lunedì 12 ottobre 2015

Credere nella fede o in Dio?



CREDERE NELLA FEDE O IN DIO?

1. ENTRIAMO IN TEMA: Allimmagine originale de «La Bibbia ogni giorno», ho fatto alcune mie correzioni. La ripetizione di luoghi comuni, come «ciò che la fede può fare», crea un falso consenso, a cui poi alcuni non badano più. Per questo si fa bene a riportare alla mente la verità biblica.

2. DOBBIAMO CELEBRARE LA FEDE?: Ecco un altro esempio. Egidio Annunziata scrive tra altre cose condivisibili: «In queste circostanze dobbiamo celebrare la FEDE e dobbiamo compiere azioni valorose» (qui; 29-08-2015). Gli ho risposto così: Tu scrivi che «dobbiamo celebrare la FEDE». No, noi non crediamo nella fede, ma in Dio; altrimenti creiamo un «altro evangelo». Perciò dobbiamo celebrare non la fede, ma il Signore!
     Sapete che cosa mi ha risposto? «La Fede è Cristo» (31-08-2015). No, la «fede» è la «fiducia» in Cristo, non Cristo stesso. Come può l’espressione del cuore verso qualcuno essere tale qualcuno? Non tornano i conti già per motivi di semplice logica.
     Egli mi ha risposto ancora così: «In Ebrei 12,2 è scritto: “Fissando lo sguardo su Gesù, Colui che crea la fede e la rende perfetta”. Caro fratello, come sai, non mi piacciono le dispute, ma i miei messaggi sono volti a far conoscere e credere in Gesù Cristo, l’autore della nostra Fede» (31-08-2015). Ecco la mia ennesima risposta: Dici bene: Gesù è «l’autore della nostra fede». Come può egli essere la «fede» (= fiducia) stessa? Non ti dice allora la logica, sia umana sia biblica, che «dobbiamo celebrare Cristo» e non la nostra fiducia in Lui? Se i nostri messaggi sono «volti a far conoscere e credere in Gesù Cristo», allora faremmo bene a cominciare a tagliare rettamente la Parola della Verità, affinché siamo approvati da Dio e non siamo degli operai confusi (2 Tm 2,15). Col nostro linguaggio salvaguarderemo gli altri, se è secondo verità, oppure condizioneremo negativamente gli altri, se esponiamo «quasiologie», ossia approssimazioni dottrinali. Ripetendo cose approssimative, esse diventano consenso per noi e altri, e alla fine crediamo che la Scrittura dica proprio così. Quindi, è una grande responsabilità rappresentare la dottrina con veracità, con lealtà e con scrupolo.
     Ammetto che mi ha molto sorpreso, quando ha affermato come risposta: «Infatti affermavo questo! Magari non ti è stato chiaro» (31-08-2015). Perplesso mi sono domandato: Come si fa a dire che capri e cavoli siano la stessa cosa? Come si fa a suggerire che io abbia preso fischi per fiaschi?

3. ALCUNE CONSIDERAZIONI: [sul sito]
     SUL SITO SEGUONO I CONTRIBUTI DEI LETTORI E LE MIE EVENTUALI OSSERVAZIONI

[CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Cred_fede_EdF.htm] SOLO DOPO AVER LETTO L’INTERO SCRITTO SUL SITO, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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