giovedì 14 luglio 2016

Gli «amenologi»



GLI «AMENOLOGI»
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Mi sorprendono lunghe liste di «amen!» in tutte le grafie possibili, messi in calce a una massima, a un’immagine con testo o a uno scritto in Internet. Eppure, vedo che le asserzioni fatte da qualche autore, sono equivoche, contengono solo mezze verità e non corrispondono in tutto e per tutto agli insegnamenti biblici. Eppure, ci sono persone, che segnalano il loro assenso e scrivono «amen!».
     Constato con meraviglia che, anche dopo aver scritto una nota critica tra i commenti, per aprire gli occhi al mio prossimo sull’asserzione equivoca di qualche autore, gli «amenologi» continuano indisturbati, senza neppure accorgersi di tale nota, aumentando la lunga lista degli «ameeen!» o simili. È proprio singolare la specie degli «amenologi»: preferiscono agire d’impulso, mettendo a folle la loro ragione, e pensano che sia buono aggiungere il loro ai tanti «amen!», ritenendo che se molti lo fanno, non dev’essere tanto male tale testo di riferimento. Tuttavia, si ha l’impressione che, a seconda dei casi, non abbiano letto per nulla tale citazione o scritto, almeno non l’abbiano letto criticamente o non abbiano capito veramente tale contenuto. C’è chi mi ha confessato, che mette il suo assenso o il suo «ammeenn!» allo scritto di qualcuno, solo per la fiducia verso di lui, senza aver letto l’intero scritto! In calce a un testo equivoco puoi scriverci dieci note critiche, puoi star certo che più del 90% non le leggerà. È più facile aggiungere un «ammen!» o un «amennn!», che mettere in moto la materia grigia e usare il discernimento.
     Personalmente preferisco che i lettori dei miei articoli si esprimano a parole loro, sia nelle cose in cui concordano, sia quando dissentono, argomentando con serietà e rispetto, che scrivano una delle tante variazioni di «amen!» o «alleluia!».
     Suggerirei che si limitasse l’uso degli «amen!» e simili (alleluia, gloria a Dio, ecc.) alle preghiere, alle invocazioni, alla dichiarazione di fede, all’adorazione e al culto (Rm 1,25; 9,5; 11,36; 15,33; 16,27; 1 Cor 14,16; 2 Cor 1,20; Ap 1,6.7; 5,14; 7,12; 19,4; 22,20). Per il resto sia il nostro «sì» sì, e il nostro «no», no (2 Cor 1,17ss; Gal 5,12).

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