lunedì 8 settembre 2014

Uso e abuso dei social network



USO E ABUSO DEI SOCIAL NETWORK

1. LE QUESTIONI: Nicola, carissimo nel Signore, ti scrivo perché ho bisogno di un tuo parere riguardo a un cristiano rigenerato, che scrive su Facebook. Mi spiego meglio, ho motivo di pensare che nella comunità, che frequento, quasi tutti gli anziani non vedono di buon occhio chi, come me (o se posso dire, anche come te, e come del resto tutti noi), scrive su Facebook.
     Ora come avrai capito, desidererei avere una tua risposta al riguardo, per saper rispondere meglio a mia difesa. Infatti, io non sono d’accordo con tale opinione, perché per me è fare la stessa cosa (o quasi), che faccio in strada, cioè un modo come un altro per testimoniare di Cristo e della salvezza. Siccome il Signore ti arricchisce sempre di verità, mi faresti cosa gradita, se mi dai dei consigli; anche perché penso che dietro a questi divieti o contrarietà si celi o si voglia nascondere le beghe o le situazioni che, dopo tutto, ci sono in tutte le chiese. Soltanto che poi vanno valutate. Ma ritornando alla mia richiesta, tu come ti difenderesti, sapendo che scrivi nei social network, se ti dicessero: «Noi siamo contrari a Facebook»? Grazie, in ogni caso per la tua consulenza. Il Signore continui la sua opera in noi! {S.B.; 22-08-2014}



2. LE RISPOSTE: Gli apostoli hanno allora usato le possibilità, che avevano, per diffondere l’Evangelo e per istruire il prossimo. Chi di noi va nelle sinagoghe a predicare ai Giudei per primi la Buona Novella? Per parallelo, dovremmo noi entrare nelle chiese cattoliche, per fare la stessa cosa? Gli apostoli scrivevano molte epistole a chiese e singoli credenti; molte di esse si sono perse. Tale impresa era complicata, costosa per i materiali usati e per il tempo usato. Se avessero avuto Internet, social network ed e-mail, non avrebbero usati questi mezzi, per comunicare in modo più veloce e diretto?
     Come in tutte le cose lecite, bisogna chiedersi quali siano i paletti biblici; eccone, ad esempio, alcuni. [… segue sul sito]

3. DOMANDE DI LAVORO (Le seguenti domande di studio servono per stimolare chi vuole approfondire l’argomento e per orientare la discussione):
     ■ È biblicamente lecito ciò, che scrivi nei social network?
     ■ È veramente utile ciò, che scrivi nei social network?
     Edifica veramente gli altri ciò, che scrivi nei social network?
     ■ L’uso dei social network da parte tua ti sta portando a una specie di dipendenza? Un segno è costituito dalla dipendenza dal gioco o ludopatia.
     ■ Passare del tempo sui social network è veramente un servizio per il Signore e un aiuto per gli altri? Quali sono, ad esempio alcuni casi positivi, che puoi mostrare?
     ■ I «deboli nella fede» (Rm 14,1), che considerano alcune cose impure (v. 14) e come peccato (v. 23), ci sono sempre stati. Così è stato nel passato con alcuni mass-media ed è attualmente per alcuni Internet e i social network. Come dovremmo comportarci verso di loro, secondo Romani 14 e le analogie contenuti lì? Dovremmo sempre accontentare i «deboli nella fede» e adeguarci a loro? Dovremmo farlo anche quando, siamo convinti della legittimità di uno strumento (cfr. Rm 14,5s) e lo usiamo un mezzo per diffondere la Parola di Dio?

[CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-SN_ab-uso_Mds.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso.

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