lunedì 4 aprile 2016

Consigli per un predicatore apprendista 2: Linee di guida per ben riuscire

CONSIGLI PER UN PREDICATORE APPRENDISTA 2
Linee di guida per ben riuscire
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Nell’articolo precedente mi sono limito a rispondere alle richieste del lettore, facendo alcune osservazioni. In questo articolo indicherò alcune linee di guida, che possono aiutare il predicatore apprendista a riuscire nel suo intento, evitando diversi errori comuni.
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1.  PER COMINCIARE BENE: Ecco alcuni consigli utili, per verificare la propria idoneità a insegnare ad altri e lo stadio, in cui ci si trova. Qui sono contenuti anche alcuni errori comuni da evitare, per non squalificarsi e per essere efficaci. Premettiamo che il predicatore apprendista debba avere una chiara chiamata da parte del Signore e il riconoscimento di tale funzione ministeriale da parte dell’assemblea.
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     Intendi ciò, che leggi?: Questa era la domanda, che Filippo pose al Giudeo etiopico, che stava leggendo Isaia 53 (At 8,30). E l’Etiope gli rispose: «E come potrei, se nessuno mi guida?» (v. 31). Ciò significava che tale uomo non avrebbe mai potuto predicare o insegnare ad altri in una sinagoga. È scritto che Filippo, «cominciando da questo passo della Scrittura, gli annunciò Gesù» (v. 35); egli intendeva le Scritture e poteva insegnarle ovunque.
     È, quindi, importante capire il testo, su cui si predica agli altri, altrimenti invece di parlare sui «bastioni di Gerico», si rischia di disquisire sui «bestioni di Gerico», come mi è già successo di ascoltare una volta.
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     La struttura e l’equilibrio delle parti: Alcuni fanno introduzioni ampie e dettagliate al punto, che alla fine non rimane molto tempo per il cuore del messaggio e ancor meno per conclusioni e applicazioni. Ecco la testimonianza di un lettore: «Una volta venne a trovarci un simpatico pastore, conosciuto in un campeggio estivo. Costui salì sul pulpito e arringò bonariamente l’assemblea per oltre mezz’ora. Quando pensavamo che si trovasse ormai alla fine del sermone, l’ospite annunciò: “Ed ora passiamo al ministero della Parola!”. Come rimanemmo delusi! Fu uno dei culti più lunghi ai quali fui “costretto” ad assistere» (fonte al lemma «Predicatore prolisso»).
     Spesso il sermone assomiglia a un’anitra, che è zoppa in uno dei seguenti aspetti: ▪ 1. l’introduzione è mancante, inadeguata o poco attraente; ▪ 2. il corpo della predicazione è costruito in modo poco logico nello sviluppo o troppo lungo, asciutto e ripetitivo; ▪ 3. la conclusione è mancante o ha poche applicazioni pratiche.
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     Padronanza delle cose dette: Puoi dare agli altri con convinzione solo quello, che hai assimilato e digerito tu. Se tu non comprendi ciò, cha affermi, difficilmente lo potrai trasmettere agli altri. Se le cose, che affermi, non sai spiegarle e farle comprendere alla persona più semplice della tua comunità, probabilmente non ne hai ancora padronanza. Inoltre, chi si veste con le piume altrui, copiando testi altrui e spacciandoli per propri, prima o poi, oltre a essere scoperto, farà una brutta figura, quando qualcuno farà una domanda su tale materia o questione, a cui non si sa rispondere. È tragicomico sentire persone, che si riempiono la bocca di ebraico o greco, di cui non capiscono nulla. Lo stesso vale per chi usa «paroloni teologici», di cui non conoscono l’etimologia.
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     Alcuni usi impropri del pulpito: Alcuni predicatori diventano facilmente dei «predica-attori», scambiando il pulpito per il palco di un teatro: ogni volta è una commedia o una tragedia. Le predicazioni non devono servire per intrattenere, ma per edificare.
     Alcuni usano il pulpito anche come una specie di «psicoterapia», ossia per sfogarsi e per tirare fuori tutto ciò, che hanno accumulato nel periodo precedente; chi usa un tale ministero come uno «sfogatoio», risulterà sgradito ai credenti e presto si squalificherà.
     Il pulpito non deve servire per correggere gli eventuali errori del precedente sermone di un altro. In tal modo si crea cattivo sangue, si dà via a una «faida da pulpito», si polarizza la chiesa e si rovina la testimonianza.
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2.  PUNTI DA PONDERARE PER EVITARE ERRORI (contiene le seguenti parti): ● Uso pretestuoso della Scrittura; ● Prima spiegare, poi applicare; ● L’importanza dei generi letterari; ● Poni al testo le domande giuste; Capire il testo senza snaturarlo. [→ Sul sito]
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L’ARTICOLO COMPLETO SI TROVA SUL SITO
     [→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Predic2_Mds.htm] Dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
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