lunedì 31 marzo 2014

Grazia immeritata richiede tutto



GRAZIA IMMERITATA RICHIEDE TUTTO


Sulla grazia di Dio ci sono tante idee sbagliate, alcune delle quali intendiamo qui correggere in breve, mostrando il contrario. Perciò, affermiamo quanto segue.







     La grazia non è senza prezzo



     La grazia non è gratis



     La grazia non è a buon mercato



     La grazia non si può meritare



     La grazia condiziona l’esistenza



     La grazia dona e richiede tutto







Qui abbiamo riportato solo i titoli come tesi. Il resto dello scritto si trova sul sito.



     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Grazia_tutto_EdF.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?



     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati ad esso.





~~> Discuti questo tema qui o su "Facebook": https://www.facebook.com/notes/martella-nicola/grazia-immeritata-richiede-tutto/717711194917078

venerdì 28 marzo 2014

Una suora, che fa le corna? Parliamone



UNA SUORA, CHE FA LE CORNA? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Una suora, che fa le corna», su cui abbiamo anche linkato il relativo filmato (cfr. qui). Come vedremo nella discussione, alcuni affermano che non si tratterebbe di vere corna, in cui il pollice è chiuso sulle dita medio e anulare, ma di un gesto con pollice aperto, che significherebbe «I love you» (io vi amo).
     Nell’articolo «La vera simbologia delle corna» si legge, fra altre cose, quanto segue sulle corna con pollice aperto (o Karana Mudra): «Una delle espressioni più antiche della mano cornuta risale ai mudra, sacri gesti delle mani facenti parte della cultura induista e buddista. Il Karana Mudra è identico al gesto delle corna, ad eccezione del fatto che il pollice non è ripiegato a trattenere medio e anulare. Il Karana Mudra servirebbe a scacciare i demoni.
     Ci si potrebbe chiedere se il fumettista Steve Ditcho si sia ispirato al Karana Mudra nel disegnare il fumetto Dr. Strange, in cui il buon dottore compie un gesto simile per eseguire le sue magie. Anche il poco esoterico eroe Spiderman per sparare le ragnatele ricorre al gesto del Karana Mudra.
     Grande lettore di fumetti è il leader dei CHiss: Gene Simmons. Qualcuno ritiene che l’introduzione del gesto delle corna nella iconografia heavy metal sia opera sua, in omaggio al Dr. Strange» (grassetto nostro).
     L’esoterismo, come al solito, reinterpreta vecchi gesti, per renderli accettabili alle masse, mischiano insieme vari significati. Il fine è quello di abituare le masse a usare in senso positivo i vecchi simboli della magia, della superstizione e dell’esoterismo orientale ed occidentale. Nella confusione l’occultismo si può accreditare meglio e farsi spazio, prima nella gestualità, e poi nelle menti della gente.
     È triste quando coloro, che si chiamano cristiani, si adeguano alle mode esoteriche, invece di riprendere le opere delle tenebre (Ef 5,11s) e invece di essere «irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo» (Fil 2,15).

Il resto dello scritto segue sul sito
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Suora_corna_Esc.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso.
 


mercoledì 26 marzo 2014

Una suora, che fa le corna



UNA SUORA, CHE FA LE CORNA



1. LA SUORA E LA SUA MISSIONE
     Da un video, che si trova su YouTube ho estratto la sequenza, in cui tale suora fa le corna (mostro i minuti 6:45-6:56). In tale luogo si legge, tra altre cose: «Suor Cristina Scuccia ha 25 anni, è siciliana ma vive a Milano ed è una suora Orsolina della Sacra Famiglia. […] Insicura nella vita, viene spinta dalle sue Superiori a partecipare a The Voice... Ed è questa ora la sua Missione! […] Si esibisce con: “No one” di Alicia Keys. Si girano tutti e 4 i Coach, in ordine: J-Ax, Noemi, Piero Pelù e Raffaella Carrà. Sceglie di entrare nel team di J-Ax».
     Su «Il Giorno» di Milano si afferma: «The Voice; parla suor Cristina: J-Ax? È eccezionale. L’ho scelto perché rappresenta i giovani. […] “L’idea di partecipare a un talent show — ha detto ancora Suor Cristina — nasce sicuramente dall’invito di Papa Francesco a uscire, ad andare nelle periferie, e avendo un dono lo mettiamo a disposizione di tutti”. […] Tra i commenti anche quello del Cardinal Ravasi, che ha twittato: “Ciascuno, secondo il dono ricevuto, lo metta a servizio degli altri” (1 Pietro, 4,10). […] “J-Ax rappresenta i giovani di oggi, e se devo andare a dare testimonianza devo andare dai giovani. Alla fine è un tenerone, una persona eccezionale”».

2. IL DIAVOLO E L’ACQUA SANTA?
     Chi è «J-Ax»? Alessandro Aleotti, è un rapper italiano; J-Ax deriva propriamente dall’abbreviazione di «Joker» (J) e Alex (Ax; cfr. qui). In rete viene ritratto dinanzi a un altare mentre fa con ambedue le mani il segno del dito medio, formando le corna (qui). Si afferma che sia un satanista. Sul suo collo ha un tatuaggio, che rappresenta un teschio con ali da pipistrello ai lati e con la scritta sotto «I shall triumph» (trionferò); per chi conosce tale simbologia, sa che è un simbolo demoniaco.
     Non è strano che tale suor Cristina si metta a lavorare proprio con tale J-Ax, nell’intento di «stare vicina ai giovani»? Non è singolare che anche ella abbia fatto le corna e, così facendo, abbia mutato improvvisamente il suo viso, corrugandolo con una smorfia sinistra, sebbene per pochi attimi?
     I due super-tatuati le hanno offerto di lavorare con loro. Lei ha scelto J-Ax. Paola Cannizzo, giornalista per «L’Arena» su Rai Uno, le ha chiesto: «“Perché in squadra proprio con un personaggio, icona della trasgressione, come J-Ax?”. “Perché rappresenta i giovani di oggi”, spiega la suorina che poi sorride al ricordo delle lacrime del cantante rap che si è commosso dopo l’esibizione al talent».

3. ASPETTI CONCLUSIVI
     L’opinione pubblica è rimasta colpita dalla suora, che ha cantato tale pezzo di Alicia Keys. Come ho detto all’inizio, alla maggioranza è sfuggito un dettaglio apparentemente irrilevante: le corna che ha mostrato ai minuti 6:45-6:56 del video succitato. Si afferma che in certi ambienti, la pratica delle corna in diretta TV sarebbe un omaggio, sebbene non ufficialmente dichiarato, al diavolo, illustrato spesso come satiro e, quindi cornuto. Il «segno di Baphomet», il «dio cornuto», serve agli aderenti per riconoscersi tra loro. […]

Il resto dello scritto segue sul sito
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Suora_corna_Oc.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso.

domenica 23 marzo 2014

Santa Ignoranza: unica patrona ecumenica?



SANTA IGNORANZA: UNICA PATRONA ECUMENICA?

1. Santa Ignoranza
     Finalmente è stato trovato un punto comune in tutte le denominazioni: la «santa Ignoranza», protettrice dei «santi asinelli», una categoria che si trova in ogni compagine religiosa del cristianesimo. Sono in molti a esserle devota.
     Le caratteristiche di tale devozione sono le seguenti: pigrizia intellettuale, che fa rimanere spiritualmente infantili a vita; mancanza di studio biblico personale, che fa cadere nella superficialità spirituale e morale; vivere in settimana specialmente solo di ciò, che è stato predicato domenica; approssimazione scritturale, che fa dire cose non verificate con la Bibbia; atteggiamento anti-bereano, che sciattamente fa «bere» ogni cosa, senza andarla a verificare nella Scrittura; spiritualizzazione indebita, accompagnata da falso sillogismo; versettologia indebita, che fa creare strane credenze soggettive, condendo tutto con allegorie e metafore; mancanza di convinzioni teologiche di base, ma cammino ondivago, che fa seguire oggi questa corrente, domani quella; e così via.
     Tutto ciò fa sì che la schiera dei «santi asinelli», gli speciali devoti a «santa Ignoranza», è molto nutrita in tutte le denominazioni e compagini religiose. È facile averla come patrona, visto che è una devozione, che non costa nulla.
     Come si noterà nella discussione, «santa Ignoranza» ha seguaci, oltre che fra i pigri mentali, specialmente fra gli spiritualisti, fra i sostenitori della cosiddetta «dottrina dell’esperienza» e fra i faziosi, che spesso sono seguaci di santoni e abboccano alle loro «nuove» rivelazioni, spesso di contenuto esoterico cristianizzato.

2. Santa Polemica
     In genere, coloro che sono devoti a «santa Ignoranza», spesso praticano anche un altro tipi di devozione: quella a «santa Polemica»! Essi cercano con tutte le loro forze di trascinarti in tale loro «culto» privilegiato. Prima parlano di «amore», che va oltre i confini dell’erudizione umana. Poi affermano che rimanere «poveri nello spirito» sia bello, poiché così si rimane i prediletti di Gesù! Quindi, cercano di convincerti che la Bibbia incoraggi la «santa ignoranza», in cui cullarsi, succhiando ancora il biberon spirituale. Infine, anche se gli mostri scritturalmente che si dovrebbe diventare adulti quanto a conoscenza, ti rinfacciano una presunta «cieca superbia di uomo erudito» e spruzzano tutto il loro veleno su di te, non di rado anche minacciandoti di questo o di quel giudizio divino! Parlo di casi ben concreti, ma evito di fare nomi per buona creanza.

3. Aspetti conclusivi
     Anche nella tua comunità o fra le tue conoscenze ci sono credenti, che curano il campicello della «santa ignoranza»? Che esperienze hai al riguardo? Nella tua assemblea che cosa fate per vaccinare i credenti affetti dal virus della «beata ignoranza»?
     Qui di seguito discutiamo gli articoli «Santa ignoranza» e «Evviva la «santa ignoranza»?».

Sul sito seguono i contributi dei lettori e le mie eventuali osservazioni…
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Sant_ignora_UnV.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso.


sabato 22 marzo 2014

Preoccupazioni



PREOCCUPAZIONI

1. ENTRIAMO IN TEMA
     Preoccupare significa, etimologicamente parlando, occupare qualcosa (p.es. un posto) prima di un altro. In senso riflessivo intende occuparsi antecedentemente di qualcosa, prima che arrivi o di cui si teme l’arrivo. Ciò può portare, secondo i casi, a prevenire tale cosa, a prepararsi per affrontarla adeguatamente oppure a farne una malattia.
     Una preoccupazione significa, in genere, occupare la mente con un certo pensiero (impensierirsi), accompagnandolo con uno stato d’animo negativo (inquietudine, apprensione, ansia, assillo, tormento, angoscia, cruccio, trepidazione) o con una prospettiva negativa (incertezza, timore, dubbio).


2. DOMANDE DI LAVORO (Le seguenti domande di studio servono per stimolare chi vuole approfondire l’argomento e per orientare la discussione):
     ■ Quali sono le cose che più ti preoccupano attualmente?
     ■ Qual è il decorso standard delle tue preoccupazioni?
     ■ Sei il tipo razionale, che si prepara ad affrontare la burrasca? Oppure sei il tipo irrequieto, che per la tanta apprensione rimane immobile a dolersi, che arriva la tempesta?
     ■ Quando sei preoccupato, sei portato a immaginarti scenari apocalittici, senza via d’uscita?
     ■ Come tipo sei più la formica, che provvede a tempo, o come il grillo, che se la gode spensierato?
     ■ Che ruolo ha la tua fede nel Signore riguardo alle tue preoccupazioni?

Il resto dello scritto si trova sul sito.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Preoccupa_EnB.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati ad esso.

giovedì 20 marzo 2014

Evviva la «santa ignoranza»?



EVVIVA LA «SANTA IGNORANZA»?

1. ENTRIAMO IN TEMA: Avevo messo in rete l’articolo «Se ci fosse una grammatica biblica!», in cui rispondevo alla richiesta di un lettore sull’uso dei pronomi e degli aggettivi personali messi in maiuscolo, quando riferiti a Dio (Suo amore; adorarLo, ecc.). In esso abbiamo trattato anche l’uso di certi aggettivi qualificativi messi in maiuscolo, quando riferiti alle Persone divine (p.es. Spirito Santo) o quando sono oramai termini tecnici (p.es. Santa Cena). Era solo questo e niente di più
     Rimasi un po’ sorpreso di ricevere in reazione un contributo di Davide Forte, che ha dato inizio al seguente confronto. Sebbene l’articolo, da cui tutto è partito, parlasse d’altro, si è messo a fare l’apologia della «santa ignoranza». Sinceramente ne sono rimasto molto sorpreso. Temendo che tale atteggiamento possa essere abbastanza diffuso, ho deciso di pubblicare tale confronto, per fare nuovamente chiarezza su tale questione e per recuperare alla sapienza e al discernimento biblici i lettori.

2. UN SINGOLARE CONFRONTO
Davide Forte: Martella Nicola, immagina se Gesù avesse scelto solo gli scribi come suoi discepoli. Cosa ne sarebbe stato di tutti gli altri? Avrebbe fatto né più e né meno come il Sacro Romano Impero, che ha creato la classe docente e quella discente, serie A e serie B. Invece Dio ha scelto le cose pazze, che non sono, per svergognare le savie e indebolire le savie e forti.
     «In quel tempo Gesù prese a dire: “Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così ti è piaciuto» (Matteo 11,25s).
     Nicola, io ringrazio Dio che non sono un letterato, avrei peccato d’orgoglio contro chi non ha avuto possibilità di studiare. Infatti, da questi [piccoli N.d.R.] riesco a farmi capire bene; sono felici loro, e lo sono pure io. {18-03-2014}

Nicola Martella: Non capisco proprio che cosa c’entri il contenuto del tuo contributo con l’articolo «Se ci fosse una grammatica biblica!», visto che si parla completamente d’altro.
     Inoltre, anche nel contenuto, quanto scrivi è solo una verità parziale, che segue il tipico schema della «santa ignoranza». In Matteo 11,25 il Signore Gesù intendeva gli scribi (= studiosi della Scrittura) del giudaismo, che non l’avevano riconosciuto come Messia. Paolo intendeva i sapienti del mondo (1 Cor 1,27; 3,19). Né Gesù né Paolo volevano accreditare una «santa ignoranza». Gesù stesso parlò di «ogni scriba ammaestrato per il regno dei cieli» (Mt 15,32). Paolo si definì «insegnante (o dottore) dei Gentili» (1 Tm 2,7). Pietro accreditò Paolo come uno studioso delle Scritture, mediante il quale Dio ha dato insegnamenti, che uomini ignoranti e instabili distorcono (2 Tm 3,15s). Quindi, neppure Pietro incoraggiava una «santa ignoranza». Paolo, parlando delle funzioni ministeriali, presentò come indispensabile che vi siano degli «insegnanti» (o dottori) nelle chiese, per equipaggiare il credenti nella conoscenza e nel ministero (1 Cor 12,28; Ef 4,11s).
     Quindi, è ora di smetterla con la distorta difesa di una sedicente «santa ignoranza», altrimenti si diventa come quelli, che vogliono «essere dottori della legge, quantunque non intendano quello, che dicono, né quello che danno per certo» (1 Tm 1,7). Ci sono tanti che vogliono farla da maestri (Gcm 3,1), sebbene non ne abbiano i carismi. La Scrittura ci esorta però a rimanere nel limite del campo, che il Signore ha assegnato a ognuno (cfr. 2 Cor 10,12-16); così si fa meno danno a se stessi e agli altri. Infatti, il rischio dei «maestri auto-nominati» è che agiscano per «prurito d’udire», secondo le loro «proprie voglie», che facciano distogliere le orecchie dalla verità e facciano volgere la gente ai miti dottrinali di loro invenzione (2 Tm 4,3; cfr. 2 Pt 2,1).

Il resto dello scritto segue sul sito
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Sant_ignora_R12.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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martedì 18 marzo 2014

Se ci fosse una grammatica biblica!



SE CI FOSSE UNA GRAMMATICA BIBLICA!

Un lettore mi ha scritto quanto segue: Caro fratello Nicola, dopo aver letto il tuo ultimo scritto «Internauti sgrammaticati», non ti nascondo la mia perplessità al riguardo.
     A volte ho qualche difficoltà nella grammatica quando ci sono di mezzo i nomi della Trinità. È scontato che il loro nome si scrive con lettera maiuscola, come pure i pronomi personali. Spesso però trovo questi pronomi personali con lettera maiuscola anche quando sono al termine della parola. Faccio un esempio: adorarTi, sentirTi, rammentarLo.
     Trovo questi esempi nel nostro: «Inni e canti cristiani», oltre che in tante dispense locali di canti. Non sono esenti nemmeno alcuni autori di libri. Anche negli aggettivi possessivi, molti fratelli usano la lettera maiuscola. Quando si parla della «cena del Signore», spesso leggo «Santa Cena del Signore» con la maiuscola. Forse a far capire che è la cena santa?
     E gli esempi certamente non si esauriscono qui, ma credo di aver dato l’idea di ciò, che intendo dire. Servirebbe una grammatica biblica. Mi daresti una mano? Fraterni saluti. {Bartolomeo Ciociola: 09-02-2014}

Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondo come segue:

1. I SOSTANTIVI
     I credenti farebbero bene a rileggersi, ogni tanto, una grammatica italiana; commetterebbero meno errori nello scrivere. La grammatica italiana prescrive che tutti i nomi personali di uomini, animali, cose e luoghi vengano designati con la lettere iniziale maiuscola, per distinguerli. In tedesco, invece, ciò vale per tutti i sostantivi senza eccezione, e anche per gli aggettivi sostantivati. Una donna di nome «Gloria» può avere anche poca gloria e fama, ma va in maiuscolo. Di per sé ciò vale anche per «Terra», quando non indica il suolo, ma il pianeta. Il cane (minuscolo) si chiama «Fido» (maiuscolo). […]

2. LE LINGUE DELLA BIBBIA […]

3. PRONOMI E AGGETTIVI
     Passi l’uso di «Egli» e «Lui» per le persone divine, essendo usati come riferimenti ai nomi e per distinguere nella stessa frase Dio dall’uomo; ad esempio: «Chi è l’uomo, che teme il Signore? A lui Egli [= Dio] insegnerà la via, che egli [= l’uomo] deve scegliere» (Sal 25,12). Secondo me, tutto il resto si fa bene a metterlo in minuscolo, poiché rende solo più pesante la lettura ed è del tutto inutile. Quindi, in riferimento alle persone divine io scrivo: adoro te, adorarlo, ti ringrazio, ringraziarti, pregarlo, supplicalo, e così via. Trovo un fronzolo inutile scrivere, ad esempio: adoro Te, adorarLo, Ti ringrazio, ringraziarTi, pregarLo, supplicaLo, eccetera.

4. AGGETTIVI E TERMINI TECNICI […]

Il resto dello scritto segue sul sito
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Gramma_BB_Mds.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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venerdì 14 marzo 2014

L’ultima istanza nell’assemblea locale



L’ULTIMA ISTANZA NELL’ASSEMBLEA LOCALE

1. ENTRIAMO IN TEMA: In altri scritti abbiamo approfondito il fatto che nel testo greco del NT non viene mai comandato esplicitamente qualcosa del genere: «Siate sottomessi ai vostri conduttori»; oppure: «Ubbidite ai vostri anziani». Abbiamo visto che ciò non è neppure il caso di Ebrei 13,17, dove le traduzioni nostrane riprendono in italiano la Vulgata latina, ma non il testo greco, che all’inizio recita in realtà: «Dare retta [o fiducia, credito] ai vostri conduttori, e siate arrendevoli!» (peíthō pres. imp. pass. + hypeikō pres. imp. att.). [Bisogna obbedire ai conduttori?; Sottomissione e obbedienza ai conduttori?]
     Altrove, abbiamo visto pure che, all’interno di un clima di sottomissione reciproca (Ef 5,21), di stima vicendevole (Fil 2,3.29) e di mutui ammaestramenti e ammonizioni, ai servitori e ai conduttori bisogna dare riconoscimento o apprezzamento (cfr. 1 Cor 16,18; 2 Cor 1,14), grande stima come servitori di Cristo (1 Ts 5,13; cfr. 1 Cor 4,1), amore a motivo dell’opera (1 Ts 5,13), doppio onore (1 Tm 5,17; v. 18 aveva a che fare col sostegno finanziario!) e così via.

2. LE QUESTIONI: Nella risposta a un lettore avevo scritto: Inoltre, nelle lettere del NT il continuo riferimento non è specificamente agli anziani, ma generalmente ai «fratelli», a cui si fa appello per i molteplici aspetti dottrinali, spirituali e morali; ciò mostra che l’ultima istanza è localmente l’intera assemblea, non i soli conduttori, che essa riconosce per gestire aspetti particolari dell’opera e depone, quando vengono a mancare le qualità o quando si macchiano d’infedeltà.
     Egli mi scrisse: Resto perplesso sul concetto che «l’ultima istanza è localmente l’intera assemblea». {Tonino Mele; 22-02-2014} In quel luogo questo argomento era fuori tema, perciò lo affrontiamo qui.
     Ecco dapprima alcune domande per la riflessione: ▪ 1. Chi elegge le guide nella chiesa locale? ▪ 2. Chi depone le guide della chiesa locale in caso di infedeltà? ▪ 3. Chi è chiamato a intervenire in fatti di immoralità e a mettere fuori comunione i membri infedeli e impenitenti? ▪ 4. In casi controversi qual è l’ultima istanza prevista da Gesù? ▪ 5. Chi dà incarichi e manda dei membri in missione? ▪ 6. A chi furono inviate normalmente le epistole del NT? E così via.

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 3. L’approfondimento; 4. Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Ultima_istanza_Avv.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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ATTENZIONE! Questo articolo ha un carattere specialistico e non è per tutti. Per favore, non intervenire se, dopo aver letto l’intero articolo sul sito, ti rendi conto che ti manca la necessaria competenza in merito!

mercoledì 12 marzo 2014

Sedicenti lettere di Gesù? Parliamone



SEDICENTI LETTERE DI GESÙ? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Sedicenti lettere di Gesù». Già ai tempi di Paolo e dei suoi contemporanei, c’erano cattivi maestri, che mandavano in giro false epistole a loro nome, per accreditare le loro deleterie dottrine (2 Ts 2,2). Altri, definiti da Pietro «uomini ignoranti e instabili», travisavano gli scritti di Paolo, «come anche le altre Scritture, a loro propria perdizione» (2 Pt 315s).
     Le uniche lettere autentiche di Gesù, che Egli scrisse sono contenute in Apocalisse 2-3 e furono indirizzate a sette conduttori di chiese nella provincia romana Asia. In tutti i secoli sono sorti mistici, santoni e religiosi, che hanno preteso di ricevere nuove lettere da Gesù per i loro tempi. Non di rado, a tali lettere celesti furono attribuite anche virtù miracolose, alimentando così la superstizione religiosa. Tali presunte epistole di Cristo sono spesso piene di errori dottrinali, accreditano false dottrine ed errate pratiche devozionali.
     Anche oggigiorno circolano in rete varie presunte lettere di Gesù. Alcune di loro pretendono di essere state veramente scritte dal Signore. Altre rappresentano solo un artificio letterario, per accreditare le proprie credenze. Noi dissentiamo da ambedue le forme e prendiamo distanza da esse.

Sul sito seguono i contributi dei lettori e le mie osservazioni…
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Letter_Gesu_Esc.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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lunedì 10 marzo 2014

Sedicenti lettere di Gesù



SEDICENTI LETTERE DI GESÙ

Tempo fa ho trattato l’argomento «Falsi messaggi di Gesù», in cui abbiamo affrontato sedicenti «insegnamenti di Gesù», che santoni e falsi maestri mettono in giro per accreditarsi e per diffondere le proprie false dottrine.
     Visto che alla fantasia non c’è limite, affrontiamo qui l’argomento delle false lettere di Gesù, apparentemente innocue, che contengono un singolare miscuglio fra insegnamenti realmente biblici e altri elementi erronei, se non addirittura contrari all’insegnamento scritturale. Da secoli, sedicenti santoni religiosi pretendono di aver ricevuto da Dio o da Cristo presunte «lettere celesti» col compito di diffonderle fra la gente, essendo l’ultimissima volontà del Cielo. Qui di seguito riportiamo un solo esempio più recente, visto che in rete circolano diverse di siffatte lettere celesti.
     Chiunque scriva e diffonda lettere del genere, mettendo arbitrariamente parole in bocca a Gesù, pretende di poter aggiungere in appendice alla Bibbia il suo scritto apocrifo, nato dalla sua fantasia, arrogandosi così il diritto di dare una nuova chiave ermeneutica, per interpretare il resto della Scrittura, così come il proprio soggettivismo suggerisce. Non di rado tale sedicente Gesù comandava, in un presunto messaggio celeste del genere, di mettere siffatta lettera sul ventre della sterile, perché concepisse; essa fu messa sui moribondi, perché guarissero, e così via. In tal modo, nasceva un’idea sacramentalista della lettera in questione e un certo culto intorno a essa, compresa la sua venerazione.
     Già l’apostolo Paolo denunciava ai suoi tempi quanto segue: «Vi preghiamo di non lasciarvi così presto travolgere la mente, né turbare sia da ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche epistola data come nostra» (2 Ts 2,2). A nessuno a quel tempo venne in mente di scrivere presunte lettere di Gesù. Le sue vere epistole, indirizzate a sette conduttori di chiese, si trovano nella Scrittura (Ap 2-3).
     La pericolosità di tali presunte lettere di Gesù sta nel fatto, che si strumentalizza il Signore per i propri fini, per fargli dire ciò, che il proprio arbitrio religioso detta. Invece di allinearsi a ciò, che Cristo insegna veramente nella sua Parola, inventandosi tali sedicenti lettere, lo si sfrutta come strumento per accreditare i propri convincimenti religiosi. Mettere in bocca a Gesù parole, che Egli non ha mai espresso, rende colpevoli tali autori dinanzi a Dio del reato di lesa maestà.

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 2. La presunta lettera; 3. Alcune osservazioni; 4.  Alcune obiezioni: 4.1. La forma del messaggio; 4.2. I contenuti del messaggio; 4.3. Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Letter_Gesu_OiG.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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giovedì 6 marzo 2014

Sottomissione e obbedienza ai conduttori?



SOTTOMISSIONE E OBBEDIENZA AI CONDUTTORI?

Questo confronto fra Tonino Mele e Martella Nicola è nato sulla base dell’articolo «Bisogna obbedire ai conduttori?». Avrebbe dovuto trovare spazio nel corrispondente tema di discussione tema di discussione, ma per la sua specificità, ho preferito metterlo a parte, sia per la sua specificità, sia per la sua lunghezza.
 

Tonino Mele: Ringrazio il fratello che ha iniziato questo dibattito col suo interessante e stimolante contributo. Tuttavia, temo che la relazione tra anziani e membri di chiesa non sia riducibile a puntualizzazioni e distinzioni bibliche tra ubbidienza e sottomissione del figlio piccolo e del figlio adulto.
     Pur condividendo che gli anziani non devono abusare del loro ruolo e non signoreggiare, però bisogna ammettere che i credenti non sono tutti uguali, ci sono gli adulti e ci sono i bambini, i maturi e gli immaturi, i forti e i deboli, gli ordinati e i disordinati; e una conduzione efficace dovrebbe, partendo dalla condizione spirituale di ognuno, impartire l’adeguato trattamento.
     Inoltre, più che definire i contorni della relazione anziani - membri del gregge, tipico questo di una concezione troppo istituzionalizzata di questo ruolo, meglio sarebbe iscrivere questa relazione nell’ambito pneumatico, in cui il NT la pone. Non è un caso che gli anziani sono costituiti tali dallo Spirito Santo (At 20,28); ed è lo Spirito Santo che dà i «doni di governo» (1 Cor 12,28). Così in un capitolo importante per la vita della chiesa come Efesini 4, dove si parla sia delle guide della chiesa che del contributo di ogni singola parte, si fonda sullo sforzo e la responsabilità di ognuno di «conservare l’unità dello Spirito col vincolo della pace» (v.3).
     Questo è il cuore della questione: Si è ridotta questa relazione a un gioco tra le parti, dove pare più importante stabilire le regole del gioco, anziché collocare questa relazione in quell’ambito, che la trascende, ma che pure la libera da quelle logiche umane, che la stanno facendo naufragare.
     Distinguere tra sottomissione e ubbidienza non giova, come non giova distinguere tra sottomissione e consentimento («mi sottometto, anche se non condivido le vostre scelte»), perché a lungo andare queste distinzioni portano a una sottomissione di facciata, priva di quella vera fiducia, che invece dovrebbe esistere tra anziani e membri del gregge.
     L’espressione «unità dello Spirito», che a mio avviso rispecchia quella tanto usata negli Atti di «pari consentimento», temo che non lasci spazio a distinzioni come quelle menzionate, ma le inglobi come facce della stessa medaglia.
     Non credo dunque che una conduzione efficace debba accontentarsi di una sottomissione senza ubbidienza o senza consentimento, ma debba mirare a questa unità dello Spirito, e rappresentarla con coraggio dinanzi ai più riottosi. {21-02-2014}

Nicola Martella: Nelle chiese ci sono certamente conduttori costituiti tali dallo Spirito Santo (At 20,28) e, se è così, quando vengono riconosciuti, posseggono i requisiti prescritti (1 Tm 3; Tt 1). Tuttavia, ho potuto fare l’esperienza personale sul campo in molti decenni nelle chiese, oltre a quella fatta con la cura pastorale e con il confronto diretto e col carteggio con conduttori e membri di comunità. Tutto ciò m’insegna che le cose non stanno così idillicamente, poiché ci sono conduttori insediati, nonostante che lo Spirito Santo non li abbia costituiti (i frutti mostrano l’albero) e nonostante che non abbiano i prerequisiti per ambire a tale ministero. Abbiamo già parlato altrove di tali «anziani di paglia», che biblicizzano la loro carne, signoreggiano le chiese, portano scompiglio nella conduzione e così via.
     Il modello di conduttore ce lo presenta Dio stesso, in contrasto con le pessime guide d’Israele, che signoreggiavano sulle anime e scorticavano i miseri (cfr. Ez 34,6-11), quando Egli mostra la sua cura per i più deboli: «Come un pastore, egli pascerà il suo gregge; raccoglierà gli agnelli in braccio, se li porterà sul petto, e condurrà pian piano le pecore che allattano» (Is 40,11; cfr. Sal 23). A tale immagine s’ispirò poi Pietro (cfr. 1 Pt 5,1ss). E ancora: «Io stesso pascerò le mie pecore, e io stesso le farò riposare, dice il Signore, l’Eterno. Io cercherò la perduta, ricondurrò la smarrita, fascerò la ferita, fortificherò la malata... io le pascerò con giustizia» (Ez 34,15s; cfr. vv. 12ss; cfr. vv. 23s il nuovo Davide).
     Nel nuovo patto, il rapporto di fiducia fra il «buon Pastore» Gesù e le sue pecore fu descritto così: «Le mie pecore ascoltano la mia voce, e io le conosco, ed esse mi seguono» (Gv 10,27). Quindi, qui ci sono la cura del pastore e il rapporto di fiducia fra Lui e le sue pecore. Per questo Gesù disse a Pietro: «Pasci le mie pecore» (Gv 21,17); le pecore sono del Signore e il servitore deve pascerle (= portarle al pascolo), non dominarle. Anche Pietro stesso raccomandò ai conduttori: «Pascete il gregge di Dio, che è fra voi» (1 Pt 5,2); esso è di Dio e non ci dev’essere spazio per signoreggiare, anche perché l’Arci-Pastore rimane Cristo, ed è a Lui che bisogna rendere conto (v. 4).
     A ciò si aggiunga che l’analisi esegetica dei brani del NT, che parlano del rapporto fra conduttori e membri, non è un’attività inutile e infruttuosa, altrimenti apriremmo porte e finestre all’arbitrio e al soggettivismo d’ognuno. Proprio coloro, che si appellano allo Spirito Santo e all’aspetto pneumatico, possono porsi dinanzi all’assemblea come intoccabili «unti dell’Eterno».

Sul sito seguono altre tre tornate di questo confronto
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Sottom_obbed_Avv.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso.