mercoledì 8 maggio 2013

Intervista a un ex-anziano dei Testimoni di Geova

INTERVISTA A UN EX-ANZIANO DEI TESTIMONI DI GEOVA

1. ENTRIAMO IN TEMA: Sono stato contattato da Rocco Politi, un ex-anziano dei Testimoni di Geova (da qui in poi, T.d.G.), sia per corrispondenza, sia per telefono. L’ho trovato come un uomo tribolato, che è uscito da una pesante prigionia, ancora pieno di piaghe e ancora tutto dolorante per le catene portate, che hanno lasciato profondi segni nella carne e nell’anima. Mi è parso come un Israelita del 15° secolo a.C., che era uscito dalla schiavitù d’Egitto, ma che non sapeva dove fosse ancora la terra promessa, il paese della libertà. Al telefono mi dava l’impressione di chi era uscito da un lager nazista o da un gulag comunista: sebbene pelle e ossa, scosso e confuso, è contento di essere scampato, ma ora non sa dove sta la via di casa, quanto dista e se c’è qualcuno che ancora l’aspetta e lo ama. Il problema è che lui stesso aveva collaborato attivamente in tale lager ideologico e in tale gulag dottrinale per quarant’anni, occupando posizioni significative. Poi, venne il risveglio…

Parlando con lui, ho capito che, essendo uscito da tale incubo durato decenni di militanza attiva voleva avvertire altri dal cadere nella stessa trappola; ciò è nobile. Ma non basta. Ora, si sente come un negozio di porcellana, dopo che è passato un elefante. Come a chi è stata fatta una lavanda gastrica, dopo un grave avvelenamento da cibo deteriorato, ora si sente svuotato e debilitato.
     Ha capito che il Dio propugnato dai T.d.G. è fatto a loro propria immagine, quindi un idolo; nel suo nome i seguaci della Torre di guardia isolano i dissidenti, trattano come un «morto» chi non segue la linea, fanno terra bruciata intorno a chi esce dalla congregazione. Amici, genitori, fratelli, parenti e figli si defilano, rompono ogni contatto, ti considerano appestato, già cadavere. Da un giorno all’altro ci si sente come un pesce fuor dell’acqua, oggetto di ostracismo, di discredito, di angherie, di persecuzione e quant’altro da parte dei suoi ex-correligionari.
     Ora sta imparando a scoprire il Dio d’amore e di misericordia, che si è rivelato in Gesù Cristo. Tuttavia quanto è dura per lui! Gli ho fatto presente che è proprio come quell’Israelita uscito dalla dura schiavitù d’Egitto, che vuole avvertire altri a non cadere in essa e che vuole aiutare a tirare fuori altri da tale sistema dottrinale dittatoriale; tuttavia, egli stesso non sa dove sta la terra promessa, che proporre agli altri come via di libertà. Il cammino è lungo ancora. Gli ho posto la questione personale della salvezza, non ne ha certezza. Gli ho chiesto: È nobile la tua impresa di avvertire gli altri, ma tu stesso, se morissi oggi, dove saresti? Hai la sicurezza della tua salvezza? Conosci Cristo come Salvatore e Garante della tua salvezza? No, finora non lo sa. [La via che porta a Dio]Quindi, non sa neppure quale speranza proporre agli altri, che usciranno da tale sistema dottrinale. Tuttavia, c’è in lui il desiderio di conoscere Gesù Cristo come suo personale Salvatore e Signore. Ci siamo lasciati con questo mio appello: «Chiedi al Signore Gesù: “Fammi conoscere la tua salvezza!”. Egli certamente ti illuminerà e ti indicherà la via. Io sono al tuo fianco in preghiera e col consiglio».


2. L’INTERVISTA: Ciò che segue è un’intervista composta sulla base di ciò, che Rocco Politi mi ha scritto e mi ha detto a voce. Essa è stata da lui vista e approvata dopo la stesura. […]

L’interessante intervista è presente sul sito.
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Ex-anziano_TdG_OiG.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

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