare sentimenti ed emozioni, sia positivi, sia negativi. Tuttavia, gli animali non sono esseri religiosi, non si chiedono perché esistono, da dove vengono e da dove vanno, chi ha creato il mondo, se c’è un Dio e così via.
     Gli animali non sono neppure esseri morali, ossia non si chiedono che cosa sia giusto o sbagliato. Dove imparano a non fare certe cose, non è per scrupolo di coscienza, ma perché temono le conseguenze, il pericolo e le punizioni. Essi non sono ripresi nella loro coscienza per cose sbagliate fatte a danno di qualcuno un anno o decenni prima. Non sentono il bisogno di andare a confessare una loro malefatta, per alleggerirsi la coscienza e per trovare pace con se stessi.
     Su tale immagine tale cane imita ciò, per cui è stato addomesticato e per cui sa di ricevere un premio (un bocconcino), ogni volta che farà la stessa cosa. Tale cane non sente slanci religiosi, non prega dentro di sé a Dio. Egli si atteggia soltanto esternamente, secondo ciò che gli è stato artificialmente ingiunto, provando e riprovando.

Sul sito segue il seguente punto: 3. Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Disc/T1-Uman_relig_animal_GeR.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» (http://www.puntoacroce.altervista.org) e su altri associati ad esso.

giovedì 8 agosto 2013

Butindaro, la massoneria e il fango! Parliamone


BUTINDARO, LA MASSONERIA E IL FANGO! PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Butindaro, la massoneria e il fango».
     Chi è Giacinto Butindaro? È un «senza chiesa», fuoriuscito da una chiesa pentecostale (ora si accanisce contro molte di esse e specialmente contro le A.D.I.), e che ha trovato la sua «vocazione» di censore e fustigatore universale delle chiese. È un uomo senza arte né parte; come fa a vivere e sopravvivere, visto che non lavora? E non fa nulla per l’avanzamento dell’Evangelo ad Acilia e dintorni, dove abita, e dove pressoché nessuno lo conosce. È bravo ad aprire la bocca contro tutti coloro, che gli capitano a tiro; ma quante persone ha portato a conversione a Cristo in Acilia, collegandole poi a una chiesa locale, ovunque e comunque essa si raduni? Quante anime ha curato in loco, tanto che ora compongono una sana comunità, dove tutti possono vedere i frutti? La risposta è deprimente! Eppure si permette di sparare a zero contro persone, che spesso sono migliori di lui, che hanno servito il Signore con dedizione e che hanno molti frutti da mostrare mediante il loro ministero. Egli si mette a cercare nella vita altrui, finché trova alcuni «nei» (o pulci), che gli danno fastidio; poi mette tante pulci insieme sul conto del malcapitato, vere o presunte che siano, e le fa apparire agli occhi degli altri come un enorme elefante; in tal modo si crea l’alibi per stigmatizzare la vittima di turno come l’uomo più abietto del mondo.
     Una delle persone, contro cui si accanisce con intenzionalità e violenza questo «santone» massimalista, sono proprio io. Mi ha messo colpevolmente alla berlina sul suo sito, dicendo contro di me le cose più pesanti e astruse e attribuendomi ogni specie di male. In un suo articolo ha incomprensibilmente associato il mio nome addirittura alla massoneria, suggerendo falsamente che io e altri apparterremmo a tale lobby. Ribadisco che la libertà religiosa, di cui parliamo noi, è sancita dalla Costituzione e non ha nulla a che vedere con la massoneria.
     Non ho mai difeso, per militanza ideologica, la libertà religiosa di massoni, buddisti, mussulmani e di altri. Non ce ne mai stato motivo per farlo né intenzionalità. Ciò non rientra nel mandato ricevuto da Cristo Gesù, né Egli mi ha mai dato uno specifico incarico a difendere la libertà religiosa altrui. Il Signore mi ha incaricato, mediante la conferma di fratelli, a predicare l’Evangelo, a insegnare la sana dottrina, e così via.
     Sul piano morale, le false attribuzioni, che fa Giacinto Butindaro, sono schizzi di fango sulla rispettabilità altrui; si tratta, quindi, di colpevole calunnia a danno del suo prossimo. La Parola di Dio proibisce di calunniare il prossimo sulla base di false motivazioni, e la diffamazione gratuita rende colpevoli dinanzi a Dio. «Non andrai qua e là facendo il diffamatore fra il tuo popolo, né ti presenterai ad attestare il falso a danno della vita del tuo prossimo. Io sono l’Eterno» (Lv 19,16).
     Giacinto Butindaro senza Internet sarebbe un illustre sconosciuto. Se non ci fosse la libertà di opinione e di religione, sancita dalla Costituzione, non potrebbe pubblicare un solo rigo delle sue cose spesso farneticanti. Egli diffama persone, che sono geograficamente abbastanza distanti da lui; ma avrebbe il coraggio di dire loro le stesse cose in faccia, di persona? Egli ha la fortuna che la maggior parte dei cristiani è mite; ma che farà, quando alcuni di loro perderanno seriamente la pazienza con lui? A quelli, che si accorderanno per andarlo a cercare di persona ad Acilia, per metterlo dinanzi alle sue responsabilità, avrà allora il coraggio di dire loro le stesse cose in faccia? Vedremo...
     Il dossier, che ho raccolto finora su Giacinto Butindaro, contiene tante testimonianze dirette di persone, che hanno conosciuto la sua famiglia e lui stesso fin dalla sua infanzia, ed esse gettano molte ombre su di lui. Esse, partendo dalla sua tribolata biografia, cercano di spiegare anche perché egli si diventato quello, che è ora. Per ora, proseguirò ad accrescerlo con le testimonianze dirette, che mi arriveranno da altri lettori. Il futuro, poi, lo sa solo il Signore...
     Mi fermo qui, per dare la parola ai lettori. Mi riservo di ritornare presto sul tema della libertà religiosa e su Giacinto Butindaro.

     Sul sito possono seguire i contributi dei lettori e le mie eventuali osservazioni…
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Butindaro_masson_MeG.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» (http://www.puntoacroce.altervista.org) e su altri associati ad esso.




martedì 6 agosto 2013

Evitare il male


EVITARE IL MALE

1. Il male quale fonte di pericolo
     I saggi insegnavano: «L’esperto teme ed evita il male; ma l’insensato lo attraversa e si sente sicuro» (Proverbi 14,16). È così che si potrebbe tradurre letteralmente l’originale ebraico. Lutero traduce a senso così: «Un sapiente teme e si allontana dal male; ma lo stolto lo attraversa provocatoriamente».
     Il sapiente è in ebraico la persona competente, l’esperto o il perito, che riconosce l’ordine delle cose e sa corrispondervi. Lo stolto è la persona stupida, sciocca, insensata o incompetente.
     Evitare il male è uno dei temi, che ricorrono nella Bibbia. L’idea è quella di riconoscere un pericolo e di schivarlo a tempo, evitando così vari danni che ne conseguono. Fu detto che «col timor dell’Eterno si evita il male» (Proverbi 16,6). E ancora: «La strada degli uomini retti è evitare il male; chi bada alla sua via, preserva la sua persona» (Proverbi 16,17). Al contrario, «per gli insensati è un orrore evitare il male» (Proverbi 13,19).

2. La legittimità è il miglior rimedio al male
     Il bene morale è il miglior toccasana al male quale pericolo e danno. Per evitare tutto ciò, basta mettere in pratica ciò, che Dio ha comandato in modo chiaro ed evidente; già questo fa scampare da vari pericoli (cfr. Proverbi 2,12-17 via malvagia, gente perversa, apostati, empi, sviati, donna adultera, ecc.). A volte basta ascoltare i consigli saggi, che provengono da Dio (Atti 27,21).
     In tal modo, bisogna sempre informarsi quale sia la norma biblica legittima riguardo a tutto ciò, che facciamo. […]

Sul sito seguono i seguenti punti: Continuazione del punto 2.; 3. Le strategie per sottrarsi al male
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Etic/T1-Evita_male_S&A.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» (http://www.puntoacroce.altervista.org) e su altri associati ad esso.



sabato 3 agosto 2013

Butindaro, la massoneria e il fango



BUTINDARO, LA MASSONERIA E IL FANGO

1. E ORA SAREI ANCHE UN MASSONE!?
     Voglio parlarvi di un oscuro personaggio di Acilia, un certo Giacinto Butindaro, un «senza chiesa», senza arte e né parte, che ha trovato la sua vocazione a gettare discredito su tutto e tutti, stravolgendo il pensiero altrui e gettando sul suo prossimo solo fango e maldicenza.
     A tutte le colpe, che ha accumulato sul suo capo, gettando con protervia infamia su chi «è più giusto di lui» (cfr. Ab 1,13), ha aggiunto anche quella di associare il mio nome alla massoneria! Qui mostra tutta la sua mania e follia. Pur di discreditare il suo prossimo, s’inventa ciò, che non esiste, e fa carte false.
     Alla fine di un suo scritto, dopo aver citato uno scritto di Edoardo Piacentini e uno mio, afferma: «Questo conferma che il pensiero massonico ormai è presente un po’ fra tutti gli Evangelici, sia essi antipentecostali come Nicola Martella, che pentecostali come Edoardo Piacentini. Parlo di pensiero massonico perché questa lotta per la libertà religiosa è una parte fondamentale della filosofia massonica e che la Massoneria diffonde tramite tutti quegli Evangelici che sono massoni…» (fonte; grassetto redazionale). Poi parla della diffusione di questi ultimi di «eresie di perdizione» e sarebbero «colpevoli di partecipare ad una opera infruttuosa delle tenebre che però è ben accetta alla Massoneria».
     Meraviglia sentire cose del genere legate al mio nome e vedermi associato a persone come il senatore valdese Lucio Malan, Alessandro Iovino delle A.D.I. e altri, che non ho mai incontrati e con cui non ho mai avuto nulla a che fare. Poi continua a parlare di «questo spirito massonico presente in ambito evangelico». Si legga il resto del delirio, che porta il titolo «Nicola Martella ed Edoardo Piacentini uniti nella lotta a favore della libertà religiosa per tutti».

2. CHE COSA PENSO DELLA MASSONERIA?
     ■ Faccio notare che descrivo e denuncio le fonti occulte della massoneria alla luce della Scrittura nella mia opera La lieve danza delle tenebre; si vedano qui gli articoli «Misteri, gnosi e massoneria», pp. 203-214; «Esoterismo, satanismo e Bibbia», pp. 367-372; «Misteri, gnosi, immortalità e Bibbia», pp. 373-388.

     ■ Parlo dell’esoterismo di varia specie, quindi anche legato alla massoneria, anche nella mia seguente opera: Dizionario delle medicine alternative, Malattia e guarigione 2; cfr. qui p. 295 (Massoneria) e gli articoli ivi menzionati.

     ■ Si vedano inoltre sul mio sito nella rubrica «Massoneria» i seguenti articoli:
Massoneria e cristianesimo? Parliamone {Nicola Martella} (T)
Massoneria e protestanti? {Nicola Martella} (T)

Questo è l’inizio dell’articolo. Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 3. La libertà religiosa è cosa da massoneria?; 4. L’accanimento del denigratore; 5. Aspetti conclusivi.
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Butindaro_masson_Oc.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}



ATTENZIONE! Questo articolo ha un carattere specialistico e non è per tutti. Per favore, non intervenire se, dopo aver letto l’intero articolo sul sito, ti rendi conto che ti manca la necessaria competenza in merito!