sabato 7 novembre 2009

Uso e abuso della disciplina ecclesiale 08-11-09

USO E ABUSO DELLA DISCIPLINA ECCLESIALE

Un lettore ci ha presentato le seguenti questioni: Sul mio computer ho un file specifico, su cui ho riportato numerosi tuoi articoli che ritengo interessanti per me, quali ad esempio la danza, le decime, Israele e per ultimo la disciplina; ed è proprio su quest’ultimo argomento che ti scrivo questa e-mail.
     Ricordo che in un tuo articolo, che non ho «salvato», se non ho capito male, avevi scritto che quando nella Bibbia un’asserzione non è chiara, è meglio non dargli valore; tale concetto lo hai messo più volte in pratica nell’articolo «La danza è l’obiettivo santo di Dio?» con espressioni del tipo: «Ma dov’è il brano chiaro che dimostra ciò?»; oppure: «Dov’è un chiaro comandamento»; e anche: «…dove è scritto in modo chiaro». Mi fermo qui.
     Nel tuo articolo «I provvedimenti di fuori comunione» [http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Fuori_comunione_UnV.htm] scrivi «che concetti come “fuori comunione”, “scomunica”, “mettere sotto disciplina” e altri simili non compaiono mai nella Bibbia», quindi non ci potrà essere un «brano chiaro» che parli di scomunica, oppure «un chiaro comandamento» di mettere fuori comunione qualcuno, eccetera! Insomma tutte le citazioni a sostegno della «disciplina», un sostantivo che pochissimi comprendono, mi sono sempre apparse come forzature del testo. Perché, mi domandavo, tutti questi espedienti per dimostrare che la scomunica è scritturale?
     La risposta l’ho avuta nel partecipare al convegno anziani del 1996 e si può riassumere in una sola parola: «potere». Faccio presente che il fratello Pasquale Di Nunzio — che era stato scelto dagli organizzatori per trattare il tema: «La necessità d’un risveglio spirituale nelle assemblee. Ostacoli e caratteristiche» — nella sua esposizione ha elencato i «motivi di disciplina». E uno dei punti è stato il seguente: «Coloro che non hanno una vita ordinata secondo i principi della Parola e coloro che rifiutano di sottomettersi agli anziani devono essere disciplinati (2 Ts 3,14; 1 Ts 5,14, Ebrei 13,17)». Leggo dalla Nuova Riveduta: «Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano per la vostra vita come chi deve renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe d’alcuna utilità» (Ebrei 13,17). Dove sta scritto qui il chiaro comandamento di scomunica? Ecco un esempio di forzatura del testo e soprattutto di potere: dovete fare come diciamo noi, altrimenti fuori! In questo modo si spiega perché la scomunica regnerà in «eterno» nelle nostre Assemblee, a meno che qualcuno cominci a pensarci un pochino.
     Ti sarei grato se m’indicassi quello studio in cui hai affermato che le indicazioni non chiare non sono da prendere alla lettera, o qualcosa di simile. Ricordo che ho apprezzato moltissimo tale osservazione, non l’ho copiata subito e poi non ho più trovato lo scritto. Grazie! Fraterni saluti nell’amore di Cristo Gesù… [Continua la lettura: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Ab-uso_disciplina_eccles_UnV.htm] Dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
 
Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:

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