martedì 8 settembre 2015

Il Logos scese nella carne? (Gv 1,14)



IL LOGOS SCESE NELLA CARNE? (GV 1,14)

 

UN LETTORE MI HA SCRITTO QUANTO SEGUE: Ciao, Nicola. Non so se hai già affrontato la questione, volevo chiederti la gentilezza di darmi una mano sul testo di Giovanni 1,14. Alcuni studiosi di greco (materia in cui sono ignorante purtroppo) mi dicono che l’espressione «il logos divenne carne» potrebbe anche tradursi «il logos scese nella carne». In questo modo, in pratica, si cerca di legare questa discesa a quanto anticamente avveniva nell’Antico Testamento con i profeti. L’unica differenza rispetto a loro sarebbe che il Logos scese in Cristo per tutta la durata della sua vita, mentre invece nei profeti scendeva temporaneamente. Volevo chiederti se potevi aiutarmi a smontare questo concetto dal punto di vista linguistico. {S.S.; 03-09-2015}





 ATTENZIONE! Questo articolo ha un carattere specialistico e non è per tutti. Per favore, non intervenire se, dopo aver letto l’intero articolo sul sito, ti rendi conto che ti manca la necessaria competenza in merito!

AD ASPETTI RILEVANTI DI TALI QUESTIONI RISPONDO COME SEGUE:

1.  RISPONDIAMO ALLE QUESTIONI: La locuzione greca recita «Καὶ ὁ λόγος σὰρξ ἐγένετο» [Kaì ho lógos sàrx eghéneto]. Il termine lógos intendeva nel greco popolare (Koiné), «il dotto, l’avvocato» nel senso di «l’esperto della parola, l’eloquente, il retore», che si chiamava in giudizio a propria difesa (cfr. At 24,1 rhḗtōr «parlatore» come «oratore forense o avvocato»). Si veda in nel linguaggio popolare italiano l’uso di «dottore» per «medico». Apollo fu chiamato anḕr lóghion «uomo eloquente», oltre a essere definito come ben ferrato nelle Scritture (At 18,24), capace di parlare e insegnare accuratamente (v. 25).
     Il verbo in questione è ghínomai, che significa basilarmente «diventare, divenire», specialmente nel suo uso transitivo (ossia con annesso complemento oggetto). Lo schema di base è qui il seguente: «A divenne B». Perciò nel nostro brano è impossibile che si traduca «Il Logos scese nella carne»
     Inoltre, in Giovanni 1,14 la forma verbale eghéneto «divenne» è aoristo (ind. med. 3a sg.), che indica un evento unico e conclusivo avvenuto nel passato. Si tratta dell’evento dell’incarnazione.
     Altrove si parla di Gesù Cristo come «hòs efanerṓthē en sarkì», ossia «colui, che fu manifestato in carne» (1 Tm 3,16; aor. ind. pass. 3a sg.). Anche qui il Figlio di Dio non scese nella carne, ma fu manifestato in essa. Come e quando? All’incarnazione! «Quando giunse la pienezza dei tempi, Dio mandò suo Figlio, nato da una donna, nato sotto la legge» (Gal 4,4). Gesù non divenne «Figlio di Dio» al momento del battesimo, come suggerisce lo gnosticismo e la dottrina esoterica, ma lo era fin dalla nascita da una donna.

2.  ALCUNI APPROFONDIMENTI: [sul sito]
3.  ATTENZIONE ALLE FALSE DOTTRINE! [sul sito]

[CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Logos_carne_OiG.htm] SOLO DOPO AVER LETTO L’INTERO SCRITTO SUL SITO, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso. ► Per ricevere e-mail di notifica sulle novità, ISCRIVITI ALLA MAILING LIST: http://groups.google.com/group/fede-controcorrente/subscribe

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