martedì 20 novembre 2018

Il bisogno dell’acqua



IL BISOGNO DELL’ACQUA

1. Entriamo in tema
     In una salina non cresce alcuna vita. Nel Medio Oriente, mentre il mare di Gennezaret (o di Galilea) è un lago ricco di vita, il mar Morto porta a ragione tale nome: è sterile. Eppure sono alimentati ambedue dallo stesso fiume Giordano! Tuttavia, la concentrazione di sale nel mar Morto non solo ne rende imbevibili le acque, ma uccide pressoché ogni forma di vita. Il sale è così concentrato in tali acque, che è pressoché impossibile affondare! Ma guai a bere un sorso di tale acqua!
     Le saline possono apparire incantevoli a causa dei colori e delle formazioni saline, che si generano. Eppure sono sterili. Non sono adatte alla vita e le loro acque non cancellano la sete, ma l’aumentano.

2. Sete materiale e sete spirituale
     Si può sopportare a lungo la fame, ma non la sete. Chi ha conosciuto la vita nel deserto o in un luogo arido, sa che cosa sia avere sete. Gente, che dai Paesi meridionali dell’Africa si recano al nord, con l’intento di approdare in Europa, sono costrette ad attraversare deserti, che possono costare loro la vita, se hanno preso poca acqua con sé. In effetti, tante persone soccombono, e la sabbia diventa la loro tomba.
     Al tempo dell’esodo, Israele dovette vivere circa quarant’anni nel deserto; se Dio non avesse provveduto per loro l’acqua necessaria, nessun Israelita sarebbe sopravvissuto.
     L’arsura del suolo e la sete fisica dell’uomo divennero, da antica data, una metafora della sete spirituale, che il credente aveva di Dio e della sua benefica presenza.
     Riguardo al regno escatologico, i proclamatori del vecchio patto annunciarono da parte di Dio la trasformazione del Paese deserto in un luogo ricco d’acque. Ciò avrebbe portato la benedizione nella terra promessa. Tutto ciò divenne anche metafora della benedizione spirituale, che Dio avrebbe portato col suo Spirito e col Messia.
     A ciò si deve l’appello del Messia a venire alle acque già nei testi dell’AT. Gesù stesso presentò la vita eterna come una fonte d’acqua, a cui chi intendeva credere in Lui quale Messia promesso, poteva dissetare la sua sete spirituale di salvezza.

Il resto dello scritto si trova sul sito.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Bisogno_H2O_OiG.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati ad esso.

{Fonte della citazione sull’immagine: http://puntoacroce.altervista.org/+Cita/Cita_A_Car.htm; al lemma «Acqua di morte e di vita»}

Mine vaganti nella tua vita



MINE VAGANTI NELLA TUA VITA
Ad esempio, nel tuo matrimonio

Per fare fuori la chiesa locale, il Calunniatore (= diavolo) tenta di minare le coppie della comunità, cominciando da quelle dei missionari, conduttori e collaboratori vari, fino al minimo dei credenti. È quindi responsabilità di noi maschi della chiesa prendere atto di quanto segue:
     ■ 1. Renditi conto che l’avversario cercherà di rovinare il tuo matrimonio.
     ■ 2. Tu, come marito, sei comunque responsabile dinanzi a Dio del tuo matrimonio (Dio chiamò Adamo a rapporto, sebbene a essere sedotta fosse stata Eva; Gn 3,9).
     ■ 3. Di là dalle tue ragioni, che certamente avrai, per farle valere, dovrai sempre prima amare tua moglie come Cristo ha amato la chiesa, ossia incondizionatamente (Ef 5,25.28).
     ■ 4. Tua moglie non è il tuo «collega», con cui discutere accesamente, per poi andare a pesca o a bere qualcosa insieme, ma il «vaso più delicato» (1 Pt 3,7), di cui curarti e dal cui trattamento dipende l’ascolto delle tue preghiere e l’efficacia del tuo ministero.
     ■ 5. ...

Ci sono chiaramente altri aspetti, di cui prendere atto. Tuttavia, lascio a voi di aggiungere altri punti.


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Megalomania cristianizzata

MEGALOMANIA CRISTIANIZZATA


Attenzione alle trappole della carne, a quelle del misticismo carismaticista e a quelle dell’esoterismo cristianizzato. Alcuni abusano di questo brano per sentirsi «superuomini» e per propagare un «onnipotentismo» cristianizzato. Paolo parlava di «ogni cosa», riferendosi alla sua situazione di dover avere tempi di strapazzi, angherie e penuria a causa del regno e della gloria di Dio; poi, c’erano certo anche tempi più positivi. Egli allenato abbastanza per vivere ambedue queste esperienze. Come si vede, basta spostare gli accenti o generalizzare, che si ha subito una dottrina differente o addirittura una falsa dottrina! {Nicola Martella}

domenica 7 ottobre 2018

Ricompensa dopo lacrime

RICOMPENSA DOPO LACRIME
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«Così parla l’Eterno: Trattieni la tua voce dal piangere e i tuoi occhi dalle lacrime; poiché c’è una ricompensa per l’opera tua, dice l’Eterno...» (Geremia 31,16).
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Chiaramente, in questo capitolo, che è il cuore del libro di Geremia e, per certi aspetti, dell’AT, si parla del «nuovo patto» dell’Eterno e del ritorno degli Israeliti dalla cattività e dalla dispersione, perché Dio ristabilisca il regno perduto.
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Tuttavia, tale brano è consolante per ogni missionario, che ha iniziato un’opera di Dio, e per ogni servitore del Signore, che porta avanti un’opera. Quante volte ognuno di loro ha il cuore gonfio, per tutti gli affronti che subisce. Quante volte è in trepidazione, se la piantina che ha piantato, ce la farà a mettere radici e a crescere, per diventare un albero solido e verdeggiante (cfr. 2 Cor 11,28). Quante volte ha dovuto trattenere al momento le parole, per non danneggiare l’opera, quando sono state dette cose ingiuste o che rischiano di rovinare il regno di Dio, per poi versare lacrime in segreto. Quante volte ha aspettato che venissero agli incontri quei credenti, che si sono allontanati o che vivono nell’arbitrio, e pregato per loro, perché mettessero Dio al primo posto nella loro vita e che tornassero all’ovile come pecore smarrite (cfr. Gr 31,18ss). E così via. La bella promessa di Dio per ognuno di loro è questa: «C’è una ricompensa per l’opera tua»!
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martedì 18 settembre 2018

Chi garantisce la salvezza, perché sia sicura?


CHI GARANTISCE LA SALVEZZA, PERCHÉ SIA SICURA?

di Nicola Martella
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1.  LE QUESTIONI: Un lettore mi ha posto la seguente questione: Caro fratello Nicola, [...].

     Ultimamente ho cercato di darmi delle risposte molto chiare sulla sicurezza della salvezza e sulla sua perdita. Al di là delle dispute e delle controversie su questo soggetto così dibattuto, vorrei porre una domanda: Se il credente in Cristo o nato di nuovo è sicuro della sua salvezza per quale motivo lo Spirito Santo, in armonia con la Parola di Dio, lo richiama a: consacrazione, santificazione personale, testimonianza, ubbidienza, servizio, crescita, fede o fiducia, preghiera, comunione in una chiesa locale, e potrei aggiungere molto altro. Se comunque il credente ha ricevuto la vita eterna, che non è più possibile perdere, per quale motivo tutti questi richiami e avvertimenti nella Parola?

     Ho capito che da questa parte dell’eternità tutto può succedere ed anche di più. Siamo in una guerra, e non siamo ancora coronati, lo saremo solo lassù. Per chi non combatte, corona non v’è! Come in ogni guerra, seppur terrena, rimangono sul campo di battaglia morti e feriti; non illudiamoci che per una guerra spirituale non sia altrettanto.

     Poi non mi spiego il motivo per essere oltremodo rigidi sulla sicurezza o perdita della salvezza, anche perché sarà solo il Signore Gesù a valutare ogni singolo credente. Per quanto mi riguarda mi sento di tenere del rispetto anche al fratello, che può avere delle fondamenta fragili, per il fatto che non tutti siamo forti, vi sono anche i deboli.

     Ora, non è mio modo di fare di entrare in dispute, diatribe, ecc. Non sono ancora lassù; solo là avrò tutta la chiarezza, che qui sicuramente nessuno, nemmeno dei credenti, che si dicono laureati, hanno. Le promesse di Dio sono sì e amen, ma così anche le sue minacce.

     Caro Nicola mi sembra che Wesley fosse arminiano e Weitefield calvinista, ma il Signore Gesù si è compiaciuto di servirsi di entrambi. Ora per me vale: «E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel Figlio suo. Chi ha il Figlio, ha la vita; chi non possiede il Figlio di Dio, non ha la vita. Vi ho scritto queste cose perché sappiate che avete la vita eterna voi, che credete nel Nome del Figlio di Dio» (1 Giovanni 5,11ss). Se è vita eterna, non può mai cessare, nemmeno con la morte del corpo: «Poiché per me il vivere è Cristo e il morire guadagno.... [23] Sono stretto tra i due lati: ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è casa di gran lunga migliore» (Fil 1,21.23). Sia la nostra più forte brama di essere con Cristo. E con gioia e pazienza aspettiamo il suo glorioso ritorno. [...] {Mario Tonezzer; 10/08/2018}

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2. ALCUNE RISPOSTE: Di questo tema ho già largamente dibattuto in passato sul mio sito (cfr. qui). E, come vedo, esso ricorre continuamente. Mi soffermo su alcune cose specifiche e importanti, tralasciando altre marginali. Ecco qui di seguito singoli punti (leggili sul sito).

     ■ Credenti o rigenerati?

     ■ Quant’è sicura la salvezza?

     Scenari biblicamente realistici: Tutto può ancora succedere nella guerra spirituale?

     ■ Saldi nella grazia

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[→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Garant-salv_EdF.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

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venerdì 14 settembre 2018

Aspettando nuove istruzioni

ASPETTANDO NUOVE ISTRUZIONI
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venerdì 29 giugno 2018

Cerimonie nuziali religiose

CERIMONIE NUZIALI RELIGIOSE

di Nicola Martella
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1.  LE QUESTIONI: Salve fratello Nicola, ho letto alcuni articoli sul tuo blog e sul sito web. Ti scrivo per chiedere un tuo parere, ovviamente alla luce della Scrittura.
     Un fratello, che conosco, ha una testimonianza molto forte: nato in una famiglia non-credente, ha subito violenza nell’infanzia sia da donne che da uomini. Da adolescente ha avuto contatto con la pornografia, ma poi ha conosciuto il Signore. Tuttavia, pur avendo conosciuto il Signore, non è riuscito subito a vincere il peccato sessuale. Oggi, grazie a Dio, cammina nella purezza sessuale ed è fidanzato con una sorella in Cristo, che si è tenuta pura e con cui si vuole sposare.
     Il pastore delle ADI, nella chiesa che frequentano, gli ha detto che non lo sposerà in chiesa e che per lui può sposarsi al comune o andare da un pastore di una chiesa libera, per farsi sposare.
     Ti chiedo: questo atteggiamento viene da qualche dottrina delle ADI? Oppure è un’idea del pastore?
     Se il Signore lo ha perdonato, perché non può sposarsi nella chiesa, dove va? Cosa dice la Parola di Dio al riguardo?
     Aspetto una tua risposta. Dio ti benedica. {Clementina Polvere, ps.; 18/06/2018}
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2. ALCUNE RISPOSTE: Chiaramente, in questioni del genere dovrei ascoltare l’altra campana, ossia tale conduttore, per sapere il suo punto di vista e le argomentazioni da lui portate. Mi rendo conto che ciò non è possibile, poiché creerebbe molti più problemi per gli interessati. Perciò, rispondo a prescindere. Ecco qui di seguito singoli punti (leggili sul sito).
     Dalle tenebre alla luce:
     La questione del matrimonio:
     La questione del pastore:
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[→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Cerim_nuzial_GeR.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
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ATTENZIONE! Quest’articolo presenta un tema delicato e ha un carattere specialistico, perciò non è per tutti. Per favore, non intervenire se, dopo aver LETTO L’INTERO ARTICOLO SUL SITO (clicca sul collegamento ipertestuale alla fine), ti rendi conto che ti manca la necessaria competenza in merito!
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