sabato 25 giugno 2011

Ateo perché abbandonato da Dio?


ATEO PERCHÉ ABBANDONATO DA DIO?

Molto tempo, fa un amico mi ha scritto quanto segue: Sono ateo… quindi non avrò mai questo genere di problema. Il Signore, o come lo chiamate, mi voltò le spalle tempo fa. E nonostante io ancora lo cercassi chiedendogli il perché, lui s’allontanava sempre più. Non porto rancore nei suoi confronti, ma sono convinto perché è la verità che da solo riesco ad affrontare e a superare qualsiasi ostacolo posto dinanzi a me. {Michele}
            A lui risposi a suo tempo in questo articolo: «Ateo perché abbandonato da Dio?» [http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Ateo_abbandonato_da_Dio_OiG.htm].

Ultimamente, un altro amico ha sentito il bisogno di rispondergli, raccontando di sé: Premetto che ho lo stesso problema! Spero che tale mio risposta possa essere di aiuto a Michele. Vediamo di chiarire alcuni punti.
     Ho compiuto 27 anni a febbraio. E tutto cominciò all’età di 20 anni; ben sette anni fa il Signore mi voltò le «spalle», considerandomi come un «individuo» a Lui estraneo. Il motivo? Ci arriveremo!
     Dal sud mi sono trasferito al nord per motivi di studio (ebbene sono un biologo laureando ora!), ma queste non erano le reali motivazioni; volevo scappare dai continui litigi dei miei genitori tra di loro e con mio fratello. Ho anche una sorella invalida con sindrome di Rett! Non riuscivo a capire le continue liti tra di loro, e io e mia sorella ne abbiamo espiato le colpe (e continuiamo a farlo). Tutto questo ti porta a chiuderti ancora di più in te stesso, a vedere il mondo e le persone in maniera diversa: i tuoi amici senza problemi (intendo che si fanno problemi per niente!) escono il sabato sera, sono sereni con la famiglia, ridono, scherzano, ecc., ecc.! Avevo come ultima alternativa Gesù. Ed è qui che sono cominciati i casini!
     Il suo allontanamento mi ha portato a un mio allontanamento dagli amici e soprattutto il loro da me per ripercussione (chi vorrebbe passare un bel sabato sera con un amico, che ha altri problemi per la testa e che ti rende triste la serata?). Questo è quanto pensavo a 20 anni! In questi sette anni né ho passato un bel po’ di vicende (la morte di mio fratello in incidente stradale e due tentativi di suicidio). È stato il buio più totale. Avrei potuto ammettere un padre che ti lascia dormire in garage da piccolo, una madre che non ti ha mai fatto una carezza, una sorella invalida... ma un Dio, che si comportasse così, no, non l’ho ammettevo e neanche ora riesco a farmene una ragione!
     Allora che cosa ho imparato in questi anni? Dio si comporta in maniera diversa con ognuno di noi, in funzione della psicologia di ognuno noi. È semplice (almeno dovrebbe esserlo, io dico sempre che stiamo sul pianeta terra, dove semplicità e complessità si scambiano spesso i posti). Basta farsi le domande giuste al momento giusto. Io sono stato sempre un tipo un po’ solitario e timido, con un po’ di paura nel parlare in pubblico, e tutte le mie vicissitudini hanno avuto un effetto amplificante. Ed è qui che Dio è andato a intervenire come un meccanico fa con un motore, che fa i sussulti e gli pulisce il grasso, smonta qualche pezzo e mette alla prova se funziona o no! Ho dovuto aspettare sette anni per capire che il problema era il mio. Oggi sento l’abbandono molto di meno. Anzi, ti dirò che, da un po’ di tempo a questa parte, ho strane sensazioni che Gesù mi stesse dicendo di pregarlo, di riuscire a sopportare le mancanze di mia madre con il perdono, a stare più vicino alle persone, insomma a vivere una vita felice, a sforzarmi un po’ di più. Per fortuna sono finiti quei tempi, in cui mi sentivo evitato. Come si dice, la strada è un po’ più in discesa!
     Morale della favola? Dio agisce con ognuno di noi in modo individuale e in maniera del tutto speciale. Questa è una cosa interessante, infatti molte persone, che hanno dei problemi seri, si chiedono: «Perché a lui sì, e a me no? Dov’è la giustizia?». Questa domanda è del tutta sensata, ma non porta pane a casa per dirla in breve! Un’altra cosa, a Gesù piacciono le cose semplici e non sofisticate e troppo impegnative (tipo devo arrivare alla laurea per avere un lavoro, che mi faccia guadagnare molto e comprarmi una casa al mare; oppure, peggio, devo ancora prendermi una laurea per arrivare a essere il migliore. Lascia perdere allora, Dio non è la lampada di Aladino!).
     Spero di essere stato di aiuto a Michele. Se proprio non vuoi credere in Gesù, perché ti dà noia, cerca almeno di porti le questioni giuste (ad esempio evitare di programmarti troppo la vita, sentirti inferiore e viceversa agli altri).
     Sperando in un nuovo giorno, che ci porti a un futuro migliore per noi, ti saluto... {Cesare Lapesca, ps.}

Tu che cosa risponderesti a tutti e due?: [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Ateo_abbandonato_da_Dio_EnB.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

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