martedì 31 dicembre 2013

La convenzione del Capodanno



LA CONVENZIONE DEL CAPODANNO

1. Le questioni intorno al Capodanno
     Per alcuni sarà un «capo d’anno», per altri solo un «capo del danno». Il Capodanno occidentale non coincide con nessun evento astronomico, storico o altro, tanto meno biblico. È una data, che si regge sulla convenzione, che è stata assunta dallo Stato per disciplinare il ciclo fiscale. Col nuovo ciclo scattano anche nuove tariffe. È una soglia psicologica all’interno di una cultura.
     Certo l’anno occidentale sta prendendo sempre più piede nel mondo, ma, ma non esiste il «capodanno», ma i «capodanni». Ogni cultura ha il suo. Basta dare uno sguardo alla sezione «Capodanni di altre culture» all’interno dell’articolo «Capodanno» su Wikipedia, per rendersene conto. Inoltre, essendo il mondo tondo, ha varie fasce orarie. E quando a Sidney già festeggiano l’anno nuovo, da noi stanno appena a pranzare.
     No, non voglio fare un’apologetica pro e contro il Capodanno. Con la propria cultura e le sue convenzioni bisogna farci i conti. Mi meravigliano un po’ coloro, che fanno una severa e accesa crociata contro il Natale, ma poi accettano questa convenzione senza battere ciglio, come se nel consiglio di Dio ci fosse il calendario occidentale! E come se nella Bibbia fosse comandato il capodanno, ossia quello nostrano! Ricordo a chi non lo sa, che in Israele il capodanno civile comincia nella luna di settembre (Tišri); quello religioso nella luna di marzo (Nisan). Ma nel nuovo patto non siamo legati a nessuno degli šabbat ebraici; durante il Concilio di Gerusalemme (At 15) i credenti delle nazioni furono esonerati da tutta la legge ebraica.
     Ammetto di appartenere alla fazione di chi «stima tutti i giorni uguali» (Rm 14,5). Tutti i giorni particolari del calendario, le feste in genere, le celebrazioni particolari e quant’altro mi stanno strette; preferisco un camino costante col Signore. Tuttavia, per coerenza, rispetto chi «stima un giorno più d’un altro», perché così «convinto nella propria mente». Quindi, mi guarderò dal giudicare il fratello o dal disprezzarlo, solo perché segue tale convenzione occidentale, sapendo che «tutti compariremo davanti al tribunale di Dio» (vv. 10.12). Farò attenzione a non «porre una pietra d’inciampo sulla via del fratello, o essergli una occasione di caduta» (v. 13), quanto meno per cose del genere (cfr. vv. 14-21). Le convinzioni sono personali ed esistono dinanzi a Dio (v. 22); esse non servono come motivo per «essere di intoppo al fratello» (v. 21).

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 2. Alcuni approfondimenti; 3. Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Capodanno_Sh.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso.
 


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