lunedì 4 maggio 2015

Quand’ero in distretta, tu mi hai messo al largo



QUAND’ERO IN DISTRETTA, TU MI HAI MESSO AL LARGO

1.  L’ANALISI BIBLICA [sul sito]


2.  UNA MIA PARTICOLARE ESPERIENZA: Negli ultimi mesi, mia moglie e io eravamo stati molto sotto pressione per vari problemi. Sembrava come se il nemico avesse mobilitato molte schiere contro di noi e contro la chiesa locale, specialmente mostrandosi come Calunniatore (gr. diábolos). Abbiamo avuto spesso il cuore pesante, abbiamo pianto dinanzi al Signore. A me sono tornati i frequenti mal di testa e mia moglie si è fatta tante notti in bianco. Eppure siamo stati presenti agli incontri di chiesa e alle cellule bibliche e abbiamo esplicato i nostri doveri ministeriali. […]
     Quella sera, rientrato a casa alle 22 dallo studio biblico, sebbene molto stanco, mi ero rimesso a lavorare. Dopo un po’ sentii la lode salirmi nel cuore, unita a una pace e a una consolazione inaudite, che mi superavano (Fil 4,7). Mi misi ad adorare il Signore e sentivo una gioia nel cuore; esso mi sobbalzava nel petto come vitelli da stalla, che vengono liberati per la prima volta nei prati; si realizzò per me Malachia 4,2: «Per voi che temete il mio nome si leverà il sole della giustizia, e la guarigione sarà nelle sue ali; e voi uscirete e salterete, come vitelli di stalla». Riconobbi nuovamente che in Cristo «sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza» (Col 2,3). Abbiamo tutto pienamente in Lui (Col 2,10). In Lui siamo «benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi sopraccelesti» (Ef 1,3). Dinanzi alla «eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù», tutto diventava una voce debitoria (danno) e tanta spazzatura (Fil 3,8).
     Non so, pur avendo molti problemi personali ed altri intorno a me, che dovevo ancora affrontare, era come se fossi stato immediatamente guarito. Sentivo una gioia e una consolazione, che bruciava tutto in me e che mi faceva vedere le cose dalla prospettiva della croce e del trono di Dio. Mi rimisi a lavorare. Quando poi, tardissimo, andai a letto stanco morto, ricominciò a scoppiarmi dentro la lode, il cuore si rimise a danzare di gioia e di consolazione; per ore e ore non riuscivo a prendere sonno. La mattina dopo, pur essendo annebbiato di mente, mi sentivo ancora guarito, pieno di gioia e di consolazione. Mi ripetevo un canto, che è tratto da Nehemia 8,10: «La gioia dell’Eterno è la vostra forza» (cfr. Fil 3,1 «Rallegratevi nel Signore»; 4,4).
     Ero disposto a fare tutta la volontà di Dio, qualunque cosa avvenisse. Sapevo che il diavolo sarebbe venuto al contrattacco, ma ero consapevole che il Signore mi aveva guarito. Ero disposto ad affrontare tutti i problemi, che si presentassero, permettendo al Signore di agire. Mi ero arreso a Lui. Sapevo che qualsiasi cosa potesse arrivare, nulla mi avrebbe tolto più la sua gioia, la sua pace e la sua consolazione.
     Sebbene il mio cuore fosse triste per la mia pochezza, le mie miserie e i problemi intorno a me, mi bastava guardare al Signore, per sentire nuovamente tale gioia e consolazione. Adorando Dio, volevo che il mio cuore continuasse a sobbalzare d’allegrezza nel Signore e che potessi far trasparire da tutti i pori tale gioia nel Signore.
     Vedendo la mia insufficienza di peccatore e la sufficienza del Signore, volevo dire a ognuno dei fratelli: «Mi scuso con te, se non ti ho manifestato quell’amore, quell’attenzione, quella cura e quella stima, che tu necessitavi. Ti amo nel Signore. Il mio cuore, oggi, salta troppo di gioia e di consolazione, perché esso possa essere sfiorato da altro. Esponiamoci insieme alla luce, che rifugge dal volto di Gesù, adoriamolo insieme ora, intercediamo qui l’uno per l’altro e sperimentiamo insieme la guarigione del Signore!».
     Esposto alla luce di tale guarigione divina, volevo dire ad altri: «Scusami, se ho fallito nei tuoi riguardi. Non sempre sono stato quello, che avrei dovuto essere e voluto essere. Faccio mie le parole di Davide: “Sono stato concepito nel peccato” (Sal 51,5). Mi associo alla confessione di Paolo: “Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo” (1 Tm 1,15; cfr. 1 Cor 15,8ss). Vieni, esponiamoci insieme alla grazia del Signore!».

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