mercoledì 27 giugno 2012

Infuocati o zelanti? Parliamone


INFUOCATI O ZELANTI? PARLIAMONE

In questo tema discutiamo l’articolo «Infuocati o zelanti?». Oggigiorno, non basta più impegnarsi a essere zelanti o ferventi di spirito, ma si vuole essere fiamme e fuoco, misticamente parlando. Abbiamo visto che specialmente in ambito pentecostale e carismatico si sta diffondendo la moda di voler essere «infuocati», e tale designazione accompagna altri termini nei nomi di account, pagine e gruppi in Internet: «Infuocati per Dio, per Gesù, nello Spirito, ecc.». Alcuni credenti usano tale neologismo dottrinale, senza badare al fatto che nella bibbia il fuoco è nella stragrande maggioranza dei casi una potenza distruttrice!
     Come vedremo, specialmente i credenti provenienti dall’ambito pentecostale e carismatico cercano di difendere tale neologismo dottrinale, o per lo meno di scusarlo. Alcuni cercano di trovare improbabili collegamenti con lo Spirito Santo, sebbene «fuoco» e «Spirito» ricorrono raramente insieme. Altri cercano di introdurre qui il cosiddetto «battesimo dello / nello Spirito», sebbene tale espressione non si trovi mai nel testo greco del NT. Non mancano tentativi di far quadrare, in qualche modo, il cerchio mediante l’uso di simbologia varia, di lontane analogie, di metafore, di spiritualizzazioni allegoriche, pur di attribuire al fuoco un aspetto positivo, sì, di benedizione.
     La discussione, che segue, è certamente interessante anche dal punto di vista dell’ermeneutica biblica, ossia di come i vari partecipanti usano la Bibbia per portare avanti il loro ragionamento, interpretandola in modo contestuale, a senso o addirittura in modo pretestuoso e arbitrario. Questo tema diventa, quindi, una lezione pratica per distinguere l’esegesi (o interpretazione contestuale), dalla versettologia indebita e dalla eisegesi (o proiezione interpretativa).
     La Parola di Dio viene paragonata al metallo, che risulta dopo aver purificato (= raffinato) il minerale per mezzo del fuoco (2 Sm 22,31; Sal 18,30; cfr. Ap 3,18). A noi spetta di tagliare rettamente la Parola della verità, per non essere operai confusi e per essere approvati dinanzi a Dio (2 Tm 2,15).
     Faccio, infine, presente che non sempre nei brani, in cui in italiano c’è «ardore» e «ardentemente», ciò si trova anche nel testo originale; sotto discuteremo, ad esempio, 1 Corinzi 12,31; 14,1. Ecco un esempio dell’AT: «Tutto Giuda si rallegrò del giuramento; perché avevano giurato di tutto cuore e avevano cercato l’Eterno con tutta la loro volontà; ed egli s’era lasciato trovare da loro» (2 Cr 15,15; così Lut, Elb, ND; «grande ardore» R, NR; «tutto l’ardore» CEI; «tutta la loro affezione» D). In ebraico bekol-lebābām «con tutto il loro cuore» (= mente) e bekol-reśônām «con tutto il loro piacere (= volontarietà) o la loro volontà». Il termine rāśôn è tradotto con «volontà» nei seguenti brani: Gn 49,6 arbitrio, caparbietà; Esd 10,11 fate la sua volontà; Ne 9,24 a loro arbitrio; Ne 9,37 a loro arbitrio; Est 1,8 secondo la propria volontà; Est 9,5 a loro arbitrio; Sal 40,8 la tua volontà; 103,21 fate il suo volere; 143,10 far la tua volontà; Dn 8,4 faceva quel che voleva; Dan 11,3.16 farà quel che vorrà; Dan 11,3.16.36 agirà a suo arbitrio.
     Tutto ciò mostra che bisogna essere moderati, usando certi brani, di cui bisogna prima accertare il significato reale. Non bisogna trarre da essi una legittimazione a essere «infuocati» in senso mistico ed entusiastico, soltanto perché si è trovata una lontana analogia in qualche testo. Si fa bene a partire sempre da cose evidenti.
     Sul sito seguono i contributi dei lettori…
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Infuocati_zelanti_UnV.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

 

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