lunedì 25 aprile 2016

Credenti emozionali o rigenerati?

CREDENTI EMOZIONALI O RIGENERATI?
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Altrove ho parlato degli «aggregati»: di persone che «non sono né carne né pesce», ma frequentano le chiese e spesso creano problemi. Un altro aspetto, connesso a questo, è la distinzione fra «credenti emozionali» e «credenti rigenerati». I primi affollano le chiese, magari fanno mirabili preghiere e partecipano con slancio ai culti. Poi, però, nella loro vita quotidiana, mostrano un’altra faccia: hanno un’etica fallimentare, mostrano un cuore duro e gretto, si comportano in modo «carnale», se non addirittura segretamente in modo dissoluto, sono spietati in famiglia e così via.
     La partecipazione sentimentale ai culti agisce per loro come una specie di catarsi (purificazione) e di ricaricamento (quasi che la chiesa fosse una pompa di benzina o un caricabatterie). Poiché si «convertono» sempre di nuovo (ossia vanno avanti, quando c’è un appello pubblico); perciò, credono che la salvezza si perda (e si riacquisti) periodicamente. Per essere sicuri di essere (nuovamente) salvati, necessitano di sentire «qualcosa» (brividi, toccamenti, svenimenti, «unzioni», fenomeni mistici, ecc.).
     Non è ora di fare una distinzione fra soli «credenti» (o credenti emozionali) e «credenti rigenerati»? I primi «aderiscono», ma qualcosa nella loro vita (impedimento, legame, falso atteggiamento di fede) ostacola lo Spirito Santo a rigenerarli. Essi fanno passi avanti e altrettanti indietro, mentre il seme dell’Evangelo mai riesce a mettere in loro vere radici.
[…]
     Tali «credenti emozionali» hanno continuamente bisogno di «latte spirituale», ma non arrivano mai al cibo sodo. Come detto, non si sa mai se sono carne o pesce. Sono sballottati qui e là da ogni vento di dottrina (Ef 4,14). Spesso cercano di riempire il loro «vuoto morale» e di supplire all’impossibilità di realizzare il «frutto dello Spirito» (Gal 5,22) con esperienze mistiche sempre più mirabili, con riti sacramentali e ripetitivi, con spettacoli religiosi di massa o seguendo un «santone» cristiano particolare (Col 2,18.23).
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L’ARTICOLO COMPLETO E I CONTRIBUTI DEI LETTORI SI TROVANO SUL SITO
     [→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Credenti_emozionali_UnV.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso. ► Per ricevere e-mail di notifica sulle novità, ISCRIVITI ALLA MAILING LIST: https://groups.google.com/forum/#!forum/fede-controcorrente/join

lunedì 18 aprile 2016

Negromanzia onirica

NEGROMANZIA ONIRICA
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Un lettore ha sentito il bisogno di presentarmi nel suo cammino spirituale la situazione particolare di sua madre e delle credenze legate a un miscuglio fra religiosità popolare e divinazione onirica di natura negromantica. A tutto ciò risponde Nicola Martella con varie osservazioni di tipo biblico e storico. Siano i lettori ad approfondire ulteriormente le questioni, a intervenire con la loro personale esperienza e a tracciare eventuali conclusioni.

LA QUESTIONE DEL LETTORE: Caro Nicola, che Dio ti benedica sempre per il tuo immenso lavoro e ti ringrazio per il continuo sostegno.
     Vorrei esporti un fatto che mi sta molto a cuore, perché si tratta di mia madre, come già ti ho detto è fortemente cattolica, quindi crede che i santi possano intervenire nella nostra vita, intercedendo per noi e, quindi, che i defunti siano partecipi alle nostre vicende e ci mettano in guardia da possibili pericoli, essendone a conoscenza.
     Ho cercato di parlarle e di farle conoscere, attraverso la Bibbia, quale sia la verità su questi temi, ma è abbastanza ferma sulle sue convinzioni. Ti spiego brevemente le sue «esperienze», attraverso i sogni sostiene che delle persone care le comunicano delle cose, che succederanno; in effetti, da quanto mi ha raccontato, poi quelle cose sono realmente accadute:
     ■ Ad esempio una volta sognò sua nonna materna (già deceduta da un paio d’anni), che si trovava in una casa della sua infanzia e che le disse che stava preparando da mangiare per i suoi figli (gli zii di mia madre), perché presto sarebbero dovuti andare a trovarla. Mia madre le disse che era impossibile, poiché lei non era più in questo «mondo», ma lei fermamente le risposte: «Verranno presto a trovarmi...». Dopo un paio di mesi, morirono due miei zii (i suoi figli).
     ■ In un altro sogno vide, sua nonna, che stava preparando una grande festa, e mia madre le disse: «Nonna, voglio venire a questa tua festa...», ma lei le rispose che non poteva, poiché aveva dei figli, a cui badare, e al posto suo disse che avrebbe invitato sua sorella; dopo una settimana proprio la sorella del sogno morì.
     ■ Un terzo evento, molto singolare, è stata l’apparizione di Natuzza Evolo (la mistica calabrese), che apparve a mia madre con una bara bianca; e qualche settimana dopo il parto, morì mia sorella.

Questi casi, hanno portato mia madre a credere fortemente a queste tipiche credenze di santi e defunti, che sanno tutto, o a mistici dotati di poteri soprannaturali o «messaggi» divini, come le stigmate, che trasudano scritte in aramaico. Riguardo a tutto questo, con Bibbia alla mano, ho cercato di far vedere a mia madre che la Parola di Cristo è un’altra; quindi se accettiamo la sua Parola (senza la quale nemmeno il cattolicesimo avrebbe modo d’aver seguito), tutte queste cose hanno una natura sopranaturale, ma non sicuramente divina. I suoi dubbi rimangono questi: è possibile che esista la preveggenza o sono solo casualità? Ci sono stati anche altri sogni, in cui lo stesso soggetto ovvero la nonna di mia madre, che le parlava, e tutti stranamente si sono verificati. Se di sogni «profetici» si può parlare, che natura hanno? Mia madre non riesce ha capire come sua nonna, che le parla in maniera molto familiare anche in posti molto belli o della sua infanzia, possa essere una figura ingannatrice o maligna, poiché crede che i morti possano comunicare attraverso i sogni con noi.
     Ascoltando i racconti di mia madre, mi sono venuti in mente questi versetti: «E, dopo questo, avverrà che io spanderò il mio spirito sopra ogni carne, e i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi avranno dei sogni, i vostri giovani avranno delle visioni» [Gioele 2,28, N.d.R.]. Non so se c’è una correlazione in tutto questo. Mi affido alla tua saggezza per farle cambiare rotta e per portarla sulla retta via. {Innocenzo Palmita, ps.}
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2. LA RISPOSTA (2.1. La «negromanzia»; 2.2. I morti; 2.3. Sogni e visioni) [→ Sul sito]
3. ESPLICAZIONI [→ Sul sito]
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L’ARTICOLO COMPLETO SI TROVA SUL SITO
     [→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Negromanzia_onirica_Oc.htm] opo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
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mercoledì 13 aprile 2016

Originale e perversione, uso e abuso



ORIGINALE E PERVERSIONE, USO E ABUSO
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1. ENTRIAMO IN TEMA:  Correggere col «bianchetto» un documento, è legittimo; esso è fatto per tale versione. Correggere col «bianchetto» tutte le cose, che non piacciono, in tutti i libri propri e altrui e su tutto ciò, che capita per mano, è un atto compulsivo. Correggere col «bianchetto» i testi sullo schermo, è una perversione di tale strumento. Usare il «bianchetto» per verniciare, ad esempio, una macchina, è mancanza di realismo.
     L’abuso è, secondo i casi, un uso sbagliato, coercitivo o compulsivo di ciò, che è legittimo. Ad esempio, mangiare è legittimo, abbuffarsi è l’abuso. Comprarsi le cose è valido; portarsele via con la forza è un abuso. Conservare ciò, che è utile, è cosa buona; non buttare via nulla, perché un giorno possa servire, riempiendo così la casa a dismisura, è una mania. Esiste l’uso naturale di una cosa (versione originale) e l’uso depravato d’essa (perversione). Bere un bicchiere di vino è salutare, la perversione è bere in modo compulsivo e ubriacarsi. Ciò vale per tutte le cose (cibo, sessualità, benessere, soldi, gioco, rapporti umani, lavoro, ecc.).
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2. ALCUNI APPROFONDIMENTI [→ Sul sito]
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3. DOMANDE DI LAVORO (Le seguenti domande di studio servono per stimolare chi vuole approfondire l’argomento e per orientare la discussione):
     ■ Che valore hanno nella tua vita bene e male?
     ■ Nel tuo senso morale che senso hanno l’originale e la perversione?
     ■ Nel tuo carattere e nel tuo comportamento che ruolo hanno l’uso e l’abuso delle cose.
     ■ Per un cristiano biblico con che cosa ritieni si possa misurare tutto ciò?
     Come affronti esagerazioni dell’uso, atti compulsivi e manie, se presenti, in campo alimentare, comportamentale, interpersonale, eccetera?
     ■ Dove ci sono alterazioni, degenerazioni e deviazioni morali e comportamentali, come si dovrebbe agire?
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L’ARTICOLO COMPLETO SI TROVA SUL SITO
     [→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Pervers_abuso_OiG.htm] Dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
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*** Discuti questo tema qui o sulla mia pagina di "Facebook": https://www.facebook.com/notes/puntoacroce/originale-e-perversione-uso-e-abuso/10154149916387990

lunedì 4 aprile 2016

Consigli per un predicatore apprendista 2: Linee di guida per ben riuscire

CONSIGLI PER UN PREDICATORE APPRENDISTA 2
Linee di guida per ben riuscire
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Nell’articolo precedente mi sono limito a rispondere alle richieste del lettore, facendo alcune osservazioni. In questo articolo indicherò alcune linee di guida, che possono aiutare il predicatore apprendista a riuscire nel suo intento, evitando diversi errori comuni.
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1.  PER COMINCIARE BENE: Ecco alcuni consigli utili, per verificare la propria idoneità a insegnare ad altri e lo stadio, in cui ci si trova. Qui sono contenuti anche alcuni errori comuni da evitare, per non squalificarsi e per essere efficaci. Premettiamo che il predicatore apprendista debba avere una chiara chiamata da parte del Signore e il riconoscimento di tale funzione ministeriale da parte dell’assemblea.
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     Intendi ciò, che leggi?: Questa era la domanda, che Filippo pose al Giudeo etiopico, che stava leggendo Isaia 53 (At 8,30). E l’Etiope gli rispose: «E come potrei, se nessuno mi guida?» (v. 31). Ciò significava che tale uomo non avrebbe mai potuto predicare o insegnare ad altri in una sinagoga. È scritto che Filippo, «cominciando da questo passo della Scrittura, gli annunciò Gesù» (v. 35); egli intendeva le Scritture e poteva insegnarle ovunque.
     È, quindi, importante capire il testo, su cui si predica agli altri, altrimenti invece di parlare sui «bastioni di Gerico», si rischia di disquisire sui «bestioni di Gerico», come mi è già successo di ascoltare una volta.
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     La struttura e l’equilibrio delle parti: Alcuni fanno introduzioni ampie e dettagliate al punto, che alla fine non rimane molto tempo per il cuore del messaggio e ancor meno per conclusioni e applicazioni. Ecco la testimonianza di un lettore: «Una volta venne a trovarci un simpatico pastore, conosciuto in un campeggio estivo. Costui salì sul pulpito e arringò bonariamente l’assemblea per oltre mezz’ora. Quando pensavamo che si trovasse ormai alla fine del sermone, l’ospite annunciò: “Ed ora passiamo al ministero della Parola!”. Come rimanemmo delusi! Fu uno dei culti più lunghi ai quali fui “costretto” ad assistere» (fonte al lemma «Predicatore prolisso»).
     Spesso il sermone assomiglia a un’anitra, che è zoppa in uno dei seguenti aspetti: ▪ 1. l’introduzione è mancante, inadeguata o poco attraente; ▪ 2. il corpo della predicazione è costruito in modo poco logico nello sviluppo o troppo lungo, asciutto e ripetitivo; ▪ 3. la conclusione è mancante o ha poche applicazioni pratiche.
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     Padronanza delle cose dette: Puoi dare agli altri con convinzione solo quello, che hai assimilato e digerito tu. Se tu non comprendi ciò, cha affermi, difficilmente lo potrai trasmettere agli altri. Se le cose, che affermi, non sai spiegarle e farle comprendere alla persona più semplice della tua comunità, probabilmente non ne hai ancora padronanza. Inoltre, chi si veste con le piume altrui, copiando testi altrui e spacciandoli per propri, prima o poi, oltre a essere scoperto, farà una brutta figura, quando qualcuno farà una domanda su tale materia o questione, a cui non si sa rispondere. È tragicomico sentire persone, che si riempiono la bocca di ebraico o greco, di cui non capiscono nulla. Lo stesso vale per chi usa «paroloni teologici», di cui non conoscono l’etimologia.
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     Alcuni usi impropri del pulpito: Alcuni predicatori diventano facilmente dei «predica-attori», scambiando il pulpito per il palco di un teatro: ogni volta è una commedia o una tragedia. Le predicazioni non devono servire per intrattenere, ma per edificare.
     Alcuni usano il pulpito anche come una specie di «psicoterapia», ossia per sfogarsi e per tirare fuori tutto ciò, che hanno accumulato nel periodo precedente; chi usa un tale ministero come uno «sfogatoio», risulterà sgradito ai credenti e presto si squalificherà.
     Il pulpito non deve servire per correggere gli eventuali errori del precedente sermone di un altro. In tal modo si crea cattivo sangue, si dà via a una «faida da pulpito», si polarizza la chiesa e si rovina la testimonianza.
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2.  PUNTI DA PONDERARE PER EVITARE ERRORI (contiene le seguenti parti): ● Uso pretestuoso della Scrittura; ● Prima spiegare, poi applicare; ● L’importanza dei generi letterari; ● Poni al testo le domande giuste; Capire il testo senza snaturarlo. [→ Sul sito]
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L’ARTICOLO COMPLETO SI TROVA SUL SITO
     [→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Predic2_Mds.htm] Dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
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