venerdì 1 giugno 2012

Il rapporto fra Israele e la chiesa


IL RAPPORTO FRA ISRAELE E LA CHIESA

1. La discussione sul «sionismo cristiano» ha fatto aprire, a suo tempo, un altro filone tematico riguardo alla storia della salvezza, al ruolo d’Israele in quest’ultima e al rapporto fra Israele e la chiesa. Ricordiamo che il termine «Israele» ha significati diversi: da una parte c’è Israele quale popolo storico del passato, dall’altra c’è la terra e la nazione attuale d’Israele e, infine, c’è l’Israele escatologico che, secondo le predizioni bibliche, un giorno riconoscerà Gesù quale Messia e, passando per la tribolazione finale, verrà purificato quale «resto santo». Oggigiorno ci sono pure i Giudei messianici, i quali formano proprie chiese e in genere seguono la legge mosaica e le tradizioni dei loro padri. Ci sono inoltre i Giudei cristiani in genere, i quali come «Israele di Dio» si trovano all’interno delle chiese dei Gentili.
     Infine, ci sono vari atteggiamenti dei cristiani gentili verso Israele: ▪ 1. C’è l’opinione che la chiesa abbia sostituito Israele nel piano storico-salvifico di Dio (idea che non condividiamo). ▪ 2. Ci sono cristiani, che hanno simpatia per Israele come popolo storico di Dio e pregano per la sua conversione a Gesù quale Messia. ▪ 3. Ci sono cristiani che sono affascinati da alcune convinzioni e pratiche giudeo-cristiane, ▪ 4. Ci sono anche varie altre sfumature, il cui fanalino di coda è costituito dal «sionismo cristiano» o «sionismo cristianizzato».

2. Abbiamo inserito qui, dopo i due primi contributi che riguardavano le questioni precedenti, anche una discussione, che è nata da quanto me detto su Gioele 2,28-32 nell’articolo «Vogliono un «risveglio», senza cominciare da sé» e che nel tema corrispondente ci avrebbe fatto deviare dall'argomento principale. Qui le questioni riguardano appunto la diffusa concezione in certi ambienti, secondo cui la chiesa abbia sostituito l’Israele storico, che essa sia una specie di «Israele spirituale» e che i Gentili diventino, con la conversione a Cristo, una specie di «Israeliti spirituali». Constato che la cosiddetta «teologia della sostituzione», ossia la presunta sostituzione d’Israele con la chiesa, è molto più diffusa di quanto immaginassi; il suo ovvio metodo è la spiritualizzazione mediante l’allegoria.
     Per togliere equivoci, diciamo fin da ora che condanniamo qualsiasi tipo di antisemitismo. A ciò si aggiunga che non crediamo che la chiesa sia Israele né un nuovo «Israele spirituale». Prendiamo atto che questa ultima locuzione, usandola e ripetendola continuamente, è entrata così nella convenzione di alcuni gruppi, che a loro sembra strano che la si metta in discussione!
     Seguono inoltre i seguenti punti: I contributi dei lettori, finora elaborati, e le miei eventuali risposte.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Israele_chiesa_Sh.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


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