venerdì 10 febbraio 2012

Atti 16,31 e il pericolo delle interpretazioni spiritualistiche


ATTI 16,31 E IL PERICOLO DELLE INTERPRETAZIONI SPIRITUALISTICHE


1. La questione
     Mettere versi biblici in rete e illustrarli in modo intelligente, per renderli più comprensibili e attraenti, è una buona cosa. Chiaramente deve trattarsi di brani chiari, evidenti e che abbiano a che fare con le verità centrali dell’Evangelo. Uno di tali versi è, ad esempio, il seguente: «Non mi vergogno dell’Evangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede» (Romani 1,16). In genere tali versi, centrali per la dottrina, si trovano nelle epistole del NT.
     Altra cosa è se si attinge da libri storici come gli Evangeli e il libro degli Atti, dove sono riportate narrazioni specifiche e dove sono contenute promesse specifiche a persone particolari in determinate situazioni. Prendere bonariamente una di tale promesse particolari e generalizzarla per tutti, può creare molti equivoci e perplessità di diverso genere.

2. Il caso concreto
     Ho trovato in rete un’immagine contenete il seguente verso: «Credi nel Signor Gesù, e sarai salvato tu e la casa tua» (Atti 16,31). Essa era accompagnato da un’illustrazione stilizzata di una famigliola. Oltre a ciò, non c’era altra scritta o didascalia, che l’accompagnava. Era evidente che l’autore presentasse effettivamente l’immagine con tale verso come una promessa assoluta di Dio, valida per tutti. Per lui era, quindi, scontato il seguente significato: quando qualcuno si converte, il Signore, prima o poi, toccherà immancabilmente tutta la sua famiglia, portandola alla fede.
     Poiché il tutto era stato presentato in un gruppo di discussione, pensai di intervenire, aiutando a far capire a lui e agli altri che si trattava di una promessa circostanziata e non di una promessa universale. Ecco che cosa scrissi in concreto.
     Esegeticamente parlando, essa era una promessa personale di Dio a una famiglia specifica di Filippi, che Dio ben conosceva quanto a predisposizione. Non possiamo applicare, quindi, tale promessa indiscriminatamente a tutte le famiglie, quantunque ci auguriamo di cuore che intere famiglie si convertano. Sebbene anche oggigiorno possano esserci, in casi particolari, interi nuclei familiari pronti per la salvezza, l’esperienza di vita e di fede mostra però che non sempre si convertono intere famiglie e che, anzi, a volte alcuni rimangono per sempre gli unici credenti all’interno della famiglia paterna, della propria famiglia (coniuge e figli non seguono la fede) e del proprio parentado.
     Il vantaggio dell’esegesi contestuale (a differenza di un’applicazione decontestualizzata) è che non si suscitano false speranze, essendo che Dio non costringe nessuno alla salvezza. Pregare, testimoniare e sperare rimangono comunque attività devozionali valide.
            Seguono i seguenti punti: 3. Excursus: Una reazione inaspettata; 4. Approfondimenti riguardo ad Atti 16,31; 5. Aspetti conclusivi. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-At16-31_interpreta_Avv.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

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