lunedì 21 marzo 2016

La decima e il sostegno alla chiesa



LA DECIMA E IL SOSTEGNO ALLA CHIESA
di Gianni Siena
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1.  LE MIE PRIME ESPERIENZE PERSONALI: Scrivo su un argomento impegnativo, ma reso «spinoso» dalla tesi dei «decimalisti», come dare tempo e denaro per l’opera del Signore, ovvero, alla chiesa.
     Mi convertii nel 1975 e, senza che fosse una «novità», ascoltai e lessi la tesi di più di uno, che sosteneva la «norma biblica» di dare la decima e offerte obbligatorie all’opera di Dio ( = alla chiesa).
     Ero curioso di sapere, se questa fosse la volontà di Dio per me e per gli altri credenti. Io non avevo mai considerato tale idea: leggo la Bibbia dall’età di 7 o 8 anni e non mi sono mai accorto di questa pratica nel NT.
     I primi cristiani mettevano tutto in comune per far fronte alla necessità di sostenere le migliaia di neoconvertiti bisognosi (At 2,44; 4,33). Offrirono generosamente per soccorrere i credenti giudei durante la carestia al tempo di Claudio (At 11,27-30). Sostennero generosamente i missionari cristiani con le loro offerte volontarie, e a fare questo furono le chiese più povere (Fil 4,10-20). Ma la dottrina della decima, come «minimo» dovuto alla chiesa, la stavo ascoltando per la prima volta nella mia vita.
     Infatti con questa minima disponibilità la comunità locale potrebbe fare molto; l’economia è un tema molto gettonato anche nella chiesa: il denaro è una buona risposta per tutte le necessità materiali! (Ec 10,19).
     Negli anni ‘70-’80 del secolo scorso, numerosi credenti evangelici, pentecostali e soprattutto carismatici, scoprirono la gioia di offrire i loro beni materiali, fra cui il denaro: v’erano delle edificanti testimonianze.
     In quegli anni, però, prese piede anche la «dottrina della prosperità», che prometteva ricchezza da parte di Dio a chiunque avesse «pagato» decime e offerte obbligatorie al Signore ( = alla conduzione della chiesa).
     Chi sosteneva (e sostiene ancora) questa dottrina, sovente, aveva (e ha) certamente un personale tornaconto nella raccolta delle decime e delle offerte obbligatorie: in certi luoghi si trattava di somme ingenti di denaro.
     Ho incontrato nella mia vita di credente diverse persone che, liberamente e con gioia, praticano ancora la decima e tutte sono spiritualmente soddisfatte di dare così. Tuttavia, in altri ambienti, fra gli «amministratori», sono avvenuti scandali; in talune chiese, qualcuno s’è impossessato del denaro, spendendolo futilmente, ed è intervenuta la legge, arrestando e processando chi aveva sbagliato. Molti anni fa, in una chiesa sparì completamente il denaro dalla cassa e vi fu una divisione molto dolorosa.
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2.  UN PANORAMA VARIEGATO: [→ Sul sito]
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3.  CHE COSA AFFERMA IL NT?: È giusto, sotto il profilo biblico del NT, «obbligare» il credente a versare la decima? No. Secondo le conclusioni del Concilio di Gerusalemme risulta: «Nessun altro peso» (At 15,28).
     Nella chiesa primitiva un alto numero di pagani si convertì al Signore. Alcuni, che in precedenza avevano aderito al giudaismo attraverso il proselitismo dei farisei (Mt 23,15), affermarono la necessità di farli circoncidere ai fini della salvezza. (At 15,1). Paolo e Barnaba non condividevano questa concezione e s’appellarono alla conduzione di Gerusalemme.
     Gli apostoli e gli anziani confermarono quanto sostenevano Paolo e Barnaba; essi imposero ai nuovi convertiti di osservare solo alcuni comportamenti, dai quali i credenti ebrei avrebbero tratto un segnale importante: i gentili s’erano ravveduti realmente dall’idolatria dei loro padri.
     I responsabili di Gerusalemme scrissero ai neocredenti concludendo così: «Infatti è parso bene allo Spirito Santo e a noi di non imporvi altro peso» (At 15,28). Che cosa significava? Non fu imposto loro nessuna norma biblica della Legge di Mosè concernente riti, costumi e usi prettamente giudaici e «normativi» per Israele. [...]
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4.  UN OBBLIGO: Abrahamo non fece un gesto di generosità verso Melchisedech, ma un atto imposto dalla consuetudine. Nel dare la decima, egli agì anche in nome dei suoi alleati, che avevano diritto a una parte di bottino (Gn 14,24). Oggigiorno, in campo cristiano qualcuno afferma, invece, che si sarebbe trattato del gesto di un uomo pio, che generosamente donò al sacerdote di El Elion la decima parte del bottino; e invece «no»!
     La «decima» sul bottino di guerra esisteva anche presso Greci e Romani ed è ben attestata, anche se per periodi più recenti; spettava al condottiero fare questa operazione (Enciclopedia Treccani). [...]
     Se si vuole calcolare la decima sul salario lordo, va anche osservato che, ripeto, sotto la grazia Abrahamo non pagò la decima sui suoi averi; lo stesso fecero Isacco e Giacobbe: questo è evidente nella Scrittura. Abrahamo era molto ricco, in mandrie e greggi, argento e oro (Gn 13,2), ma non versò un centesimo di tutto questo a Melchisedech. Pur ricchi, lo stesso fecero i suoi discendenti. [...]
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5.  CONCLUSIONE: [→ Sul sito]
6.  BUONO A SAPERSI...: [→ Sul sito]
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Excursus: Come sostenere l’Opera [→ Sul sito]
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L’ARTICOLO COMPLETO SI TROVA SUL SITO
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A2-Decima_sostegno_Avv.htm] SOLO DOPO AVER LETTO L’INTERO SCRITTO SUL SITO, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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