giovedì 17 maggio 2012

Salmo 137,9 e gli avversari della Bibbia


 SALMO 137,9 E GLI AVVERSARI DELLA BIBBIA

Una lettrice mi hanno posto la seguente questione: Caro Nicola, un conoscente non-credente mi ha citato Salmo 137,9 [N.d.R.: «Beato chi piglierà i tuoi bambini e li sbatterà contro la roccia!»]. Egli, prendendomi in giro, ha dichiarato: «Chissà mai quale spiegazione può avere tale verso». La verità è che non so dargli una spiegazione. Puoi venirmi in aiuto? Ti ringrazio molto. {L. V. G.; 11-05-2012}

Ad aspetti rilevanti di tale questione rispondo come segue:

1. I moderni tentatori
     Gli atei, gli agnostici, i senza Dio e gli avversari della rivelazione biblica d’ogni provenienza sono abili a isolare versi dalla sacra Scrittura e a metterli come pietre d’inciampo sulla via dei credenti, nell’intento di screditare la Bibbia ai loro occhi, di seminare il dubbio circa la sua attendibilità e di far cadere gli sprovveduti nell’incredulità. Essi assomigliano al serpente nel giardino dell’Eden, che astuto, sornione e con recitato interesse pose domande apparentemente intelligenti a Eva, promettendole emancipazione e illuminazione. Allora come oggi, le insinuazioni sono le medesime: «Dio vi avrebbe detto proprio così? Come può chiedervi cose del genere? Non è come dice Lui, ma Egli sa che… Egli vi nasconde che… Perché continuare a credere in Dio, se tu stesso puoi essere Dio della tua vita?», e così via.

2. Il contesto regna
     Per capire il verso finale del Salmo 137, bisogna leggere l’intero salmo e tener presente l’allora contingenza storica. Ricordo che da questo salmo è stata tratta la famosa aria «Va’ pensiero» del Nabucco di Giuseppe Verdi.
     Gerusalemme era stata distrutta dai Babilonesi, migliaia di persone erano state uccise in modo barbaro, specialmente i dignitari (scorticati vivi e impalati vivi), le donne erano state stuprate, i neonati erano stati sbattuti contro le rocce. Altri (donne, uomini, ragazzi, giovani) furono deportati seminudi, a piedi per molte centinaia di chilometri, con indicibili stenti, per essere usati come schiavi a Babilonia; tanti di loro perirono per strada di stenti e per la fame e la sete. Gli anziani, se non uccisi prima della partenza, furono abbandonati a loro stessi, essendo un peso per la marcia. I neonati erano considerati parimenti un impedimento e furono soppressi in loco, prima di partire, per evitare di perdere per strada anche le mamme, che allattavano, e quindi delle schiave. Il libro delle Lamentazioni di Geremia descrive lo strazio di quei giorni durante e dopo l’assedio e tutte le atrocità che il popolo di Giuda subì. Dopo la lunga deportazione, i Babilonesi aguzzini arrivati finalmente con i superstiti nel luogo dell’esilio, pretendevano dai Giudei sopravvissuti agli strapazzi e all’angoscia di essere allietati con delle canzoni allegre. Ci si può immaginare i sentimenti, che c’erano nel loro animo e che essi non poterono esprimere per paura di rappresaglie.
     Seguono inoltre i seguenti punti: 3. Capire il tenore del testo; 4. Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Sal137_avvers_R34.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
 

1 commento:

  1. I contributi dei lettori e le mie eventuali risposte si trovano qui: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/T1-Sal137_avvers_MT_AT.htm

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