domenica 31 marzo 2013

Aldilà strampalato

ALDILÀ STRAMPALATO
 


Mi è arrivata tale vignetta, che riporto qui graficamente adattata. In essa ci sono vari errori teologici. Eccone alcuni:
     ■ Il paradiso non si «merita».
     ■ Il giudizio non sarà mitigato da quanto uno abbia sofferto in terra.
     ■ Il giudizio dipenderà dapprima, se uno è scritto nel «libro della vita», quindi se ha accettato o rifiutato Cristo come personale Salvatore.
     ■ Dopo ciò, se uno non ricorre nel «libro della vita», segue il giudizio secondo le opere effettive.
     ■ L’inferno è attualmente disabitato e lo sarà fino a che Cristo non ritorni in terra.
     ■ Chiunque sia tale essere, che commina il giudizio, in cielo non esiste. Gli «angeli» non hanno ali; i cherubini ne hanno quattro e altrettante teste; i serafini di ali ne hanno sei.
     ■ Basta?

Meglio non fidarsi delle approssimazioni popolari dell’aldilà, tanto più se ciò riguarda la verità biblica e quindi la salvezza o la perdizione. Motto: «Chi è quasi salvato, è del tutto perduto!».
     ■ «In verità, in verità io [= Gesù] vi dico: “Chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita”» (Giovanni 5,24).
     ■ «E vidi i morti, grandi e piccoli, che stavano ritti davanti al trono; e i libri furono aperti; e un altro libro fu aperto, che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le opere loro… E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco» (Apocalisse 20,12.15).

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