sabato 30 ottobre 2010

Festa della Riforma o Halloween? 30-10


FESTA DELLA RIFORMA O HALLOWEEN?

In vari Paesi del mondo il 31 ottobre d’ogni anno il protestantesimo celebra la «Festa della Riforma» per ricordare il ritorno dei cristiani biblici di quel tempo ai fondamenti della fede cristiana.
     Diversi anni or sono, però, il nostro Paese e quelli europei sono stati travolti da un’ondata pagana e consumistica dal nome di «Halloween», simile per certi aspetti alla nostrana «festa della Befana» e a Carnevale. Il tutto è all’insegna di mostri, streghe, maghi, coboldi, folletti, elfi, gnomi, spiritelli, diavoletti, e così via. Diventa un giorno di consumismo e di trasgressioni varie. Tutto ciò è in netto contrasto con i principi della Riforma, che intendeva evidenziare il trionfo della grazia di Dio proprio sulle potenze del male e del peccato. In tale giorno, in nome del commercio e dell’ideologia pagana, alcuni vorrebbero dare vigore proprio a quelle potenze, che Cristo ha sconfitto: «Egli, avendo spogliato i principati e le potestà ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce» (Colossesi 2,15). [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Riforma_Halloween_MeG.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
 
------------------------------
 
Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:
I discepoli di Giovanni Battista in Atti 18-19: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Discepoli-Battista_At18s_Avv.htm

lunedì 25 ottobre 2010

Negromanzia cristianizzata

NEGROMANZIA CRISTIANIZZATA


Il seguente colloquio mi è arrivato per iscritto da parte di coloro, che l’hanno condotto. Io ho reso letterario e comprensibile ciò che essi hanno scritto in modo spontaneo e frammentato. I due parlano di un pastore carismaticista, a noi noto, amante di cabala e misticismo e che da tempo afferma di ricevere nuove rivelazioni trascendentali. Evitiamo di fare nomi, poiché qui ci interessa primariamente il fenomeno in sé, che trova sempre più adepti, e non tanto le singole persone. Ecco, quindi, il colloquio spontaneo.
     Il primo dice a un suo amico: «Il pastore XY ha toccato oramai il fondo, adesso i suoi seguaci affermano che lui parla con i morti!». L’altro rimane incredulo.
     Al che il primo gli risponde: «Dicono che parla con il vecchio pastore della chiesa, oramai defunto, quello che l’aveva fondata. Quest’ultimo aveva sì alcune dottrine particolari e una tendenza misticheggiante, ma si teneva nei limiti. Tale nuovo pastore non ha oramai né limiti, né integrità. Avevano perfettamente ragione quelli che, da tempo, affermavano che egli esercitasse varie forme di spiritismo cristianizzato. Ora, sebbene gli abbia rivelato alla sua chiesa di parlare col defunto pastore, tale conduttore visionario ha minacciato tutti i membri di maledizione e castigo divino, perché ciò non si sappia fuori. Questo è proprio uno spirito diabolico». L’altro rimane ancora più perplesso.
     Al che il primo gli risponde: «La cosa contraddittoria è che sebbene le cose stiano così, come alcuni adepti di tale pastore mi hanno confidato, essi continuano a frequentare tale chiesa! È chiaro che Dio svergognerà, prima o poi, questo spirito immondo». L’altro scuote soltanto la testa, augurandosi che qualcuno abbia il coraggio di denunciare, con Bibbia alla mano, la negromanzia cristianizzata di tale singolare pastore gnostico.
     Al che il primo gli risponde: «Una gran colpa ce l’hanno i suoi seguaci, che si stanno mostrando peggio di lui, poiché lo sostengono e incoraggiano in tale ricerca di rivelazioni trascendentali, credendo di avere a che fare con qualcosa di unico e straordinario, procedente da Dio!». L’altro rimane costernato e afferma: «In tutto ciò ne va di mezzo il buon nome del Signore e la testimonianza... ma evidentemente a queste persone ciò non interessa più di tanto».
    Segue: Alcune valutazioni del fenomeno  [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Negromanzia_cristian_Car.htm ] Solo dopoaver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


------------------------------

 Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:
■ I discepoli di Giovanni Battista in Atti 18-19:  http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Discepoli-Battista_At18s_Avv.htm
■ Morte improvvisa:  http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Morte improvvisa_EnB.htm

sabato 23 ottobre 2010

I missionari e la chiesa mandante 23-10-10


I MISSIONARI E LA CHIESA MANDANTE

UN LETTORE CI HA PRESENTATO LE SEGUENTI QUESTIONIHo ricevuto un commento da parte di un lettore all’articolo «Piano personale e istituzionale dei conduttori: Disciplina e abuso di potere nella chiesa». Poiché ciò era parte di una lettera privata, riporto e sintetizzo le parti salienti, dando all’autore anche uno pseudonimo. Qui di seguito, quando parliamo di «missionari», intendiamo quelli fondatori di chiese. Ecco qui di seguito le sue argomentazioni.

La mia domanda è la seguente: «A chi devono rispondere i missionari?». È molto pericoloso quando un apostolo (o missionario fondatore) crede di non dover rispondere delle proprie azioni, perché questo fornirebbe un alibi proprio all’autoritarismo a «santoni», a «guru» o a vari «Diotrefe», che ammorbano la testimonianza dell’Evangelo.
     Sebbene Paolo evidenziasse la sua diretta dipendenza da Dio, essendo apostolo per volontà del Signore, pure non si sottrasse al fatto di dover rendere conto agli uomini. Trarre la propria vocazione dalla autorità da Dio, non costituisce un assegno in bianco, un salvacondotto che lo esime da critiche o giudizi fraterni. Lo stesso Paolo afferma di essersi guadagnato sul campo il suo privilegio di apostolo, e ciò gli permetteva di rivolgere richiami e ammonimenti pieni di autorità spirituale alle chiese, a cui scrive.
     Torno alla domanda d’ingresso: «A chi rispondono i missionari? Alla loro chiesa mandante?». Non lo escludo, ma per Paolo francamente non mi sembra. Infatti, pur essendo mandato dalla chiesa di Antiochia, non fa mai menzione di un suo dover rendere conto ad essa del suo operato. Tuttavia Paolo non si sottrae dal dare una giustificazione del suo operato in presenza di anziani e apostoli (Atti 15,1-2; 21,17-26). La stessa cosa accadde per l’apostolo Pietro (Atti 11,1-18).
    Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondiamo  nell'articolo: [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Mission_chiesa_manda_UnV.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:
I discepoli di Giovanni Battista in Atti 18-19: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Discepoli-Battista_At18s_Avv.htm

martedì 19 ottobre 2010

Discepoli nel Nuovo Testamento 19-10-10

DISCEPOLI NEL NUOVO TESTAMENTO

Entriamo in tema: Nei libri di dogmatica o in alcuni dizionari biblici popolari il termine «discepolo» viene caricato con significati specifici (p.es. «cristiano», «fratello», spiritualmente «rigenerato» o «rinato»), che non sono verificabili sempre e dappertutto nel NT. Per questo si rende necessaria un’analisi approfondita di questo fenomeno nel NT.
     Il termine greco indica l’allievo, l’iniziato a una via, colui che ha intrapreso un cammino, il seguace. L’esito di tale cammino non è chiaro, visto che il seguace può smettere di seguire la «via» e ritirarsi. Per cui per «discepolo» si indica un intero spettro di significati: da chi ha le prime infarinature di una dottrina (simpatizzante) a chi è un seguace maturo. Tutto dipende dal contesto.
     Il termine «discepolo» indica un certo legame con un «maestro» (Mt 10,24); e, alla fine del lungo percorso, si spera che diventi anch’egli così «perfetto» come il suo insegnante (v. 25; Lc 6,40).
     Si tenga presente questo fatto non trascurabile riguardo alla ricorrenza del termine «discepolo»: sebbene il termine si trovi in 229 versi degli Evangeli e in 28 versi del libro degli Atti, non si trova in nessuna epistola del NT!
    Ecco gli altri punti: Negli Evangeli; Nel libro degli Atti. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Discepoli_NT_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
 
Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:
I discepoli di Giovanni Battista in Atti 18-19: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Discepoli-Battista_At18s_Avv.htm
Piano personale e istituzionale dei conduttori : http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Conduttori_pers_istituz_UnV.htm

sabato 16 ottobre 2010

I discepoli di Giovanni Battista in Atti 18-19

I DISCEPOLI DI GIOVANNI BATTISTA IN ATTI 18-19

Un lettore mi ha scritto quanto segue. «Caro Nicola, volevo farti una domanda riguardante i credenti di Efeso descritti in Atti 19. È innegabile che non potevano essere credenti, dato che non avevano nemmeno sentito parlare dello Spirito Santo. Però, allora, perché sembra proprio che Paolo dia per scontato che siano credenti. Infatti chiese: "Riceveste lo Spirito Santo quando credeste?". Tutto qui. In attesa di una tua risposta ti saluto cordialmente».
    In attesa di una disamina più articolata, gli rispondevo subito, dicendogli che Atti 19 è un classico brano per mostrare la differenza fra «credenti» e «nati di nuovo». Inoltre per capire Atti 19, bisogna considerare Atti 18 (Apollo). Infatti, il movimento di Giovanni Battista era molto esteso.
    Quando menzioniamo Giovanni Battista, spesso pensiamo a una specie di appendice di Gesù, di cui era il precursore.  [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Discepoli-Battista_At18s_Avv.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


---------------------

 Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:
■ Morte improvvisa:  http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Morte improvvisa_EnB.htm
■ Piano personale e istituzionale dei conduttori :  http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Conduttori_pers_istituz_UnV.htm

mercoledì 13 ottobre 2010

Morte improvvisa 13-10-10

MORTE IMPROVVISA

«Quello che noi chiamiamo, a volte, “male improvviso”, può essere un atto di grazia del Signore, che vuole impedire lunghe e immani sofferenze a un suo figlio e alla sua famiglia. Il consiglio dell’Onnipotente è insondabile e insindacabile» (Nicola Martella).

Dopo lunga e penosa malattia
     Spesso negli annunci funebri si leggono frasi come le seguenti, che riporto: «Si è spento stanotte, dopo una lunga malattia, l’avvocato ***»; «L’attore *** è morto dopo una lunga malattia»; «Dopo una lunga lotta contro la leucemia, è scomparso ***, ex promessa del vivaio di basket…»; «Si è spento dopo lunga malattia l’ex attaccante del Milan…»; «Il paese piange il suo sindaco, scomparso dopo lunga malattia sopportata con coraggiosa rassegnazione»; «Dopo lunga malattia si è spento l’ex questore ***»; «Dopo lunga malattia è salito al Padre il Colonnello ***»; e così via.
     In tali circostanze si leggono espressioni sincere o di circostanza come: «cuore di tristezza», «vuoto difficile da colmare», «partecipazione vivissima», «parole assolutamente insufficienti per poter ricordare», «senza di lui nulla sarà come prima (o tutto sarà sicuramente più povero)», «mi unisco al dolore».

Una morte improvvisa fa sempre impressione
     Un amico mi scrisse ultimamente: «Nicola, hai saputo la notizia? Gennaro Esposito, è andato con il Signore, ieri sera» (i nomi sono mutati). A Paolo Salvi risposi: «Conosco bene Gennaro. Sono stato ospite a casa sua, tanti anni fa. Sono dispiaciuto di tale perdita, pensando alla sua famiglia e alla chiesa. Ma le vie di Dio sono imperscrutabili. In ogni modo, ognuno di noi deve tenere le valigie pronte per partire...». Paolo mi rispose: «Ieri sul tardi pomeriggio si è sentito male, lo hanno portato in ospedale e sei ore dopo è deceduto. In poche ore, una forma di leucemia fulminante ha fatto trapassare il nostro amato fratello alla gloria celeste. Sto male...». Gli risposi col mio motto, messo all’inizio di questa pagina. Ciò lo tranquillizzò e gli fece dire: «Amen! Giusto!».

Che cosa dicono gli esperti?
     Quando qualcuno muore, i suoi parenti e amici sopravvissuti soffriranno che si sia trattato di una morte improvvisa o dopo lunga malattia.
     Kenneth J. Doka afferam al riguardo: «Si dice spesso che la morte improvvisa abbia un impatto pesante sui sopravvissuti e leggero sulla persona deceduta. Lo stesso comune sentire a volte è portato a considerare la morte dopo lunga malattia come meno pesante per chi resta. La verità è più complessa. Ogni morte a modo suo è difficile. Le morti improvvise lasciano nei sopravvissuti un sentimento di sgomento e vulnerabilità, ma la morte dopo una lunga malattiapuò lasciare in chi resta uno stato di torpore e di estrema prostrazione» [«Guilt and Regret in Prolonged Illness», Journeys(Hospice Foundation of America; Aprile 1997), grassetto redazionale].
     Nel caso che la morte segue una lunga malattia, non di rado subentrano sensi di colpa e rimpianti nei sopravvissuti. Infatti, ritornando sulle cure date e sulle decisioni fatte in merito alle terapie, ci si chiede personalmente se si è fatto il meglio possibile, si rimpiange di non aver fatto di più e molto prima e ci si colpevolizza di non essere stati più pazienti nell’ascolto, nella cura, nell’assistenza, nel tempo dedicato, eccetera. Tutto ciò è tipico del decorso del lutto.
     In tale fase è utile avere qualcuno con cui parlare del decorso delle cose (morte dopo lunga malattia, morte improvvisa), dei propri dubbi, le proprie angosce, dei propri sensi di colpa, e così via, per tornare a gestire nuovamente in modo adeguato i propri sentimenti. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Morte_improvvisa_EnB.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


------------------------------------


Inoltre, ecco gli ultimi scritti gia' messi in rete:
~> Piano personale e istituzionale dei conduttori : http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Conduttori_pers_istituz_UnV.htm

domenica 10 ottobre 2010

Maria immacolata fin dal concepimento? 10-10-10

MARIA IMMACOLATA FIN DAL CONCEPIMENTO?

UN LETTORE CI HA PRESENTATO LE SEGUENTI QUESTIONI: Ciao Nicola, ti disturbo per una questione dottrinale. Mi puoi spiegare il verso in Geremia 1,5: «Prima ch’io ti avessi formato nel seno di tua madre, io t’ho conosciuto; e prima che tu uscissi dal suo seno, io t’ho consacrato e t’ho costituito profeta delle nazioni». Perché questo è un versetto preso dai cattolici per giustificare che Maria era già immacolata nella pancia di sua madre.
     E danno lo stesso significato in Luca 1,15, secondo cui Giovanni Battista «sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre». Ti ringrazio, Dio ti benedica.

AD ASPETTI RILEVANTI DI TALI QUESTIONI RISPONDIAMO QUI DI SEGUITO: Gli ideologi religiosi si attaccano a tutto pur di portare avanti le proprie tesi. A loro non interessa l’esegesi contestuale, ma strumentalizzano tutto ciò che ritorna a proprio favore.
    Geremia e il contesto veterotestamentario: Geremia 1,5 parla della preconoscenza o onniscienza di Dio verso il suo profeta... [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Maria_immacola_concep_OiG.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
 
Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:
Piano personale e istituzionale dei conduttori : http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Conduttori_pers_istituz_UnV.htm

venerdì 8 ottobre 2010

Piano personale e istituzionale dei conduttori? Parliamone 08-10-10

PIANO PERSONALE E ISTITUZIONALE DEI CONDUTTORI? PARLIAMONE

Nell’articolo «Piano personale e istituzionale dei conduttori: Disciplina e abuso di potere nella chiesa», abbiamo visto che riguardo ai conduttori bisogna distinguere due piani differenti: il «piano personale» e il «piano istituzionale».
     Essi, come tutti i credenti, sono fallaci nei rapporti interpersonali. Tuttavia, non si può usare ciò come alibi per il loro arbitrio sul piano istituzionale, ossia in questioni di dottrina e nell’abuso di potere nella chiesa locale. Nella sacra Scrittura i due diversi piani sono affrontati e regolamentati in modo differente.
     Questioni interpersonali sono gestite a livello privato e, in caso di rifiuto di uno dei due, si segue una certa gradualità d’interventi (Mt 18). Gravi questioni legati all’ufficio, che un conduttore riveste, e al ministero, che esercita, non possono essere affrontati privatamente, poiché coinvolgono l’intera chiesa, la sua sopravvivenza e la sua testimonianza.
     Ecco un consiglio su come procedere in caso di questioni morali e dottrinali e d’abuso di potere. Tali problematiche sono da discutere prima nel «consiglio di chiesa» (esso è formato da tutti i conduttori, diaconi e collaboratori maturi), senza tentativi di colpevole insabbiamento. Appurate le cose, in seguito, è necessario affrontarle nell’Assemblea di chiesa, formata da tutti i credenti battezzati e in comunione. In tale occasione, si consiglia di far parlare prima tale conduttore, per dargli modo di spiegare il suo punto di vista e di difendersi; è altresì consigliabile che un coordinatore gestisca le domande e le risposte, garantendo un clima sereno e razionale. Dopo ciò, l’Assemblea di chiesa deve proseguire i lavori senza di lui, per decidere al suo riguardo. In seguito, bisognerà comunicare dapprima a tale conduttore e poi alla chiesa tutta le decisioni prese. La massima istanza in una chiesa locale è appunto l’Assemblea di chiesa. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Conduttori_pers_istituz_EnB.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
 
Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:
Piano personale e istituzionale dei conduttori : http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Conduttori_pers_istituz_UnV.htm

lunedì 4 ottobre 2010

Piano personale e istituzionale dei conduttori 04-10-10

PIANO PERSONALE E ISTITUZIONALE DEI CONDUTTORI
Disciplina e abuso di potere nella chiesa

Entriamo in tema: Nei rapporti interpersonali bisogna distinguere il piano personale e quello istituzionale. Se all’uno si applicano le prerogative dell’altro, non solo si commettono madornali errori, ma si compiono ingiustizie e le conseguenze sono imprevedibili e pesanti.
     Il piano personale è quello normale dei rapporti di un credente biblico qualsiasi col suo prossimo. Il piano istituzionale è quello che riguarda la relazione fra guide della chiesa, fra missionari fondatori e conduttori o fra conduttori e la comunità; esso riguarda specialmente l’esercizio dell’autorità, il comportamento morale di chi detiene un ufficio o esplica un ministero pubblico e anche il contenuto del suo insegnamento.
     Sia l’AT che il NT distinguono questi due piani. Quando il buonismo dei cristiani li confonde, produce oltre alla tirannia, un cristianesimo debole, in cui i superbi trionferanno, ammantandosi magari con l’esercizio di una devozione particolare di tipo legalistico o mistico. Ad esempio, non basta che un conduttore, che esercita un abuso di potere o non si attiene all’insegnamento biblico, chieda scusa in privato alla persona vittima dell’illecito. Egli è una persona pubblica e deve rendere conto pubblicamente dei suoi atti.
    Gli altri punti: Il piano personale; Il piano istituzionale; Aspetti conclusivi. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Conduttori_pers_istituz_UnV.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:
Quelli che si nascondono dietro alle etichette: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Nascond_etichette_Mds.htm

venerdì 1 ottobre 2010

C'era la morte fin dalle origini? 02-10

C’ERA LA MORTE FIN DALLE ORIGINI?


UNA LETTRICE CI HA PRESENTATO LE SEGUENTI QUESTIONI: Caro Nicola, […] in questo periodo ho avuto un gran pensare riguardo a una domanda posta da uno dei bimbi della chiesa. Lui ha domandato all’anziano, durante la scuola domenicale, se «Adamo poteva respirare sott’acqua» (a mio avviso, è una domanda grandiosa!), partendo dal presupposto che nell’Eden l’uomo fosse, in qualche modo, immortale. Informazione questa che molti, senza volere, diffondono come vera, e io stessa, non essendomici mai soffermata, tendevo in qualche modo a credere.
     Ora, rileggendo attentamente i primi capitoli della Genesi, mi è parso ragionevole credere che, in effetti, la morte fosse già esistente e in qualche modo conosciuta dall’uomo (quando il serpente ne parla con la donna ad esempio, lei capisce cosa vuol dire), solo non mi spiego come fosse possibile. Voglio dire: l’uomo poteva morire, magari dopo un numero lunghissimo d’anni, senza la sofferenza che accompagna il declino del corpo, senza mai ammalarsi, magari addormentandosi serenamente, ecc. Ma è possibile? Non è troppo irragionevole? E dopo cosa sarebbe accaduto? Si rialzava da qualche altra parte? Mi rendo conto che queste sono, probabilmente, domande destinate a non avere risposta concreta, quindi ho contentato i miei dubbi su un altro elemento: la presenza dell’albero della vita (soprattutto in contemporanea a quello della conoscenza del bene e del male) nel Giardino a che serviva?
     Alcuni ritengono che l’albero della vita fosse una sorta di «fonte dell’eterna giovinezza» capace di garantire all’uomo una sorta di «vita eterna» di fatto, ma a me la cosa quadra poco (e fa anche un po’ ridere, a pensare che ne dovessero usufruire periodicamente, soprattutto considerando che magari nemmeno si sentivano mai male...). Voglio dire: se uno mangiava di quel frutto poi restava «sempre» vivo, giusto? Altrimenti perché Dio stesso avrebbe interdetto l’accesso al Giardino all’uomo per paura che ne mangiasse e divenisse immortale (Gn 3,22-24), o ho capito male? Ma allora che ci stava a fare l’albero e perché era vicino a quell’altro (roba che uno si sbagliava ed era rovinato), messi tutte e due al centro del Giardino?
     Come vedi non ci capisco nulla, e vorrei sapere se puoi farmi luce sulla faccenda. Grazie mille! Ti mando un abbraccio…

AD ASPETTI RILEVANTI DI TALI QUESTIONI RISPONDIAMO NELL'ARTICOLO: [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Morte_origini_Ori.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:
Quelli che si nascondono dietro alle etichette: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Nascond_etichette_Mds.htm