giovedì 17 febbraio 2011

Approccio eterodosso alla Scrittura


APPROCCIO ETERODOSSO ALLA SCRITTURA

Il seguente scritto di Giuseppe Vitale è una risposta all’articolo «Daniele 4,24 e la discrepanza nelle traduzioni», originato da una questione da lui sollevata. Le tesi dell’autore sono interessanti. Le proponiamo alla lettura, al vaglio dei lettori e alla discussione, sperando che il confronto in merito possa illuminare e arricchire tutti.
     L’autore considera soltanto gli approcci dei Geovisti e del Romanesimo. Ci sarebbe da aggiungere gli approcci di coloro che proiettano nella Scrittura la loro mitologia gnostica, come W.M. Branham e i suoi seguaci ed Eliseo Bonanno. Ad essi si aggiungono gli speculatori, che usano lo spiritualismo allegorico per reinterpretare la Scrittura, e coloro che farciscono la Bibbia e la storpiano mediante le loro sedicenti rivelazioni trascendentali. [Logos e rhema; Profeti e visionari]
     Ecco i punti più significativi dell’articolo: Approccio degli eterodossi alla Scrittura; Due esempi significativi (testimoni di Geova; cattolicesimo). [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A2-Approc_eterodos_BB_OiG.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

~~> Discuti questo tema qui o su «Punto°A°Croce»: http://www.facebook.com/notes/puntoacroce/approccio-eterodosso-alla-scrittura/10150136310572990

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