sabato 3 novembre 2012

Dio parla al cuore e non alla mente?



DIO PARLA AL CUORE E NON ALLA MENTE?

1. ENTRIAMO IN TEMA: Quando si parla delle attitudini interiori dell’uomo, si possono distinguere due entità: la ragione dal sentimento, la mente dalla sensazione, il calcolo dall’intuizione, e così via. Come queste due grandezze vengano chiamate, varia nel tempo, da cultura a cultura, da lingua a lingua. Spesso ci sono termini differenti per la stessa cosa, a seconda dell’angolazione con cui la si osserva.
     Le stesse problematiche le troviamo anche nella Bibbia, essendo un libro scritto i circa 1.500 anni. Gli Ebrei furono un popolo abbastanza in movimento. I personaggi principali partirono da Ur di Caldea (nell’attuale Iraq), approdarono nella zona geografica siro-palestinese (o Canaan), andarono in Egitto e tornarono in Canaan centinaia di anni dopo. Circa 700 anni dopo, Israele fu condotto in Assiria (nord Iraq); più di un secolo dopo, Giuda fu deportato a Babilonia (sud Iraq) e da qui in Persia (attuale Iran) e un’altra in Egitto. Alcuni tornarono in patria, settant’anni dopo, mentre molti si dispersero nel mondo d’allora. In tutti questi spostamenti e in tutti questi paesi impararono lingue differenti e concezioni diverse, che arricchirono la loro lingua e cultura. Ciò vale anche per l’antropologia o concezione dell’uomo e del modo di chiamare le singole parti dell’uomo interiore. Oltre a ciò vediamo che l’AT è stato scritto in ebraico e in parte in aramaico, ma contiene anche termini di altre lingue (p.es. «paradiso» per «giardino regale»); mentre il NT è scritto in greco e contiene vari termini aramaici e latini.
     Useremo questa questione per mostrare qualche regola di ermeneutica, ossia della corretta interpretazione della sacra Scrittura. Infatti, oggigiorno è grande la tendenza a partire non dalla Bibbia stessa e dal suo proprio linguaggio, ma dal consenso culturale odierno, per poi proiettare ciò nella Scrittura e affermare spavaldamente tesi approssimative o addirittura false, proprio strumentalizzando la Parola di Dio. Così facendo, si arriva, ad esempio, alla tesi spiritualista, che va in giro per le chiese e per il Web, secondo cui Dio non parlerebbe alla mente, ma al cuore.
     Per i nostri contemporanei «cuore» sta generalmente per il luogo dei sentimenti, mentre per «mente» si intende la sede dei pensieri e dell’essere intellettuale. Ella simbologia corrente il simbolo del cuore sta per amare, mentre il cervello per pensare. Anche per i dizionari italiani, che fotografano il senso comune, per mente si intende «l’insieme delle facoltà e attività psichiche dell’uomo, spec. quelle razionali e intellettive, in opposizione al corpo o al cuore come sede dei sentimenti» (Sabatini - Coletti).
     Qui viene condensata la concezione corrente; ma come vengono usati tali termini nella Bibbia? Qual è il quadro antropologico di riferimento, che scaturisce da un’analisi biblica? È ciò che cercheremo di presentare nei prossimi punti.

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 2. Analisi biblica; 3. Aspetti conclusivi..
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Cuore_mente_MT_AT.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


ATTENZIONE! Per favore, non intervenire se, dopo aver letto l’intero articolo sul sito, ti rendi conto che ti manca la necessaria competenza in merito!

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