lunedì 14 aprile 2014

«Sono io» fra grammatica e proiezioni (Gv 18,5.7)



«SONO IO» FRA GRAMMATICA E PROIEZIONI (Gv 18,5.7)

Un lettore mi ha scritto quanto segue: Caro fratello, ti chiedo riguardo all’«io sono», che ricorre in Giovanni 18, quando arrestano Gesù. In una giusta traduzione a che cosa riferisce quell’«io sono»: «io sono qua» in senso eccomi, o all’«io sono» di Esodo 3? Se puoi aiutarmi, grazie. {R. R.; 18-03-2014}

Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondo come segue:

1. GIOVANNI 18: Esodo 3 fu scritto in ebraico (1400 a.C. circa). Giovanni 18 fu scritto in greco (1° sec. d.C.). A Gerusalemme e in Giudea la gente comune parlava aramaico. Gesù in croce «gridò con gran voce: “Elì, Elì, lamà sabactanì?”; cioè: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato”» (Mt 27,46). Gli astanti capirono fischi per fiaschi: «Costui chiama Elia» (v. 47; cfr. Sal 22). Questo per farti capire come era difficile già la comprensione di cose usuali in ebraico per chi parlava in aramaico.
     Eccoti alcune riflessioni su Giovanni 18, accompagnate da alcune domande per la riflessione. Nel Getsemani Giuda venne là con la gente armata e ostile, per arrestarlo. E vuoi che Gesù facesse discorsi di teologia sofisticata proprio in tale circostanza di grande stress e pericolo? Fin dalla deportazione in Assiria prima (722 a.C.) e in Babilonia poi (586 a.C.), gli Israeliti non dicevano più «Jahwè» (non significa «io sono», essendo la 3a sg., non 1a sg.), ma «Adonaj» (Signore). E vuoi che lì si sia svegliato improvvisamente il loro amore per l’ebraico?
     All’affermazione che stavano cercando Gesù il Nazareno, quest’ultimo disse loro: «Sono io» (v. 5), ossia sono colui, che cercate. Che cosa doveva rispondere altrimenti, per spiegarlo agli altri? Quando chiese la seconda volta che cosa cercassero ed essi diedero la stessa risposta, Gesù disse: «V’ho detto che sono io; se dunque cercate me, lasciate andare questi» (v. 7).
     La prima volta, tale gente armata cadde all’indietro, non perché eg eimí «io sono [Gesù il Nazareno], son io [quello]» significasse qualcosa di particolare, ma perché conoscevano la sua autorità, avevano visto i suoi prodigi e temevano per la loro vita, ritenendolo un profeta di Dio (cfr. Elia che fece cadere il fuoco dal cielo; 2 Re 1,10.12). La seconda volta non cadde nessuno, sebbene Gesù usasse le stesse parole. Il suo dire «sono io» intendeva mettere al riparo i suoi discepoli (cfr. v. 9). […]

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 2. Approfondimenti; 3. Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Sono-io_gramm_OiG.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso.
 


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