venerdì 27 novembre 2015

Morte improvvisa



MORTE IMPROVVISA


Tempo fa ho scritto il seguente mio motto per consolare un amico, che mi aveva dato notizia della morte improvvisa di un amico comune. Esso sortì un effetto positivo in lui. Ciò mi ha portato a formulare il seguente tema di discussione.
     Aggiungo una nota teologica. Da alcuni contributi dei lettori, che seguono sotto, mi sono reso conto di quante idee sbagliate ci sono sulla morte, specialmente quella improvvisa. Alcuni l’attribuiscono a Satana, relegando Dio alla funzione dello «zio buono» e quasi dell’impotente spettatore. Alcuni, invece di scoprire chi è il Dio vivente, secondo verità e rivelazione biblica, preferiscono crearsi un dio a propria immagine o a propria immaginazione.

1. Dopo lunga e penosa malattia [→ Continua sul sito]
2. Una morte improvvisa fa sempre impressione [→ Continua sul sito]

3. Che cosa dicono gli esperti?
     Quando qualcuno muore, i suoi parenti e amici sopravvissuti soffriranno che si sia trattato di una morte improvvisa o dopo lunga malattia.
     Kenneth J. Doka afferma al riguardo: «Si dice spesso che la morte improvvisa abbia un impatto pesante sui sopravvissuti e leggero sulla persona deceduta. Lo stesso comune sentire a volte è portato a considerare la morte dopo lunga malattia come meno pesante per chi resta. La verità è più complessa. Ogni morte a modo suo è difficile. Le morti improvvise lasciano nei sopravvissuti un sentimento di sgomento e vulnerabilità, ma la morte dopo una lunga malattia può lasciare in chi resta uno stato di torpore e di estrema prostrazione» [«Guilt and Regret in Prolonged Illness», Journeys (Hospice Foundation of America; Aprile 1997), grassetto redazionale].
     Nel caso che la morte segue una lunga malattia, non di rado subentrano sensi di colpa e rimpianti nei sopravvissuti. Infatti, ritornando sulle cure date e sulle decisioni fatte in merito alle terapie, ci si chiede personalmente se si è fatto il meglio possibile, si rimpiange di non aver fatto di più e molto prima e ci si colpevolizza di non essere stati più pazienti nell’ascolto, nella cura, nell’assistenza, nel tempo dedicato, eccetera. Tutto ciò è tipico del decorso del lutto.
     In tale fase è utile avere qualcuno con cui parlare del decorso delle cose (morte dopo lunga malattia, morte improvvisa), dei propri dubbi, le proprie angosce, dei propri sensi di colpa, e così via, per tornare a gestire nuovamente in modo adeguato i propri sentimenti.

SUL SITO SEGUONO I CONTRIBUTI DEI LETTORI E LE MIE EVENTUALI OSSERVAZIONI
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Morte_improvvisa_EnB.htm] SOLO DOPO AVER LETTO L’INTERO SCRITTO SUL SITO, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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martedì 24 novembre 2015

Il tenace non molla



IL TENACE NON MOLLA

1. CHI MOLLA È... RAMMOLLITO!: «Mai iniziare a dire che è la fine — mai finire di iniziare»: questo potrebbe essere da sempre il mio motto di vita. Ho imparato la tenacia ai piedi del Signore e seguendo buoni modelli di vita, sia di personaggi biblici sia di persone a me contemporanee, che hanno toccato con grazia la mia vita. A mie spese ho imparato a non mollare mai, a non fermarmi mai, a rialzarmi in piedi, quando sono caduto, e a riprendere il cammino verso la mèta sicura. Sapevo che stavo servendo il Re, il quale garantiva per me. Egli mi ingiungeva di non perdermi d’animo (cfr. Dt 31,8; Eb 12,3.5) e mi assicurava di essere con me (cfr. Gn 26,24; 28,15; Es 3,12; Gr 1,8.19; At 18,9s).
     Colui, che è il Primo e l’Ultimo e l’Inizio e la Fine (Ap 1,17; 2,8; 22,13), è capace di sostenere l’inizio di ogni nuova opera, è di benedire ogni opera portata avanti e terminata alla sua gloria (cfr. Dt 2,7; 16,15; 24,19, 28,6.19).




2. PER L’APPROFONDIMENTO BIBLICO (Il senso di questa lista di versi è di stimolare la riflessione dei lettori, per aiutarlo formulare contributi confacenti al tema):
     ■ «Se ti perdi d’animo nel giorno dell’avversità, la tua forza è poca» (Pr 24,10).

     ■ «Noi siamo tribolati in ogni maniera, ma non ridotti all’estremo; perplessi, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; atterrati ma non uccisi» (2 Cor 4,8s). [→ Continua sul sito]

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lunedì 23 novembre 2015

Il guastatore di chiesa? Parliamone



IL GUASTATORE DI CHIESA? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Il guastatore di chiesa». Abbiamo visto che il «guastatore» è un militare, che fa inavvertitamente danno all’esercito altrui. Possiamo chiamarlo anche «sabotatore»; in questo caso fa attacchi mirati, per scombussolare la linea nemica e portare caos e panico, di cui possano approfittare le proprie truppe. La cosa è drammatica, quando ci sono coloro che fanno il doppio gioco, sabotando le linee dell’esercito, in cui si trovano.
     Poi, ci sono i «collaborazionisti», ossia persone, che tradiscono il proprio popolo, per fare l’interesse delle truppe nemiche, in cambio di un arricchimento personale e di prestigio. Poiché non tutti i credenti, presenti nelle chiese, sono rigenerati, il nemico della fede si serve spesso di alcuni di loro, che non sono né carne e né pesce, per portare avanti i suoi sinistri piani. Poiché i sedotti diventano strumento di seduzione, nelle chiese sorgono continuamente uomini, che proferiscono cose perverse rispetto alla sana dottrina, per trascinarsi dietro i discepoli (At 20, 29s).
     Inoltre, c’è anche il cosiddetto «fuoco amico»: persone sparano sui soldati dello stesso esercito, avendoli scambiati per nemici. Qui c’è alla base la mancanza di discernimento.
     Infine, ci sono i carrieristi di professione, che pur di farsi strada nella carriera, portano discredito in segreto sui loro colleghi. Ciò può accadere anche nelle chiese, ad esempio, quando i collaboratori vogliono diventare in fretta diaconi, e questi ultimi conduttori di chiesa. 

 
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domenica 15 novembre 2015

Attingere energie presso le tombe?



ATTINGERE ENERGIE PRESSO LE TOMBE?

1.  IL FENOMENO CARISMATICISTA: Fare il pieno spirituale presso la tomba di famosi cristiani? Si chiama «soaking at tombs», ossia «inzuppar(si) [di energia, ecc.] presso le tombe». Questo video dura 4 minuti e mostra pratiche sconcertanti (clicca sul link sotto).





 
L’influenza della «Bethel Church» in Redding col pastore in capo Bill Johnson è aumentata notevolmente in Europa. Dalla sua «Chiesa Bethel» provengono anche i «profeti» di «Awakening Europe» (Risveglio Europa), Ben Fitzgerald e Todd White.
     La cosa particolarmente allarmante è che nel filmato viene mostrato come Bill Johnson e la sua gente si sdraiano sulle tombe dei cristiani famosi, per praticare lì il cosiddetto «soaking», ossia il presunto assorbimento di energie spirituali.
     In modo simile fece già Benny Hinn, quando pretese di ottenere la sua «power» presso la tomba di Aimee McPherson.
     Anche i seguaci di W.M. Branham si recano sulla sua tomba, per attingere sedicenti energie spirituali dal loro santone di riferimento.
     Pratiche simili si trovano in quasi tutte le religioni del mondo, dove si toccano oggetti sacri, si strofinano stoffe e fazzoletti su certe statue e reliquie, per «caricarli» di presunte energie spirituali e per usarli poi contro la malasorte, il malocchio e simili. Anche nel cattolicesimo i fedeli pregano sulle tombe di persone religiosamente meritevoli, le baciano, strofinano oggetti e stoffe nell’intento di caricarli con presunte energie e benedizioni.
     Alla base di tutto ciò c’è una concezione animistica, secondo cui «l’anima» abita negli oggetti e può essere trasferita ai viventi. È una specie di spiritualismo esoterico cristianizzato, come si trova anche nello spiritismo.

2.  L’IMPURITÀ DELLE TOMBE: […] Toccare le tombe, rendeva impuri. Infatti, è scritto: «Chiunque, nei campi, avrà toccato un uomo ucciso da un’arma o morto per cause naturali, o delle ossa umane, o un sepolcro, sarà impuro per sette giorni» (Nu 19,16). […]

L’ARTICOLO COMPLETO SI TROVA SUL SITO
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lunedì 9 novembre 2015

La croce e l’antidolorifico



LA CROCE E L’ANTIDOLORIFICO


1.  ENTRIAMO IN TEMA: Non credo che il Signore ascolterà mai l’inizio di questa preghiera. Essa è in contrasto con vari brani del NT. Infatti, Pietro esortava i credenti così: «Se uno soffre come cristiano, non se ne vergogni, anzi glorifichi Dio, portando questo nome» (1 Pt 4,16).
     Perciò, il Signore Gesù non ascolterà mai una preghiera che recita così: «Ti prego, aiutami perché non abbia a soffrire».

2.  LA SFIDA DI GESÙ: Alcuni credenti chiedono al Signore un antidolorifico esistenziale, per non soffrire nella loro vita. Tuttavia, Gesù annunziando la sua via verso il Golgata, sfidò i suoi seguaci come segue: «Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me. E chi non prende la sua croce e mi segue, non è degno di me» (Mt 20,37s). E ancora: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la troverà» (Mt 16,24s). Gesù stesso dette al riguardo l’esempio di abnegazione da seguire (Fil 2,5-8).
     A un famoso uomo di Dio, che lo chiese insistentemente, il Signore non solo non lo esaudì, ma gli disse: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza» (1 Cor 12,9). Paolo imparò la lezione (vv. 9b-10).

3.  L’ESEMPIO DI PAOLO: [→ Sul sito]
4.  LA SFIDA PER I CREDENTI: [→ Sul sito]

[CONTINUA LA LETTURA: http://diakrisis.altervista.org/_Disc/A1-Croc_antidolor_S23.htm] SOLO DOPO AVER LETTO L’INTERO SCRITTO SUL SITO, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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sabato 7 novembre 2015

Il guastatore di chiesa



IL GUASTATORE DI CHIESA

1.  ENTRIAMO IN TEMA: In senso tecnico un «guastatore» è un soldato, che appoggia un reparto d’assalto, spianando la strada a esso mediante azioni di sabotaggio, atte a neutralizzare le opere difensive degli avversari.
     Ogni tanto mi contatta qualche credente, collaboratore e conduttore di chiesa, per mettermi al corrente della pesante situazione della sua assemblea e per chiedermi consiglio su come affrontare questo o quel guastatore.
     Ultimamente un caro credente di un’altra zona d’Italia si lamentava con tristezza sulla sua bacheca in Internet di coloro, che hanno comportamenti settari e faziosi fino all’intolleranza, sempre pronti condannare.
     Giorni fa, mi è venuto a trovare un servitore del Signore, che mi ha messo al corrente di una nostra comune conoscenza, che si è trasferito anni fa dal sud al nord, che si è ambientato lì nelle assemblee, ha fatto «carriera» in una di esse e ora usa tutto il suo tempo ed energie specialmente per accanirsi contro un altro credente impegnato nell’opera del Signore, che non ha le sue stesse opinioni su alcuni punti, col fine di demolirlo.
     Sembra proprio che alcuni abbiano il carisma o la sindrome della «mela marcia»: messa in una cassetta, ben presto farà ammuffire tutte le altre mele.
     Avendo vissute cose simili sulla mia pelle, conosco personalmente sia i «geni guastatori», sia quelli che si accaniscono contro di me per demolirmi, sia le «mele marce». Tutto ciò mi ha ricordato di aver scritto, molti mesi fa il testo della mia «cartolina», indirizzata all’uomo, che fa posto al Calunniatore, all’avversario di Dio.


2.  IL SABOTATORE: Paolo, congedandosi dai conduttori di Efeso, li avvertì non solo dei lupi rapaci esterni, ma anche degli individui guasti all’interno delle comunità: «E da mezzo a voi stessi sorgeranno degli uomini, che proferiranno cose perverse, per trascinarsi dietro i discepoli» (At 20,29s).
     Il guastatore di chiesa lavora dietro le quinte. [...] Semina il dubbio, rimarcando le cose che non vanno. Ingigantisce le pulci, le assomma e le fa apparire elefanti agli occhi degli incauti creduloni. Cerca sponde e alleanze con consenzienti. Alimenta negli altri i sospetti, dà ragione ai dubbiosi, spinge i più deboli a fare certi passi.
     Il guastatore di chiesa cerca di non apparire subito in prima persona, ma crea dapprima una fitta ragnatela. Quando poi esce allo scoperto, ha oramai impestato l’atmosfera di bacilli e veleni e ha intessuto la trama con l’ordito. [...] Con atteggiamento di ipocrita e finta umiltà, vuol farti credere che sta solo riportando ciò, che la maggior parte pensa veramente. Anzi, con sottile furbizia, ti vuole convincere che ti sta dicendo le cose per il tuo bene. [...]

3.  ASPETTI CONCLUSIVI: Caso mai, dopo che ha distrutto tante cose nell’opera di Dio, viene messo con le spalle al muro, sa trovare lacrime di coccodrillo, per impietosire la platea. Spesso il suo ravvedimento è solo finzione, specialmente quando ha fatto cose simili in diverse assemblee. O anche laddove possa essere sincero, saranno le sue concupiscenze e le sue dipendenze a fargli fare, dopo un po’ di tempo, nuovamente posto al Calunniatore (gr. diábolos), a ricominciare le stesse manovre tenebrose e gli stessi percorsi labirintici e a fare nuovi danni all’opera di Dio.
     Si spera che prima o poi si ravvedrà veramente, pentendosi del male fatto e riparando ai danni fatti. Tuttavia le sanzioni amministrative divine rimarranno. [...] «Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui» (1 Cor 3,17). [...]

L’ARTICOLO COMPLETO SI TROVA SUL SITO
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Guasta_chiesa_UnV.htm] SOLO DOPO AVER LETTO L’INTERO SCRITTO SUL SITO, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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giovedì 5 novembre 2015

Riconciliazione dopo un conflitto di coppia



RICONCILIAZIONE DOPO UN CONFLITTO DI COPPIA

1.  LE FASI DI UN CONFLITTO CONIUGALE: [→ Sul sito]

2.  ASPETTI CONCLUSIVI: Riassumendo, in ogni coppia i conflitti scoppiano per motivi diversi. In alcune coppie sono continui, brevi e di piccola intensità, come le solfatare o fumarole; è un continuo pizzicarsi e punzecchiarsi, stare in concorrenza e cercare prevalere sull’altro. In altre coppie i conflitti sono occasionali e sono paragonabili all’esplosione di un vulcano fin lì quiescente, dopo aver accumulato per tanto tempo il magma; si accumula la tensione, ci si segna gli errori dell’altro e cose simili, fin quando si esplode con violenza, presentando il salato conto all’altro in una specie di resa dei conti. In altre coppie ancora i conflitti sono ciclici come i geyser e seguono in genere lo stesso decorso basilare: accumulo di tensione, primi rigurgiti premonitori e poi esplosione violenta. Quindi, i modi di gestire i conflitti sono variegati e sono legati ai temperamenti personali, ai costumi locali e alla «coreografia» di coppia. Similmente è variegato il modo di gestire il tempo dopo il conflitto. Infine, ogni coppia affronta in modo differente la fase calda della riconciliazione vera e propria.

3.  DOMANDE DI LAVORO: Le seguenti domande di studio servono per stimolare chi vuole approfondire l’argomento e per orientare la discussione.
     1. Quali sono i cause prevalenti nei vostri conflitti di coppia?
     2. Come ti comporti in genere durante il conflitto? E il tuo coniuge?
     3. Quando malauguratamente il conflitto è scoppiato, che cosa fai perché non deflagri ancora di più nelle fasi successive? E il tuo coniuge?
     4. Quando il conflitto è scoppiato, hai bisogno di tempo per sbollire, oppure cerchi di gestire subito la ricomposizione? E il tuo coniuge?
     5. In genere che cosa ti aspetti, per riconciliarti col tuo coniuge? Come gestisci la fase stessa della riconciliazione? E il tuo coniuge?
     6. Sei mai stato incauto nella fase di riconciliazione, innescando nuovamente un ulteriore conflitto? E il tuo coniuge?
     7. Ci sono altri aspetti particolari nella vostra coppia riguardo a come gestite i conflitti e la successiva fase di riconciliazione?

[CONTINUA LA LETTURA: http://diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Conflitto_coppia_GeR.htm] SOLO DOPO AVER LETTO L’INTERO SCRITTO SUL SITO, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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lunedì 2 novembre 2015

Opere morte per i defunti



OPERE MORTE PER I DEFUNTI

Nella lettera agli Ebrei l’autore parlò «del ravvedimento dalle opere morte e della fede in Dio» come due entità contrapposte (Eb 6,1). Le «opere morte» sono presunte opere religiose meritevoli, ma non servono a nulla dinanzi a Dio, poiché Dio salva soltanto per grazia mediante la fede (Ef 2,8). Dalle «opere morte» bisogna ravvedersi, per poter accedere solo così alla «fede in Dio». Infatti, solo il «sangue di Cristo» purifica «la nostra coscienza dalle opere morte, per servire il Dio vivente» (Eb 9,14).
     Le opere religiose sono doppiamente morte, se fatte in suffragio per i defunti. Infatti, è scritto che «è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio» (Eb 9,27). Ciò significa che subito dopo la morte i destini sono segnati quanto alla destinazione finale, oramai immutabile: coloro, che hanno accettato Gesù quale Messia, ossia come Signore e Salvatore, vanno in Paradiso, in attesa della risurrezione a vita eterna; coloro, che hanno rifiutato Cristo e la grazia come unico mezzo di salvezza, vanno nell’Ades, in attesa del giudizio finale.
     Nella Scrittura non esiste una terza possibilità, come ipotizzato dai religiosi in modo ingannevole per sé e per gli altri. Perciò, tutte le azioni devozionali a favore dei defunti sono tempo perso e non hanno alcun significato positivo dinanzi a Dio. Al contrario, ogni venerazione religiosa e ogni culto, praticati in favore dei morti o rivolti a loro, sono un abominio per il Signore (Is 8,19).

Per l’approfondimento rimandiamo ai seguenti scritti:
La festa dei morti {Nicola Andrea Scorsone} (A)
L’aldilà e i suoi luoghi {Nicola Martella} (A)
Le «opere morte» e dintorni {Nicola Martella} (D)

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