martedì 3 luglio 2012

Chiesa è laddove due o tre si radunano nel nome di Gesù? (Mt 18,20)


CHIESA È LADDOVE DUE O TRE SI RADUNANO NEL NOME DI GESÙ? (MT 18,20)

1.  LE QUESTIONI: Premetto che la libertà di culto e il sacerdozio universale di tutti i credenti rigenerati sono qui fuori discussione (vedi punto 3.). Qui trattiamo altro, visto che ci preme una verità esegetica. Leggo continuamente che il Signore Gesù avrebbe fatto la promessa, secondo cui la chiesa si realizzerebbe laddove due o tre si radunano nel suo nome. A prova di ciò viene citata una dichiarazione di Cristo: «Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Mt 18,20). Questa è un convinzione molto diffusa.
     Se pongo qui la questione, è perché è un brano classico per appurare l’ermeneutica, ossia l’interpretazione legittima di un brano, e per esercitarsi nell’esegesi, ossia nell’analisi contestuale di un brano. Qui vediamo come a un verso, preso fuori del suo contesto, gli si possa attribuire un significato del tutto differente rispetto all’intenzione di chi ha espresso tale pensiero (qui Gesù) e di chi lo ha scritto (qui Matteo). Questo mostra che un brano, preso fuori del suo contesto, si presta per essere strumentalizzato, per ingenuità o per calcolo. Qui vediamo, inoltre, pure la forza che possiede il consenso, una volta che un luogo comune dottrinale si radica e si tramanda.
     Matteo 18,20 viene usato da coloro, che vogliono contrastare le denominazioni, che hanno un clero e che pretendono la presenza di una persona particolarmente iniziata e autorizzata da un concistoro, per potersi legittimamente radunare (tali chiese istituzionalizzate affermano di essere le uniche, che posseggono la sedicente «successione apostolica» e, quindi, basandosi su tale artificiosa questione, pretendono che siano loro a poter decidere chi debba legittimamente radunarsi e dove si debba farlo; chiaramente non condivido un tale artificio). Tale brano viene anche usato da coloro, che fuoriescono da chiese locali costituite, per differenze dottrinali o per altri motivi, legittimi o meno che siano, e si radunano in casa. Tale verso sembra venire loro in aiuto, aggiustandolo ai loro propri bisogni.

2.  IL TENORE DEL BRANO: Di là dalle ragioni legittime, che si possono avere, per asserire la libertà di culto dei cristiani biblici, faccio presente che Matteo 18,20 viene citato fuori contesto già per il fatto, che esso si trova alla fine di un brano, di cui trae le conclusioni (cfr. «perciò»). Perciò, chiedo a chi cita tale verso, di controllare il contesto (Mt 18,15-20); chi lo fa, può constatare che esso non afferma proprio ciò, che si vuole che dica. Di che cosa parla l’intero brano? Parla delle normali riunioni di chiesa e della presenza di Gesù in esse o d’altro? Allora ci si accorgerà che tale brano parla d’altro, ossia di una speciale situazione all’interno della chiesa locale, non di un normale raduno o culto…
     Sul sito seguono inoltre i seguenti punti: 3. Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Chiesa_due-tre_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

 

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