lunedì 5 ottobre 2015

Coscienza e colpa imputata



COSCIENZA E COLPA IMPUTATA

Ho letto in rete lo scritto di un giovane cristiano, che probabilmente sta attraversando una fase particolare della sua vita. Essendo le sue argomentazioni singolari e interessanti, gli ho scritto e chiesto se voleva un mio commento, e così è stato. Da quanto ho capito dallo scritto e da altre cose lette sulla sua bacheca, deve aver avuto un diverbio con qualcuno, presumibilmente con un altro giovane della sua comunità; qui cerca di elaborare l’intera vicenda, ma a modo suo, quasi per chiarirsi con se stesso e per mandare un messaggio cifrato al suo contraente e alle altre persone coinvolte. Tale «mistero» e il modo singolare di argomentare, elaborando i fatti accaduti, provocano a seguire le varie tracce lasciate, ad analizzare gli indizi dal punto di vista biblico e a svelare l’arcano. Preferisco lasciare anonimo tale giovane, dandogli uno pseudonimo.

1.  LE ASSERZIONI (Remo Istrio, ps.): «Dove non c’è legge, non c’è peccato». Di conseguenza, dove non c’è rimprovero, non c’è errore né sbaglio alcuno. Quindi, se io sono consapevole e convinto di non aver commesso errore, non si può pretendere da me una confessione, ossia senza che io lo riconosca, o che io trovi in me un errore, che non vedo.
     La relatività delle cose impone questo. A questo punto, se ci si è sentiti offesi da una verità, è la verità stessa che giudica, non colui che l’ha pronunciata, essendo la verità unica e immutabile; essa era prima dell’uomo. Non essendo stata recata offesa, ma è stata pronunciata una verità che, seppur non compresa, è tale; e uno si sente offeso o «toccato», allora è egli stesso che si colpevolizza.
     Uno non si sente scemo, se non reputa se stesso tale; e la pronuncia di questo dato di fatto o meno si concretizza, solo quando il ricevente decide d’interpretarla a suo modo, in ambi i casi. Quindi, colui che invia, non è altro che un ammonitore, non un giudice; il ricevente è libero d’interpretare il messaggio come un giudizio oppure come un ammonimento. Per tanto chi si offende in seguito a una dichiarazione più o meno veritiera, non è vittima del mittente, ma di se stesso. O nel caso della Parola di Dio, essa stessa lo giudica.
     Per cui io ho il dovere di denunciare la menzogna, ma essendo la Verità proclamatrice di verità ed essa stessa afferma: non mentire. Tu se menti, sei colpevole! Non perché lo dico io, ma perché riconosci di averlo fatto, riconosci che Dio è verità e non c’è menzogna in Lui.
     Un errata interpretazione non diventa offesa, resta ammonimento; ora un semplice ammonimento male inteso diventa un’offesa per il ricevente, sebbene non sia inviata dal mittente; in pratica essa è inviata da se stessi a se stessi, perché ci si reputa tali. {26-09-2015; formattazione redazionale}

2.  OSSERVAZIONI E OBIEZIONI (Nicola Martella)

     Legge e peccato: La frase iniziale proviene da Paolo, che letteralmente scrisse: «Dove non c’è legge, non c’è neppure trasgressione» (Rm 4,15). Egli parlava della legge mosaica e del fatto che essa nel nuovo patto è stata abolita. Alla legge mosaica viene contrapposta la «giustizia, che viene dalla fede» (v. 13). Perciò, «l’eredità procede dalla fede, affinché sia secondo la grazia», ed è questo solo che rende sicura la promessa (v. 16).
     Perciò, è sbagliato trarre da ciò un alibi per le proprie azioni. E questo perché è il frutto che mostra l’albero (Mt 7,16-20; 12,33), con tutte le conseguenze dell’albero infruttuoso (Mt 3,10; 7,19). È vero che nel nuovo patto si è senza legge mosaica, ma si è sotto la «legge di Cristo» (1 Cor 9,21; Gal 6,2), detta anche la «legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù» (Rm 8,2). Se così non fosse, come giudicherebbe il Signore gli uomini? (At 10,42; Rm 2,16; 2 Tm 4,1; 1 Pt 4,5). E perché ci sarebbe un «tribunale di Cristo» per i credenti, per stabilire i loro premi di fedeltà? (2 Cor 5,10; 2 Tm 4,8; Gcm 1,12; 1 Pt 5,4).

SUL SITO LEGGI ANCORA I SEGUENTI PUNTI:
     Rimprovero ed errore
     Convinzione e realtà
     Verità oggettiva e soggettiva
     Apprezzamenti negativi
     Spaccare il capello
     Piazza pubblica

[CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Cosci_colp_UnV.htm] SOLO DOPO AVER LETTO L’INTERO SCRITTO SUL SITO, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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