venerdì 29 novembre 2013

Satana è onnipresente?



SATANA È ONNIPRESENTE?

Un lettore mi ha scritto quanto segue: Ciao, fratello, gradirei sapere, se è provato biblicamente parlando, che Satana non può essere onnipresente. Per dirlo in parole povere, come fa Satana, del quale sta scritto, che va girando come un leone ruggente, ad attaccare me e contemporaneamente ad attaccare altre persone? Se esistono dei versi biblici a tal proposito, me li potresti indicare? {S.F.; 28-11-2013}

Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondo come segue:

1. Nessuna onnipresenza per le creature
     Onnipresente è solo chi è presente in ogni luogo allo stesso tempo. Chiaramente nessuna creatura può esserlo, ma solo il Creatore. Le qualità assolute (onni- + presenza, veggenza, potenza, ecc.) appartengono solo a Dio.
     Le creature non possono essere fisicamente allo stesso tempo in più luoghi, ma solo in un luogo. Per essere in un altro luogo, devono materialmente spostarsi; per quanto ciò possa avvenire con rapidità, recarsi da «A» a «B» richiede tempo e, arrivati alla meta, si è solo lì.
     È scritto: «Ora accadde un giorno, che i figli di Dio vennero a presentarsi davanti all’Eterno, e Satana venne anch’egli in mezzo a loro. E l’Eterno disse a Satana: “Da dove vieni?”. E Satana rispose all’Eterno: “Dal percorrere la terra e dall’aggirarmi per essa». E l’Eterno disse a Satana: “Hai tu notato il mio servo Giobbe? Non ce n’è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Dio e fugga il male”» (Gb 1,6ss; 2,1ss).
     Si noti qui quanto segue. Gli esseri celesti vennero alla presenza di Dio, e Satana fece la stessa cosa; ciò denota movimento da «A» a «B»; quindi, le creature trascendentali non sono onnipresenti, ma devono venire e andare rispetto a un certo punto(cfr. Mt 4,1; Lc 4,13). Inoltre, Satana deve percorrere la terra e aggirarsi per essa per sapere come stanno le cose su di essa. Poi, per venire alla conoscenza di qualcosa di particolare, la deve notare apposta, deve porvi particolarmente mente. Quindi, non è onnipresente né onniveggente.

Il resto dello scritto si trova sul sito.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Satana_onnipres_Oc.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati ad esso.
 

venerdì 22 novembre 2013

Parole del papa e Parola di Dio



PAROLE DEL PAPA E PAROLA DI DIO

Si moltiplicano coloro, che prendono frammenti di discorsi del vescovo di Roma, il gesuita Jorge Mario Bergoglio, e ne fanno delle massime da mettere in rete come citazioni o immagini sotto rubriche come «Messaggi del papa».
     Ecco le parole di Bergoglio riportate su un’immagine: «Tutti noi siamo vasi d’argilla, fragili e poveri, ma nei quali c’è il tesoro immenso che portiamo». Tale asserzione è vera per i cristiani rigenerati; a guardar bene, essa non è neppure segatura del suo sacco, trovandosi già nella Bibbia. Inoltre, a tali parole mirabili, su cui possiamo concordare, seguono subito altre parole, che stanno in netto contrasto con la sacra Scrittura.
     Infatti, per chi non conosce la sacra Scrittura, può trovare Bergoglio originale, quando parla, ma è spesso soltanto una imitazione o un surrogato del pensiero biblico. Nelle sue parole si trova, dal punto di vista biblico, bene e male, luce e oscurità, dolce e amaro, l’uno accanto all’altro. A parole, che si trovano sulla falsariga della sacra Scrittura sul piano dottrinale o morale, seguono parole, che sono in netto contrasto con la Bibbia, ad esempio: ingiunzione a pregare Maria di Roma (quella di Nazareth non lo ha mai chiesto) e altre creature, pregare per i morti, venerazione di statue e immagini, tutti gli uomini quali figli di Dio e fratelli (e addirittura «carne») di Cristo, il rosario quale medicina per l’anima, arbitrio di dichiarare beati e santi degli uomini, specialmente i suoi predecessori, ecc.

L’originale delle summenzionate parole di Bergoglio si trova qui e fu pronunciato già circa due millenni fa dall’apostolo Paolo: «Il Dio che disse: “Splenda la luce fra le tenebre”, è quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio, che rifulge nel volto di Gesù Cristo. Ma noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché l’eccellenza di questa potenza sia di Dio e non da noi» (2 Cor 4,6s; cfr. 2 Tm 2,19-21).

Faccio notare che l’idolatria è una delle massime iniquità dinanzi a Dio! Jorge Mario Bergoglio non fa eccezione nella sua pratica e non se ne fa scrupolo. Anzi spiritualizza e rende accettabile ciò, che la Bibbia chiama abominio. Chi vuole essere usato come «vaso nobile» per un «uso nobile», deve santificarsi, ossia allontanarsi da ogni iniquità, e conservarsi puro, in primis da qualsiasi forma d’idolatria, che per Dio è un atto di lesa maestà. L’idolatria, infatti, se non ci si ravvede e la si abbandona veramente, esclude dal regno di Dio (1 Cor 6,9) e dalla città celeste (Ap 22,15) e destina allo Stagno di fuoco, ossia all’inferno (Ap 21,8). In questo non ci sono sconti per nessuno; anzi, chi pretende di guidare altri, avrà maggiore condanna.
     Ho scelto apposta un esempio non controverso di citazione, per avviare la discussione. Lascio ai lettori le ulteriori analisi.

Lo scritto completo si trova sul sito
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Papa_Parola_EdF.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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martedì 19 novembre 2013

Prova te stesso col discernimento biblico



PROVA TE STESSO COL DISCERNIMENTO BIBLICO


1. POSOLOGIA
     Questo preparato terapeutico, chiamato «discernimento biblico», può essere preso prima, durante o dopo i pasti e nelle quantità, che si riesce a metabolizzare secondo la formula: maturità spirituale per zelo per ubbidienza a Dio diviso carnalità per narcisismo.

2. DOSAGGIO E VERIFICA DELL’EFFICACIA
     Ognuno faccia i calcoli per sé, verificando poi il tutto, come «prova del nove», con la seguente formula: «cuore puro» più «buona coscienza» più «fede non finta», usando anche come minimo denominatore il coefficiente dell’amore (1 Tm 1,5).

3. CATEGORIE RISULTANTI
     Se il risultato è fra 0 e +10 sei un neofita e necessiti di insegnamento nella sana dottrina (2 Tm 3,16s); fra +11 e +15 sei un credente incostante, che necessita di correzione, disciplina e ubbidienza (Gcm 1,4-8; Eb 12,711); fra +16 e +20 sei sulla buona via della santificazione e comprendi la volontà di Dio (2 Cor 7,1; Rm 12,2; Gcm 3,2); fra +21 e +25 sei un credete maturo e puoi capire la particolare sapienza di Dio (1 Cor 2,6s; Fil 3,15s); da +26 in poi si è sulla buona strada per essere irreprensibili (Ef 1,4; Fil 2,15; 1 Ts 2,10; 3,13) e si può, quindi accedere ai ministeri di primo piano (1 Tm 3,2.10; 6,14; Tt 1,6s; 2,6ss).
     Se il risultato è fra 0 e -10 manchi di sapienza scritturale e sei uno dei «bambini, sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina» (Ef 4,14); […]

Il resto dello scritto si trova sul sito.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Cres/T1-Provati_discern_Mds.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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lunedì 18 novembre 2013

L’aspetto collettivo di purificazione e perdono



L’ASPETTO COLLETTIVO DI PURIFICAZIONE E PERDONO

1. La questione
     Negli nostri incontri di studio biblico interattivo, stiamo esaminando al momento 1 Giovanni, usando le domande, che ho approntato per ogni brano. Premetto che ognuno si prepara a casa propria sul brano, usando il libretto di studio. Poi, durante l’incontro di gruppo, chi guida fa dire, a turno, le scoperte fatte sulla singola domanda e le fa integrare con altri aspetti evinti dagli altri credenti.
     Durante lo studio di 1 Giovanni 1,7ss, ognuno ha fatto le sue osservazioni, applicando tale brano specialmente al suo rapporto personale col Signore. Questa è una cosa giusta. Tuttavia, è interessante notare come noi occidentali ci fermiamo in genere agli aspetti individuali e personali; ciò è dovuto probabilmente al fatto che abbiamo una concezione troppo individualistica della fede, oltre a quella troppo soggettivistica e intimistica.

2. La rettifica necessaria
     In ogni modo, sembrava che fosse stato detto tutto e tutti erano abbastanza soddisfatti. Le promesse evinte erano gratificanti. Poi, però, ho fatto notare che nell’antichità e specialmente nel Medio Oriente, rispetto alla nostra concezione individualistica, prevalevano più gli aspetti collettivi, e il singolo traeva il suo significato specialmente all’interno di una corporazione (cfr. assemblea, corpo, casa, tempio). Perciò, ho fatto constatare, non senza qualche stupore iniziale (nessuno lo aveva notato!), che — contrariamente all’applicazione individualistica e soggettivistica, che spesso si fa di tale brano — qui si parla della «comunione [de]gli uni con gli altri» e della purificazione comunitaria: «ci purifica da ogni peccato» (v. 7). Anche le locuzioni «dichiariamo i nostri peccati» e «ci rimetta i peccati e ci purifichi da ogni ingiustizia» (v. 9) non sono intese in senso personalistico e privatistico (ognuno di noi per sé, e il Signore per noi singolarmente), ma collettivo all’interno di una comunità (ognuno di noi verso gli altri dinanzi al Signore, ed Egli verso di noi).

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 3. L’approfondimento biblico; 4. Aspetti conclusivi.
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Purifica_collett_Avv.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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martedì 12 novembre 2013

Conduttori impediscono il ministero dei membri



CONDUTTORI IMPEDISCONO IL MINISTERO DEI MEMBRI

1.  LE QUESTIONI: Di storie come quella, che narro qui di seguito, me ne giungono diverse per iscritto, a voce e per telefono. Esse, pur essendo differenti l’una dall’altra, mostrano una tipologia ricorrente, dettata dalla problematica, che le accomuna. Qui di seguito riporto una situazione stereotipata, una delle tante, che potrebbe essere successa ovunque. Sintetizzo qui le questioni, che come sempre mi vengono descritte con molti particolari. A noi qui interessa il fenomeno, spesso ricorrente nelle chiese, e non tanto le persone particolari e la situazione specifica.
     Immaginiamoci un credete, che chiamiamo qui Carlo Sabatino; egli potrebbe abitare ovunque e la sua chiesa attuale potrebbe essere una delle tante. Chi si trova in tale particolare contingenza, mi presenta spesso la sua situazione ecclesiale, ministeriale, esistenziale e familiare, e specialmente la difficile relazione con i conduttori della sua chiesa.
     Immaginiamoci una chiesa locale sorta, decenni or sono, per scissione da un’altra, e immaginiamoci tutte le conseguenze del caso: sofferenze, lotte, ostracismo reciproco, fuori comunione, e così via. In casi del genere, un gruppo, per così dire, «rivoluzionario», dopo molti contrasti con la conduzione in carica — generalmente ritenuta, secondo i casi, massimalista, legalista, incapace, autoritaria, eccetera — decide di uscire da tale «dittatura», per gettare nuove basi all’essere chiesa, ossia secondo il loro intendimento. In casi del genere, c’è un grande fermento nella nuova formazione, e ciò le permette di espandersi e di perseguire importanti obiettivi.
     Immaginiamoci che, decenni dopo tale scissione, le vicende personali di Carlo lo avessero portato in un’altra zona d’Italia. Qui entrò a far parte di una comunità, dove poté sviluppare un suo ministero polivalente (musica, predicazione, guida del gruppo giovani, attività pratiche, ecc.), che era ben visto e apprezzato. Ciò continuò ancor più, dopo essersi sposato. Nelle ferie tornavano al loro paese d’origine e frequentavano la loro attuale chiesa.
     Immaginiamoci pure che Carlo e la sua famiglia, dopo svariati anni, decisero di trasferirsi nel paese d’origine e di frequentare la loro attuale chiesa. Carlo pensava di poter svolgere lì le stesse o simili attività dell’altra chiesa, da cui proveniva. Si presentò ai conduttori della comunità e portò con sé una lettera di presentazione della chiesa, da cui proveniva al momento; in tale scritto i conduttori confermavano i compiti e i servizi svolti fin lì da lui. I conduttori della nuova chiesa gli fecero capire che per lui praticamente non c’era spazio per tali mansioni, essendo esse già occupate da altri. Ebbe altresì l’impressione soggettiva di non essere poi molto gradito.
     Col tempo gli furono affidati solo alcuni compiti marginali. Con il consenso dei conduttori, Carlo si dedicò al ministero di predicazione in altre chiese, che avevano bisogno. Tuttavia, sebbene egli riuscisse bene, anche in ciò i conduttori mostrarono un continuo mutamento di umori e di atteggiamenti, ora condiscendenti, ora restrittivi. Anche in loco si alternavano periodi di completa marginalità a tempi con piccoli spazi, in cui gli si concedeva qualche meditazione infrasettimanale o domenicale, più o meno e nulla di più. A tempi, in cui veniva permesso a Carlo di impegnarsi esternamente in opere interecclesiali, guidate da stimati credenti, seguivano situazioni, in cui essi ne inibivano il suo coinvolgimento; così facendo, lo avvertivano che egli avrebbe commesso un peccato, se non fosse stato sottomesso a loro in tale questione.
     Negli anni, a più riprese, Carlo scrisse lettere ai conduttori, chiedendo loro di veder riconfermati i suoi doni e di poter esercitare i corrispondenti ministeri. Ogni volta, le risposte furono lapidarie e negative, e sempre senza spiegazioni.
     Credenti come Carlo, dopo molti anni, in cui si sono sentiti in balia degli umori e dell’arbitrio dei conduttori della loro comunità, credono di essere arrivati a un momento di svolta. […]

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: Continuazione del primo punto; 2. Alcune risposte: 2.1. Aspetti generali sulla conduzione; 2.2. Il caso specifico e la conduzione; 2.3. Aspetti conclusivi.
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Conduttori_imped_UnV.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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ATTENZIONE! Questo articolo ha un carattere specialistico e non è per tutti. Per favore, non intervenire se, dopo aver letto l’intero articolo sul sito, ti rendi conto che ti manca la necessaria competenza in merito!

sabato 9 novembre 2013

Consolati per consolare



CONSOLATI PER CONSOLARE

«Il Dio di ogni consolazione... ci consola in ogni nostra afflizione, affinché, mediante la consolazione, con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli, che si trovano in qualunque afflizione» (2 Corinzi 1,3s).

In questo brano è evidente che la consolazione è presentata come il lenimento della sofferenza. Il secondo aspetto è che solo chi è stato consolato da Dio nella sua afflizione, è in grado di consolare il suo prossimo a tempo debito.
     Per «consolare» s’intende, secondo i casi, quanto segue: recare sollievo a una persona in pena (confortare, incoraggiare, rianimare, rincuorare, risollevare); alleggerire qualcuno del peso riguardo a qualcosa (addolcire, alleviare, calmare, lenire, mitigare).
     Quando si perde qualcosa o qualcuno, ciò produce sofferenza. Chi non ha perso un’amicizia importante? A chi non è morta una persona cara? Chi non è stato privato di un bene? La consolazione non restituisce quanto perso, ma rende tutto ciò più sopportabile, immettendo una nuova speranza. A volte, essa sostituisce la cosa irrecuperabile con una cosa disponibile, oppure con una nuova prospettiva di vita.
     L’altro caso è quando si ha un fortissimo dolore fisico o psichico, che genera sofferenza. Chi non è stato bloccato da un dolore lancinante, da una malattia o da un accidente? La consolazione, sebbene non tolga la causa del dolore, lenisce la sofferenza mediante la presenza umana, la comprensione e il conforto. È come se si introducesse nuova linfa in una pianta, che si sta seccando.
     In tal modo, l’effetto della consolazione è il seguente: il sofferente trova conforto, riprende coraggio, si risolleva dal suo stato di prostrazione, realizza rassegnazione e pace riguardo al suo problema specifico e acquista possibilmente una nuova prospettiva della sua vita. Intanto, diventa anche egli stesso più sensibile nei confronti della sofferenza altrui.
     Chi non trova consolazione nella sua afflizione, spesso indurisce e diventa insensibile alle altrui sofferenze. […]

     Il resto dello scritto si trova sul sito.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Consolati_per_EnB.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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giovedì 7 novembre 2013

Quanti «doni» riceve ogni credente? Parliamone



QUANTI «DONI» RICEVE OGNI CREDENTE? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Quanti «doni» riceve ogni credente?». Secondo la tesi di alcuni credenti, ognuno riceverebbe un solo «dono» di numero e dovrebbe, quindi, esplicare una sola funzione ministeriale. Spesso si proietta il termine italiano «dono» nei brani, in cui non c’è, e si trascurano i significati propri dei termini e delle locuzioni presenti nel testo greco. C’è altresì anche una certa confusione fra talenti naturali, capacità acquisite e carismi quali «azioni (o manifestazioni) di grazia». Il problema nasce laddove sono i conduttori di chiesa a nutrire tale convinzione e, nella pratica ecclesiale, se ne servono per limitare le attività e i ministeri dei membri della loro chiesa. È inutile dire che ciò crea solo tensioni nella comunità; a ciò si aggiungano frustrazione e amarezza da parte di chi vede nella propria vita varie «azioni della grazia» (carismi) e si sente chiamato a vari ministeri. Alcuni membri capaci, non trovando spazio nella propria comunità, ma spesso solo fuori di essa, non trovando purtroppo disponibilità da parte dei conduttori di approfondire le questioni e non riuscendo a frenare la chiamata da parte del Signore, dopo anni di profondi conflitti interiori, decidono di cambiare chiesa locale, per trovare la «famiglia spirituale», in cui possono servire con passione, gioia ed efficacia nelle funzioni ministeriali, per le quali si sentono chiamati dal Signore e con le quali hanno potuto già servire Dio efficacemente fuori del loro contesto ecclesiale.
     In questo luogo non vogliamo parlare di doni, ministeri e funzioni ministeriali in se stessi né stabilire quanti e quali siano, ma solo della questione del sedicente «dono unico» per credente. Perciò, non vogliamo trattare tutti i brani del NT, ma soltanto quelli, che vengono citati nell’argomentazione per avvalorare la tesi «un solo dono per un solo credente».

     Sul sito seguono i contributi dei lettori e le mie eventuali osservazioni…
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Doni_x-credente_Avv.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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lunedì 4 novembre 2013

Attenzione alle citazioni ideologiche!



ATTENZIONE ALLE CITAZIONI IDEOLOGICHE!

1. ENTRIAMO IN TEMA: Vedo sempre di nuovo persone che in rete riprendono citazioni e immagini con citazioni, senza verificare chi sia l’autore. Alcune volte, manca del tutto l’autore. Persone cristiane o cristianizzate riprendono tali citazioni, credendo che siano di autori cristiani e che esse siano conformi alla Bibbia o almeno al cristianesimo.
     Giorni fa, in un gruppo in cui sono iscritto, è successo di vedere un’immagine con la seguente citazione: «Le mani che aiutano sono più sacre delle bocche che pregano».
     Lì per lì, ho dovuto inquadrare tale frase. Mi sono detto che fare del bene è meglio che chiacchierare soltanto. Tuttavia, qui non si tratta di questo: l’aggettivo «sacre» e il verbo «pregano» hanno reso tale frase equivoca e biblicamente insostenibile. Perciò, si tratta di una frase a effetto, ma non è sempre vero ciò, che è esprime. Dipende da quali mani e da quale bocca!

2. L’ANALISI BIBLICA: […]

3. ATTENZIONE ALLE TRAPPOLE IDEOLOGICHE!: Mi sono chiesto chi fosse l’autore. Il valore di una massima dipende veramente da chi la pronuncia. I sapienti scrivevano: «Come le gambe dello zoppo sono senza forza, così è una massima in bocca degli stolti… Una massima in bocca agli stolti è come un ramo spinoso in mano a un ubriaco» (Proverbi 26,7.9). […] Meglio verificare le fonti, che si mettono in internet, per non diventare involontariamente complici dei cattivi ideologi e dei malvagi!
     Scoprite chi è l’autore di tale massima ambigua, leggendo l’intero articolo sul sito.

     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Cult/T1-Cita-ideolog_MeG.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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sabato 2 novembre 2013

Quanti «doni» riceve ogni credente?



QUANTI «DONI» RICEVE OGNI CREDENTE?

In realtà, non ricordo di essermi posto la questione di quanti doni un credente possa ricevere o che ci sia un limite numerico. A chi me lo chiedesse, risponderei: Tanti quanti bastano per servire in una certa situazione e per adempiere a una certa funzione ministeriale; in ogni modo, come minimo uno prevalente. Alcune tesi, che ho letto da qualche parte, mi hanno fatto riflettere nuovamente sulla questione. In pratica, si afferma che ogni credente può avere un solo «dono» spirituale di numero, né di più e né di meno.
     Prima tesi: In 1 Corinzi 12,7-11 Dio ha dato a ogni credente un dono, come ha voluto, e cioè a ognuno uno solo. Quindi, si tratta della proporzione di uno a uno: un credente un dono, non di più di uno solo di numero.
     Seconda tesi: Paolo aveva esortato Timoteo a rimanere a Efeso per mettere a posto alcune questioni dottrinali (1 Tm 1,3). E per svolgere bene quest’incarico doveva ravvivare il dono, che aveva ricevuto (2 Tm 1,6). Quindi, Timoteo possedeva un unico dono fra i tanti disponibili.

Il resto dello scritto segue sul sito unitamente alle mie osservazioni e obiezioni…
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Doni_x-credente_UnV.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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