martedì 18 novembre 2014

Il rapporto dei conduttori con i soldi

IL RAPPORTO DEI CONDUTTORI CON I SOLDI

Un lettore mi ha scritto quanto segue: Caro Nicola, ti faccio parte della seguente storia. A me e a un certo numero di credenti della mia chiesa è arrivata, in forma anonima, una lettera di denuncia e un CD audio. Quest’ultimo contiene spezzoni di discorsi del consiglio di chiesa, quindi senza l’intero contesto, tuttavia con affermazioni ben chiare.
     Espongo i fatti, focalizzandomi su un solo argomento ascoltato, anche se si dovrebbe discutere su tante altre cose udite. Dalle registrazioni si evince che il pastore si è giocato al calcio scommesse una somma superiore ai 5.000 e inferiore ai 10.000 €, per coprire un altro debito più basso contratto in precedenza. Chiesi agli altri conduttori, se questo fatto non portasse discredito al ruolo del pastore e non lo squalificasse. Mi fu risposto di no, perché ciò è stato fatto una sola volta e, il giorno dopo, il pastore in questione aveva messo al corrente gli altri conduttori dell’atto compiuto.
     Ti metto al corrente che nella nostra chiesa, il pastore in questione è sostenuto dai credenti con un mensile, proveniente dalle offerte.
     Le mie domande, che ti pongo, sono queste: La comunità aveva il diritto di essere messa al corrente dell’accaduto? Il fatto che il pastore abbia giocato soldi al calcio scommesse è giudicabile come peccato, perché è un atto di sfiducia verso il Signore e perché mostra una gestione irresponsabile del denaro e priva di principi cristiani (da qualunque fondo egli abbia attinto quei soldi)? Può un credente, degno di doppio onore come un pastore, affermare che si tratti di un atto irrilevante, perché compiuto una sola volta (è poco credo in base alla cifra giocata), rifugiandosi dietro all’affermazione: «L’ho fatto una sola volta, non è un vizio»? Quali provvedimenti scritturali dovevano essere presi in questa situazione?
     La risposta ufficiale del collegio di anziani è stata la seguente: La chiesa non è stata informata, perché l’accaduto non è peccato e perché il fratello, il giorno dopo la giocata, ha informato gli anziani del fatto con pentimento. Quindi, il fatto non è imputabile come vizio, perché è stato commesso una sola volta.
     Nicola, ti scongiuro, aiutami con questo rompicapo, anche se l’argomento deve diventare motivo di discussione sul tuo sito. {R.R., ps.; 26/06 – 15/10-2014}

Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondo sul sito. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Condutt_soldi_UnV.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso.


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