giovedì 30 dicembre 2010

Anno nuovo, vita vecchia?

ANNO NUOVO, VITA VECCHIA?

Capodanno è una convenzione
     Il passaggio da un anno all’altro è un aspetto culturale e psicologico. Di per sé il tempo scorre senza ostacoli e senza interruzione nella sua continuità. In realtà l’anno gregoriano, ossia quello civile occidentale, non corrisponde a nessun evento cosmico di rilievo; neppure i mesi dipendono dalla Luna, visto che non sono mesi lunari. Il ritmo settimanale di sei giorni lavorativi più uno di riposo, di là dalla sua positività, è un prodotto della convenzione sociale legato in origine alla religione; a differenza dell’occidente, altrove il giorno di riposo è un altro (sabato in Israele; venerdì nei Paesi islamici) e ci sono popoli che non conoscono nessun giorno speciale.
     Seguono i seguenti punti: Varietà del capodanno nel mondo; Vari inizi d’anno in Italia.

Propositi d’inizio d’anno
     Abbiamo detto che il tempo è un continuum, e l’inizio d’anno è una cesura culturale e psicologica in tale flusso. All’inizio dell’anno si fanno tanti propositi, diversi piani, alcuni scrivono vari fogli per fare il punto della situazione nella loro vita. Le buone intenzioni non mancano. Per molte persone sarà proprio tale corrente del tempo a insabbiare i tanti propositi, e i progetti per migliorare la propria vita finiranno a ingiallire in un cassetto. Sono pochi coloro che, a fine d’anno, saranno abbastanza coraggiosi di cercare i piani esistenziali d’inizio d’anno, per fare un bilancio. Saranno troppo occupati a formulare nuovi propositi.
     Seguono i seguenti punti: Evoluzione o rivoluzione?; Il bruco e la farfalla; Anno nuovo, vita nuova? [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Anno-nuovo_vita-vecchia_EnB.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

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lunedì 27 dicembre 2010

Natale e apologetica cristiana? Parliamone

NATALE E APOLOGETICA CRISTIANA? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Natale e apologetica cristiana». Ribadisco ancora una volta, riferendomi a Romani 14, che io personalmente sono uno che non osserva giorni particolari e per il quale tutti i giorni sono uguali per onorare Dio nella mia vita. Da questa posizione di libertà mi sento di riconoscere il diritto di altri credenti di osservare ricorrenze settimanali, mensili o annuali, che non sono apertamente in contrasto con lo spirito del nuovo patto. La mia eventuale critica riguarderà eventualmente la modalità e la contingenza di tutto ciò.
     Qui ci interessa particolarmente la difesa della verità, per realizzare la quale bisogna sapere con precisione che cosa il nuovo patto comanda (centralità ineludibile) e che cosa delega alla coscienza dei singoli (periferia, contingenza).
     Inoltre bisogna mettere a fuoco l'azione efficace dei cristiani biblici nel mondo d'oggi e rispetto ai contenuti culturali odierni della nostra attuale civiltà. L'uso di argomenti desueti (p.es. sedicenti radici pagane del Natale) non solo non sono comprensibili ai contemporanei, ma anche laddove riusciamo a farglieli capire, probabilmente non otteniamo nulla di singolare rispetto all'Evangelo; la gente continuerà a fare le stesse cose, ma con più discutibile «conoscenza».
     Quando la pietra cade nell’acqua, crea innumerevoli cerchi, piccoli e intensi all’origine e sempre più grandi e meno intensi verso la periferia. Così è con l’annuncio dell’Evangelo e con l’influenza del regno di Dio. Alcuni, che ascoltano l’Evangelo e hanno a che fare con i credenti fedeli, si lasceranno discepolare. Altri apprezzano il «buon profumo di Cristo», quando siamo con loro, e si lasciano evangelizzare. Altri ancora cristianizzano i loro costumi con gradi diversi. L’evangelizzazione, l’insegnamento biblico e l’apologetica partono dalla luce, che c’è dentro gli altri, e la incoraggiano a svilupparsi.
     Di là da come si pensi sul Natale, è difficile essere ascoltati sulla fede biblica, dopo aver scandalizzato i propri interlocutori, ferendoli nei loro sentimenti e nelle loro convinzioni. Invece di condurre furenti battaglie contro il Natale, il cui esito è sempre incerto, si fa bene a spiegare alla persone perché Gesù è nato. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Natale_apologetica_OiG.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

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sabato 25 dicembre 2010

Il Natale e l’apologetica cristiana


IL NATALE E L’APOLOGETICA CRISTIANA

In questo articolo parleremo di «apologetica»; essa è la difesa della verità biblica nei confronti sia del paganesimo e dell’ateismo, sia di correnti di pensiero all’interno del cristianesimo. In temi di usi e costumi (come il Natale), alcuni vogliono portare avanti le loro tesi, risalendo alla genesi storico-culturale, che avrebbe generato tale costume. È lo stesso artificio di coloro, che affermano che non bisogna usare oggigiorno certe parole, usando l’etimologia, perché esse avrebbero una provenienza pagana.
     La questione, che qui ci preme, è specialmente la seguente: Dal punto di vista apologetico, come deve porsi il cristianesimo biblico dinanzi a fenomeni culturali, presenti in una zona, dove arriva l’Evangelo? I missionari cristiani del primo secolo (apostoli) si ponevano in netta e aperta contrapposizione contro i fenomeni culturali, che trovavano, oppure cercavano in tale cultura un punto in comune, da cui iniziare l’annuncio dell’Evangelo? (cfr. At 17). Essi annunciavano Gesù Cristo a prescindere, oppure evidenziavano quegli aspetti, che erano particolarmente sensibili per tale cultura religiosa? Ad esempio, laddove c’era una grande influenza filosofica, che prometteva una «conoscenza» profonda delle cose (gnosi), che cosa insegnava il missionario a tali discepoli, tentati da tale cultura? (cfr. Col 2,2ss.8ss). Diceva egli le stesse cose in un contesto di legalismo? (cfr. Rm 10,3s; Gal 5,1ss).
     Quindi, qui non ci preme tanto il Natale quanto le argomentazioni usate per screditarlo. Evidentemente chi usa tali argomenti desueti e incomprensibili alla gente odierna, non si rende conto dell’attrazione, che le tradizioni pagane esercitano sui neo-convertiti di ogni tempo, che sono abituati a certe cose da generazioni. Essi si sentono improvvisamente come pesci fuor dell’acqua; non hanno più radici culturali nell’ambiente, in cui si trovano, sebbene esso è ancora fonte di grande attrazione, ma a loro non viene data alcuna alternativa nel senso di radici in una «nuova cultura» cristiana. Ricondurre tutte le cose a Cristo, non è una torbida macchinazione, ma un atto apologeticamente positivo. Che poi nelle cose bisogna distinguere il grano dalla paglia, è un’altra cosa. Se bisogna attaccare qualcosa con argomenti validi, bisogna riferirsi ai costumi deleteri odierni legati a una certa festa e non a presunte radici ataviche della stessa, cose che la gente non comprende e di cui non vuol saperne. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Natale_apologetica_Avv.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

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lunedì 20 dicembre 2010

La sequela di Gesù: Il discepolato senza condizione (Luca 9,23-27)

LA SEQUELA DI GESÙ
Il discepolato senza condizione (Luca 9,23-27)
di Paolo Brancè

Il credente evangelico è abituato in genere ad ascoltare predicazioni riguardante la dottrina della salvezza, così com’è stata teologicamente elaborata dalla forte personalità carismatica di Paolo. L’intera cristianità deve a Paolo la corretta formulazione dogmatica della salvezza per grazia mediante la fede, che è e rimane uno dei capisaldi della teologia della Riforma classica. Tuttavia, questo dogma negli ultimi due secoli è stato banalizzato, privandolo della sua incisiva forza spirituale. L’evangelismo odierno chiacchiera molto intorno a questo dogma, ma pochissimo è fatto vedere nell’esperienza quotidiana della vita. Per i più sembra essere un nobile, accademico, eloquente dogma cristiano, su cui dissertare; ma la vita di molti cristiani evangelici scorre linearmente senza che vi sia stata nel corso della loro esistenza quella crisi causata dall’irrompere del Regno, di cui Cristo è il rappresentante.
            Il testo di Luca 9,23-27 (cfr. Mt 16,24-28; Mc 8,34-38) credo che possa essere uno dei detti fondamentali di Gesù (cfr. Mt 15,10-20), su cui Paolo ha elaborato la sua teologia della salvezza per grazia mediante la fede, osando dire con Bonhoeffer a caro prezzo.
            Il testo è incapsulato tra la professione di fede di Pietro, l’annuncio della passione e la trasfigurazione.
            Nel 1989 nelle sale cinematografiche era proiettato il film «L’attimo fuggente» (in inglese il titolo è «Dead poets society»), diretto dal regista Peter Weir. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A2-Sequela_di_Gesu_Avv.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

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venerdì 17 dicembre 2010

L’Altissimo ha dato a ogni popolo un dio protettore?


L’ALTISSIMO HA DATO A OGNI POPOLO UN DIO PROTETTORE?

Un lettore ci ha presentato le seguenti questioni: Caro fratello, quale è la traduzione letterale di Dt 32,8-9? Perché la Tilc lo traduce così: «Quando il Dio Altissimo assegnò ai popoli la terra, quando distribuì gli uomini nel mondo, segnò i confini delle nazioni e diede a ognuna un dio protettore. Ma lui, il Signore, ha riservato per sé il popolo d’Israele, i discendenti di Giacobbe li ha fatti sua proprietà».
            È una obiezione, che mi hanno fatto. Ho visto che in nessuna altra traduzione riporta quello, ma vorrei risalire all’origine. Puoi aiutarmi? [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Altiss_dio-protett_MT_AT.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

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mercoledì 15 dicembre 2010

Rimboscare Israele


RIMBOSCARE ISRAELE

Ho ricevuto una lettera elettronica dalla segreteria della «Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose» dal titolo «Solidarietà a Israele urgente» firmata dalla prof.ssa Edda Fogarollo. Essa conteneva degli allegati: una presentazione PowerPoint fatta in Israele e una sua lettera più estesa. Riporto i testi, formattandoli opportunamente ed evidenziando alcuni concetti in grassetto, che tratterò sotto. Ecco dapprima il testo di base:
            «Comunicazione urgente: È triste quanto sta accadendo a Israele, e il terribile incendio del Carmelo, che ha messo a dura prova tutto il popolo, ha fatto nascere in me il desidero di aiutare Israele al rimboschimento del monte di Elia.
            Ho contattato l’associazione ebraica KKL Italia, la quale ha curato da oltre un secolo l’ambiente naturale di Eretz Israel, e mi ha autorizzata a promuovere iniziative di sostegno in Italia.
            Mi piacerebbe portare a conoscenza dei colleghi e degli studenti che per aiutare Israele, basta un piccolo click. Allego anche un file di foto dell’incendio».
            Seguono una lettera più nutrita di Edda Fogarollo e le mie osservazioni e obiezioni. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/A1-Rimboscare_Israele_Sh.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

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lunedì 13 dicembre 2010

Verginità e tampone


VERGINITÀ E TAMPONE

Ci sono temi che alcuni non vorrebbero vedere affrontati in rete, perché secondo loro sono tabù, che bisogna lasciare tali. Essi affermano che sono questioni spinose in senso dottrinale, che potrebbero turbare i «semplici», oppure sono questioni morali, che metterebbero imbarazzo a chi le legge. Di ciò abbiamo avuto già modo di dibattere.
     Chiaramente, non mi è venuto in mente di parlare pubblicamente di temi così intimi come gli assorbenti interni delle donne, né ho un piacere particolare a farlo. Se lo faccio è perché mi è stata posta un'esplicita domanda in merito, che esprime il bisogno che si faccia chiarezza su tale tema. In genere, quando uno pone una domanda, centinaia d'altri vorrebbero farlo, ma non trovano il coraggio, e forse migliaia si pongono lo stesso problema. Ritengo che mostrare fatti su questo e altri argomenti, possa essere liberatorio per molte persone, che si trovano nel dubbio e nello scrupolo morale. Parliamo di questa questione in senso tecnico e con rispetto, non morbosamente; evitiamo perciò vari particolari, che potrebbero turbare gli animi sensibili. Inoltre, nessuno è obbligato di leggere quanto segue.
     Presenteremo prima le questioni, poste da un lettore, e poi le risposte adeguate relative agli assorbenti interni, alla perdita accidentale della verginità e ai conseguenti sensi di colpa. Questi e altri aspetti concomitanti saranno poi chiariti in un eventuale discussione conseguente. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Verginita_tampax_S&A.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

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sabato 11 dicembre 2010

L’oggi fra tempi migliori e peggiori


 
1. LE TESI: Ho letto la seguente nota di Silvano Creaco: «Nessuno vuol mettere in discussione il fatto che certi mali sono costantemente presenti in tutti i tempi, ma è altrettanto vero che ci sono alcune febbri stagionali, che ricompaiono di tanto in tanto. Ci sono mali per tutte le stagioni: malattie invernali, malattie estive, malattie autunnali e anche primaverili. Però, certi mali, che abbondano in questo periodo particolare, non erano conosciuti venti anni fa. Incontriamo degli errori e dei peccati, che non vedevamo affatto nei primi anni del nostro cammino di fede . La verità è una, ed è la stessa in tutte le epoche, ma la falsità è mutevole e viene e va come le mode degli abiti. C’è quindi una stagione e un tempo anche per le cose malvagie e momenti propizi per ogni dottrina, che non viene dal cielo. Credo che anche voi, nella vostra realtà di credenti e di chiesa, avrete dovuto scontrarvi con quel gran male, che è il dibattere sulle verità fondamentali. Fratelli, abbiamo sempre avuto opinioni divergenti su alcuni aspetti minori, sui quali non di rado ci siamo incontrati per discutere argomenti di dottrina sulla base delle Sacre Scritture. Ma siamo sempre stati tutti d’accordo che tutto ciò che la Scrittura diceva, doveva essere decisivo; e l’unica cosa di cui desideravamo accertarci, era ciò che il Signore aveva rivelato.
     A parte il sensazionalismo intossicante che pervade certi ambienti evangelici, c’è una sorta di pesantezza nell’aria. Non l’avvertite?». {11-12-2010}


2.  OSSERVAZIONI E OBIEZIONI: Chi riflette sul mondo intorno a noi e sullo stato delle chiese e cerca di stimolare gli altri, ha chiaramente le mie simpatie. È probabile però che certe note assomiglino, secondo i casi, a un pensare a voce alta, a ciò che uno scrive nel proprio diario o a uno sfogo del momento per situazioni specifiche, che si lascia innominate. Nelle tesi di Silvano Creaco ci sono chiaramente aspetti condivisibili, come pure la preoccupazione per il mondo e per i credenti. Le mie osservazioni vogliono aggiungersi alle sue riflessioni, completandole. Le mie obiezioni vogliono stimolare a una maggiore riflessione. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Tempi_meglio_peggio_Esc.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

giovedì 9 dicembre 2010

Il giogo del massimalismo



Chiaramente un gran danno per la verità lo generano i seguaci del liberalismo, i quali vivono secondo un umanismo cristianizzato e a proprio arbitrio, basandosi su un generale «amore di Dio» come lasciapassare e propagando la filosofia dell’«ama te stesso come il tuo prossimo». Qui vogliamo parlare, però, dell’integralismo, in cui alcuni si rifugiano per sfuggire proprio al liberalismo dilagante. Ambedue sono male bestie, che creano soltanto danni alla verità e alle persone.
     Ci sono persone esaltate che, quando non hanno argomenti, con cui provare le loro tesi o convinzioni, sparano frasi devozionali senza nesso col tema in discussione e fanno liste di versi presi fuori contesto (versettologia indebita), pensando così di stare a posto con la coscienza e di aver dato risposte sufficienti e sensate. È la usuale tattica di coloro, che sono affetti da inettitudine razionale e da ignoranza biblica, che però pretendono di stare in cattedra e farla da maestri. Parli di capre ed essi escono fuori con i cavoli; dici fischi e rispondono fiaschi. Se tali persone avessero il senso del loro limite e tacessero sulle cose, che non sono in grado di affrontare, farebbero più bella figura e farebbero meno danno all’Evangelo.
     La tattica usuale di coloro, che hanno perso il senso e le dimensioni della realtà, è sempre la stessa: come guide cieche, colano moscerini e inghiottono cammelli (Matteo 23,24); come ipocriti, nettano il di fuori, ma dentro sono pieni di rapina e d’intemperanza (v. 25). Cose biblicamente piccole e secondarie vengono rese importanti e urgenti. Insomma, gonfiano pulci e le fanno apparire come elefanti!
     Per il bene della verità e della testimonianza bisogna prendere distanza da tale integralismo. A noi deve interessare che cosa dica veramente e chiaramente la sacra Scrittura, non le opinioni religiose, che i saccenti e gli esaltati mettono al vento come piume. La verità non si evince con l’esaltazione e il misticismo, ma con l’interpretazione contestuale della Bibbia (o esegesi).
     «Studiati di presentare te stesso approvato dinanzi a Dio: operaio che non debba essere confuso, che tagli rettamente la parola della verità» (2 Timoteo 2,15).


martedì 7 dicembre 2010

Invocare il nome di Gesù


INVOCARE IL NOME DI GESÙ

UN LETTORE CI HA PRESENTATO LE SEGUENTI QUESTIONI Vorrei soltanto sapere questo: Pensi che secondo le Scritture sia sbagliato pregare direttamente a Gesù e che bisogna rivolgersi soltanto al Padre?
     Chiedo questo, dato che è stato anche tema di alcune predicazioni, che ho ascoltato. Personalmente non trovo nessun problema di rivolgermi a Cristo in preghiera altrimenti mi sentirei come Filippo, che cerca disperatamente il Padre, mentre in Cristo lo abbiamo conosciuto pienamente.
     Secondo Isaia 9,5 anche il Figlio è chiamato «Padre eterno»; pur essendo pienamente a conoscenza che comunque il Padre e il Figlio sono due persone distinte, sicuramente in Cristo abbiamo anche una figura paterna.
     Tutte le preghiere rivolte a Cristo nei Vangeli vengono giustificate da alcuni, soltanto perché quelli che pregavano, vedevano a Gesù!? Tuttavia, secondo questi, oggi è sbagliato pregare Gesù direttamente. Quindi, allora si stanno sbagliando anche tanti bimbi in tante scuole domenicali!
     Vorrei avere dei chiarimenti da parte tua, se è possibile, anche riguardo a quando Gesù dice di pregare nel suo Nome, che significa realmente? Grazie e Dio risplenda col suo volto su di te!
[CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Invocare_Gesu_OiG.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
 
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lunedì 6 dicembre 2010

Lo Spirito Santo in Ezechiele 37?

LO SPIRITO SANTO IN EZECHIELE 37?

Un lettore ci ha presentato le seguenti questioni: Caro fratello Nicola Martella, ho letto con interesse l’articolo intitolato «Pregare lo Spirito Santo?» e ho voluto rispondere al seguente invito: «Chi mi sa indicare dove in tutta la Scrittura si trova una sola chiara invocazione, un solo canto o una sola preghiera rivolti allo Spirito Santo?» (il maiuscoletto è mio).
     Ho anche notato che nell’articolo in questione, si dice quanto segue: «Riguardo a Gesù ci sono invocazioni (“Vieni, Signor Gesù!” Ap 22,20; nel v. 17 c’è questo connubio: “lo Spirito e la sposa dicono: Vieni!”), suppliche (“Signor Gesù, ricevi il mio spirito”; At 7,59), canti e acclamazioni (“Degno è l’Agnello”; Ap 5,9s.12s), eccetera» (il maiuscoletto è mio).
     Da quanto leggo, in riferimento a «Vieni» di Ap 22,17.20, si evince che l’invito «Vieni» è una invocazione. Bene, volendo rispondere all’invito di trovare in tutta la Bibbia, anche una sola invocazione allo Spirito Santo, ho trovato Ezechiele 37,9-14. Infatti essa è una inequivocabile e biblica invocazione profetica allo Spirito Santo! Il profeta rivolge qui la sua invocazione direttamente allo Spirito Santo («E metterò in voi il mio spirito, e voi tornerete alla vita»; v. 14).
     Il profetizzare è anche dichiarare o proclamare verità future, in questo caso, in modo particolare, quello che il profeta chiede profeticamente allo Spirito Santo, è un qualcosa che ancora deve accadere, solo per questo motivo essa è una invocazione profetica!
     Quello che però va notato è il modo in cui il profeta si rivolge allo Spirito; infatti lo Spirito vivificante, lo Spirito che dà vita, non può che essere lo Spirito Santo di Dio! («E metterò in voi il mio spirito, e voi tornerete alla vita», vedi il verso 14).
     Il modo in cui il profeta si rivolge allo Spirito è una vera e propria invocazione diretta, infatti il profeta dice: «Vieni dai quattro venti, o spirito, soffia su questi uccisi, e fa che rivivano!» (Ez 37,9 Riveduta).
     Non è questa forse una solare e inequivocabile e diretta invocazione? Certo che lo è!
 
Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondiamo qui di seguito: Apprezzo il coraggio di questo lettore. Mi viene da rispondergli, partendo dalle sue conclusioni e usando la sua espressione: «Certo, che non è così come egli crede!». [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-SSanto_Ez-37_MT_AT.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

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mercoledì 1 dicembre 2010

Iella, malocchio e fatture


IELLA, MALOCCHIO E FATTURE

Un lettore ci ha presentato le seguenti questioni: In famiglia e in generale al sud si crede che, quando vanno male le cose, sia colpa del malocchio. Ad esempio, se oggi è scoppiato il tubo del lavandino e si è guastata la lavatrice, il primo pensiero è: «Chi sa chi mi vuole male». Per usare un termine prettamente dialettale si dice: «Cu sapi cu mi ciangi» (traduzione letterale: chi sa chi mi piange).
     Ora, anche i miei genitori credono a tali cose. Tempo fa, mia madre usava il piattino con acqua e olio come mezzo d’esorcizzazione, quando si aveva un mal di testa o altri problemi. Ora, ha smesso, ma continua a credere alla iettatura.
     Ho letto che nei tuoi libri in cui analizzi i fenomeni occulti, parli della iella. E,a allo stesso tempo, parli anche di fatture di vario genere e anche a morte. C’è una similitudine tra i due fenomeni: fattura e malocchio? L’uso de piattino o pratiche simili sono considerati da molti come forme di protezione o di magia bianca, in che contesto possiamo ascriverle? Come si potrebbe descrivere il malocchio o la iella?
     Perdonami le imperfezioni, ma devo approfondire tali questioni meglio sui tuoi libri. Metto queste domande alla tua attenzione magari potrebbe essere utile anche ad altri fratelli e sorelle. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Iella_maloc_fatt_Oc.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}