venerdì 12 febbraio 2016

Un nuovo patto stipulato nell’AT? 2: Osea e il nuovo «matrimonio»



UN NUOVO PATTO STIPULATO NELL’AT? 2: OSEA E IL NUOVO «MATRIMONIO»

Questo confronto con Fernando De Angelis si estende per sei parti. Qui di seguito riportiamo la seconda parte.

1.  LE TESI (Fernando De Angelis): In Romani 9,25, Paolo cita Osea (un profeta che viene prima di Isaia), dove è scritto che Dio chiamerà suo popolo quello, che non lo era. Tu certamente non ci caschi, ma quasi tutti pensano che Osea si stia riferendo ai Gentili. Paolo però scrive «a persone che hanno conoscenza della legge» (7,1) e le sue perciò sono «evocazioni», più che «citazioni», come quando fra noi evangelici parliamo di «nuova nascita», richiamando alla memoria tutto il contesto di Giovanni 3. Il «non popolo di Dio», di cui parla Osea, è Israele, che però poi ridiventa «popolo di Dio» (Osea 1,8-10).
     Israele è visto da Osea come una moglie infedele, che se n’è andata a vivere con un suo amante. Dio reagisce ripudiandola; ma poi non sopporta l’abbandono e allora progetta di distruggere i doni, che le ha fatto l’amante. Poi afferma: «La condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore […] tu mi chiamerai “Marito mio” […] ti fidanzerò a me per l’eternità» (Osea 2,8-23).
     Osea profetizzò nel regno di Samaria, poco prima della sua distruzione ad opera degli Assiri, che comporterà la fine del precedente rapporto fra Dio con il suo popolo. Dio, poi, non si limiterà a «riprendere in casa» la sua sposa adultera, ma ricomincerà una relazione nuova a partire dal corteggiamento, da un nuovo fidanzamento e da una rinnovata sintonia coniugale.

2.  OSSERVAZIONI E OBIEZIONI (Nicola Martella): Osea agì nel «regno del nord» (Israele o Efraim), parallelamente ad Amos, nell’8° secolo a.C.

2.1.  EFRAIM QUALE (NON) POPOLO MIO: [→ Sul sito]

2.2.  IL RIMATRIMONIO DI DIO CON EFRAIM: Si noti che questo proclamatore non parlò a tutto l’antico Israele, ma solo a Efraim, il regno del nord. In Osea 2 troviamo dapprima il ripudio di un marito verso una moglie adultera, ossia l’annullamento del patto da parte di Dio verso l’idolatra e abominevole Israele (o Efraim; vv. 1s). Poi, vengono descritte le sanzioni (vv. 3s.6.9-13), dichiarate le motivazioni (v. 5), espresso l’intento di ritornare al primo marito (v. 7) e l’ingratitudine della moglie fedifraga (v. 8). Poi, Dio parlò di un tempo simile all’esodo, in cui attrarrà Israele (o Efraim) nel deserto, per portare tale moglie infedele alla ragione e per poi restituirle quanto Egli le tolse (vv. 14s). Ella riconoscerà in Lui il suo legittimo marito, ossia il Dio del patto; ed Egli la fidanzerà in perpetuo con sé su una base di legittimità e clemenza (vv. 19s). Sarà un tempo di pacificazione con la natura e sul piano politico, che darà loro sicurezza (v. 18). Sarà un tempo di grande abbondanza e benedizione (vv. 21s). Israele stesso sarà seminato come un seme nella Terra promessa e sarà oggetto della compassione divina (ruchāmāh); all’interno del ristabilimento del patto, il «non popolo mio» (lo’-`ammî) sarà chiamato «popolo mio!» (`ammî); ed Efraim gli risponderà: «Mio Dio!» (ëlohāj lett. «mio tremendo [= autorità]; v. 23).
     Bisogna ammettere con sincerità che una tale epoca non c’è mai stata al tempo dell’AT. [→ Continua sul sito]
     Tale epoca non avvenne neppure al tempo del NT, poiché i Giudei avevano rifiutato il Messia-Re e il regno.
     Tale epoca verrà inaugurata dal Signore Gesù all’inizio del suo regno millenniale. Paolo parlò dei credenti del nuovo patto come una casta vergine, che egli aveva fidanzato a un unico sposo, Cristo (2 Cor 11,2). Non a caso l’atto che lo precederà l’inizio del regno escatologico verrà chiamato «nozze dell’Agnello» (Ap 19,6ss); i santi (credenti dell’AT e del NT) sono chiamati la «sua sposa» (vv. 7s) e, in seguito, «la sposa, la moglie dell’Agnello» (Ap 21,9; cfr. v. 2; 22,17). Fino a quel tempo, le dodici tribù possono solo sperano di vedere il compimento della promessa fatta da Dio ai padri d’Israele (At 26,7), visto che fin lì non era ancora avvenuto. Infatti, al tempo di Giacomo, le dodici tribù erano ancora nella dispersione (Gcm 1,1; cfr. 1 Pt 1,1).

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