martedì 30 dicembre 2014

Incontrarsi da cristiani a Capodanno?



INCONTRARSI DA CRISTIANI A CAPODANNO?

Non sono qualcuno, che ama particolarmente feste e festeggiamenti. Mi ascrivo alla fazione di colui, che «stima tutti i giorni uguali» (Rm 14,5). Tuttavia, non amo argomenti fasulli contro alcune festività civili, che quindi nell’uso odierno non sono direttamente legate all’idolatria (feste di personaggi biblici, ecc.), ai miti creati dal consumismo (Babbo Natale, albero di Natale, ecc.) o all’occultismo (befana, halloween). Neppure bisogna partire dai propri gusti. Che poi nelle mani degli empi tutto possa essere occasione di atti malvagi, questa è un’altra storia.
     Uno di questi argomenti contro alcune festività civili è risalire o all’etimologia o a una qualche radice pagana, vera o presunta che sia. Questo è il caso di Capodanno. Casualmente ho letto alcuni scritti; ne riporto il pensiero, facendo seguire le mie osservazioni. 


1.  FACCIAMO ALCUNI ESEMPI

1.1.  CAPODANNO, GIANO E I CELTI: «Il Capodanno risale alla festa del dio romano Giano. Nel VII secolo i pagani delle Fiandre, seguaci dei druidi, avevano il costume di festeggiare il passaggio al nuovo anno; tale culto pagano venne deplorato da Sant’Eligio (morto nel 659 o nel 660), che redarguì il popolo delle Fiandre dicendo loro: “A Capodanno nessuno faccia empie ridicolaggini quali l’andare mascherati da giovenche o da cervi, o fare scherzi e giochi, e non stia a tavola tutta la notte né segua l’usanza di doni augurali o di libagioni eccessive”» (tratto da Wikipedia).
     Il Capodanno è un festività di indubbia origine pagana, che il mondo festeggia, e ancora oggi è intrisa di superstizione, augure, riti scaramantici, e quindi il cristiano deve assolutamente astenersi.
     «Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà» (Romani 12,2). {Andrea Zappalà; 27-12-2014}

La cosa singolare è che Andrea Zappalà cita di tale articolo di Wikipedia solo ciò, che si vuole, e addirittura taglia la citazione di Eligio di Noyon come e dove gli aggrada, mentre essa continua così: «Nessun cristiano creda in quelle donne che fanno i sortilegi con il fuoco, né sieda in un canto, perché è opera diabolica». Quelli qui descritti non erano i festeggiamenti odierni usuali, ma tradizioni legati a riti magico-esoterici di una cultura pagana, che permeava l’intera società delle Fiandre (cfr. qui). I druidi erano i sacerdoti e maghi degli antichi Celti. La stragrande maggioranza delle persone non fa a Capodanno «sortilegi con il fuoco» e altri riti esoterici simili, né va da chi li esegue.

SUL SITO LEGGI ANCORA I SEGUENTI PUNTI:
1.2. Capodanno fra credenti è un’offesa a Dio? (confronto con Giancarlo Oppedisano)
2. Alcuni approfondimenti
2.1. Di che cosa parliamo?
2.2. L’onestà intellettuale
2.3. Essere propositivi
3. Aspetti conclusivi

[CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Capod_crist_Avv.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso.

giovedì 25 dicembre 2014

Alleluia? Illuminate l’Eterno!



ALLELUIA? ILLUMINATE L’ETERNO!

1. CHE COSA SIGNIFICA «ALLELUIA»?: Alleluia (ebr. hallelû jah[û]) proviene dal verbo hāllal, che in origine intendeva «illuminare, risplendere, brillare» (nel qal o attivo semplice). «…quando la sua lampada risplendeva sul mio capo, e alla sua luce io camminavo nelle tenebre!» (Gb 29,3). «Se, contemplando il sole risplendere e la luna lucente avanzare…» (Gb 31,26). «Poiché le stelle e le costellazioni del cielo non faranno più brillare la loro luce» (Is 13,10).
     La forma verbale hillel (piel) è intensificante rispetto ad hāllal. Da essa proviene halle«illuminate, lodate». Perciò, la locuzione hallelû jah[û] in origine intendeva «illuminate Jah[û]» (forma breve per Jahwè), ossia l’Eterno. Adorare il Signore significa, quindi, «metterlo in buona luce» nell’assemblea e come santi, ricordando le sue qualità e le sue gesta. 

 
2. ALCUNI ASPETTI DELLA LODE: Ecco alcuni versi che mostrano come lodare Dio.
     ■ «Illuminate l’Eterno. Illuminate, o servi dell’Eterno, Illuminate il nome dell’Eterno!» (Sal 113,1 traduzione radicale nostra; nome = persona; cfr. Sal 135,1).
     ■ «Celebrino l’Eterno per la sua clemenza, e per i suoi prodigi a favore dei figli degli uomini! Offrano sacrifici di lode, e raccontino le sue opere con giubilo!» (Sal 107,21s; cfr. Gle 2,26).
     ■ «L’Eterno è grande e degno di somma lode, e la sua grandezza non si può investigare. Una generazione racconterà all’altra le lodi delle tue opere, ed essi proclameranno le tue gesta» (Sal 145,3s).
     ■ «Ora, io, Nebukadnezar, lodo, esalto e glorifico il Re del cielo, perché tutte le sue opere sono verità, e le sue vie, giustizia, ed egli ha il potere di umiliare quelli, che camminano superbamente» (Dn 4,37).

3. ASPETTI CONCLUSIVI: [→ sul sito]
     [CONTINUA LA LETTURA: http://diakrisis.altervista.org/_Disc/T1-Alleluia_Lv.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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~~> Discuti questo tema qui o sulla mia pagina di "Facebook": https://www.facebook.com/notes/fede-vivente/alleluia-illuminate-leterno/891634554201113

martedì 23 dicembre 2014

Tutta la pienezza della Deità abita corporalmente in Cristo



TUTTA LA PIENEZZA DELLA DEITÀ ABITA CORPORALMENTE IN CRISTO

Un lettore mi ha scritto quanto segue: Ciao, fratello, non riesco a capire il «corporalmente» di Colossesi 2,9. Grazie, a presto {Giuseppe Calù; 13-11-2014}

Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondo come segue:
1. LE TESI DELL’ESOTERISMO CRISTIANIZZATO [sul sito]
2. LE TESI RIGUARDO A GESÙ SOLO UOMO [sul sito]

3. LA PRESA DI POSIZIONE DI PAOLO: Tali tesi avevano chiaramente i loro esponenti, che le propagavano nelle chiese. In alcuni casi, per accreditare tali loro concezioni, scrivevano anche false epistole a nome degli apostoli o di altre persone conosciute. Paolo esortò i Tessalonicesi a non credere a coloro, che propagavano una parusia incombente del Signore, affermando: «Vi preghiamo di non lasciarvi così presto travolgere la mente, né turbare sia da ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche epistola data come nostra» (2 Ts 2,1s). In tempi post-apostolici nacquero così molte opere gnostiche falsamente attribuite agli apostoli e ad altri personaggi menzionati nel NT (apocrifi). Altri, che Pietro dichiarò «gli uomini ignoranti e instabili», distorcevano le epistole di Paolo e le altre Scritture, per strumentalizzarle per le proprie tesi (2 Pt 3,15s).
     A ciò si deve la premessa di Paolo, con cui ingiunse quanto segue: «Guardate che non ci sia qualcuno, che vi depredi mediante la filosofia e mediante illusorio inganno, secondo la tradizione degli uomini, gli elementi del mondo, e non secondo Cristo» (Col 2,8). Poi segue la motivazione (v. 9), che è l’oggetto della domanda.
     Per tale motivo, Paolo parlò di «Cristo» (che per lui era Gesù), aggiungendo: «Infatti, in lui abita corporalmente [sōmatikõs] tutta la pienezza della Deità» (Col 2,9). Per noi sembra un’aggiunta singolare, ma allora era un cardine dottrinale importante. Ciò significa che Gesù era storicamente il Messia e che già nella sua vita terrena (quindi, fisicamente) era pienamente Dio. D’altro canto, il presente continuo di katoikéō «abitare, dimorare, stabilirsi, risiedere» indica l’attualità: Cristo resuscitò col suo corpo personale (Lc 14,39s), con esso ascese al cielo (At 1,9) ed è in esso che risiede attualmente «tutta la pienezza della Deità». Si noti come Paolo abbinò apposta l’avverbio «corporalmente» a Cristo e non a Gesù! Proprio quello che gli spiritualisti chiamavano «Cristo glorioso (o trascendentale)», per distinguerlo dal presunto «Gesù umano», ha attualmente un corpo, in cui abita la Deità al cento percento!

4. ALCUNI APPROFONDIMENTI [sul sito]

IL RESTO DELLO SCRITTO SEGUE SUL SITO [Continua la lettura: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Deita_corporal_OiG.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso.


mercoledì 17 dicembre 2014

Albero in sala, presepe e canti natalizi



ALBERO IN SALA, PRESEPE E CANTI NATALIZI

1. ALBERO NELLA SALA DI CULTO?: Non pensavo di dover ritornare sul tema «albero di Natale», visto che già anni fa ho pubblicato in merito già un articolo, a cui è seguita una fervida discussione. Tuttavia, mi è arrivata la seguente richiesta specifica.

LE QUESTIONI DEL LETTORE Volevo porvi una domanda in quanto membro di una chiesa libera. Vorrei capire perché, visto che non crediamo al Natale come festa, c’è l’uso, in alcune chiese cristiane evangeliche, di addobbare l’albero e metterlo in bella vista. Io mi sento a disagio, davanti ad altri fratelli, della stessa identica nostra confessione, visto che alcune chiese non lo permettono. Vorrei una risposta biblica, non risposte del tipo che male c’è, oppure conta l’interiore; infatti, la gente che ha bisogno di Cristo, come nostro biglietto da visita vede l’esteriore. Quindi, potete darmi delle basi bibliche, su cui basare l’uso dell’albero di Natale, soprattutto in chiesa? Visto che già, chi non lo permette, mi ha fornito le sue bibliche motivazioni? {Nunzio Cristofari, ps.; 14-12-2014}

LE RISPOSTE: Vorrei iniziare con il seguente pensiero, per togliere ogni ombra di dubbio: Non sarà un albero di Natale a far salvare le anime, né tanto meno a farle perdere, a meno che uno non lo adori. Non sarà esso a portare benedizione in una casa o in una sala di culto, né tanto meno a portarvi maledizione, a meno che le luminarie non lo mandino a fuoco, ed esso non consumi tutto ciò, che trova e non rechi seri danni.
     La Bibbia non parla di alberi di Natale, perciò difficilmente troverai una «risposta biblica» diretta su tale tema. Tuttavia, si possono applicare principi derivati, che riguardano cose simili; vedi in merito gli scritti suggeriti sopra.
     Io personalmente sono assolutamente contrario perché ci sia un albero di Natale a casa mia e nella sala dell’assemblea, che frequento e in cui esplico il mio ministero. Un albero di Natale non ha nulla a che vedere col NT, con la nascita di Gesù a Betlemme, con la vita e il ministero Cristo nella Palestina e con la vita dei credenti al tempo degli apostoli, né a Gerusalemme, né nel resto dell’impero romano.
     Nelle sale di culto delle chiese, in cui ho partecipato alla fondazione, non abbiamo mai messo alberi di Natale, fintantoché sono stato lì come missionario. Su quanto fanno altre chiese non ho arbitrio né responsabilità.
     A casa nostra non abbiamo mai fatto l’albero di Natale, sebbene mia moglie sia nata in un paese estero e in una cultura, in cui si faceva, e ha sofferto per questo. Tuttavia, non faccio discussioni controverse con i credenti, che lo fanno a casa loro; se c’è l’occasione, spiego il mio punto di vista. Per il resto, non essendo una cosa molto rilevante per la dottrina, ma più che altro sentimentale, applico la seguente raccomandazione biblica: «Vi esortiamo, fratelli, che... vi studiate di vivere in quiete, di fare i fatti vostri...» (1 Ts 4,10s).
     Sebbene io rimanga contrario all’albero di Natale, mi rendo conto che chi lo fa, agisce per romanticismo e non pensa minimamente a offendere Dio o a farne un idolo. Alcuni parlano delle origini pagane dell’albero di Natale, presunte o vere che siano; fatto sta che, se intervistiamo cento famiglie odierne intorno a noi, la stragrande maggioranza pensa al valore romantico, che l’albero ha oggi e basta. Ciò mi porta a tollerare tale cosa nella vita degli altri, sebbene io rimanga contrario all’albero di Natale a casa mia e nella sala di culto della mia chiesa.
     Per il resto rimando ai due scritti menzionati all’inizio.


SUL SITO LEGGI ANCORA I SEGUENTI PUNTI:
2. Presepe tra gli evangelici?
3. Albero, presepe e canti natalizi
4. Aspetti conclusivi

[CONTINUA LA LETTURA: http://diakrisis.altervista.org/_Cult/A1-Albero_sala_Mt.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati ad esso.

sabato 13 dicembre 2014

Parliamo di Gesù, non di Babbo Natale! Discutiamone



PARLIAMO DI GESÙ, NON DI BABBO NATALE! DISCUTIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Parliamo di Gesù, non di Babbo Natale».
 


 Provate a cercare su Facebook «Babbo Natale», vi renderete conto di quanti account portino tale nome, quante centinaia di pagine e gruppi siano dedicate a tale mito e quante letterine siano scritte a tale mito!
     Ecco il nome di alcune pagine:
■ A spasso con le renne di Babbo Natale
■ Aspettando Babbo Natale
■ Babbo Natale - La Magica Avventura
■ Babbo Natale (varie pagine)
■ Babbo Natale 25 Dicembre
■ Babbo Natale a domicilio - agenzia di animazione Clown
■ Babbo Natale e il trasloco della Befana
■ Babbo Natale e Natale tutto l’anno
■ Babbo Natale in Versiliana
■ Babbo Natale Non Esiste (spettacolo o kermesse su Babbo Natale)
■ Babbo Natale passa in profumeria
■ Babbo Natale Professionale
Babbo Natale run
■ Babbo Natale sta chiamando
■ Babbonatale.fi: la web TV su Babbo Natale
■ Caro Babbo Natale
■ Caro Babbo Natale... vorrei...
■ Casa di Babbo Natale di… (+ nome di luoghi)
■ Fabbrica Di Babbo Natale
■ Il Mondo di Babbo Natale
■ Il Paese Di Babbo Natale
■ Il Palazzo di Babbo Natale
■ Il Villaggio Di Babbo Natale di… (varie pagine + nome di luoghi)
■ In Lapponia con Babbo Natale e le renne
■ La Casa dei Biscotti di Babbo Natale
■ La Casa di Babbo Natale (varie pagine)
■ La Fattoria di Babbo Natale
■ La Grotta Di Babbo Natale
■ La tua foto con Babbo Natale
■ La Vera Grotta Di Babbo Natale
■ L’Albergo di Babbo Natale
■ Letterina Babbo Natale
■ Merenda con Babbo Natale
■ Mio Babbo Natale
■ Riccione Xmas... inseguiamo Babbo Natale!
■ Sulle tracce di Babbo Natale (+ nome di luoghi)
E così via

Molte di queste pagine hanno scopi commerciali. Di qualcuna ho avuto l’impressione che serva solo come «specchio per le allodole», per carpire dati d’ingenui utenti (e-mail, indirizzi, ecc.), specialmente le cosiddette «letterine a Babbo Natale). Non si escludono altre intenzioni criminali.
     Alle pagine si aggiungono, come detto, veri e propri account si persone, che si nascondono dietro a Babbo Natale. Poi, ci sono svariati gruppi con nomi, che contengono Babbo Natale nel titolo.

Sul sito seguono i contributi dei lettori e le mie eventuali risposte. [CONTINUA LA LETTURA: http://diakrisis.altervista.org/_Cult/T1-Gesu_Babbo-Natale_Mds.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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mercoledì 10 dicembre 2014

Parliamo di Gesù, non di Babbo Natale



PARLIAMO DI GESÙ, NON DI BABBO NATALE

1.  È ORA DI FAR MORIRE IL MITO DI BABBO NATALE: Babbo Natale non ha nulla a che fare con la nascita di Gesù. Quello di Babbo Natale è un mito costruito ad arte dalla pubblicità e dal marketing, per far vendere meglio i prodotti alle industrie di dolciumi, di giocattoli e così via. Invece di parlare della nascita del Redentore del mondo, si parla dello «spirito del Natale», quasi fosse un essere trascendentale o una magia religiosa, che renderebbe tutti più buoni. La morale di tale «spiritualità natalizia» non è quella biblica di far conoscere il Signore e Salvatore Gesù, il Messia, ma è la filosofia umanistica di «rendere tutti più buoni», almeno a Natale.
     È meglio far morire il mito commerciale di Babbo Natale, che ammalia e incanta la gente, che a tutto pensa, tranne che un giorno il Figlio di Dio è venuto nel mondo per salvare tutti coloro, che credono in Lui. Duemila anni fa, non venne un presunto «spirito del Natale» nel mondo, ma lo Spirito Santo venne sopra una giovane donna ebrea, coprendola con l’ombra della potenza dell’Altissimo e procreando in lei un Essere santo, il Figlio di Dio (Lc 1,35).
     Le famiglie dei credenti biblici dovrebbero finalmente seppellire Babbo Natale. Essi dovrebbero prosciugare la palude chiamata «spiritualità natalizia» e bandire il cosiddetto «spirito del Natale». Come farlo, lo abbiamo spiegato nell’articolo «Babbo Natale è morto, la Befana è a rischio», a cui rimandiamo. Solo allora saranno in grado di mettere al centro il fatto che il Figlio di Dio si è incarnato, per attuare la sua opera di redenzione.

2.  CRISTO È LA FINE DEI MITI: Che cosa afferma il NT di favole e miti? Il termine greco mŷthos intende in genere «mito, favola, invenzione, falsità». L’apostolo Pietro attestò: «Vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signore Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a miti abilmente inventati, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà» (2 Pietro 1,16). […]

3.  PARLIAMO DI CRISTO, NON DEI MITI: Di là se Gesù nacque o meno in un tempo corrispondente al nostro periodo natalizio, noi cristiani biblici abbiamo l’occasione, il privilegio e la responsabilità per alfabetizzare i nostri contemporanei con i contenuti biblici. E questo riesce meglio, quando le persone intorno a noi sono più sensibili verso i temi della nascita di Cristo. Comunichiamo ai nostri contemporanei la necessità che Gesù nasca nei loro cuori. Diciamo loro che Cristo è nato nella storia, per poi morire in croce come sostituto per chiunque crede in Lui come Signore e Salvatore. […]

Il resto dello scritto si trova sul sito. [CONTINUA LA LETTURA: http://diakrisis.altervista.org/_Cult/A1-Gesu_Babbo-Natale_OiG.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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lunedì 8 dicembre 2014

Spiritualità quale via per una falsa devozione


SPIRITUALITÀ QUALE VIA PER UNA FALSA DEVOZIONE


1. ENTRIAMO IN TEMA (Nicola Martella): Il tallone d’Achille di tutti coloro, che si chiamano «cristiani» (o seguaci di Cristo), non è tanto la fede (= fiducia in Dio, credo), quanto il «timor di Dio» quale base dell’etica. Il timor di Dio, quale profondo rispetto e riverenza personale verso il Signore, è esercitato per onorare il Signore, ricercando il suo ordine creazionale e morale e cercando di corrispondervi mediante l’ubbidienza. Ciò è alla base della «sapienza» quale facoltà, che permette di riconoscere l’ordine di Dio e di corrispondere a esso (Gb 28,28; Pr 1,7; 9,10).
     Laddove manca un vero timore di Dio, subentra allora la religiosità quale spiritualizzazione della propria devozione, sebbene essa possa essere arbitraria, distante dal volere del Signore e addirittura in contrasto con la rivelazione di Dio. Allora alla rivelazione della sacra Scrittura si sostituisce la spiritualizzazione (e cristianizzazione) dei propri atti devozionali e morali, e si rimpiazza l’ubbidienza con le esperienze spirituali soggettive. Queste ultime sono poi chiamate «spiritualità» e costituiscono una via devozionale facile, poiché è legata all’arbitrio, ai propri desideri e alle proprie interpretazioni. Lo spiritualismo può attingere da tutto, anche da fonti discutibili e addirittura torbide, basta che abbia una tinteggiata di buonismo, umanismo, positività, di religiosità e cose simili.

2. FRA SPIRITUALITÀ E VERITÀ (Carlo Neri): Caro Nicola, come senz’altro anche tu avrai osservato, nel mondo, da sempre le persone religiose mostrano una tendenza a spiritualizzare, ad apprezzare il mistico o misticheggiante e a preferire quindi la «spiritualità» alla verità. Questo fenomeno non è piacevole da osservare, in particolare perché si avverte che mira a deviare l’uomo dall’intraprendere un cammino verso la «verità che vi farà liberi» (Gv 8,32). […]
     Il problema diventa però più serio, quando questa tendenza s’infiltra nella chiesa, specialmente quando i conduttori spostano la barra del timone dalla ricerca scrupolosa e obbiettiva della fedeltà alla Parola a una sempre maggiore e predominante «spiritualità». Ed ecco il motivo per cui ti scrivo. Quando, infatti, succede questo nella chiesa, non avremo quasi nessuna possibilità di essere d’aiuto ai nostri fratelli, magari anche giovani nella fede, che fanno affidamento sull’autorevolezza delle loro guide. Si potrebbero infatti provocare danni ancora maggiori mettendo in discussione la competenza dei loro conduttori.
     La causa di questa tendenza sarà da attribuire forse all’influenza del mondo, che entra anche all’interno della chiesa? O forse al carismaticismo, in particolare di provenienza cattolica, che rimane come una impronta in quei fratelli, che hanno vissuto quella esperienza e che rende loro più difficile giungere a comprendere l’armonia fra spiritualità e verità, a cui ci esorta la Parola?
     Saranno forse entrambi, non lo so, ma quando succede che i credenti vengono spinti a «iper-spiritualizzare» la loro fede, la chiesa può venirsi a trovare in una situazione simile a quella della chiesa di Corinto, dove i santi, influenzati dalla religiosità carica di misticismo dei loro concittadini, si sentirono spinti a eccedere nelle loro riunioni, fino a far dire all’apostolo: «Se… entrano dei profani o dei non credenti, non diranno che voi siete fuori di senno?» (1 Corinzi 14,23).
     Il problema concreto che sto osservando e che probabilmente non riguarda solo una singola assemblea, si manifesta ad esempio quando le guide esortano i credenti a pregare dicendo: «Gesù, ti prego… Gesù, ti chiedo… Gesù, ti lodo, ecc.»; anziché a dire: «Padre ti prego… ti chiedo… ti lodo, nel nome di Gesù», come insegna la Scrittura; in questo modo a mio avviso viene distorta, con apparente pietà, la Parola. […]         Sottolineando la sacrosanta importanza di avvicinarsi alla persona di Gesù, ma in questo modo esasperato, potrei dire forse fanatizzato, ho notato come conseguenza un altro squilibrio, quello di percepire secondario il valore delle opere nella fede e l’importanza dello studio approfondito e obbiettivo della Parola.
     Quando capita infatti di leggere brani che trattano questi temi, è facile osservare qualche «acrobazia interpretativa» da parte di quei fratelli, che cercano di salvaguardare la dottrina, di cui ho parlato.
     Le conseguenze pratiche di questo approccio quindi sono, a mio avviso, nientemeno che deviazioni dottrinali, che portano la chiesa a non esercitare il discepolato o a non farlo nel modo giusto; e allo stesso tempo sollecitano il credente, specialmente se giovane nella fede, a percepire fondamentale un comportamento «spirituale» ed esteriore e a considerare secondarie le implicazioni pratiche della sua scelta di fede. Al contrario, è lo studio serio e obbiettivo della Parola, che porterà il credente a una crescita utile a lui e a chi ha vicino, alla ricerca dei doni che lo Spirito Santo gli ha dato e al loro esercizio nell’ambito della chiesa e fuori.
     Quello che in sintesi, quindi, secondo me, potrebbe portare un danno alla fede e all’opera di chi è entrato a far parte del corpo di Cristo, non è detto sia solamente ciò, che frena o che ostacola il cammino dei fratelli, potrebbe essere anche un tentativo come questo di migliorare ed elevare la loro vita spirituale.
     «Spiritualizzando» troppo, infatti, si può ottenere l’effetto opposto a quello, che queste guide auspicano. […]

Qui abbiamo riportato solo alcuni brani dello scritto, il resto segue sul sito: 3. Alcuni approfondimenti; 4. Aspetti conclusivi. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Spiritual_fals_MeG.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso.


giovedì 4 dicembre 2014

Irrazionalità dell’evoluzionismo

IRRAZIONALITÀ DELL’EVOLUZIONISMO

1. L’INCOERENZA DEGLI EVOLUZIONISTI
     Non si comprende bene perché persone, di per sé sensate e razionali nelle vita privata, quando parlano dell’origine della vita e delle specie, abbandonano del tutto il buon senso e credono a qualcosa come l’evoluzionismo, ossia che l’universo, il mondo e la vita si siano fatti da soli in milioni e milioni di anni. Eppure, essi stessi nella vita comune sperimentano come le cose più sofisticate, che gli uomini abbiano mai ideate, invecchiano, perdono funzionalità ed energia, finché sono praticamente inusabili. Oggigiorno, con la società dell’usa e getta, gli apparati ancora funzionanti vengono dismessi, perché sostituiti da dispositivi ancor più sofisticati. Eppure, l’obsolescenza è parte integrante di tutto ciò, che fa l’uomo; ogni macchina viene usata per funzionare un certo numero di anni.
     L’evoluzionismo biologico è di per sé una delle tante ipotesi scientifiche. Eppure, alcune di queste persone, normalmente sensate e razionali, lo presentano come reale. Anzi, essi «credono» all’evoluzionismo, come se fosse un oggetto di fede e di religione. Senza d’esso tutte le loro ipotesi crollerebbero come un castello di carte.
     Facciamo un esperimento. Prendiamo milioni e milioni di componenti di orologi meccanici (di per sé bisognerebbe partire dagli atomi, che le compongono!). Con un aereo le disseminiamo in una zona disabitata di una decina di chilometri quadrati, ben delimitata e inaccessibile. Dovremmo aspettare un milione di anni, più o meno; secondo l’evoluzionismo, tali parti ritroverebbero casualmente le une le altre, ossia quelle giuste, si aggregherebbero e monterebbero insieme nella giusta sequenza. Poi, un giorno o l’altro, in quella zona desolata, si sentirebbe un coro incredibile di «tic-tac», prodotto da milioni di orologi ben oleati e funzionanti!
     Proprio tali persone, abitualmente sensate e razionali nella vita, direbbero che ciò è impossibile! Eppure le stesse persone credono che un universo ancora più complesso e le molteplici specie di esseri viventi, ognuna altamente sofisticata, si siano sviluppati da soli, partendo da semplici atomi e molecole.

Sul sito si trovano anche i seguenti punti: 2. Le ipotesi scientifiche e la realtà; 3. Aspetti conclusivi [CONTINUA LA LETTURA: http://diakrisis.altervista.org/_Sci/A1-Irraz_evol_Ori.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati ad esso.


~~> Discuti questo tema qui o sulla mia pagina di "Facebook": https://www.facebook.com/notes/fede-vivente/irrazionalit%C3%A0-dellevoluzionismo/879664902064745

mercoledì 3 dicembre 2014

È sbagliato dire: «Accetta Gesù come tuo Salvatore»? Parliamone

È SBAGLIATO DIRE: «ACCETTA GESÙ COME TUO SALVATORE»? PARLIAMONE

Qui di seguito riportiamo i contributi dei lettori riguardo all’articolo «È sbagliato dire: “Accetta Gesù come tuo Salvatore”?».
     Abbiamo visto che, secondo il mio interlocutore riformato, quando si evangelizza, sarebbe sbagliato dire a qualcuno quanto segue: ▪ 1. Dio ti ama; ▪ 2. Dio ha un piano per te; ▪ 3. Accetta Gesù come tuo Signore e Salvatore.
     A tali tesi abbiamo abbondantemente risposto. Abbiamo omesso una replica di Aldo Benincasa, poiché essa è la ripetizione delle stesse tesi precedenti, senza altri elementi veramente nuovi; risponderemo a ciò in seguito in modo compiuto. Speriamo che tali opinioni siano solo le sue e non siano condivise da altri riformati.
     Inoltre, secondo lui, quando si evangelizza, non bisogna mostrare amore né empatia, ma bisogna essere diretti e andare al punto, parlando di ira e di giudizio di Dio. Che sia questa l’arroganza di coloro, che si pensano particolari «eletti», e che credono di agire così, perché tanto si tratterebbe di una grazia irresistibile, comunque si parli al prossimo!? Tanto l’evangelizzazione servirebbe solo a comunicare agli ancora inconsapevoli «eletti», che sono già salvati, non a salvare le anime, strappandole dal fuoco (Gd 1,22s).

Sul sito seguono i contributi dei lettori e le mie eventuali osservazioni… [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Accetta_Gesu_OiG.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso.


lunedì 1 dicembre 2014

È sbagliato dire: «Accetta Gesù come tuo Salvatore»?


È SBAGLIATO DIRE: «ACCETTA GESÙ COME TUO SALVATORE»?

1. LE QUESTIONI: Ammetto che non finisco mai di meravigliarmi di coloro, che per partito preso, per difendere la propria corrente dogmatica, per far tornare i conti della propria corrente dottrinale, fanno asserzioni categoriche e non si fermano neppure dinanzi alle evidenze scritturali contrarie alla loro ideologia religiosa.
     Mi è tornata proprio nuova l’opinione, secondo cui esortare qualcuno ad accettare Gesù come suo personale Salvatore e Signore, non sarebbe una dottrina apostolica!
     Quanto segue qui, è nato da un contributo ricevuto per il dibattito su «Evangelichese e comunicazione efficace», che lì ho omesso perché fuori tema. Un lettore ha scritto: «Essendo io riformato, noto che alcuni errori di comunicazione, durante l’evangelizzazione dei non-credenti, è dire loro: “Dio ti ama, ha un piano per te, accetta (verbo assolutamente non apostolico) Gesù come tuo personale Signore e Salvatore”. L’esposizione dell’Evangelo è chiaro, diretto e non amorevole, anche se esso è un messaggio di amore! I vari MacArthur e Washer, ma in passato Spurgeon, Edwards e Whitefield hanno predicato l’ira di Dio e la sua sovrana salvezza, annunciando la conversione e il ravvedimento, senza strumentalizzare l’annuncio, facendolo diventare un trattato filantropico da quattro soldi! Io sono diretto, quando annuncio, facendo una domanda chiara: “Se tu dovessi morire adesso, dove andresti?”. Così aggiro tutto le snervanti frasi inutili; da quella risposta nasce il vero Evangelo di Gesù Cristo, che ha come fine la realizzazione di Romani 5,9». {Aldo Benincasa; 15-09-2014}

Ammetto di essere rimasto sbalordito, per non dire altro. Questo interlocutore afferma alcune cose giuste, ma per paura di cadere da una parte del cavallo, cade dall’altra, estremizzando i suoi argomenti, e avversa l’altra parte della medaglia. Riassumendo, per i riformati (o almeno per questo soltanto, si spera), quando si evangelizzano i non-credenti, si commetterebbero i seguenti errori:
     ■ Sarebbe sbagliato dire: «Dio ti ama».
     ■ Sarebbe sbagliato dire: «Dio ha un piano per te».
     ■ Sarebbe sbagliato dire: «Accetta Gesù come tuo personale Signore e Salvatore».
     Secondo lui, usare tali asserzioni significherebbe «strumentalizzare l’annuncio, facendolo diventare un trattato filantropico da quattro soldi»; si tratterebbe di «snervanti frasi inutili». Inoltre, bisognerebbe esporre l’Evangelo in modo «non amorevole». Bisognerebbe predicare «l’ira di Dio». E dalla risposta a quell’unica domanda nascerebbe «il vero Evangelo di Gesù Cristo». Sarebbe questa la «quadratura del cerchio» secondo l’opinione dei riformati?
     Dopo aver letto tutto ciò, ho potuto solo sperare che non tutti i riformati la pensino così e scrivano cose del genere e in tale modo. Ciò farebbe dell’Evangelo quale «Buona Notizia» un annuncio di terrore religioso, mettendo in cattiva luce il messaggio di salvezza, e darebbe del Dio della Bibbia l’immagine unilaterale di una Persona fredda e spietata, senza alcun barlume di misericordia, distante dal Dio d’amore, che ha riconciliato il mondo con sé.

SUL SITO LEGGI ANCORA I SEGUENTI PUNTI:

2. Osservazioni e obiezioni
3. Aspetti conclusivi
4. Alcune applicazioni

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giovedì 27 novembre 2014

Mi sono bloccato

MI SONO BLOCCATO

«O Dio, abbia pietà, quando in me non c’è posto per te. Vieni, o Dio, per un momento, e donami una parola, che mi apra e mi porti avanti. Signore, abbi pietà» (Günter Ruddat; tradotto e adattato da Nicola Martella; fonte: «Parola di grazia»).

Chi non lo conosce: un movimento sbagliato, un colpo di freddo, uno strappo muscolare o un «colpo di strega» e ci troviamo bloccati per giorni, senza poterci muovere. Tutti i tentativi per sbloccarci, vanno a vuoto. Similmente accade, a volte, sul piano spirituale. 


     Ci sono momenti, in cui ci si chiude e blocca come un vecchio lucchetto, e tutti i tentativi di sbloccarsi risultano vani. Si è andati in tilt come un vecchio flipper, e bisogna spegnere e riaccendere la macchina. Come per un computer, il sistema si è bloccato e non reagisce più; ci vuole un reset.
     Così ci accade, a volte, anche come credenti. Non sentiamo più Dio presente nella nostra vita, poiché come una specie di nebbia ci impedisce di vedere il sole. Ciò accade perché abbiamo tante occupazioni o tanti problemi, che si pongono come una folta vegetazione dinanzi alla vista. Siamo come quel ciclista, che ha perso il ritmo, e si è staccato lentamente dal gruppo. Siamo come quei motori di un tempo, che quando si ingolfavano, per farli ripartire, bisognava tirare a strappo a una corda avvolta al volano, girare una manovella, calcare un pedale o farli andare a spinta.
     Come detto, ci sentiamo come quella vecchia serratura, che non si lascia più aprire. Ci vuole qualcosa che la disincrosti, la lubrifichi o la faccia funzionare di nuovo. Quando un suono colpisce un diapason alla stessa lunghezza d’onda, esso vibra e risuona. Similmente anche noi necessitiamo di una parola di grazia da parte del Signore, che dalla sacra Scrittura vibri all’unisono nella nostra particolare situazione e ci apra a una nuova relazione con Dio. Una volta avviata, tale nuova melodia nel nostro spirito, essa farà vibrare all’unisono altri versi della Scrittura, con cui sentiremo nuovamente che Dio ci parla, ci esorta, ci ammonisce, ci insegna, ci incoraggia, ci consola. Il lucchetto è di nuovo ben oleato e la chiave lo apre senza difficoltà.

Per l’approfondimento biblico (Il senso di questa lista di versi è di stimolare la riflessione dei lettori, per aiutarli formulare contributi confacenti al tema):
     ■ «Signore… di’ soltanto una parola» (Matteo 8,8).
     ■ «L’anima mia è avvilita nella polvere; ravvivami secondo la tua parola» (Salmo 119,25). […]

Il resto dello scritto si trova sul sito. [CONTINUA LA LETTURA: http://diakrisis.altervista.org/_Cres/T1-Bloccato_GeR.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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