venerdì 29 giugno 2012

Semplicità di fede e mancanza di conoscenza



SEMPLICITÀ DI FEDE E MANCANZA DI CONOSCENZA
Sapienza biblica o alibi per una «santa ignoranza»?


1.  ENTRIAMO IN TEMA: Mi arrivano continuamente contributi, in cui si fa l’elogio della «semplicità di fede»; di per sé non ho nulla in contrario, visto che anch’io mi esercito a confidare con semplicità di cuore e timore di Dio nel Signore e nelle sue promesse (cfr. At 2,46s; Ef 6,5; Col 3,22). Nella Bibbia, però, ciò non è sinonimo di una «santa ignoranza» o mancanza di conoscenza; il contrario di ciò non è lo studio della Bibbia (cfr. 2 Tm 2,15). Alla «semplicità di fede», radicata nello studio della Scrittura, si contrappone invece lo sviamento da quest’ultima, per seguire le seduzioni di falsi maestri, ora gnostici, ora agnostici.
     Ad esempio, ciò era successo a Corinto, allorché i credenti diedero credito a presunti «superapostoli» (= santoni, «unti») giudaici, che spiritualizzarono l’esoterismo e lo introdussero nella chiesa. Essi predicavano in modo sottile un altro Cristo, un altro Evangelo e un altro Spirito; e ciò produsse che le menti dei credenti si erano «corrotte e sviate dalla semplicità e dalla purità rispetto a Cristo» (2 Cor 11,3ss.13ss).
     Il caso opposto è quello dell’agnosticismo. Filosofi agnostici mettono mano alla Bibbia e, nella veste di presunti teologi, la mitizzano e la dissacrano. La reazione a ciò di alcuni è quello di rifiutare ogni tipo di studio della Bibbia e di trincerarsi in una contemplazione mistica e spiritualista della Scrittura, interpretata a proprio uso e consumo e insegnata a proprio arbitrio.

2.  UN CASO SPECIFICO

2.1.  LE TESI IN UNA CONFESSIONE: Anni or sono, un anziano cristiano, all’epoca di 77 anni, mi ha dato lo spunto per questo tema. Egli mi scrisse allora, tra altre cose, quanto segue: «[…] Ti premetto che sono tutt’altro che letterato, motivo per cui mi piacciono gli argomenti brevi e stringati (anche le prediche...) in modo da fare meno fatica nel ricordare. […] Per quanto mi riguarda quindi la mia limitata educazione scolastica e religiosa mi pone al riparo dai... rischi di approfondimenti culturali troppo intelligenti ed elaborati, che potrebbero compromettere in noi lo studio lineare e la semplicità dell’Evangelo a fronte di una cultura, a volte, pericolosamente mancante di una componente essenziale: la felicità di essere creature di Dio redente dal Cristo che salva.
     Leggevo infatti — non ricordo più in quale rivista specializzata — che la maggior parte dei quotatissimi teologi tedeschi, tuttora residenti nella patria, dove è iniziata e si è sviluppata la Riforma — con tutta la loro scienza, intelligenza e cultura — sono giunti a conclusioni talmente raffinate ed elevate da risultare... perfettamente atei e di conseguenza infelici; ne consegue che forse è meglio essere degli ignorantelli (...relativi) e accettare le verità bibliche senza troppe elucubrazioni cerebrali rischiose per la nostra fede, e accettare il tutto come bambini innocenti ecc. ccc. perfettamente credenti». {Giacomo Pastorino; 06-04-2007}
     Sul sito seguono inoltre i seguenti punti: 2.2. Alcune riflessioni in merito; 3. Un problema molto diffuso.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Fede_conoscenza_Mds.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

 

1 commento:

  1. -- L’articolo (rifatto) si trova qui: CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Fede_conoscenza_Mds.htm
    -- I contributi dei lettori si trovano qui: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Fede_conoscenza_MT_AT.htm

    Grazie della collaborazione

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