venerdì 29 aprile 2011

Aiutare i poveri: Come distinguere i veri bisognosi dai fasulli?


AIUTARE I POVERI
Come distinguere i veri bisognosi dai fasulli?

Le questioni
     Ciao Nicola, ti avevo già scritto tempo fa sulla questione e vorrei proportela di nuovo. Gesù spesso dice nel Vangelo di aiutare i poveri e prendersi cura dei bisognosi, e ciò è fuori dubbio. Però, se leggi il libro Proverbi, molte massime di Salomone sono contro i cosiddetti pigri e indolenti, che a causa della loro condotta, finiscono in miseria. Quello che mi chiedo da molto tempo, è quindi questo: come bisogna comportarsi di fronte a questi «poveri», i quali si ritrovano nel loro stato per propria negligenza e scarsa voglia di lavorare? Possono essere messi sullo stesso piano di dei diseredati e di chi, in generale, si ritrova in condizioni svantaggiose per causa di forza maggiore? Grazie. {Daniele Mancuso; 27-04-2011}

Domande di lavoro (Le seguenti domande di studio servono per stimolare chi vuole approfondire l’argomento e per orientare la discussione):
     ■ Che cos’è veramente un «povero» secondo la Bibbia?
     ■ Come fare a riconoscere un «bisognoso» vero da uno, che ha la seguente filosofia di vita: «Ama te stesso come il tuo prossimo migliore e vivi sulle spalle altrui»?
     ■ Che cosa ci dice la Scrittura di fare verso coloro che sono veramente «indigenti»?
     ■ Quali sono le tue esperienze in merito?

     In rete ci sono anche alcune mie risposte. [CONTINUA LA LETTURA: http://www.diakrisis.altervista.org/_Etic/A1-Aiutare_poveri_EnB.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

mercoledì 27 aprile 2011

Inflazione di titoli altisonanti nelle chiese? Parliamone

INFLAZIONE DI TITOLI ALTISONANTI NELLE CHIESE? PARLIAMONE

Una cosa del genere non m’era mai successa. Volevo lasciare nell’anonimato il mio interlocutore, che si fregia ora del titolo di «pastore», ora di «apostolo», essendo anche chiamato «reverendo» e addirittura «vescovo» quando ha che fare con credenti africani; per questo gli avevo dato uno pseudonimo. Lui, riconoscendosi in tale discussione pregressa, mi telefonò da Palermo per dirmi di sentirsi offeso per non aver usato il suo vero nome e cognome. Rimasi sorpreso. Infatti, in genere avviene il contrario. Gli chiesi di confermare il tutto per iscritto, ma finora nulla m’è pervenuto.
     Qui di seguito discutiamo l’articolo «Inflazione di titoli altisonanti nelle chiese». In certe chiese c’è tutta una gara ad appuntarsi etichette altisonanti sul petto e ad aumentarne la dose nel tempo. Tempo fa, un conduttore di chiesa, che chiamiamo «Ennio Virgilio», si chiamava e faceva chiamare «profeta “Ennio Virgilio”» e così si firmava nelle lettere circolari, che ricevevo. Ultimamente mi ha sorpreso constatare che ora si fa chiamare «apostolo “Ennio Virgilio”». Si tratta di un aumento di gradi? Si veda nel primo contributo.
     Antonio Capasso mi ha mandato, come contributo, il seguente richiamo cinematografico, che è molto appropriato. Totò: «Ma uno sul bigliettino da visita ci può scrivere quello che vuole?». Peppino: «Certo se uno è dottore, scrive dottore; se è conte, scrive conte» Totò: «Magari non è niente e ci scrive chi sa che cosa». Peppino: «E… c’è ne sono tanti, che meno sono e più si credono di essere» (Dal film «La banda degli onesti»)… [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Titoli_altis_chiese_Car.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

lunedì 25 aprile 2011

Inflazione di titoli altisonanti nelle chiese


INFLAZIONE DI TITOLI ALTISONANTI NELLE CHIESE

1.  VERSO UN NUOVO CLERICALISMO: Da tempo siamo stati abituati al titolo «pastore» (p.es. pastore Claudio Depulpitis), entrato oramai nell’uso comune e che indica il conduttore monocratico di una chiesa locale, sebbene nel NT sia soltanto una funzione ministeriale (cura d’anime) accanto ad altre. Oltre a ciò, Internet è pieno di personaggi, che si fregiano d’essere il «profeta Tizio», «l’apostolo Caio», il «reverendo Sempronio», il «vescovo Arcibaldo» e cose simili. Personaggi sconosciuti, specialmente sudamericani e africani, si fanno chiamare «apostolo». Quando si controlla la loro attività, ossia se hanno mai fondato chiese (apostolo = missionario fondatore), spesso si rimane alquanto delusi. Chi si fregia di tale titolo, lungi dal fondare chiese come attività prevalente, pensa semplicemente che in una gerarchia ecclesiale «l’apostolo» sia superiore ai «pastori» (e ad altri titoli), da cui si aspetta sottomissione!
     Ultimamente ho letto in un gruppo, a cui sono stato iscritto, i contributi di un prete dissidente, ma molto mariolatra (parla ad esempio di «fratelli e sorelle nella Madonna del Purgatorio» e cose simili). Egli si rivolge al titolare (chiamiamolo «Gianni Giuseppona») di tale gruppo con un incredibile accumulo di titoli ecclesiologici; ecco le sue parole: «Apostolo ***, Reverendo, Signor Pastore…».
            In effetti, ad alimentare tale inflazione di titoli è stato proprio lo stesso «Gianni Giuseppona», che in un account di Facebook si presenta come pastore, in un altro come apostolo e così via… [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Titoli_altis_chiese_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

venerdì 22 aprile 2011

Ecologia interiore

ECOLOGIA INTERIORE

«L’ecologia interiore, senza discariche abusive nell’anima, è premessa per una salute globale. Il “manuale” il Creatore ce l’ha dato nella sua Parola» (Nicola Martella).

Domande di lavoro:
     ■ Come si manifesta l’inquinamento interiore?
     ■ Quali sono i suoi danni di tali veleni sulla psiche?
     ■ Come influenza ciò anche la salute fisica?
     ■ Che cosa bisogna fare perché il proprio cuore non diventi una «discarica a cielo aperto»?
     ■ Quali sono al riguardo le linee di guida della Parola di Dio?

Preghiera: «Signore Dio, donami la forza di custodire il mio cuore dall’inquinamento morale. Dammi un cuor puro e purificami dalla mala coscienza, così come si fa per un vetro sporco, cosicché io possa vederci chiaro. Rendimi ubbidiente alla verità della tua Parola» (Nicola Martella).
     [CONTINUA LA LETTURA: http://www.diakrisis.altervista.org/_Etic/T1-Ecologia_interiore_Ori.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

~~> Discuti questo tema qui o su "Fede vivente": https://www.facebook.com/notes/fede-vivente/ecologia-interiore/204881992876376

sabato 16 aprile 2011

Il filone magico in romanzi e film

 IL FILONE MAGICO IN ROMANZI E FILM

1. VOGLIA D’UN MONDO INCANTATO: Nel passato fiabe, favole e narrazioni fantastiche erano usate come strumento pedagogico per spiegare un mondo misterioso, per vincere le paure e per dare a chi era misero ma scaltro una via d’uscita rispetto ai prepotenti di questo mondo. Chiaramente si distingueva la realtà, spesso dura e piena d’affanni, da tale mondo fantastico e incredibile. Era un modo per sognare e farsi coraggio. Erano gli adulti che raccontavano ai più giovani tali racconti misteriosi, rivestendoli di personaggi improbabili e di gesti fuori del comune. Piccoli e grandi entravano nella storia narrata, vivevano il dramma degli eroi, soffrivano con loro e poi trionfavano con loro. E lì c’erano subito i più grandi che rassicuravano i più piccoli che si trattava solo di un racconto fantastico, che non avevano bisogno di aver paura.
     Oggigiorno nei cartoni animati, specialmente giapponesi, i personaggi hanno un solo modo di risolvere i problemi loro e del mondo: violenza, doti soprannaturali e l’uso di magia. Gli eroi fanno le stesse cose degli antieroi, ma sono giustificati dal loro status appunto di eroi. Inoltre oggigiorno romanzi di maghi e maghetti diventano film, e ambedue procurano grandi guadagni a scrittori e produttori. Oggigiorno non ci sono più tanti genitori, come una volta, che spiegano ai figli che si tratta solo di una narrazione fantastica. Personaggi come Harry Potter diventano eroi da imitare; in internet vengono formati gruppi d’interesse intorno a tali personaggi e ogni ragazzo racconta la sua esperienza o dà consigli «magici» agli altri. I genitori manco se ne accorgono o credono che sia un’attività innocua. Già l’epifania (festa della manifestazione di Cristo) è stata trasformata nella «befana» (festa delle streghe). Come se non bastasse (per gli affari), si è aggiunta una nuova importazione: halloween. Il mondo viene nuovamente incantato e la «magia» entra nel quotidiano. A chi meraviglia poi che il pensiero magico rimanga anche nell’adolescenza, quando i ragazzi approfondiscono le loro curiosità con libri esoterici o in siti d’occultismo? La curiosità muove la ricerca in tale campo e porta a fare le esperienze dirette con divinazione e spiritismo. Poi avviene come in un’opera di Goethe, che il personaggio principale dovette confessare: «Degli spiriti, che evocai, non riesco più a disfarmene!».
            Seguono i seguenti punti: 2. La «magia» entra nel quotidiano; 3. Aspetti conclusivi… [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Filone-magico_romanzi_film_Oc.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

giovedì 14 aprile 2011

Grazia di Dio, alibi per stile di vita peccaminoso? Parliamone

GRAZIA DI DIO, ALIBI PER STILE DI VITA PECCAMINOSO? PARLIAMONE

Negli articoli «Grazia di Dio, alibi per stile di vita peccaminoso? 1: I frutti mostrano l’albero» e «Grazia di Dio, alibi per stile di vita peccaminoso? 2: Una devozione cristiana senza un’etica sessuale biblica?» abbiamo visto che l’apostolo Paolo espresse i due aspetti concomitanti della grazia efficace e della fede verace come segue: «Ma pure il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: “Il Signore conosce quelli che sono suoi”; e: “Si ritragga dall’iniquità chiunque nomina il nome del Signore”» (2 Tim 2, 19).
     Una «grazia a poco prezzo» diventa un alibi per condurre uno stile di vita peccaminoso. Certo, senza la grazia di Dio nessuno potrebbe entrare nel suo nuovo patto e, quindi, nella sua salvezza. La grazia è però costata un alto prezzo a suo Figlio Gesù Cristo. Ora, sebbene la salvezza sia per grazia mediante la fede, chi entra in essa deve sapere benissimo che essa non viene svenduta, né è a buon mercato per chi l’accetta. L’accettazione della grazia salvifica di Dio ha come beneficio la vita eterna, ma implica per il credente nientemeno che la rinuncia a se stesso e l’accettazione della croce di Cristo. «Allora Gesù disse ai suoi discepoli: “Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso e prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita a causa mia, la troverà”» (Mt 16, 24s; cfr. 10, 37ss; Lc 9, 62).
     Chi si unisce al Signore diventa una stessa cosa con Lui (Rm 6, 5; 1 Cor 6, 17), al pari di come il ferro, che viene messo nel fuoco. Tale realtà fu espressa da Paolo come segue: «Sono stato crocifisso con Cristo, e non son più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e la vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale m’ha amato, e ha dato se stesso per me» (Gal 2, 20). Chi è stato immerso nel «corpo di Cristo» mediante lo Spirito Santo (1 Cor 12, 13), ha questa profonda identificazione, ossia «d’essere trovato in lui, avendo non una giustizia mia, derivante dalla legge, ma quella che si ha mediante la fede in Cristo; la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede; in modo che io possa conoscere lui, Cristo, e la potenza della sua risurrezione, e la comunione delle sue sofferenze, essendo reso conforme a lui nella sua morte, per giungere in qualche modo alla risurrezione dei morti» (Fil 3, 9ss). [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Grazia_alibi_pecca_S&A.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

martedì 12 aprile 2011

Grazia di Dio, alibi per stile di vita peccaminoso? 2


GRAZIA DI DIO, ALIBI PER STILE DI VITA PECCAMINOSO? 2
Una devozione cristiana senza un’etica sessuale biblica?

Le convinzioni dei gruppi omosessuali, che si rifanno al cristianesimo, sono note e abbiamo già discusso nel merito in passato. Anche con Gianni Geraci ci siamo confrontati in passato su tale questione.
            Questo articolo risponde alla sua replica all’articolo «Grazia di Dio, alibi per stile di vita peccaminoso? 1: I frutti mostrano l’albero». In esso, usando le asserzioni di Gianni Geraci, mostravo che la devozione cristiana e l’etica biblica vanno insieme e, per essere legittime, devono corrispondere ai canoni scritturali della volontà di Dio. Abbiamo visto che l’apostolo Paolo espresse i due aspetti concomitanti della grazia efficace e della fede verace come segue: «Ma pure il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: “Il Signore conosce quelli che sono suoi”; e: “Si ritragga dall’iniquità chiunque nomina il nome del Signore”» (2 Tim 2, 19).
            Si raccomanda dapprima la lettura di quest’ultimo per capire questo attuale confronto. Si noti come il mio interlocutore si basi sulla «teologia dell’esperienza», invece di fare l’esperienza con la teologia biblica, ossia analizzando le asserzioni scritturali sull’etica sessuale e in particolare sulla fornicazione eterosessuale e omosessuale. In pratica, non si parte da un’esegesi rigorosa e contestuale, ma da una cristianizzazione di comportamenti morali e sessuali, a cui non si vuole rinunciare.

1.  LE TESI (Gianni Geraci): Caro Nicola, hai ragione quando dici che è dai frutti che si riconosce l’albero.
     Ed è vedendo la serenità che la confidenza in Dio ha dato a me e alle persone che hanno incontrato il Guado che posso assicurarti che sono questo frutti buoni che mi permettono di dire che dietro al nostro lavoro c’è la sua mano.
     Vedere persone che si comportano bene, che fanno del bene, che più fanno del bene più sono contente, che si impegnano in relazioni serie uscendo da quel circolo vizioso che nasce dall’idea che l’omosessualità sua un vizio che impedisce di vivere in grazia di Dio è per me una consolazione grande di cui ringrazio il Signore tutte le volte che mi siedo in serena adorazione davanti a Lui.
     Sia gloria a Gesù che ha permesso alle persone che hanno conosciuto il Guado di aver conservato la speranza nella sua redenzione. Un saluto cordiale… {Gruppo del Guado Cristiani Omosessuali; 11-04-2011}

2. OSSERVAZIONI E OBIEZIONI (Nicola Martella): Nell’articolo sopra citato abbiamo distinto l’omofilia (la tendenza verso persone del proprio sesso) dall’omosessualità (la pratica sessuale con persone del proprio sesso). Abbiamo anche detto che Dio ama il peccatore penitente, ma odia il peccato.
     Ammetto sinceramente di essere rimasto nuovamente deluso. Da una replica di Gianni Gerace mi sarei aspettato una risposta più articolata, che rispondesse al mio articolo nel merito; dopo averla letta, prendo atto che egli non tiene presente né il titolo, né il contenuto e si comporta come se esso non esistesse, facendo una dichiarazione generica e che non risponde veramente a nulla. Egli preferisce la comoda via della «teologia dell’esperienza», invece di preoccuparsi di ciò che Dio dichiara e comanda in modo incontrovertibile sul tema fornicazione omosessuale nella sua santa Parola. Riveste di umanesimo e devozionalismo cristianizzati le scelte, che lui e altri hanno già fatto all’interno del gruppo «Guado»… [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Grazia_alibi_pecca2_GeR.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

lunedì 11 aprile 2011

Grazia di Dio, alibi per stile di vita peccaminoso?


GRAZIA DI DIO, ALIBI PER STILE DI VITA PECCAMINOSO?
I frutti mostrano l’albero

Avevo ricevuto una lettera circolare di Gianni Geraci, esponente significativo del «Gruppo del Guado», che riunisce molti «cristiani omosessuali» di fede cattolica. Essa era titolata «Lettera aperta a monsignor Silvano Maria Tommasi, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite in seguito alle sue dichiarazioni sull’omofobia». Non entro in merito a essa, poiché le tesi della curia romana e dei gruppi omosessuali, che si rifanno al cristianesimo, sono note. [► Etica: Omosessualità] E anche perché ho discusso della questione già in passato con Gianni Geraci. [Omosessualità quale fornicazione?]
     Non essendo rivolta a me, risposi a tale lettera circolare semplicemente ricambiando col link del nuovo tema di discussione: «Salvezza nell’Antico Testamento». Egli ha reagito a questo articolo con un contributo specifico al tema, asserendo di essere d’accordo con i suoi contenuti. Rispondendogli, ho cercato di mostrare l’altra parte della medaglia, quando una persona accetta efficacemente la grazia di Dio. L’apostolo Paolo espresse tali due aspetti concomitanti della grazia efficace e della fede verace come segue: «Ma pure il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: “Il Signore conosce quelli che sono suoi”; e: “Si ritragga dall’iniquità chiunque nomina il nome del Signore”» (2 Tim 2,19).
     Seguono i seguenti punti: 1. Le tesi (Gianni Geraci); 2. Osservazioni e obiezioni (Nicola Martella).
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Grazia_alibi_pecca_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

~~> Discuti questo tema qui o su «Punto°A°Croce»: http://www.facebook.com/notes/puntoacroce/grazia-di-dio-alibi-per-stile-di-vita-peccaminoso/10150207822397990

venerdì 8 aprile 2011

Non avrò altro dio all’infuori di Me


NON AVRÒ ALTRO DIO ALL’INFUORI DI ME

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Tempo fa, in un’inserzione a pagamento su Facebook si vedeva una schiena nuda d’un uomo con su scritto in caratteri gotici: «Non avrò altro Dio all’infuori di Me». Tale frase m’è stata ripetuta già da altri; qui sotto viene usata da una donna durante un confronto spontaneo avuto insieme. Eppure tutto era cominciato con una frase, che appariva innocua e apparentemente solo piena di romantico spiritualismo.
     Giorni fa, qualcuno mi offrì l’amicizia e sulla bacheca di tale contatto qualcuno aveva postato la seguente citazione: «Il segreto di tutto risiede nella capacità di essere in armonia con l’universo e con se stessi, e nel saper guardare il cielo e sentirsi una nuvola. Una nuvola che cambia forma, prende tante forme, diventa evanescente; scompare. Una nuvola che sparisce; un corpo destinato a sparire e a lasciare di sé soltanto la coscienza libera, senza legami; una coscienza che si espande, solo così ogni giorno può diventare davvero un altro giro di giostra» (T. Terzani).
     A trascriverla è stata una certa donna, che usa lo pseudonimo «Lucy Liù»; probabilmente ella usa come «etichetta» il nome di un’attrice statunitense di origini cinesi, per altro dichiaratasi bisessuale (vedi qui). L’autore di tali asserzioni, le cui radici ideologiche affondano nell’Oriente, si riferiva qui alla sua esperienza nella malattia, che poi lo avrebbe portato alla morte. Chi non conosce le religioni orientali, non capirà lo sfondo religioso di tale asserzione; magari la interpreterà come qualcosa di introspettivo, psicologico e romantico. Come vedremo dal seguente dialogo avuto con tale «Lucy Liù», le cose sono molto diverse. Per brevità, rimando a Wikipedia per approfondire la persona del giornalista Tiziano Terzani e le sue radici nelle religioni orientali.
     Seguono i seguenti punti: Il confronto; Altri aspetti; Per l’approfondimento biblico… [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/A1-Non_altro_dio_MeG.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

mercoledì 6 aprile 2011

Dottrina antitrinitaria di Gianni Montefameglio? Parliamone


DOTTRINA ANTITRINITARIA DI GIANNI MONTEFAMEGLIO? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Dottrina antitrinitaria di Gianni Montefameglio». Il suo antitrinitarismo è di stampo giudaico. Egli mira a giudaizzare i presupposti dell’umanesimo mediante una sorta di erudizione lessicale, filosofica e razionalistica; tale conoscenza viene presentata essa stessa come una via di elevazione dello spirito e, quindi, di redenzione.
     Anche ai tempi del NT non mancavano nell’ellenismo coloro che presentavano la gnosis (la conoscenza) e la paideia (l’istruzione), spesso intrisa di elementi esoterici rivisitati in senso giudaico, come via di (auto-)redenzione. Non meraviglia che a una tale visione della sofia (sapienza, filosofia) quale strumento di elevazione eroica, la predicazione della croce appariva come una pazzia (1 Cor 1,18-25).
            Abbiamo constatato che Gianni Montefameglio è diventato la segreta fonte ispiratrice di Angelo Ficara e d’altri moderni Ebioniti. Un’attenta analisi ha mostrato che Angelo Ficara ne importa interi articoli sul suo sito, senza citarne neppure la fonte, il che è singolare; in tal modo, chi legge pensa erroneamente che si tratti della «dotta» farina del suo sacco, mentre egli è invece un semplice «replicante» del pensiero altrui. Egli pensa di usare Gianni Montefameglio per i propri fini (divulgazione delle dottrine ebionite) e non si accorge che, non capendone fino in fondo l’ideologia dottrinaria né le cose che riproduce (p.es. ebraico, greco), è diventato lui stesso strumento e divulgatore di un colto umanesimo giudaizzante auto-redentivo. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Montefameglio_antitrinitar_Sh.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

lunedì 4 aprile 2011

Dottrina antitrinitaria di Gianni Montefameglio


DOTTRINA ANTITRINITARIA DI GIANNI MONTEFAMEGLIO
Fonte ispiratrice di Angelo Ficara e d’altri moderni Ebioniti

1.  LE QUESTIONI: Il seguente articolo è nato dalle esplicazioni di una lettrice, di cui segue la lettera. Caro Nicola, ti scrivo per darti un’informazione, della quale immagino tu sia già al corrente. Dopo aver letto il tuo articolo «Fantasia mitologica d’un giudaizzante antitrinitario», mi è venuto in mente un altro sito, che propaga in modo subdolo la dottrina antitrinitaria, come «Regno Messianico». Si tratta di «Biblistica», che si propone in una chiave molto intellettuale e accattivante. Ne è stato molto attratto un mio contatto, che sto evangelizzando; essendo egli un intellettuale, faticava ad accettare le mie argomentazioni bibliche, perché la marea d’informazioni, che questo sito gli forniva, gli sembrava molto più accattivante della semplicità del messaggio evangelico. Per grazia di Dio, lo Spirito Santo ha parlato al suo cuore e l’ha convinto dell’eresia, che esiste in questo sito.
            Approfitto di questo messaggio per ringraziarti delle preziose informazioni, che riceviamo quasi ogni giorno, tramite Facebook, da parte tua e che ci aiutano ad applicare il discernimento spirituale. Il Signore continui a benedire il tuo ministero e t’incoraggi! Saluti in Cristo. Fin qui la lettera.
            Le mie risposte si trovano nei seguenti punti: Genesi religiosa; Alcuni esempi (l’ossessione su Yeshùa; l’avversione per «cristiano»); Altri aspetti. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Montefameglio_antitrinitar_MT_AT.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

sabato 2 aprile 2011

Tu sei il miglior metodo di evangelizzazione! Parliamone


TU SEI IL MIGLIOR METODO DI EVANGELIZZAZIONE! PARLIAMONE

Un insetto vola da fiore a fiore, senza danneggiarlo, portando il polline da uno all’altro. Essere strumento d’impollinazione, è un’immagine suggestiva, se applicata al seme dell’Evangelo.
     I fiori impollinati creano, a loro volta, dei semi. Ogni pianta ha la sua strategia per diffondere i suoi semi lontano. Suggestiva è l’immagine del soffione.
     Ogni seme, benché minuscolo, quando produce nuova vita, non rimane inosservato. Un discepolo, che ha in sé la vita eterna, non rimane nascosto, poiché la sua vita si trasforma e trasforma tutto ciò che sta intorno a sé.
     Le api, una volta trovata la fonte d’approvvigionamento, tornano all’alveare e hanno l’impellente bisogno di comunicare a tutte le altre le precise coordinate. Comunicare agli altri dove trovare la fonte della vita, è alla base dell’evangelizzazione spontanea.
     Qui di seguito discutiamo l’articolo «Tu sei il miglior metodo di evangelizzazione». Qui abbiamo visto, tra altre cose, che il metodo migliore di evangelizzazione è il credente stesso, specialmente con la sua spontaneità. Abbiano pure constatato che chi vuol predicare bene agli altri, deve mostrare coerenza nella propria vita. Abbiamo altresì considerato il valore della comunione fraterna, quale fonte di ricarica, per chi vuole annunciare la buona Novella. Infine, abbiamo visto come sia importante la capacità di sviluppare l’empatia per raggiungere i cuori duri. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Tu_metodo_evang_OiG.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

venerdì 1 aprile 2011

Tu sei il miglior metodo di evangelizzazione


TU SEI IL MIGLIOR METODO DI EVANGELIZZAZIONE

1.  IL MODO SPONTANEO: Una certa sorella in Cristo, ancora giovane nella fede, che sta sperimentando nel cammino della fede alcuni combattimenti e alcune prove spirituali, mi ha scritto quanto segue: « Stamattina leggevo che è fondamentale divulgare la Buona Novella ed evangelizzare. In questo periodo non mi sembra che sto dando proprio una buona testimonianza, per via delle emozioni negative, che nutro e che cerco di tenere a bada. Come faccio in tale stato a parlare dell’Evangelo?».
            Le ho risposto all’incirca come segue. Comunica la «Buona Novella», spontaneamente, con tutta te stessa, in parole e in opere. C’è chi usa il «metodo della goccia» minuta, che cade continuamente e che col tempo spacca la roccia. C’è chi usa il «metodo del secchio» e annaffia abbondantemente chi incontra. Poi, ci sono certamente altri metodi. Non so quale sia migliore per te, dipende dal carattere della persona, che evangelizza, oltre a coloro che ricevono il messaggio. Il migliore metodo di evangelizzazione è, comunque, il credente stesso con la sua vita. Deve comunque rimanere una Buona Notizia, visto che vogliamo comunicare ciò, che riteniamo essere la cosa migliore che c’è per la salvezza e il benessere della gente.
     Negli Evangeli leggiamo quanto segue: Andrea «trovò il proprio fratello Simone e gli disse: “Abbiamo trovato il Messia — che, tradotto, è: Cristo”; e lo portò a Gesù. […] Il giorno seguente, Gesù… trovò Filippo, e gli disse: “Seguimi”. […] Filippo trovò Natanaele, e gli disse: “Abbiamo trovato colui, del quale hanno scritto Mosè nella legge e nei profeti: Gesù figlio di Giuseppe, da Nazareth» (Giovanni 1,41.43.45). Questo è un modo spontaneo di parlare di Gesù, alle persone che uno conosce e di cui egli si sa che sono alla ricerca del Signore.
     Seguono i seguenti punti: 2. Predicar bene e razzolar meglio; 3. Il valore della comunione; 4. Cuore duro ed empatia [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Tu_metodo_evang_Mds.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}