domenica 8 settembre 2013

Calunniatori vocazionali a rischio



CALUNNIATORI VOCAZIONALI A RISCHIO

C’è una sorta di calunniatori, che pretende di poter esplicare tale sua «vocazione» addirittura per onorare il Signore! Tali pubblici denunziatori sentono una chiamata dall’alto! Affermano di voler ristabilire la verità (la loro!) nel popolo di Dio. Intanto, per dei punti di vista discordanti dai loro, gettano fango a destra e a manca sul loro prossimo, indifferenti per i danni che producono non solo per la reputazione altrui, ma anche per la testimonianza dell’Evangelo e nel regno di Dio. E facendo ciò, si sentono dei «giusti», sì dei «giustizieri». Ora, che afferma la Parola di Dio riguardo a un tale sedicente mandato?
     Gesù ha insegnato a guadare ai frutti, essendo essi decisivi nel riconoscere l’albero (Mt 7,16.20). Non basta l’apparenza di pecora, se dentro di è lupi rapaci (v. 15). Un albero buono non produce frutti cattivi, e viceversa (vv. 17s).
     Non si può pretendere di fare cose ingiuste per onorare Dio. «Si colgono forse delle uve dalle spine, o dei fichi dai triboli?» (v. 16), chiedeva Gesù. E Giacomo, riprendendo tali parole, portò questa riflessione: «La lingua, nessun uomo la può domare; è un male senza posa, è piena di mortifero veleno. Con essa benediciamo il Signore e Padre; e con essa malediciamo gli uomini, che sono fatti a somiglianza di Dio. Dalla medesima bocca procede benedizione e maledizione. Fratelli miei, non dev’essere così. La fonte getta essa dalla medesima apertura il dolce e l’amaro? Può, fratelli miei, un fico fare ulive, o una vite fichi? Neppure può una fonte salata dare acqua dolce» (Gcm 3,8-12).
     Perciò, il calunniatore (gr. diábolos) è spregevole agli occhi di Dio, anche quando pretende di fare ciò, per onorare il Signore! Chi si arroga il diritto di gettare fango sugli altri, non è una persona retta, ma malvagia; e come tale è contaminata nella sua mente, di cui la lingua è solo la periferica evidente! (cfr. Gcm 3,6).
     Chi calunnia il suo prossimo, abusando addirittura del nome di Dio, è paragonabile a un falso profeta (cfr. Gr 14,14). I calunniatori per vocazione, se non si ravvedono, corrono un grave rischio, vivendo essi su una polveriera, che prima o poi li distruggerà.
     Che triste, un giorno, quando compariranno dinanzi al Signore, con la pretesa di essere da Lui onorati, per l’opera di diffamazione condotta sedicentemente nel nome di Gesù (Mt 7,22), si sentiranno dire da Lui: «Io non vi conobbi mai; allontanatevi da me, voi tutti operatori d’iniquità» (v. 23).

Qui ci sono solo alcuni brani dello scritto, il resto segue sul sito
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