lunedì 2 gennaio 2017

Polemica contro auguri e regali



POLEMICA CONTRO AUGURI E REGALI
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1.  LE TESI: Qualcuno ha pubblicato uno scritto in un gruppo di un social network, che gestisco. Lo uso come esempio di un atteggiamento massimalista, che nasce da un uso sbagliato dell’etimologia «augurio, augurare», dimenticando che l’uso attuale di tali termini è ben diverso dall’antichità. Infatti, oggigiorno «augurare» significa «auspicare o desiderare il bene altrui».
     Ecco quindi tale scritto: «L’usanza di fare gli auguri, i regali e una festa aveva nell’antichità lo scopo di proteggere dai demoni e di garantirne la sicurezza nel nuovo anno... Fino al IV secolo il cristianesimo respinse la celebrazione dei compleanni giudicandola un’usanza pagana» (Schwäbische Zeitung – supplemento Zeit und Welt – del 3-4 aprile 1981, p. 4). Sono perplesso e vedo molti gruppi, profili e pagine che si professano cristiani, farsi gli auguri di fine anno (pur essendo chiaramente una festa pagana). [...] {Liliana Oliverio nella pagina «Dio ti benedice»; 31-12-2016; formattazione redazionale}
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2.  OSSERVAZIONI E OBIEZIONI: [...]
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2.1. AUGURARE?: Quando si parla di «augurio» e di «augurare», alcuni vanno sempre e subito all’etimologia e all’uso di tali parole nell’antichità, cominciando una polemica sterile. Essi dimenticano che oggigiorno l’uso di tali termini è differente da allora. Si dimentica pure che molte parole, usate oggi, nel passato avevano un significato ambiguo (p.es. «casino», «fregare»). Usiamo quotidianamente i nomi dei giorni della settimana e dei mesi dell’anno, senza neppure badarci più che contengono molti nomi degli antichi dèi. [I giorni settimanali e gli dèi] Nell’astronomia le designazioni di pianeti, astri, galassie e altri corpi celesti provengono dalla mitologia pagana (dèi, eroi, zodiaco). I massimalisti, per coerenza, dovrebbero rinunciare a pronunciare tali nomi. Infatti, i legalisti, che ritengono di essere ancora sotto la legge mosaica, dovrebbero attenersi a questo esplicito comandamento: «Non pronuncerete il nome di dèi stranieri: non lo si oda uscire dalla vostra bocca» (Es 23,13; cfr. Os 2,17; Gr 5,7; Zc 13,2). Non bisogna dimenticare, però, che allora si trattava di un pronunciamento cultuale, per rendere loro il culto (Gs 23,7; Sal 16,4); oggigiorno sono solo designazioni e basta. I massimalisti, per rimanere «puri e duri», dovrebbero uscire dal mondo (cfr. 1 Cor 5,9s).
            ■ Oggigiorno, nessuno pensa agli antichi auspici pagani (divinazione tratta dall’osservazione di segni, come il volo degli uccelli), quando dice a qualcuno: «Mi auspico che stai bene (che verrai, ecc.)». «Abbiamo operato sotto gli auspici del sindaco» significa col suo patrocinio o favore. «Tale avvenimento fu per noi di buon auspicio», ossia un segno favorevole confermativo (cfr. 1 Re 20,33 «buon auspicio» o «buon augurio» = buon segno; cfr. anche la visione di Paolo relativa a un Macedone in At 16,9s; cfr. vv. 6s).
            ■ Similmente non so chi pensa agli «scongiuri» (= incantesimi; cfr. At 19,13), quando qualcuno afferma «Ti scongiuro di fare questo!» (cfr. Cc 2,7; 3,5; 5,8; 8,4; Mc 5,7). Leggiamo che il sommo sacerdote disse a Gesù: «Ti scongiuro per il Dio vivente di dirci se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio» (Mt 26,63). Paolo stesso scriveva: «Io vi scongiuro per il Signore che si legga questa lettera a tutti i fratelli» (1 Ts 5,27); così in altre circostanze (1 Tm 5,21; 2 Tm 4,1).
            ■ Anche l’ebraico possedeva verbi corrispondenti all’attuale termine «augurare»; anche il verbo «benedire» (barak) in certi modi verbali corrisponde al nostro «augurare la benedizione». Infatti leggiamo: «Egli [=Dio] darà ai suoi servi un altro nome, [16] in modo che chi si augurerà di essere benedetto nel paese, lo farà per il Dio di verità...» (Isaia 65,15s Rv, NR); i giusti furono qui invitati da Dio a festeggiare in vista delle cose nuove e benefiche, che Dio avrebbe fatto (v. 18) ed Egli stesso avrebbe festeggiato gioiosamente col suo popolo (v. 19). Chiaramente gli empi augurano il male (Sal 41,5; cfr. 38,12 NR; Gb 31,29 ND, Cei). I figli di Dio possono augurare il bene. Il verbo greco euloghéō «benedire» significa letteralmente «ben dire», ossia augurare il bene.
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2.2. È PROIBITO FESTEGGIARE E FARSI REGALI?: [→ Sul sito]
2.3. RISULTATI: [→ Sul sito]
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3.  ASPETTI CONCLUSIVI: Da quanto detto sopra possiamo trarre principi anche per il popolo del nuovo patto (Rm 15,4; 1 Cor 10,11).
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3.1. BUSSOLA PER COSE NON RIVELATE: Paolo, dopo aver indicato i comandamenti del Signore, che bisognava assolutamente seguire, aggiunse questo criterio per discernere nelle cose non espressamente comandate e praticare cose nobili: «Quanto al rimanente, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri» (Fil 4,8). Augurare a qualcuno del bene e la benedizione, riunirsi come famiglie e come assemblea, farsi doni e così via, rientra proprio nella pratica dell’amore, ossia nella ricerca del bene degli altri.
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3.2. SENSIBILITÀ DIFFERENTI RIGUARDO AI «GIORNI»: [→ Sul sito]
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3.3. RISULTATI: Perciò, smettiamola di fare polemiche sterili e inutili su cose del genere, che non edificano e in cui c’è libertà! Tutto ciò, che è lecito, può essere utile e può concorrere o all’edificazione o alla dipendenza (1 Cor 6,12; 10,23). Sta a noi decidere come fare le cose, o per la «carne» o per lo «Spirito» (cfr. Rm 8,4-9.13s; Gal 5,16s; 6,8).
            Che cosa avrebbe fatto Gesù a Capodanno oggi? Avrebbe glorificato il Padre suo, come fece in tutte le occasioni, che gli si presentavano. Noi possiamo glorificare Cristo, facendo le cose in modo differente dal mondo. «Fate ogni cosa senza mormorii e senza dispute, [15] perché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo, [16] tenendo alta la parola di vita» (Fil 2,14ss).
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L’ARTICOLO COMPLETO SI TROVA SUL SITO
     [→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Augur_regal_UnV.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
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