giovedì 26 maggio 2016

Rapimento e dintorni: Confronto con Fernando De Angelis



RAPIMENTO E DINTORNI
Confronto con Fernando De Angelis
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1.  LE TESI DI FERNANDO DE ANGELIS [→ Sul sito]
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2.  LE MIE OSSERVAZIONI E OBIEZIONI
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2.1.  ALCUNE PREMESSE [→ Sul sito]
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2.2. L’APOCALISSE DI GESÙ: Si veda ad esempio questa traccia.
     ■ Il Figlio dell’uomo viene dapprima come un lampo e raccoglie presso di sé i credenti (Mt 24,27s).
     ■ Poi seguono giorni di afflizione con stravolgimenti cosmici (v. 28); ciò corrisponde nel profeti al «giorno del Signore».
     ■ Infine, seguono due locuzioni temporali: «e allora» (gr. kaì tóte), ossia dopo tali cose. «E allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria» (v. 30). Questo è il ritorno nel regno. Egli manderà i suoi inviati in tutte le direzioni, per raccogliere gli «eletti» (= Israeliti rimasti in terra durante il «giorno del Signore»), perché entrino nel regno (v. 31).
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Perciò, secondo «l’apocalisse di Gesù», è ben possibile un ritorno del Signore in due fasi, divise dal «giorno del Signore»: prima le «aquile» si radunano presso il Signore, poi seguono gli sconvolgimenti apocalittici e, infine, il Messia-Re viene con gran potenza e gloria, per instaurare il suo regno storico. Quando le aquile si raduneranno intorno al carname, non leggiamo di una discesa immediata, per accompagnare Gesù nell’ultimo tratto, ma seguono dapprima i giorni di afflizione in terra.
     Che Gesù insegnasse il rapimento dei credenti, è mostrato in altri brani, in cui Egli parlò dell’arrivo fulmineo del Messia (Lc 17,24), aggiungendo che nel giorno, che sarà manifestato, il credente non deve cercare di assicurare il suo possesso, né la sua vita (vv. 30s.33); anzi, succederà che di due persone contigue «l’una sarà presa, e l’altra lasciata» (vv. 34s). Si verrà attratti dal Signore (altrove si dice «nell’aria»), come quando le aquile si radunano intorno a un cadavere (v. 37).
     A stravolgere tutti gli altri brani, come egli accusa gli altri, ci pensa chi vuole «stirare» tutto a una sola tesi: non esisterebbe un rapimento o esso corrisponderebbe solo a una mezza salita con biglietto di ritorno immediato in terra.
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2.3. L’APOCALISSE DI GIOVANNI: A quella che ho chiamato «l’apocalisse di Gesù», si aggiungano i seguenti elementi. In Apocalisse 19 non si parla né di rapimento né di risurrezione; quindi tale evento è successo prima. In Apocalisse 7,9s troviamo, in cielo, già glorificata, «una folla immensa, che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano» (Ap 7,9). Per stare davanti al trono di Dio e per servirlo giorno e notte nel suo tempio (v. 15), essi dovevano essere già risorti; infatti, i morti credenti non vanno in cielo, ma in Paradiso, dove attendono la risurrezione.
     Le cosiddette «nozze dell’Agnello» (Ap 19,7ss), ossia il rinnovamento eterno del patto del Messia-Re con tutti i credenti della storia, non vengono celebrate all’arrivo in terra, ma prima della partenza dal cielo. Infatti, dopo il giudizio storico sulla prostituta Babilonia, tale «immensa moltitudine» è già nel cielo (v. 1) ed è composta da «tutti i suoi servitori, voi che lo temete, piccoli e grandi» (v. 5; v. 8 santi). Solo dopo, il cielo viene visto come aperto (v. 11), e il Messia-Re è pronto a scendere in terra (v. 12s-14ss), a capo dei suoi eserciti (v. 14). Non si parla di gente, che gli viene incontro, perché rapita, ma di una battaglia (v. 19ss). Iniziano il regno millenniale e lo stabilimento della giustizia (vv. 3-4a). Solo allora si legge che «essi tornarono in vita e regnarono con Cristo mille anni» (v. 4).
     Chi risusciterà qui? Solo i martiri del «giorno del Signore», ossia quelli che «non avevano adorata la bestia né la sua immagine, e non avevano preso il marchio sulla loro fronte e sulla loro mano»! Dove sono tutti i santi dell’antico e del nuovo patto? Essi, per essere tra i «beati», devono aver già partecipato alla prima risurrezione, per così regnare con Cristo quei mille anni (v. 6). Con chi ha, quindi, l’Agnello festeggiato le sue nozze? [...]
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2.4. LA CASA DEL PADRE (Gv 14) [→ Sul sito]
2.5. ACCOMPAGNARE PER L’ULTIMO TRATTO? [→ Sul sito]
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[→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Rapim_dint_Esc.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
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martedì 24 maggio 2016

Vita abbondante



VITA ABBONDANTE
di Marielena Martella

Qualcuno ha scritto: «Alcune persone aspettano per tutta la settimana il venerdì, per tutto l’anno l’estate, per tutta la vita la felicità» (autore sconosciuto; tradotto e adattato dall’inglese).

1. Vivere per il «giorno X»
     Qualche giorno fa, parlavo con una conoscente che mi confessava la fatica che fa durante la settimana tra lavoro, faccende domestiche, figli da portare alle attività pomeridiane, la spesa da fare, i compiti da seguire...; e poi ha concluso il suo discorso con questa frase: «Ma per fortuna poi arriva il venerdì sera!».
     Quello nostro è, in realtà, un triste modo di vivere: sopravvivere 5 giorni, per poi viverne 2. Se ci facciamo un calcolo approssimativo e prendiamo una vita di media di 80 anni di 365 giorni, quindi ben 29.200 giorni che passiamo su questa terra, possiamo dire che, se viviamo solo nel weekend, vuol dire che viviamo realmente solo 8342 giorni... che spreco!!!
     Succede a tutti che, a volte, viviamo solo aspettando un evento futuro, come se il tragitto verso questo evento sia irrilevante, come se si possa sorvolare sulle emozioni che sentiamo e sulle cose che ci capitano lungo la strada, perché quello che conta è solo l’arrivo, il giorno X, il venerdì, le vacanze, la tale festa, il tale anniversario.

2. La via verso il cambiamento
     Mentre scrivo, mi rendo conto che è ora di parlarvi di un altro passo da fare, per avere una vita felice già ora. Nei miei scritti precedenti ero partita dal fatto che, per migliorare la mia vita, non mi voglio più lamentare; sono arrivata poi a dire che non solo non mi voglio più lamentare, ma che in più voglio contare tutte le benedizioni (grandi e piccole), che il Signore mi dà. E ora segue l’ultimo passo: voglio vivere appieno ogni giorno, che il Signore mi concede di passare su questa terra.
     Se ci pensiamo bene, ogni giorno di vita è un grande dono. Non vivere appieno tutti i nostri giorni, è un po’ come se il nostro amato ci regalasse un mazzo di rose, e noi ne gettassimo via la metà. Ora, come si fa a vivere appieno la propria vita? Qual è il segreto per non essere sopraffatti dalla quotidianità, dai pesi, dagli imprevisti? Io, come al solito, la risposta l’ho trovata nella Bibbia. Per me il versetto chiave, per rispondere a questo quesito, sta in Giovanni 10,10; qui è, infatti, proprio Gesù che parla e che dice: «Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

3. Il segreto del cambiamento [→ Continua sul sito]
4. Aspetti conclusivi [→ Continua sul sito]

[CONTINUA LA LETTURA: http://diakrisis.altervista.org/_Prob/A2-Vita_abbond_Avv.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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giovedì 19 maggio 2016

I falsi spirituali in Internet



I FALSI SPIRITUALI IN INTERNET
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Nelle chiese esistono «finti spirituali», che usano cose legittime in modo strumentale, spesso per calunniare il prossimo o fare le loro vendette. Qui di seguito mi limiterò solo ad alcuni esempi.
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1.  FOGLI DI CALENDARIO: Molti credenti leggono quotidianamente un foglietto dei tanti calendari cristiani, che sono pubblicati.
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1.1. L’USO LEGITTIMO: [→ Sul sito]
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1.2. L’USO STRUMENTALE: Immaginatevi che un credente venga da voi, per mettervi al corrente di qualcosa, affermando che un certo «Ambrogio» abbia messo in rete un foglio di calendario, per poi usare il contenuto in modo strumentale contro a un altro. Aggiunge anche che egli non fa nomi, ma solo allusioni, con cui getta fango sul suo prossimo; alcuni, che sono coinvolti, sanno molto bene a chi «Ambrogio» si riferisca.
     Spesso i credenti si rivolgono a me per e-mail, per chiedermi che cosa ne penso di questa o di quella cosa o per chiedermi consiglio biblico e pastorale. Essi mi invitano ad analizzare certi testi, tra cui anche l’uso strumentale di qualche foglietto di un calendario cristiano. Ad esempio, tempo fa mi fu segnalata la pubblicazione del foglio di calendario, che un certo «Ambrogio» usò palesemente contro un altro credente.
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     ■ «Ambrogio», riportando il foglietto del calendario con Giobbe 34,11, non prese l’occasione per farsi lui l’esame di coscienza, ma mandò «messaggi in codice» o «frecciatine» a qualcun altro, a cui egli attribuiva inganno, egoismo, avarizia e sete di potere. Lo ascrisse fra i grandi predicatori ipocriti e insinuò che non fosse neppure «cristiano». Poi, condì il tutto con versi biblici, per fare effetto sui semplici. Questa è una un colpevole abuso della Parola di Dio, che rientra proprio nell’asserzione di Giobbe 34,11: «Egli [= Dio] rende all’uomo secondo le sue opere, e fa trovare a ognuno il salario della sua condotta».
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     ■ Sempre «Ambrogio», riportando... [→ Continua sul sito]
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2.  IMMAGINI DI TESTO: Alcuni pubblicano immagini contenenti citazioni di versi biblici, di massime e di «frasi fatte». Anche qui la dinamica dovrebbe essere la stessa: prendere l’occasione per riflettere su se stessi. Uno di questi, chiamiamolo, «Cosimo»... [→ Continua sul sito]
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3.  ALCUNE CONCLUSIONI: In tal modo, «Ambrogio», «Cosimo» e altri come loro si rendono personalmente colpevoli, per avere abusato della Parola di Dio, gettando illazioni, allusioni e sospetti su altri credenti. Oltre a ciò, essi si sono resi colpevoli anche verso gli altri, specialmente se si ritengono maestri dei semplici, mostrando col loro deplorevole comportamento che sarebbe cosa lecita usare in modo strumentale una meditazione, i brani biblici in essa contenuti e frasi a effetto (massime, citazioni, ecc.), per gettare fango e sospetti sul prossimo, per fare allusioni e cose simili. Se ciò non bastasse, magari aggiungono: «Diversi di voi sanno di chi parlo!». Poi, all’occasione, come già detto, terminano alla stregua di un famoso santone con «Chi ha orecchi, per udire, oda». Tale discriminazione, come altre simili, fa diventare tali persone «giudici dai ragionamenti malvagi» (Gcm 2,4).
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[→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Falsi_web_Mds.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
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*** Discuti questo tema qui o sulla mia pagina di "Facebook": https://www.facebook.com/notes/puntoacroce/i-falsi-spirituali-in-internet/10154233811737990

giovedì 12 maggio 2016

Aspirare alla conduzione solo con figli maggiorenni?

ASPIRARE ALLA CONDUZIONE SOLO CON FIGLI MAGGIORENNI?
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1.  SOLO SE SPOSATO?: [→ Sul sito]
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2.  SOLO CON FIGLI MAGGIORENNI?: Qual è ora la novità? È che per aspirare alla conduzione, bisogna avere assolutamente figli maggiorenni! Quindi, non solo bisogna escludere i celibi, ma anche coloro, che hanno figli piccoli e adolescenti. Con tali precondizioni nessun giovane o giovane adulto potrebbe praticamente mai aspirare a condurre una chiesa. Eppure, Paolo ingiunse a Timoteo: «Ordina queste cose e insegnale. Nessuno disprezzi la tua giovinezza; ma sii d’esempio ai credenti, nel parlare, nella condotta, nell’amore, nella fede, nella castità» (1 Tm 4,11s).
     Che cosa prevedeva Paolo riguardo ai prerequisiti di chi aspirava alla conduzione? Nel caso in cui il candidato era sposato, non poteva essere poligamomarito di una sola moglie»; 1 Tm 3,2; Tt 1,6); a quel tempo si convertivano nuclei familiari, in cui era normale la poligamia. Inoltre veniva richiesto «che governi bene la propria famiglia e tenga figlioli [tékna] in sottomissione e in tutta riverenza (che se uno non sa governare la propria casa, come potrà aver cura dell’assemblea di Dio?)» (1 Tm 3,4s). Anche altrove Paolo comandò «che abbia figlioli [tékna] fedeli, non sotto accusa per dissolutezza o indisciplina» (Tt 1,6). In ambedue i brani il termine greco usato da Paolo è tékna «bambini, figli piccoli, ragazzi», quindi dei «figli biologici», trattandosi della prole prima dell’emancipazione. Quando un figlio raggiungeva la maggiore età e veniva emancipato dal padre, era chiamato in greco huiós «figlio emancipato» ed era dichiarato erede (cfr. Gal 4,7; Eb 1,2; Ap 21,7).
     A ciò si aggiunga che i figli sono, per legge, sottomessi ai genitori, solo fintantoché non raggiungono la maggiore età. Nessun genitore può pretendere di governare la vita dei suoi figli maggiorenni o addirittura le loro famiglie! Nessun genitore credente può avere la sicurezza che i suoi figli maggiorenni non diventino dissoluti o sfrenati. Anche famosi predicatori avevano figli non-credenti, atei o dissoluti; ma non si può imputare ciò ai suoi genitori, ma a scelte personali dei figli maggiorenni. [Conduttori e figli dissoluti o insubordinati]
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3.  ASPETTI CONCLUSIVI: [→ Sul sito]
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[→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Conduz_figli_UnV.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
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