giovedì 11 aprile 2013

Dotti ignoranti in rete

DOTTI IGNORANTI IN RETE

È una cosa positiva che tutti possano esprimere le proprie convinzioni e opinioni, e non solo un piccolo numero di persone acculturate. La sapienza di vita non si misura con la quantità d’informazioni, che si hanno. Anche la verità non può essere condizionata dalla forma espressiva.
     Tuttavia, la rete è per alcuni una sorta di «sfogatoio». Per altri è una «arena», in cui combattere le opinioni altrui. Per altri ancora la rete è il luogo, in cui burlarsi (magari anonimamente) di tutti e di tutto, facendo i «troll».
     Alcuni non hanno nulla da dire, né sanno come dirlo. Arricchiscono le loro bacheche di «taglia e incolla» di altri, omettendo autori e fonti; forse vogliono fare così bella figura.
     Infine, ci sono i dotti ignoranti. Essi pensano che ciò, che scrivono sia saggio e vero, solo perché lo scrivono loro. Scrivono in genere di getto, in modo sgrammaticato, usando poca punteggiatura o solo puntini sospensivi. Spesso usano un linguaggio da SMS. Se fai qualche osservazione o obiezione al contenuto di quanto scrivono (non parliamo di suggerire loro di migliorare la forma!), si rivoltano contro come delle belve fameliche.
     Sebbene la logica del dotto ignorante sia lacunosa, il suo modo di pensare sia scarso, il modo di argomentare carente e poco probante, egli si sente «filosofo» e «maestro di vita». Come si permette il resto dell’umanità a fare rilievi critici sul suo pensiero? Non sanno essi con chi hanno a che fare? Non dovrebbero esse voler bere alla fonte della sua mirabile intelligenza? Non sanno che con lui morirà l’intera sapienza?
     A un tale «filosofo» consiglio la chirurgia etica e di farsi rifare il senno.

Per l’approfondimento biblico (Il senso di questa lista di versi è di stimolare la riflessione dei lettori, per aiutarli formulare contributi confacenti al tema):
            ■ «Non rivolgere la parola allo stolto, perché disprezzerà il senno dei tuoi discorsi» (Proverbi 23,9).
     ■ «Le parole della bocca del saggio sono piene di grazia; ma le labbra dello stolto sono causa della sua rovina. Il principio delle parole della sua bocca è stoltezza e la fine del suo dire è malvagia pazzia. Lo stolto moltiplica le parole…» (Ecclesiaste 10,12ss). […]

Il resto dello scritto si trova sul sito.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Etic/T1-Dotti_ignor_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
 

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