mercoledì 16 settembre 2015

Idolatria quale contaminazione (Studia ⇆ con me 16-09-2015)



IDOLATRIA QUALE CONTAMINAZIONE
(Studia con me 16-09-2015)

«Amati miei, fuggite via dall’idolatria» (1 Corinzi 10,14).

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Questa ingiunzione è simmetrica ad altri simili comandi (cfr. Zc 2,6; 1 Tm 6,11; 2 Tm 2,22). In particolare essa è speculare a questa ingiunzione, usata da Paolo nella stessa epistola: «Fuggite la fornicazione» (1 Cor 6,18). Anche l’idolatria era considerata una fornicazione, una prostituzione, una contaminazione e un adulterio in campo spirituale (Gdc 8,33; Gr 3,9; Ez 6,9; 16,17ss.36; 20,7.18.30s; 22,3s; 23,7.37.30; 36,18; 37,23). Perciò, riguardo alla «madre delle prostitute e degli abomini» (Ap 17,5) si legge similmente: «Fuggite di mezzo a Babilonia» (Gr 50,8), per porsi in salvo e non dividere con lei lo stesso giudizio (Gr 51,6).
     Per la Bibbia l’idolatria di qualunque genere è associata all’adorazione di demoni (Sal 106,36ss; 1 Cor 10,20s; Ap 9,20). Gli antichi dèi, patroni e protettori erano, in realtà, demoni; si veda come da «Ba`al-Zebûb» (2 Re 1,2) sia derivato «Beelzebub, principe dei demòni», uno dei nomi di Satana (Mt 12,24.27; 10,25; Lc 11,15.18s; il «Ba`al» cananeo corrisponde al «Bel» mesopotamico, Is 46,1; Gr 50,2; 51,44). Gli antichi dèi, ossia i demoni, amano riciclarsi nei nuovi patroni e protettori, secondo le attese degli uomini religiosi, addirittura cristianizzandosi!
     Poiché un «idolo è nulla» di per sé (1 Cor 8,4), la carne ad esso sacrificata non è nulla di particolare (1 Cor 10,19); tali riti, però, rimangono una fonte di contaminazione spirituale. Infatti, «ciò che [i pagani] sacrificano, lo sacrificano ai demoni e non a Dio» (v. 20). Perciò, partecipare ai culti pagani, significava bere il calice dei demoni e partecipare alla loro mensa, cosa che stava in contrasto con il calice del Signore e la sua mensa (v. 21). Ciò vale anche per ogni forma di paganesimo e di idolatria cristianizzati; gli antichi Baali (ebr. Be`ālîm) «padroni», si sono trasformati in nuovi «patroni» cristianizzati!.
     Non vi è alcuna compatibilità fra Cristo e Beliar (= ebr. belîjà`al «cattivo, malvagio, scellerato» quale nome di Satana; cfr. «il maligno» in Mt 13,19.38), come pure non c’è fra i credenti quale tempio del Dio vivente e gli idoli (2 Cor 6,15s). Per essere accolti da Dio, bisogna uscire da tale impuro sistema di cose (vv. 16ss).
     Salta all’occhio che un’epistola come 1 Giovanni, ritenuta così spirituale, termini con la seguente ingiunzione: «Figlioletti, guardatevi dagli idoli» (5,21); ciò era dovuto al fatto che essi sono un vero pericolo per le giovani anime e per i neofiti.

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