mercoledì 10 aprile 2013

Il mio coniuge è morto. E ora?

IL MIO CONIUGE È MORTO. E ORA?

Alcuni hanno avuto una continua vita conflittuale col coniuge. Per altri il rapporto coniugale è stato abbastanza «normale». Poi, il coniuge non c’è più.
            La morte improvvisa: Lì per lì il mondo mi è crollato, dice il coniuge rimasto. Quando ciò è successo, si sono fatti strada stati d’animo alterni e contrastanti: l’incredulità, il rifiuto, i tanti perché. Che sarà ora di me? Cominciano i meccanismi di transfer: vorrei essere morto io al suo posto (così non avrei, ora, tali problemi). I funerali tengono alquanto impegnati. Dopo qualche giorno, ci si ritrova soli con se stessi: quasi tutti i condolenti non ci sono più. Ci si chiede, quindi, più consapevolmente, che succederà ora che l’altro non c’è più. Che farò io senza di lui / di lei? Ce la farò? Chi o che cosa mi darà sostegno?
            La lunga malattia: Ora se ne andato, pensa il coniuge rimasto. Da parecchio tempo tutto girava intorno alla sua malattia, ogni cosa era in funzione d’essa, anch’io. Ora c’è il vuoto, manca ogni bussola nella vita. Sì, tutto era annunciato, ma che sarà ora di me? Finché viveva, avevamo una piccola speranza, a cui aggrapparci: ora non c’è più nulla, se non il vuoto e un labirinto, da cui non so come uscire. Ce la farò? Come farò a esistere senza di lui / di lei?

Quando muore il coniuge, dapprima si rimane «sospesi» tra sogno e realtà, come se la situazione potesse ancora cambiare, come se ci si è soltanto sbagliati, come se il tutto fosse stato solo immaginazione e presto ci si potrebbe risvegliare.
            Poi segue il rifiuto di ciò che è accaduto, il dispiacere per ciò che è successo all’altro, ma anche arcani timori per se stessi («che sarà ora di me?»). La mente si rende veramente (!?) conto della portata dell’accaduto, dapprima quando la cassa viene sigillata e poi quando lentamente il muratore la mura dentro il loculo, mattone dopo mattone.
            Ora, i sentimenti esplodono con moti alterni, consolandosi e disperandosi, accusando(si) e scusando(si). Dietro a quel muro esile vengono seppelliti tutti gli atti d’amore e d’odio, le proprie ragioni, i contrasti palesi e quelli sotto la cenere, le incomprensioni, le ostinazioni, gli atti di generosità e di sacrificio, quelli di egoismo e di crudeltà… Improvvisamente bisogna mettere proprio tutto agli atti? Bisogna chiudere il capitolo: e quale aprire? […]

     Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: Continuazione dello scritto; I contributi dei lettori.
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Coniuge_morto_EnB.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


~~> Discuti questo tema qui o su "Facebook": https://www.facebook.com/notes/puntoacroce/il-mio-coniuge-%C3%A8-morto-e-ora/10151618383497990

Nessun commento:

Posta un commento