domenica 14 ottobre 2012

Approfondimento storico-biblico sul rhema



APPROFONDIMENTO STORICO-BIBLICO SUL RHEMA
di Nicola Martella - Edoardo Piacentini

1 ENTRIAMO IN TEMA (Nicola Martella): Abbiamo lungamente scritto sul tema del rhẽma, un termine greco non particolarmente significante, del tutto sinonimo del più conosciuto e ricorrente lógos. Eppure la recente ideologia del rhema, inventata da Kenneth Haghin, ha posto tale termine al centro della propria dottrina. Fa parte della demagogia, anche quella religiosa, di rendere grande ciò, che è piccolo, e di sminuire ciò, che è grande. Fino ad alcuni decenni or sono, nessun credente normale conosceva tale parola; ora è diventata una parola alla moda, uno slogan, un termine tecnico di tale ideologia, con cui si vogliono giustificare come «parola di Dio per l’oggi» presunti messaggi trascendentali.
     A Corinto Paolo ingiunse la seguente regola: «Parlino due o tre proclamatori [gr. profetai], e gli altri giudichino» (1 Cor 14,29). I seguaci del rhema, invece, pretendono che non si debbano mettere in forse né sotto verifica i loro messaggi celestiali, essendo «parola di Dio». Con un tale trucco, si aggiungono dottrine alla Bibbia mediante altre presunte rivelazioni e altre dottrine vengono sminuite mediante tale «filtro» rivelatore (cfr. Ap 22,18s). Con tale arbitrio si finisce a dare spazio a un altro spirito e si predica un altro cristo e un altro evangelo (Gal 1,6ss; 2 Cor 11,3s).
     Come abbiamo visto già altrove, in modo arbitrario si designano i comandi dell’Eterno a Noè come rhema e lo stesso accade per la rivelazione rivolta a Giovanni nell’Apocalisse. Ciò non è serio. È sbagliato proiettare cose inesistenti nella Bibbia, ed è sbagliato designare una rivelazione come rhema, visto che non è un termine tecnico specifico. Rhẽma è un termine greco, mentre la Genesi è stata scritta in ebraico; quindi Noè non poteva ricevere un rhẽma, essendo questa una parola a lui ignota. È scritto semplicemente che Dio parlò a Noè (Gn 6,13; 7,1; 8,15; 9,8.17), gli comandò (Gn 6,22), lo benedisse (Gn 9,1). Altro non c’è scritto, né venne usato un qualche termine specifico.
     La visione di Giovanni non venne mai chiamata rhẽma nell’Apocalisse, per il semplice motivo che in tutto il libro tale termine non ricorre mai! Al contrario, venne usato il termine greco apokalypsis «rivelazione» (Ap 1,1).
     Nella Bibbia si parla, quindi, di «rivelazione» (2 Sam 7,27 nella Settanta c’è qui il verbo apokalyptō) e che «l’Eterno si rivelava» (1 Sm 3,21). Dio parlò in visione (Gn 15,1; Nu 12,6; 24,4), in sogno (Gn 20,3; 31,24; 1 Re 3,5), in manifestazioni naturali (Gn 15,17; Es 19,18; 20,18s; Sal 18,7ss; cfr. 1 Re 19,11ss); in ebraico è scritto letteralmente: «La parola accadde a qualcuno» (Gn 15,4; 1 Sm 15,10; 2 Sm 24,11). Nell’AT e nel NT rhẽma non è mai un termine tecnico, usato dagli scrittori per descrivere, in modo onnicomprensivo, la manifestazione o la rivelazione di Dio. Come vedremo, quando compare, non è dissimile da logos, che è molto più ricorrente.

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 2 Gesù, lógos e rhema; 3. Rhema nel Nt; 4. Rhema nella Settanta.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Rhema_storic-BB_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


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